[ESPERIENZA 8] - Halloween Nightmare

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  1. Dean J. Lawrence
     
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    DEAN LAWRENCE
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    Con la testa che pulsava a un ritmo tutto suo, cercò di fare mente locale sul tempo trascorso in quella posizione. Le scapole iniziavano ad essere indolenzite e i bicipiti avrebbero volentieri ripreso la loro postura rilassata lungo i fianchi del Grifondoro. Ricordava di aver avuto un capitano di Quidditch sadico che gli aveva fatto fare qualcosa come cento flessioni, ma anche in quella occasione non aveva avuto le braccia tanto indolenzite come in quel momento. “ Dai, cazzo. Ho capito, niente più battute su tua sorella incinta, lo prometto…” cercò di compiacere il suo aguzzino con una vaga promessa. Non poteva immaginare un altro motivo per cui il suo migliore amico potesse essere tanto incazzato da infliggergli una simile pena. Se solo fosse stato in grado di leggere nel pensiero e scovare i suoi desideri più segreti, probabilmente lo avrebbe scuoiato vivo… Ma era abbastanza certo che il Crawford fosse troppo pigo per apprendere la leggimanzia nel giro di poco tempo, anche se incantesimi era la sua materia preferita. Cazzo. Se c’era la minima possibilità per il rampollo delle pantere di leggere nel pensiero sarebbe stato meglio per il Lawrence che si cancellasse dalla mente certe immagini su Hedel e soprattutto avrebbe dovuto farlo abbastanza in fretta. “ Crawford! CAZZO! CRAWFORD” urlò esasperato e profondamente annoiato da questa situazione. Non sapeva più come invocare il migliore amico al pensiero razionale, anche se non comprendeva il motivo del suo gesto, poteva pur sempre farlo ragionare e far leva sul sentimento di amicizia che li legava. Certo, immaginava che non avesse avuto problemi a farlo fuori se si fosse avvicinato alla sorella quanto immaginava nelle sue fantasie, ma fintanto che si comportava bene sapeva di poter contare sull'appoggio dell’amico. Forse. A questo punto nutriva persino qualche dubbio su questo aspetto della vicenda. Dovevano essere passati già diversi minuti quando iniziò a sentire un fastidioso formicolio lungo la schiena, risalire e pizzicargli le braccia, fino alle mani. Sentiva il bisogno di grattarsi e massaggiarsi le braccia, nello stesso tempo non desiderava altro che essere liberato e questa imposizione forza iniziava a trasformarsi quasi in un dolore fisico. In preda a questo raptus rise istericamente, dondolandosi sui talloni e facendo battere scapole e nuca sul muro, il dolore che piano piano si irradiava dai punti di impatto quantomeno contribuiva a mantenerlo vigile. “ C’è nessuno? Mi sto rompendo la minchia a stare qui come un salame!” nella sua voce era predominante il senso di rabbia e scazzatura. Ovviamente non aveva compreso la gravità dell situazione nella quale si trovava, continuando a credere di trovarsi all’interno di un perverso e malsano gioco sadico Made in Crawford.
     
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