Do you remember that time?

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. James Kennegan
     
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Negoziante
    Posts
    250

    Status
    OFFLINE
    James Kennegan non poteva dire di avere una buona memoria, perché dimenticava ovunque qualunque cosa o ancora si preoccupava di dove fosse finita la sua bacchetta magica senza rendersi conto che la stava tenendo in mano, ma poteva senz’altro dire di non scordarsi mai un’azione di gioco. Lo aveva imparato sul campo, nel campo di Quidditch di Hogwarts dove aveva iniziato a muovere i suoi primi voli come battitore e piano piano aveva scalato la gerarchia di squadra passando infine in vetta come Capitano. Sotto la sua guida Serpeverde aveva vinto un campionato combattutissimo, con i Corvonero in possesso di un cercatore imbattibile e i Grifondoro con una squadra compatta e agguerrita. La vetta dell classifica era stata traballante fino all’ultimo giorno di campionato ma alla fine i figli di Salazar erano rimasti saldi in testa. Forse la sua gestione non era stata buona, era stato un Capitano severo e negli ultimi tempi, con offerte e proposte da squadre di mezza Inghilterra, era stata assente e distratta. Ma aveva vinto e la vittoria era da sempre la sola cosa che contava per James. Che dopo poco aveva abbandonato il castello per lanciarsi nella prossima avventura. Come Capitano aveva imparato a studiare bene i suoi compagni di squadra, insistendo duramente sulle parti dove peccavano, ma ancora di più a studiare i suoi nemici per conoscere da dove sarebbe arrivato il pericolo e da dove invece poter far cadere l’anello debole. Ricordava perfettamente l’azione di gioco di cui Brad era il protagonista che l’aveva abbattuta in quella che era la sua prima uscita ufficiale come Capitano. Eppure ricordava anche che la partita era stata vinta da un egregia Serpeverde. Un sorriso affiorò sulle sue labbra cullato da quei dolci ricordi, mentre il loro personale j’accuse terminava con un sorriso e dei bei ricordi. << Oh a quanto pare si! Ti fidi molto delle persone eh?>> domandò sollevando un sopracciglio con aria scettica e divertita al contempo. Lasciare la propria stanza aperta era una dimenticanza che la stessa Kennegan sarebbe stata in grado di avere ma era anche consapevole che avrebbe rischiato di trovarsi senza nemmeno più le mutande. Beh, infondo c’era un corridoio completamente vuoto in quella mattinata dove tutti gli ospiti del Paiolo erano usciti per fare compere prima del grande giorno di Natale. A James era sempre piaciuto Natale ma quel anno, visto le sue condizioni, avrebbe fatto a meno della visita ai parenti per evitare pettegolezzi e ulteriori stress. Alla domanda sulle sue condizioni rispose con una scrollata di spalle: per quanto la riguardava se era in piedi e camminava - anche se male- voleva dire che la questione non era così grave. Ma i Medimag erano stati di altro avviso. Questo tuttavia non lo disse al ragazzo e prese al volo la scappatoia fornitale dalla domanda successiva. << Immagino per qualche settimana, ho prenotato la stanza per una settimana ma ho già detto al locandiere che potrei estendere il pernottamento>> Perché la figlia d’Irlanda non era solo una persona altamente pratica ma era anche piuttosto intimidatoria, soprattuto con una mazza da battitore tra le mani, e aveva fatto intendere al responsabile delle camere che la numero sette era da considerarsi prenotata per almeno due settimane anche se lei al momento aveva pagato soltanto per una.
    Il Corvonero aveva voglia di chiacchiere nel breve tragitto che divideva le loro camere, complice anche il passo piuttosto lento della Kennegan, che era tuttavia interessata a questa inaspettata distrazione. Dopo diverso tempo passato ad ascoltare dottori con bollettini medici dalle improbabili declinazioni e i suoi parenti con preoccupaIoni e ansie che si aggiungevano a quelle che già la giocatrice aveva, non poteva che essere lieta di una conversazione normale e quasi banale, senza alcun tipo di implicazioni personali. << Oh si, ricordo che è stato l’unico a non sottrarmi punti... anche quando ho quasi fatto saltare la testa ad una Tassorosso al terzo anno.>> scosse il capo divertita da quel ricordo e da quanto fosse una maldestra giovane strega. Eventualmente poi era cresciuta e migliorata. << Volerai in America a cercare risposte?>> domandò a conclusione del racconto del ragazzo, quasi dispiaciuta di veder riaffiorare la settimana di solitudine e ansie al Paiolo Magico dopo questo gradito diversivo.
    << Che domanda gli avevi fatto?>> domandò con sincera curiosità e con l’espressione di chi osservando un compito di Trasfigurazione non capisce se sia nato prima il topo o la tazzina, o viceversa. Insomma era come se parte del equazione le mancasse e in effetti non aveva colto tra le parole del McNeal cosa avesse scritto al docente. Non sapeva assolutamente cosa significasse Ilvermorny detto così da sola e senza un contesto nel quale inserirlo. Non che per lei comunque avesse molto senso: cresciuta tra le file di Salazar era convinta che non si potesse ricevere al mondo istruzione migliore di quella offerta dalla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Americani, tsk.
    Erano arrivati davanti alla porta chiusa che recitava in filigrana bianca il numero sette e ovviamente si erano bloccati davanti al pannello di legno scuro. Sorrise timidamente iniziando a tastare ogni parte del suo corpo all ricerca delle chiavi. James Kennegan il danno aveva colpito ancora. E dire che appena le erano state consegnate si era promessa di tenerle strette nella mano destra - lei era mancina quindi aveva portato il borsone con la sinistra- in modo da essere pronta ad aprire senza indugi e invece anche questo buon proposito era andato a farsi fottere. Oh beh, un’altra cosa da aggiungere alla lista delle buone intenzioni - senza speranza di realizzarle- per il nuovo anno. Le ritrovò impigliate bella lunga sciarpa nella quale si era avvolta. Trionfale si era voltata verso l’improvvisato facchino che però era già pronto in una nuova domanda. << E mi porti in camera da letto senza nemmeno offrirmi una cena?>> domandò maliziosa con un sopracciglio arcuato verso l’alto a sottolineare il suo scetticismo. Due secondi di serietà per vedere l’espressione del ragazzo cambiare prima di svelare il suo bluff, ironia questa gran bastarda, con una risata. << Okay, ok. Fammi mettere dentro il mio bagaglio e arrivo...- avrebbe detto infilando la chiave nella toppa della serratura e girando due volte, impossessandosi di nuovo del bagaglio che con poca grazia venne cacciato nella stanza poi richiusa - allora dimmi, chi ti ha detto che un giocatore di Quidditch si corrompe con ciambelle e cioccolata mattutina?>> ancora una domanda tra il serio e l’ironia, perché la Kennegan era fatta così: una contraddizione dopo l’altra. Cercò di mantenere il passo fino a portarsi all’ingresso della stanza del ragazzo, sbirciando le condizioni nelle quali era e osservando il vassoio della colazione appena portato. << Fai strada, sono dietro di te.>>
     
    .
8 replies since 21/12/2019, 20:42   233 views
  Share  
.