[ESPERIENZA 8] - Halloween Nightmare

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  1. Dean J. Lawrence
     
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    DEAN LAWRENCE
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    Dean Lawrence non era mai stato un fenomeno in qualcosa: al Quidditch giocava come Cacciatore ma la sua carriera si era fermata come riserva di Grifondoro, come studente era molto più che mediocre e tutti i suoi altri interessi includevano mettersi nei guai. In questo era una vera calamita. Sembrava che ad Hogwarts fosse stato abbonato all'ufficio del Preside, dove finiva puntualmente una volta a settimana tanto che, se per caso mancava l'appuntamento, il Preside iniziava a preoccuparsi e lo convocava a prescindere, come una sorta di aggiornamento. Il cuscino di pelle della sedia destinata agli ospiti aveva preso la forma del suo fondo schiena e ad oggi non credeva che avesse cambiato conformazione. Più cercava di fare qualcosa di nascosto, tirare uno scherzo o un colpo gobbo a qualcuno, più finiva nei guai e più velocemente si faceva accattare. Mielandia in particolare era stato teatro delle sue marachelle, tutt'al più dopo che aveva scoperto, con l'aiuto del Crawford, il passaggio segreto dietro la statua della vecchia gobba. Aveva cercato di rubare delle Gelatine Tutti i Gusti +1 dal magazzino, la prima volta ci era anche riuscito, ma quando alla seconda aveva provato a portarne via 20 sacchetti la commessa non aveva creduto che fosse incinta. E soprattutto una donna, visto che erano andati a letto assieme qualche mese prima. Era tornato al castello senza caramelle e con una multa di 50 Galeoni. Sempre da Mielandia aveva provato a contrabbandare del liquore, questa volta rubato alla Testa di Porco, ma sbucati nel corridoio di Hogwarts la Caposcuola di Serpeverde, una gran spina nel fianco per non dire di peggio, li aveva sgamati. Ovviamente Nathaniel non aveva subito ripercussioni, lui invece era stato spedito dal Preside. Ricordava quella settimana: era finto altre 2 volte dal vecchio Preside. Una volta per aver messo un petardo nel culo di uno Sparaschipido a lezione di Creature Magiche e un’altra per aver urlato in faccia alla professoressa di Pozioni “Dean è un elfo libero. Dean non rispone e se ne va dalla classe.” suscitando l’ilarità generale ma non quella della Cooper. Peccato che certa gente mancasse di senso dell’umorismo. I guai quindi erano la sua specialità, se c’era un Grifondoro nei pareggi c’era la probabilità che succedesse qualcosa, se c’era Dean Lawrence era sicuro al 100%. Ancora una volta questo enunciato non venne contraddetto.
    Un’altra cosa in cui il Lawrence eccelleva era ubriacarsi senza vomitare. Imputava la faccenda ai suoi appena compiuti 17 anni dove la barista dei 3 manici aveva acconsentito a vedergli alcolici. Insomma, ogni domenica pomeriggio trascorsa ad Hogsmeade nel suo ultimo anno scolastico aveva assunto connotati velati e sfumati di alcol. L’amnesia alcolica purtroppo era diminuita con il passare del tempo, anche aumentandone le quanità ormai il suo fegato aveva imparato a distruggere l’etanolo come se si trattasse di banale acqua e gli effetti di una buona bevanda alcolica duravano giusto un’paio d’ore. Così quando quella mattina, immaginava fosse mattina, si era svegliato con la testa dolente e la bocca asciutta come se fosse tornato dal Sahara il suo primo pensiero fu “Qualunque cosa abbia bevuto, devo berla di nuovo.” piacevolmente colpito dagli effetti post-sbronza che ancora resistevano al fegato di Lawrence, ormai diventato leggenda. Senza troppe preoccupazioni capì di non essere a casa sua, ne in quella di Nathaniel o nel Maniero dei Crawford. Svegliarsi in un luogo sconosciuto era qualcosa di preoccupante per un astemio che beve una volta o due all’anno, per un cintura nera come lui era quasi un salto ai vecchi tempi quando accadeva. Tentò di sfergarsi gli occhi per levare la patina che gli appannava la vista, anche se nel nero della stanza non vedeva nulla, e si trovò ammanettato. Questo gli ricordò gli scherzi che si facevano ai novellini di casa Godric, di cui lui stesso era stato vittima e carnefice, con lumache nascoste dentro le scarpe o scoreggie fatte sul cuscino, giusto per citare quelle meno peggiori. Ora, che a vent’anni fosse messo in questa situazione non era il massimo, ma poteva anche stare al gioco. “Nate, scroto del cazzo. Questo scherzo non è per niente divertente!” la voce roca per via del mal dico gola risuonò nell'ambiente circostante.
     
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