Walk towards Olivander

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    After that, everything was fine.

    Group
    Member
    Posts
    1,090
    Location
    Inferno, girone dei superbi.

    Status
    Anonymous
    df6bb6621bfd4f81272bdf00e846322dArgus Lestrange
    DIVINATORELink schedaCamera blindata 114
    Carisma 25 ■ Costituzione 5 ■ Destrezza 10 ■ Forza 15 ■ Intelligenza 25 ■ Saggezza 20

    Argus non reputava Hogwarts una casa. Era uno spazio. Un angolo di pensiero. Lontano dallo stress e nella spensieratezza che, forse, il problema più grande, era non prendere bruttissimi voti. Pochi amici. Poche parole. Molto riservato, ma invadente. Fastidioso...ecco, lui era fastidioso. Comunque sia, se ce n'era l'occasione, socializzava con tutti. L'idea di cambiare realtà lo turbava...dentro di lui, in realtà, lo spaventava moltissimo. Molte lettere erano state spedite, i gufi sfrecciavano per tutte le tenute. Argus non aveva ancora ricevuto ancora niente, ma, suo padre, glielo aveva accennato. "Il prossimo anno non andrai a Hogwarts, anzi, ci trasferiamo!" Queste parole furono sillabate scrupolosamente, quasi vi si percepiva una celata esclamazione. Non c'era nulla di spiegare o negoziare, una notizia fugace e, indirettamente, turbolente nella testa del ragazzo. Argus non aveva aspirazioni, progetti o sogni nel cassetto da realizzare; tuttavia, temeva che, questo repentino cambiamento, lo avrebbe potuto confondere maggiormente. « Non posso andare all'istituto Beauxbatons? Almeno avrò un buon motivo per cacciarmi nei guai... » Confabulò il giovane, alludendo, ovviamente, ad una maggioranza di studentesse nell'istituto. "Ma è una scuola per ragazze!" Esclamò immediatamente il padre, con gli occhi sbarrati ed un sospiro verso il cielo...quasi con un ghigno di disprezzo. "Non è vero caro, ci sono anche dei ragazzi." Replicò la madre, quasi per voler giustificare il figlio, senza, tuttavia approvare la sua affermazione, appoggiandogli la mano sulla spalla. "Non dire babbanerie!" Argus sorrise. Era ironico, lievemente serpentoso. « Ah! » Esclamò. Secco. Fintamente intontito. Catturò immediatamente l'attenzione dei suoi genitori, ambedue ancora presenti nel grande salone. « La mia bacchetta ha un problema...beh...non so come sia successo... » Incominciò a farneticare, con molte pause. Era titubante, assunse un'area quasi preoccupata. Allarmò sua madre. Sapeva che, quest'ultima, si sarebbe preoccupata istantaneamente. « Ma quanto pelo perde questo gatto! » Disse, improvvisamente, troncando il discorso. "La tua bacchetta cosa?" Non passò un secondo. Il vecchio Rudolf, animale della famiglia da molti anni, non venne minimamente coinvolto nel discorso. Gli occhi erano puntati su Argus, quasi socchiusi per la curiosità. « Mi ci sono seduto sopra e si è rotta. Difficilmente potrò andare a scuola senza...purtroppo! » Ovviamente mentì. L'aveva spezzata, la sera prima, in quattro pezzi disomogenei. L'aveva seppellita nel giardino della tenuta della sua famiglia, in un punto qualsiasi...come se non fosse importante. Non aveva mai avuto un buon rapporto con quella bacchetta, anzi! Alle volte, gli sembrava gli si rivoltasse contro. Molteplici furono le volte che diede la colpa, dei suoi errati tentativi di lanciare un incantesimo, alla bacchetta stessa. Maggior parte dei casi era semplicemente colpa sua; ma li conosciamo i maghi, troppo esaltati e sicuri di sé, fieri e accecati dalla loro illusoria dominanza. « Per di più, oggi devo partire con zio Arrwuin. Devo star via più di un mese, non riuscirò sicuramente a passare da Diagon Alley. » Eccola la vera ragione. Argus pensò che, senza bacchetta, la sua famiglia non lo avrebbe fatto partire con suo zio e, pertanto, sarebbe rimasto un altro mese a casa, in modo da permettergli di acquistarne un altra. "Annulliamo tutto, oggi stesso recati a Olivander e incomincia a famigliarizzare con la nuova bacchetta prima dell'inizio scolastico." Decise il padre, fermo all'idea che ogni mago si dovesse recare in quel negozio per scegliere tale oggetto magico, troppo importante, quasi il migliore amico del mago. Desisteva da qualsiasi altra bottega di bacchette, per lui Olivander era il migliore. Argus finì velocemente di leggere la gazzetta del profeta, non se ne perdeva una edizione. Leggere gli piaceva moltissimo, lo rilassava. Finito l'ultimo articolo, si vestii e si diresse verso il passaggio segreto di Diagon Alley. Era un luogo molto sporadico per lui, una o due volte l'anno massimo, si rispecchiava nelle vetrine di quel posto. Nulla cambiava da una visita all'altra. Negozi? Identici. Nuovi studenti che correvano come fanboy, spendendo numerosi galeoni? A bizzeffe. La polvere sulle mensole delle botteghe più vecchie? No...ecco, forse questa era l'unica cosa che era cambiata, ve ne era molta di più. Si soffermò dinnanzi a qualche scopa. Riconobbe immediatamente quella utilizzata dal miglior giocatore al mondo, ovviamente, con un prezzo esorbitante. Non aveva mai giocato a Quidditch, ma, di tanto in tanto, si recava allo stadio col padre. Esaminò, successivamente, qualche gufo. Il suo stava invecchiando ed era diventato molto lento, tuttavia, non si era recato lì per quel motivo, pertanto, desistette subito dal possibile acquisto. « Olivander... » Bisbigliò, quasi affranto dalla lunga camminata, prima di intravedere la struttura in lontananza. C'era una lunga coda quella mattina. Strano, molto strano. Le famiglie di maghi si stavano allargando? Forse era un caso. Forse l'orario di punta non era ideale per una visita veloce. Passo dopo passo si mise in fila. Il suo stomaco cominciò a brontolare, aveva dimenticato di fare colazione e, senza accorgersene, era arrivata l'ora di pranzo. Molti ragazzi entravano e uscivano velocemente, tutti molto soddisfatti ed emozionati. Lui, sinceramente, non ricordava il giorno in cui strinse, fra le sue curate mani, la prima bacchetta. Non si era affatto emozionato, almeno da ciò che ricordava. La fila avanzò a ritmo elevato, riuscendo a insinuarsi sull'uscio della porta. Leggermente annoiato, rassicurato dal fatto che la sua attesa era quasi terminata. Si accasciò, si...non si appoggiò...ma letteralmente accasciò, poiché il modo in cui si distese sulla porto provocò un forte cigolio, ridondando in tutta la bottega. Un modo di fare del tutto contrario alla compostezza che avrebbe dovuto mantenere. Argus era così. Capriccioso, quasi infantile. Sbuffò, voltandosi. Il suo respiro alzò un pò di polvere. Tossì. Si guardò intorno, incuriosito dai vari oggetti che erano ubicati nei vari angoli. Improvvisamente, il cigolio di una vecchia scala, catturò la sua attenzione e, felicemente, constatò che era arrivato il suo turno. Non vi era più nessuno. « Buongiorno. » Affermò seriosamente. Il suo sguardo si strizzò in un ghigno divertito allo scorgere della figura oltre il bancone. « Ti è spuntato qualche foruncolo sulla fronte, sai? » Domandò retoricamente, un pò dispettosamente. « Ho avuto qualche problema... » Non voleva spiegare il motivo per cui la sua bacchetta si era distrutta, pertanto, affermò semplicemente di aver avuto qualche problema. Non erano molto amici i due, si erano conosciuti a scuola. « Mi necessita una nuova bacchetta. Sono sicurissimo sarai contenta di aiutarmi. » Era spavaldo, egocentrico, ironico. Anzi, forse solo irritante. Aver aspettato in coda lo aveva quasi frustato. « Vero? » Domandò, senza però essere sicuro di voler ricevere una reale risposta.
    Web
     
    .
  2.  
    .
    Avatar


    Group
    Negoziante
    Posts
    3,739
    Location

    Status
    Anonymous
    hedel anakin crawford

    Chi ha ucciso Hedel Crawford? Calmi, calmi... posso anche essere masochista ma non fino al punto di rischiare che il prezioso corpo nel quale sono ingabbiata perisca. Sarebbe stato un'inutile spreco di tempo, e sinceramente odio gli sprechi.

    Nel castello di Hogwarts c'era agitazione. O meglio era quello che dall'esterno si aspettava di trovare la Crawford. Da vanitosa egocentrica quale era la Serpeverde. che aveva appena abbandonato il castello senza completare i suoi studi, immaginava che tra le mura della scuola non si parlasse di altro. Infondo la sua presenza non era mai passata inosservata, la sua assenza doveva avere un che di assordante. Non tanto a lezione, dove la piccola di casa Crawford si faceva vedere raramente, quanto in Sala Comune o in giro per Hogwarts, dove le piaceva bighellonare e tormentare le giovani matricole di Tassorosso. Era l'emblema di tutte le cose negative che si potevano pensare sulla casa di Salazar. Ops. Qualcuno sarebbe stato sollevato nello scoprire la sua assenza, ma era indubbio che ognuno delle patetiche anime dei corridoi scolastici sentisse la sua mancanza, in un modo o nell'altro.

    Tik-tok la strega è andata. Ma non morta, aspettate a stappare lo champagne.

    Seguendo un preciso copione, uno di quelli che se fosse stata realmente conscia delle sue azioni avrebbe previsto da manuale, i suoi genitori aveva reagito insabbiando la situazione. Se non che per persone strettamente dipendenti dalla questione, la questione era stata aperta da una cascata di tintinnanti galeoni. Il reparto stampa, dai giornalisti degni di essere chiamati tali al becero gossip, erano tutti quanti finiti sul libro paga dei potenti Crawford. Per loro il diritto di stampa, la libertà di pensiero, era superfluo come ogni altro diritto e soprattutto era acquistabile. Come un banalissimo diritto di brevetto, come in una qualunque contrattazione commerciale, le pantere di Londra avevano imparato che tutto aveva un prezzo, soprattutto le persone. Ognuno aveva quantificato il valore dell'informazione e avevano ricevuto quanto pattuito in quella che in un primo momento aveva dovuto sembrargli come una vantaggiosa contrattazione economica. Nulla di più sbagliato. Avevano venduto la loro vita per pochi spiccioli, perché rapportato al patrimonio immenso della famiglia a questo corrispondeva questo pagamento, al Diavolo. Un demone furbo, che non aveva preteso qualcosa di effimero come l'anima, no, era un creditore che si rivaleva su ossa e sangue, un moderno Lucifero che camminava sulla terra ferma. Con il passare del tempo avrebbero capito quanto poco vantaggioso fosse l'accordo stipulato, solo pochi eletti avrebbero compreso di aver ceduto a un ricatto.
    E quindi, che fine aveva fatto Hedel Crawford? Eccola lì, seduta con le gambe incrociate nel retrobottega di Ollivander, dove il proprietario in persona si era ritrovato ad accogliere una richiesta quantomai insolita. La commessa, da oltre un anno serviva bacchette da dietro al bancone, che voleva essere di più. Un’ambizione che non avrebbe dovuto stupire nessuno, essendo smistata senza batter ciglio a Serpeverde, culla degli ambiziosi, ma che aveva preso in contropiede il vecchio fabbricante di bacchette. E avrebbe dovuto metterlo in guardia sulla serpe che si era portato in seno, una vipera ambiziosa che se solo avesse avuto abbastanza soldi - o meglio, se i suoi non avessero bloccato il flusso di Galeoni per la figlia- si sarebbe comprata il negozio per sfrattare il giorno seguente il fabbricante di bacchette. Dopo averne carpito e acquisito il capitale in termini di conoscenze e competenze. Senza il denaro sonante della famiglia Crawford, alla ragazza toccava fare la strada più lunga, correre in quelle tappe che erano considerate come usuali per tutto il resto della popolazione non così sfacciatamente ricca. Unirsi alla schiera di plebei era uno smacco per la Crawford, ma questo non le avrebbe impedito di arrivare esattamente dove voleva. Nulla le aveva mai precluso di raggiungere gli obiettivi prefissati.

    Nulla, se non io. Un piccolo lato oscuro, una silente minaccia che in realtà giostra ogni azione di Hedel. E dopo il caos scatenato dalla bomba atomica sganciata con la rinuncia agli studi presso Hogwarts osservavo con braccia conserte e sorriso soddisfatto come la piccola Crawford cercasse di risistemare i cocci della sua vita. Era come guardare un formicaio durante le prime gocce di pioggia, con le laboriose formicidae che annaspano per non annegare e mettersi in salvo, provviste incluse.

    Era con questa sensazione, quel formicolio sotto pelle che avvisa di aver dimenticato qualcosa, una sorta di ricordella biologica, che la Serpeverde si era recata al lavoro quel giorno. Rimasta ad osservare in un angolo buio della sua mente Anakin aveva gongolato di come la ragazza continuasse a grattarsi sul muro di omertà eretto nei suoi ricordi senza essere in grado di abbatterlo. L’aveva vista soffermarsi a chiedere se mancasse qualche tipologia di legno nella consegna del fornitore finlandese di quella mattina, soffermarsi sui galeoni ricevuti come se le fosse necessaria un’integrale di quarto livello per calcolare l’importo e ancora si era sfregata quel prurito di aver dimenticato qualcosa quando nella pausa pranzo era tornata in dietro per verificare di aver chiuso il negozio. La mente logica di Hedel, calcolatrice e sempre attenta, sembrava impazzire di fronte al imprevedibile caos del urgano Anakin. Era una lotta impari, l’una non sapeva dell’esistenza del altra e così quel fastidio che avvertiva sotto pelle non trovava conferma. Era tornata in negozio senza essere stata in grado di scacciare quella spiacevole sensazione di aver dimenticato qualcosa e proprio mentre stava valutando di acquistare una ricordella che entrò un cliente. « Benvenuto da Ollivander. » la voce di Hedel si era incrinata sulla frase di rito riconoscendo il Lastrange, sua conoscenza tra le file di Serpeverde. «Non credevo che i foruncoli fossero in grado di parlare e che acquistassero le bacchette magiche » sorrise, quasi gentilmente al ragazzo, stando al suo gioco e rispondendo con altrettanto sarcasmo. Eppure il Serpeverde avrebbe dovuto sapere che era una lotta impari quella de sarcasmo, più o meno il secondo nome della Crawford, se non ci fosse stata Anakin di mezzo.
    Ora che era lei la Negoziante di Ollivander, poteva anche scordarsi di quella ramanzina da Ollivander perché sembrava che un cliente si fosse lamentato per via dei suoi modi sgarbati e, anche se lei non ricordava affatto questo episodio, le era stata imposta una frase standard per accogliere i clienti e doveva “stamparsi in faccia uno stramaledetto sorriso” e questo aveva fatto. Ma con il Lestrange no. « Beh, non si dice no al vil deranro. Piacere o no. Anche se sarebbe divertente vederti in giro senza bacchetta... Ma mi sento buonoa oggi e intanto ti faccio provare questa di Wolfe, 11 pollici, Ebano, cuore di penne caudali di Thunderbird, Solida. +20 INT Questa bacchetta è ideale per le Arti Oscure. Il costo è di 20 Galeoni spiegò, sfilando il catalizzatore dalla custodia blu notte e offrendoglielo perché lo testasse.


    ____________
    Benvenuto da Ollivander!
    Puoi anche non rispondere a questa discussione, la bacchetta che sarà registrata avrà le caratteristiche appena elencate.
    Se però non è di tuo gusto puoi provarla e decretare il suo fallimento, te ne fornirò un'altra.
    Hai a disposizioni tre tentativi per trovare la tua bacchetta, la terza -che ti piaccia o no- sarà quella definitiva.

    code made by zachary, copia e t'ammazzo©
     
    .
1 replies since 3/11/2019, 17:01   80 views
  Share  
.
Top