scontri di Natale

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    Tassorosso
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    Hogsmeade e la magia del Natale erano un'accoppiata irrinunciabile. Quando i primi fiocchi di neve inziavano a depositarsi sui tetti del villaggio magico significava che le feste erano vicine. Osservavo estasiata i fiocchi di neve perdersi nella precedente nevicata, incrementare il livello di coltre bianca che già appesantiva i tetti, e posarsi sul selciato che stavo percorrendo rendendolo sempre più invisibile. Era un Sabato pomeriggio del primo weekend di dicembre. Il castello di Ilvermorny quella mattina sembrava essere stato invase dalla maglia natalizia con decorazioni ad ogni angolo e moltissimi alberi di Natale. Nella sala comune dei Thunderbird ad esempio quella mattina svettava un meraviglioso pino con addobbi dorati, un incanto che aveva lasciato molti a rimirare quella novità. Avevo fatto colazione e dopo aver studiato con Charlotte Winter mi ero subito diretta al punto di incontro per la gita ad Hogsmeade. Con Dicembre iniziato era anche ora di iniziare a fare gli acquisti di Natale. Avevo già qualche idee ma preferivo prima fare un giro nei negozi e valutare se rientravo nel budget. Stavo seguendo l’afflusso di studenti che si dirigevano verso il centro del villaggio quando misi un piede in fallo e non so bene come mi trovai con il sedere per terra, dolorante per la botta.
     
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    Max Lynch
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    C’era un dubbio che assillava la mente della rossa da qualche tempo: che regalo fare ai suoi genitori per Natale? Si trattava di un pensiero alquanto ostico perché non aveva assolutamente nessuna idea. Anche perché non era in un rapporto esattamente felice con i genitori. Principalmente la colpa era di sua mamma. La potente preside di Ilvermorny, con tutto il fardello che comportava, un peso difficile da sopportare dalla quindicenne, e sicuramente non incentivava a coltivare un rapporto materno. In lontananza un jingle natalizio risuonava a ricordarle di questa enorme incombenza. Un sospiro, più che altro i is buffo esasperato, si condensò davanti al suo volto come una nuvoletta bianca, avrebbe dovuto iniziare a cercare qualche regalo. Era con questa scusa che si era convinta ad abbandonare i compiti di Divinazione, per andare ad Hogsmeade quel weekend. Si era unita ad un nutrito gruppo di studenti, compagni di Wampus e coetanei, che quel pomeriggio si sarebbero recati nel villaggio magico. L’incantesimo della neve fresca sopra i tetti del villaggio dava un aspetto magico e incantato al paesaggio e anche la Lynch, non una grande fan del Natale, iniziava a percepire lo spirito natalizio insinuarsi sotto pelle. Con la testa tra le nuvole, lo sguardo rivolto a rimirare le decorazioni di Natale, i fiocchi rosse e le ghirlande di agrifoglio, si era estraniata dal mondo terreno. Ma la Terra la richiamò con brutale urgenza. Inciampò su qualcosa, o meglio su qualcuno, facendola cadere in terra. Un grazie al universo per le sfighe che la perseguitavano non era certamente abbastanza. Capitombolò con decisamente poca grazia, ruzzolando per terra, un tuffo maldestro. Atterrò prima sulle mani, graffiandosi i palmi, poi incassò il colpo alla spalla e sul fianco. ” Ouch.” Aveva chiuso gli occhi, quando li riaprì vide la causa della sua caduta. Una ragazza era per terra. Lavorava al San Mungo e il suo spirito da crocerossina si riattivò, mandando adrenalina nel suo corpo, strisciando verso la ragazza mentre la folla del villaggio si apriva in due ali per evitare di calpestarle. Decisamente più furbe che lei. ” Stai bene? Ti sei fatta male?” domandò un tonto di voce che accennava appena alla preoccupazione mentre la sua mente esaminava eventuali casistiche di trauma. ” Mi dispiace... io non ti ho proprio vista” cercò maldestramente di porgere le sue scuse per questo incidente.
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    Ghiaccio. La consapevolezza dello scintillante strato che ricpriva il lastricato mi raggiunse dopo che il mio culo aveva saggiato la dura botta per l'impatto. Ahi. Non avevo fatto tempo a riprendermi dalla caduta che qualcuno non riuscì a evitarmi, preso alla sprovvista come la sottoscritta dal terreno scivoloso, colpendomi sulle cosce e ruzzolando per terra. Ancora frastornata dalla botta non vidi altro che un vortice nero e rosso sbalzato in avanti e soltanto quando si fermà per l'impatto sul terreno riconobbi una ragazza. -Per merlino, scusa. Stai bene?- domandai quasi all'unisono con le domande che arrivarono dall'altra razza. - Sto bene, sono caduta ma è solo una botta- risposi con un sorriso amaro - Non preccuparti c'è troppa gente oggi, non si riece nemmeno a vedere le proprie scarpe- cercai di rassicurare la ragazza, entrambe eravamo ancora in terra.
     
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    Max Lynch
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    Max era fatta così: anche con il culo per terra trovava modo di ridere della cosa. Aveva sorriso quando entrambe si erano chieste come stesse l’altra. Due idiote che non hanno nemmeno un po’ di spirito di autoconservazione, un minimo riguardo verso se stesse. Scosse il capo a questo pensiero ma si apprestò a mettersi ad annuire prima che la ragazza pensasse che si era fatta male. ” Sto bene anche io, come dici tu è solo una botta” massaggió il suo fondoschiena per assicurarsi fosse solo una botta. Aveva un po’ di neve addosso ma in effetti sembrava che tutto fosse okay. ”A Natale sembra che impazziscano tutti... che ne dici se ci alziamo in piedi prima che qualcun’altra si unisca a questo club?” concordò con lei, per poi cercare di rialzarsi. Fece molta attenzione a dove mettere i piedi, per evitare lastre di ghiaccio o ghiaia scivolosa, poi si piegò sulle gambe e infine riuscì a mettersi in piedi. Ecco quella era una prospettiva migliore del buco lasciato sul terreno dal suo sedere: più grande di quanto si aspettasse. E ancora non aveva iniziato il tour di cenoni e pranzi natalizi, con abbuffate di pandori e pudding, che avrebbero inevitabilmente compromesso la forma del suo di dietro. ” Ti serve una mano?” domandò alla ragazza che era ancora seduta in terra, porgendole la mano perché la afferrasse ” Io sono Max” si presentò una volta che si erano trovate faccia a faccia dopo questo strano incidente.
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    Sopra la mia testa passavano diverse persone e parecchi pacchetti. Con terrore negli occhi osservai una anziana strega sbilanciarsi per via di numerosi pacchetti e pacchettini, una busta era quasi alta quanto lei, e se fosse cascata loro addosso probabilmente si sarebbero spaccate una gamba. Le parole della ragazza arrivarono come a leggermi la mente, sorridendo e annuendo. - Si è un’ottima idea!- le feci eco. Cercai di rimettermi in piedi ma le mie gambe, forse infreddolite dal ghiaccio non ne volevano sapere di collaborare e scivolai di nuovo. La botta si aggiunse alla precedente mandandomi una scossa. La rossa era in piedi davanti a me e mi offri il suo aiuto. Annuii di nuovo e afferrai la mano che mi venne offerta, alzandomi finalmente in piedi. Mi schiaffeggiai le gambe per cercare di ripulirmi dalla brina e dal ghiaccio, mentre la ragazza si presentava. Aveva un nome insolito e allo stesso tempo comune, ma elegante. - Io sono Eve, Eve Moore. È un piacere conoscerti...circostanze a parte- ancora afferrai la stessa mano che mi aveva aiutato ad alzarmi e strinsi con vigore per concludere le spiegazioni. - Eri già stata a Hogsmeade? Per me è la prima volta-
     
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4 replies since 2/12/2019, 14:08   99 views
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