Do you remember that time?

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  1. James Kennegan
     
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    James Kennegan

    Ammirava, quasi quanto al contempo ne era spaventata, le persone così tanto organizzare come sembrava Brad McNeal. Il Corvonero sembrava aver tracciato, descrivendola in due o tre frasi, ogni tappa della sua vita. A questo punto la Kennegan si stava domandando se possedesse sovrannaturali doti divinatorie - al massimo lei era stata in grado di mangiarmi le foglie di thè, ma di premonizioni nemmeno una traccia- e se avesse già scelto un nome per i suoi figli. Doveva essere bello sapere esattamente quello che si voleva, al punto di poter tracciare un piano preciso, anche dal punto di vista temporale oltre che fattuale. Ma la verità era che l’Irlandese e la sua capacità di pianificazione al massimo arrivava a decidere cosa mangiare per cena. E per quanto prevedere che sarebbe stata una pozza fosse facile e scontato, questo era per lei il massimo a cui si estendeva la sua visione del futuro. Stasera pizza. Sapeva questo. Aveva prenotato, e pagato anche in anticipo, per una settimana intera per la stanza numero sette ma non era sicura che ci sarebbe stata per così tanto. Non era sicura di niente, se non del Quidditch. Era sempre stato la sua costante nella vita ed ormai era diventato parte integrante del suo essere. Non sapeva dove l’avrebbe portata la prossima squadra, ma sapeva che ci sarebbe stata una squadra. Capiva, ma senza comprenderlo davvero, la preoccupazione per il cambiamento del McNeal, tuttavia non se ne sentiva così sopraffatta come invece sembrava lui. Per lei ovunque ci fosse un campo di Quidditch era casa, quindi non le importava di spostarsi, non temeva il cambiamento perché nella sua vita potevano cambiare i colori che indossava ma non la sua destrezza nel Quidditch. << Non l’ho vista molto, la mia visione del mondo non si allontana mai troppo dalle torrette del campo di Quidditch... - rispose alla domanda scuotendo il capo e le spalle - non è così diversa dal Inghilterra. Sono molto più nascosti e schivi con i babbani, rigidi nelle regole e anche un po’ bacchettoni... ma non penso che ci sia molta differenza tra Ilvermorny e Hogwarts>> cercò di sforzarsi a fornire al ragazzo qualche informazione più dettagliata, vangando alcune informazioni di seconda mano, che arrivavano dal New York Ghost o dai racconti dei compagni di squadra. Il Quidditch non era molto diverso anche se la sua popolarità era contesa con il Quodpod dove era incredibilmente incapace.
    Anche sentendo come era avvenuto lo scambio di missive tra McNeal e il professor Vincentius, non aveva molto da aggiungere alle osservazioni precedenti, non essendo in confidenza con l’uno o con l’altro non avrebbe saputo aiutare il Corvonero, ma era convinta che bastasse un po’ di coraggio per prendere una decisione e decifrare in un modo, piuttosto che in un altro, il criptico messaggio del docente.
    Nel corridoio seguí il ragazzo fino alla camera da letto numero sei, per nulla preoccupata di farsi trovare nella stanza di qualcun altro- almeno fin tanto che avesse tenuto i vestiti addosso- e consapevole di poter tenere a bada qualunque tipo di attenzione indesiderata. Insomma era una battitrice e per allenamento era molto più forte della media dei maschi, spesso anche di suoi colleghi di mazza. E comunque non era il caso di Brad, che era una piacevole compagnia che aveva dimostrato una gentilezza di altri tempi, in grado di metterla a proprio agio e di farla sentire al sicuro semplicemente portandole il borsone. La camera del ragazzo era praticamente identica alla sua, che aveva osservato solo da un breve spiraglio quando aveva riposto -lanciato a dir il vero- il suo bagaglio, il letto matrimoniale era ampio e morbido, con il lenzuolo rifatto e i cuscini ben sprimacciati. La Serpeverde aveva sempre apprezzata questa parvenza di pulizia anche se il Paiolo Magico non era certo la locanda più chic era
    senza dubbio una delle migliori in termini di qualità prezzo. Prese posto sul bordo del letto, trovando immediato sollievo alla gamba per averla sgravata dal proprio peso, che era morbido come sembrava e questo era promettente per le ore di sonno che le erano necessarie sopratutto per via del riposo forzato. Ma delle sue condizioni reali di salute preferiva non parlare per non tediare il suo interlocutore. Non se lo fece ripetere due volte e senza cerimonie afferrò una delle ciambelle al cioccolato e vi stampò un morso, strappando la delizia farcita al cioccolato e la glassa con un ghirigoro bianco che le lasciò una specie di rossetto al cacao sul labbro superiore. Mentre stava masticando ascoltava con interesse le parole del Corvonero che le confermarono il pensiero avuto in precedenza: ammirazione e timore verso le persone che avevano così le idee chiare riguardo al proprio futuro. Quello che James aveva in mente arrivava solo fino al domani mattina, finire la ciambella che stava mangiando, prendersi una giornata a Diagon Alley per alcune commissioni e recarsi la mattina - ma non troppo presto perché voleva dormire per recuperare con il fuso orario- al San Mungo. Ma immaginava fosse normale per qualcuno la cui vita era un pendolo continuo tra allenamento e partita, partita e allenamento, allenamento e turno di riposo. James Kennegan non aveva vissuto una vita normale, non conosceva le preoccupazioni derivanti dal cosa fare nella vita perché lei aveva sempre saputo di essere votata al Quidditch senza alcun piano di riserva, non conosceva la necessità di trovare una casa perché un letto accanto al campo di gioco era tutto quello di cui necessitava, i suoi amici e la sua famiglia cambiavano con il cambiare della squadra e per un animo irrequieto come quello dell’irlandese andava più che bene. Ma ora aveva ventisette anni, una gamba non propriamente sana ed era forse il momento di iniziare a pensare a cosa fare da grande. << Dove ti piacerebbe lavorare al ministero? Io per un po’ ho lavorato al settimo, ma stare chiusa in un ufficio con le gambe incastrate sotto una scrivania era come costringermi in una gabbia... non faceva per me>> domandò e raccontò addentando ancora la ciambella che era davvero molto gustosa. Forse era il momento di crescere si disse osservando l’inserzione della casa che il ragazzo le aveva mostrato. In effetti la cosa più costosa e di valore che lei possedesse era la sua scopa da corsa, ma nulla di serio come una casa. E il mago continuava ad aumentare lo sua percezione di essere inadatta alla situazione facendole altre domande sul futuro, ovviamente lui si immaginava di aver a che fare con un adults dalle idee chiare e con un progetto delineato nella mente, ma tutto quello che la figlia d’Irlanda sarebbe stata in grado di rispondere con estrema sincerità era un misero non lo so. Tuttavia si fece coraggio perché voleva sembrare quanto meno un po’ intelligente e così si sforzò di raccontare qualcosa di verosimile, qualcosa che avrebbe anche potuto realizzarsi. << Beh c’è sempre qualche squadra che mi cerca. Ma preferirei restare in Inghilterra: campionato più stimolante, migliori giocatori e squadre con cui competere, e poi diciamolo qui pagano davvero bene se si diventa un top player.- iniziò a raccontare cercando di non farsi condizionare troppo dall’incognita data dalla guarigione della gamba - mi piacerebbe giocare nelle Harpies, perché sono tutte donne, o anche nei Falcons, perché sono tutti maschi. Ma anche giocare per la squadra del cuore, i Bats, non mi spiacerebbe. Sono molto volubile... dammi due ore e ti aggiungerò una quarta squadra.>> rise, anche se stava dicendo la verità sulla facilità con cui cambiava opinione, era come stare nel occhio del ciclone. Forse per coerenza di nome avrebbe dovuto scegliere i Tornados. La Kennegan sostenne lo sguardo di Brad che la stava guardando dritta negli occhi, un intensità di sguardo che si domandava da che cosa fosse data. << Verrai a vedermi giocare quando sarò in una di queste squadre?- domandò giusto per smorzare l’attenzione e per addentare con un nuovo morso la sua ciambella, mentre la seconda era stata scelta dal Corvonero - O tiferai per qualche squadra avversaria?>> puntò il dito verso il ragazzo aggrottando le sopracciglia come se fosse una minaccia. Si domandò se qualcuno di così tanto organizzato avesse già scelto anche una squadra per la quale tifare, senza possibilità di cambiare opinione a riguardo.
    code made by zachary, copia e t'ammazzo©
     
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