Do you remember that time?

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  1. Brad McNeal
     
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    Edimburgo, Scozia

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    Londra era incredibile. Una città magnifica che non aveva nulla a che vedere con Edimburgo. Sia chiaro, bellissima città anche quella natale di Brad, ma la capitale inglese riusciva a trasmettere un senso di efficienza che poche altre al mondo potevano reggere il confronto. Stava crescendo sotto tutti i punti di vista: tecnologico, culturale, ambientale e, perché no, anche l'aspetto turistico cominciava a farsi davvero importante. La comunità magica si era stabilita seriamente a Londra ed ora McNeal riusciva a capirne il motivo. Anche lui, dopotutto, aveva deciso di passare una settimana nella metropoli per cercare fortuna. Dopo il licenziamento dalla società di Steve, Brad non aveva molto. Hogwarts era chiusa per la minaccia Grindelwald ed anche, quindi, il suo vecchio Professore, che tanto l'ex Corvonero adorava, aveva raccolto baracche e burattini per finire chissà dove. L'unica cosa che era rimasta di lui era un messaggio, lasciatogli da una Civetta che non poteva essere di nessuno se non proprio del Professor Vincentius. Ilvermorny. Un indirizzo? Un consiglio? Brad non era riuscito ancora a decifrare la lettera dell'ex docente, ma era andato a Londra anche per capire perché egli gli avesse lasciato scritto il nome della scuola di magia nord americana.
    McNeal aveva già passato due notti nella locanda del Paiolo Magico, per via della sua comoda vicinanza a Diagon Alley. Lì aveva recentemente cambiato bacchetta dato che la sua si era rotta proprio per una missione affidatagli da Steve McNeal e che aveva destinato l'uomo a lasciare la società del padre. Adesso, Brad si trovava senza lavoro, sì, ma con tante ambizioni e sogni da tirare fuori dal cassetto. I soldi non gli mancavano, per il momento, dunque si era deciso di cercare con calma la sua fortuna. In quei giorni aveva già passato in rassegna pub e bar di zona per leggere sui quotidiani assunzioni o fonti d'ispirazione per eventuali lavori. Non avendo trovato nulla d'interessante si era chiuso in camera per qualche ora per spedire a tutte le sue conoscenze delle lettere nelle quali cercava di capire cosa ci fosse in America di tanto importante. Ilvermorny doveva pur significare qualcosa per Vincentius. Tuttavia, McNeal era spaventato dall'oltre-oceano. Non ne conosceva a fondo le leggi, seppur sapeva che non erano poi così diverse da quelle del Ministero della Magia inglese; non ne conosceva la cultura e, soprattutto, lì non aveva agganci. Poteva andarci, sì, ma solo se avesse trovato un motivo più che significativo per farlo. La paura di ritrovarsi senza nulla, dopotutto, era troppa per uno ambizioso di successo come lui.
    Quella mattina, ancora in pigiamo, Brad aveva deciso di farsi portare la colazione in camera e, con essa, una copia del quotidiano giornaliero. Non che fosse pigro, anzi, ma attendeva con ansia risposte a tutte quelle numerose lettere e lasciare anzitempo la camera significava rischiare di non poter leggere subito gli eventuali riscontri. Il suo sogno di diventare importante per la comunità magica era vivo in lui, ma non avrebbe potuto diventarlo così dal nulla. Doveva sudare e lavorare duramente per riuscire a raggiungere il suo obiettivo. Con Hogwarts chiusa, però, il primo passo era già stato bloccato. Infatti, Brad desiderava cominciare il suo percorso attraverso la cattedra. Diventare docente, dare agli studenti un'importante visione sul mondo, fare quello che il Professor Vincentius aveva fatto per lui sarebbero stati importanti tasselli di un puzzle che l'avrebbero poi reso l'uomo che voleva diventare.
    Due tonfi alla porta lo fecero sobbalzare. Perso tra mille e più pensieri, dovette ricomporsi, mettendo sopra il pigiama una lunga vestaglia in seta marrone che lo rendevano, quantomeno, presentabile. Con delle ciabatte bianche, Brad si avviò alla porta.
    "Arrivo, arrivo. Un secondo!"
    Disse a tono alto per farsi sentire dal cameriere fuori dalla porta. Perse un attimo di troppo per controllare allo specchio di avere tutto in ordine, e poi abbassò la maniglia.
    Nessuno.
    Davanti a lui non c'era né il cameriere che gli portava la colazione, né l'elfo che avrebbe pulito la sua stanza. Solo un vuoto corridoio e null'altro. La sua attenzione, però, venne attirata da una delle finestre. Si avvicinò ad essa e si perse nel guardare il panorama lì fuori. Un via vai continuo di persone che probabilmente erano indaffarate per i regali di natale e un accenno di neve che cominciava a cadere sulla strada.

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