Fondamenta per il futuro

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    Tornato da Londra dopo aver cercato per circa una settimana un nuovo impiego e una nuova sistemazione, Brad McNeal aveva deciso di provare a dare un senso a quel messaggio che, senza alcun senso logico, era arrivato tra le sue mani. La risposte del Professor Vincentius alla sua missiva era quanto mai criptica. Conosceva, almeno per sentito dire, Ilvermorny, ma non capiva come la scuola americana potesse avere a che fare con il suo ex Docente di Arti Oscure. McNeal sapeva che sarebbe stata una perdita di tempo, soprattutto perché voleva trovare un nuovo lavoro e trasferirsi di conseguenza a Londra. Ad Edimburgo, purtroppo, lo conoscevano tutti o, meglio, conoscevano tutti Steve McNeal e difficilmente, quindi, avrebbero offerto un lavoro al figlio dell'impresario senza il suo importantissimo consenso. Purtroppo, il padre di Brad aveva ancora troppa influenza, dopotutto era merito suo se le pozioni curative giravano a fiotte nella capitale scozzese. Era quindi tornato per due principali faccende da svolgere: la prima, la più ovvia, prepararsi la valigia in attesa di trovare una casa libera in Inghilterra che potesse essere gradevole, ma non eccessivamente costosa; la seconda faccenda, invece, riguardava proprio Ilvermorny.
    Quella gelida mattina, Brad si diresse nella Biblioteca magica di Edimburgo per cercare quante più informazioni possibili sulla scuola americana sia da libri sia da quotidiani. Dopotutto, dopo la chiusura momentanea della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, Ilvermorny era sulla bocca di tutti, capace addirittura di finire in pagine precedenti ad articoli sul M.A.C.U.S.A. e su Grindelwald, poiché di quest'ultimo ormai non vi erano più notizie certe. Prese posto accanto a due streghe dall'aspetto curato, vestite elegantemente che leggevano tomi ben più pesanti di quello che aveva preso in prestito lui. Sembravano donne impegnate nella lettura e difficilmente si sarebbero messe a chiacchierare tra loro, disturbando quindi lo studio del McNeal.
    Sfogliò quindi lentamente le prime pagine del libro, intitolato "Isotta e James: l'amore come fondamenta per il futuro". Perse minuti, forse anche ore a farsi catturare dall'incredibile storia della scuola di Ilvermorny, dei suoi fondatori e delle case. Era tutto così diverso, ma anche simile, ad Hogwarts che aveva lasciato Brad affascinato. Anche sui giornali, trovò qualcosa di interessante. La comunità magica scolastica inglese si era praticamente trasferita nel Nuovo Mondo. Anche il Professor Vincentius, quindi, era finito in America?
    Velocemente si alzò dal tavolo, andò a prendere un foglio di pergamena pulito e una piuma con la quale scrivere. Scrisse con pugno rapido e deciso, già sapendo dove voleva andare a parare. Il Professore si era trasferito ad Ilvermorny o voleva che Brad lo facesse? Era l'unico al mondo che conosceva le sue ambizioni immense ed era l'unico che sapeva che l'insegnamento, quello vero, avrebbe cambiato davvero la comunità magica dell'intero pianeta. McNeal doveva ricevere risposte al più presto, ma chissà, forse anche senza risposte si sarebbe convinto ad andare in America per controllare la situazione. Se davvero avesse trovato quel che i libri e i giornali descrivevano, sarebbe stato un passo importante verso il grande sogno. Fanculo la società del Padre, fanculo anche Edimburgo e i favoritismi. Brad era sempre più convinto di doversene andare e quelle letture gli avevano aperto un nuovo mondo.
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    Quanto distava Hogesmade da Edimburgo? Era una domanda che la Black non si era mai posta e della quale non aveva mai contemplato la risposta ma aveva compreso che non era importante perché per un mago bastava uno schiocco di materializzazione. Era trascorso quasi un mese da quando un lupo l’aveva aggredita ed ancora non si fidava a passeggiare tranquillamente per il villaggio magico. No, si spostava esclusivamente per metropolvere o, dove sapeva essere consentito, tramite materializzazione, ma non si fidava più ad aggirarsi da sola durante la notte...o il giorno. Dopo l’aggressione sacchi di immondizia si erano accumulati fuori dalla porta di servizio per diversi giorni e solo quando l’olezzo era diventato nauseante si era decisa ad affidare a Quincey, elfo domestico dei Tre Manici di Scopa, il compito di sbarazzarsi della spazzatura. Sapeva bene che le possibilità che il lupo che l’aveva morsa fosse un licantropo erano elevate. Aveva studiato discretamente la materia e come Medimag non era certo una sprovveduta, eppure una parte del suo cervello aveva deciso di posticipare questo problema il più a lungo possibile. Aveva controllato sul calendario lunare quando ci sarebbe stata la prossima luna piena e lo aveva annotato, certa di essere stata morsa in una notte di plenilunio, cerchiando la data di rosso. Mancavano cinque giorni al fatidico giorno della verità e la preoccupazione aveva iniziato a montarle nel petto come la panna montata che serviva con la crostata di mele in quei giorni di festa. Non era più riuscita a controllare i suoi pensieri e la paura aveva preso il sopravvento, accompagnata da ansie costanti e da preghiere verso Merlino, Morgana e Maga Magò pur di non trasformarsi in un licantropo. Aveva ultimato la preparazione della colazione, cucinare era la sola cosa che manteneva sotto controllo gli attacchi di panico e che le concedeva qualche minuto di tranquillità, ma una irrefrenabile e ingiustificata voglia di carne aveva preso il sopravvento. Aveva cucinato dello spezzatino di maiale, arrosto di vitello, si era cucinata una bistecca di fassona ma tutto le aveva dato la nausea. A metà mattinata aveva preparato e scartato tutte le ricette sul libro di cucina magica che usava per la preparazione dei menù.
    Era stato in quel momento che si era smaterializzata per apparire nella biblioteca più vicina ad Hogsmeade. E con Hogwarts chiusa c’era solo quella di Edimburgo.
    Famelica, in un evidente stato confusionale aveva iniziato ad aggirarsi per lo scaffale estraendo vari volumi, tutti a base di secondi piatti di carne. Due streghe dall'aspetto elegante e un giovane mago occupavano tre delle sedie introno al tavolo sul quale riversò i 5 volumi scelti. Si sedette, facendo stridere le quattro gambe di legno sul pavimento, cosa che la innervosì ancora di più. Aprí il primo volume ” In cucina con gli Orchi” e iniziò a sfogliare con tanta voracità le pagine che quasi rischiava di strapparle dalla loro sede. Si fermò su una ricetta a base di frattaglie di oca che le diede il voltastomaco, tutto era ancora troppo cotto per i suoi gusti, ed alzò lo sguardo sul mago che le sedeva di fronte. Fu in quel momento che intravide un'immagine della scuola di magia che aveva frequentato in gioventù. « Non sei un po’ grande per andare a Ilvermorny?» gli ruggì contro tutta la sua frustrazione. « Scusa è... è questo stupido libro di cucina...» cercò di non risultare sgarbata e più innervosita di quanto non fosse. Chiuse di scatto il libro che aveva davanti, infondo era un suo problema, allontanando e prendendo ” Ricette per Ospiti Carnivori” che prometteva di evitare in qualunque modo verdure e strane spezie, sembrava un buon inizio. «E comunque scommetto che quel libro non dirà mai che la alla statua della cara Isotta manca un dito. » aggiunse con lo sguardo rivolto verso il basso nella direzione del libro che era davanti al uomo. Era convinta che le notizie di prima mano fossero più veritiere che non quelle scritte in libri vecchi e poco aggiornati.
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    Scritta la lettera per il Professor Vincentius, Brad McNeal spostò velocemente il foglio di pergamena accanto a sé per concentrarsi nuovamente sul libro e sugli svariati articoli di giornale su Ilvermorny che aveva davanti a sé. Prese a leggerli con avidità, come se da quelle righe potessero finalmente uscire le domande che tanto cercava. Sapeva che se avesse continuato la sua ricerca, probabilmente sarebbe arrivato ad una conclusione, anche se in effetti ad essa già c'era arrivato mentre scriveva l'ennesima missiva al suo ex docente di Hogwarts: doveva andare in America e doveva andarci al più presto per capire com'era la situazione lì. Aveva bisogno di conoscere il M.A.C.U.S.A., aveva bisogno di vedere con i propri occhi la scuola che aveva accolto gli studenti e gli insegnanti della Scuola di Magia e Stregoneria britannica e, soprattutto, aveva bisogno di fare chiarezza sulla situazione Grindelwald. Ed ovviamente avrebbe chiesto del Professore, avrebbe chiesto spiegazioni e probabilmente avrebbe anche chiesto di visitare la scuola o, chissà, magari qualcosa di più. Comunque, soddisfatto del suo lampo di genio, Brad venne quasi interrotto dall'arrivo di un'altra donna, decisamente più giovane delle due già sedute al tavolo. La ragazza portò con sé cinque tomi voluminosi; cominciò a sfogliarne uno con tanta foga che quasi McNeal si alzò per farla fermare. Le pagine del libro letto dalla vicina di tavolo sembravano potersi strappare da un attimo all'altro e chiedevano pietà. Ma Brad stette fermo, perché fu proprio la strega a parlargli per primo, con un'insolente domanda che mai, l'ex Corvonero, pensava di ricevere.
    "Prego?"
    Chiese stizzito, con un tono decisamente non da Biblioteca. Poteva essere tanto scortese e maleducata quella ragazza? Fortunatamente, un attimo dopo si scusò dando la colpa ad uno strano libro di cucina che McNeal, inevitabilmente, osservò per la sua passione verso i bei piatti. 'In cucina con gli Orchi' e 'Ricette per Ospiti Carnivori' erano i titoli che la ragazza aveva preso in prestito e stava sfogliando con assolutamente poca tranquillità.
    "È ok."
    Commentò un po' scocciato da quelle scuse campate per aria e dal 'tu' che lei gli porse senza nemmeno conoscerlo. ma fu la frase successiva che fece scattare qualcosa in Brad, qualcosa di simile alla curiosità ma molto più potente e vorace.. Come faceva a sapere della statua di Isotta? E come faceva a sapere del dito?
    "Perché, tu sei stata ad Ilvermorny?"
    Il tono si fece decisamente più basso, come se McNeal si fosse finalmente accorto di essere all'interno in un luogo pubblico dove parlare ad alta voce non era consentito. Gli occhi, adesso, non solo non erano più colmi di fastidio, ma erano desiderosi di conoscenza. Brad voleva sapere chi fosse quella ragazza e cosa sapesse della scuola americana e, soprattutto, che cosa ci facesse ad Edimburgo, così tanto lontana dagli Stati Uniti.
    "Cosa sai d'altro?"
    Domandò sempre a bassa voce per non farsi sentire, come fosse un segreto di Stato. Era stato vago proprio per capire chi si era trovato davanti. Le due donne eleganti, nel frattempo, continuavano a farsi i fatti loro, dunque era il momento perfetto per avvicinarsi alla ragazza e sapere di più. McNeal si alzò quindi e si sedette silenziosamente proprio accanto a lei, portandosi dietro il libro, i giornali e, ovviamente, anche la missiva pronta per essere spedita.
    "Com'è la situazione lì? Hogwarts è chiusa, quindi immagino che lì non se la passino tanto bene visto il numero di studenti."
    Insomma, il nome del Professor Vincentius non sarebbe uscito durante quell'incontro, ma forse avrebbe potuto scoprire se gli ormai ex Professori di Hogwarts fossero ancora attivi, oppure no. Quello non era forse il posto migliore per fare domande, però poteva essere una buona partenza per le sue ricerche.

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    Lunatica, si era già scordata del ragazzo a cui aveva risposto malamente, mentre con sguardo famelico sfogiava le pagine e scorreva sulle righe d'inchiostro trovando assolutamente niente che potesse esserle utile in qualche modo a placare la sua sete. Si era sempre definita come una ragazza socievole, lei che era sempre propensa a creare nuove amicizie e ad aiutare il prossimo, era anche convinta che da quando era diventata Negoziante dei Tre Manici di Scopa la sua empatia fosse addirittura aumentata, facendo un lavoro dove doveva trovarsi a contatto con la clientela, clientela molto particolare ed esigente. Durante la colazione, nel turno dalle sei del mattino alle otto, aveva visto accadere cose improbabili, era stata insultata per non aver servito il caffè in tempi brevi, le era stata messa pressione da lavoratori che non volevano fare tardi, minacciata di perdere clienti che avrebbero potuto farsi la colazione a casa, ma aveva sempre reagito con un sorriso e una parola gentile. Anche la vita come Medimag richiedeva una buona dose di pazienza, soprattuto perché certi pazienti erano davvero insopportabili e maleducati, anche con l’attenuante della sofferenza che nemmeno si addiceva a tutti loro. Ma quel giorno si sentiva pronta a saltare alla gola di chiunque le avesse rivolto un’occhiata di troppo. Purtroppo la sua vittima presa di mira fu un povero ragazzo, probabilmente uno studioso, che aveva avuto la sfortuna di essere seduto accanto alla strega con la luna storta. Davanti alla ricetta del pudding stracotto nelle ortiche, sbuffò e chiuse il libro con uno scatto.
    «Fiera Thunderbird» rispose lapidale alla domanda sopraggiunta pochi istanti dopo il suo ennesimo scatto di rabbia. Il nervoso che si stava impossessando del suo corpo le faceva venire voglia di stritolare tra le mani in libro, piegare la copertina fino a spezzarla in due e strappare in mille coriandoli le pagine di quel inutile libro di cucina. Mentre il moto della rabbia cresceva dentro di lei come un fiume che si ingrossa con le piogge una nuova domanda le di posta dal ragazzo. «Ma cosa sei tu un ispettore? » domandò come le sopracciglia attorcigliate sulla fronte, perplessa. Non credeva che le informazioni sulla scuola che aveva frequentato potessero interessare qualcuno e il ragazzo che le stava parlando sembrava nutrire un interesse quasi morboso verso di essa. Ma non fece tempo a reperire qualche informazione a riguardo, la fame era il solo pensiero che occupava la sua intera mente, offuscandola e rendendola sempre meno lucida, che arrivò una nuova domanda.
    «Io non so come sia li ora. Ma il castello è davvero grande. Sarà due, forse tre, volte Hogwarts. È pensato per accogliere studenti di tutta l’America... hai idea di quanto sia grande l’America rispetto a questa isoletta britannica?» chiese risultando più acida di quanto avesse voluto, ma ancora una volta si rendeva conto di non riuscire a controllare i suoi impulsi e la sua rabbia le faceva contrarre le mani fino a schioccare ogni nocca delle sue dita e a serrare la mascella così forte da far stridere i denti per evitare di urlare in faccia al ragazzo. «Perdonami, ma cosa vorresti sapere di specifico? Perché sei così interessato a questa scuola? » respirare dalle narici ed espirare dalla bocca sembrava essere un buon modo per ritrovare la calma il tempo necessario per formulare un paio di domande che potessero reggere in piedi una conversazione ma subito la sua sete e la sua rabbia tornavano ad offuscare la mente, rendendola cieca. Sete, fame, sete. Il cuore batteva al ritmo di queste parole, la mente non pensava oltre che a questi bisogni primari e il corpo era un concentrato di nervi per la loro assenza.
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    Invaghito dalle risposte, Brad si era avvicinato alla ragazza che sembrava conoscere Ilvermorny molto più di un semplice libro. Certo, McNeal non aveva la necessità di conoscere tutto, per filo e per segno, ma era certo che più avesse capito di quella scuola e più si sarebbe avvicinato alla soluzione del messaggio criptico del Professor Vincentius. Infatti, da parte sua sembrava essere iniziato un interrogatorio dalla quale era difficile uscire, perché la sete di curiosità del Corvonero era assai difficile da fermare. Non appena era venuto a conoscenza che la ragazza era un ex Thunderbird, a Brad vennero in mente mille e più domande da porre. Il sistema delle Case, da quanto letto dal libro, era simile a quello di Hogwarts, anche se lo smistamento e i valori fondamentali erano completamente diversi. Dalle informazioni ricavate anche lui, se fosse stato uno studente, avrebbe voluto far parte dei Thunderbird, ma se lo tenne per sé, per evitare di gonfiare l'ego della ragazza seduta ormai accanto a lui. Se solo avesse cominciato a parlare, probabilmente si sarebbe perso tra i vari aneddoti della sua vita trascorsa ad Hogwarts, per cercare similitudini e differenze con la vita d'oltre oceano. Ilvermorny era, dopotutto, un'importante scuola di magia e stregoneria ed era ovvio che ci fosse un grosso spirito di appartenenza ad essa. Motivo per cui, Brad decise di starsene un po' zitto, trattenendo aneddoti e domande, per non rischiare di incorrere nel classico dibattito la mia scuola è meglio della tua. Molto infantile.
    "No, non sono un ispettore. Scusami, non mi sono presentato. - non era fondamentale farlo, ma non voleva far credere di essere un ispettore del Secondo Livello o addirittura un Auror. - Sono Brad, piacere di conoscerti."
    Il piacere era reale, visto che la ragazza conosceva informazioni che a lui erano totalmente sconosciute. Forse, dall'esterno, Brad poteva sembrare opportunista (ed in parte lo era), ma in verità aveva anche tanta voglia di conoscere, da vero Corvonero, e di capire cosa avesse voluto Vincentius da lui.
    Ancora una volta evitò di commentare il paragone con Hogwarts. Avrebbe dovuto difendere la sua ex scuola? Gli studenti più bravi magari l'avrebbero fatto, ma lui, seppur doveva molto agli insegnati di Hogwarts, non era così chiuso e infantile da non aprirsi a diverse opinioni.
    "Vorrei sapere il più possibile, in verità. Vorrei capire quali materie insegnano, vorrei sapere come è strutturato il castello, vorrei sapere anche com'è l'orario standard di uno studente. Mi è arrivata una lettera da un mio vecchio Insegnante di Hogwarts, insegnava Arti Oscure prima che la scuola chiudesse per... Beh, Mi ha scritto solo una parola in questa lettera: Ilvermorny. Vorrei capire perché."
    Evitò di pronunciare il nome di Grindelwald. In un luogo pubblico e davanti a una sconosciuta, Brad non aveva idea di come sarebbe potuto apparire agli occhi altrui. Era un nome, quello, quasi taboo e andava usato davvero con le pinze. Spiegò, tuttavia, il suo piccolo segreto e il motivo di tutte quelle ricerche sulla scuola americana. Sarebbe andato a vedere con i suoi occhi prima o poi, ma prima di andare nel nuovo mondo doveva e voleva conoscere il più possibile. Arrivare impreparato sarebbe stato da sciocchi e, di certo, non da lui, pignolo com'era.
    "Ho saputo che molti insegnanti di Hogwarts sono andati lì, ad Ilvermorny, ma se non sai com'è la situazione attuale..."
    Si trattenne dal dire ciò che pensava.
    "Dovrei andarci di persona, ma, come ti ho detto, vorrei prima sapere il più possibile. Non credo che un uomo come Vincentius mi abbia scritto questa lettera senza un vero motivo."
    Ovviamente la ragazza non poteva conoscere il carattere del vecchio professore di McNeal, ma forse avrebbe potuto avere un'illuminazione, essendo un'ex studentessa americana. Con il tono della voce ancora basso, Brad ringraziò e tornò al suo posto, di fronte, speranzoso che la vicina continuasse a dargli le informazioni che lui prima, implicitamente, aveva richiesto.

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