Boolavogue

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    Ghiaccioli
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    Callum Mahoney

    AGE 11 - HUFFLEPUFF
    A 11 anni la vita era lì, a portata di mano, carica di un ventaglio di possibilità che ti porta a credere che tutto sia possibile e che il male non possa fare parte della tua vita. Avrei voluto saperlo che però, almeno per me, le cose sarebbero andate in maniera differente. Molto differente.

    Avevo 11 anni e il mondo era la mia ostrica e io ci stavo bene a sguazzare nella salsedine alla ricerca di perle. Ero un bambino felice e dopo essere vissuto con prati verdi e greggi di pecore che sembravano nuvole e mi facevano credere che anche sulla terra ci fosse il cielo, arrivare a Diagon Alley era stato come gettarmi in una metropoli piena di case e persone. Ero un bambino allegro e curioso, ma già qualcosa del mio subconscio aveva capito che dovevo temere gli umani e per questo ero profondamente timido e introverso. La morte di Jolene mi aveva segnato a livello inconscio, troppo piccolo per ricordarmela o per poter elaborare il lutto, ma ancora non lo sapevo se non per il fatto che lo sguardo di mia madre era già diventato triste, anche quando sorrideva aveva questo velo di malinconia addosso che non l’abbandonava mai, e che mai l’avrebbe abbandonata. Già all’epoca consideravo mia madre come una santa donna, la rispettavo per come stava crescendo i suoi quattro figli e nutrivo un reverenziale timore nei suoi confronti perché ben presto si era capito che menar le mani, e anche qualcosa di più doloroso, era il solo modo per farsi rispettare da quattro bambini scapestrati. Eravamo ricchi ma sembravamo dei poveri. Quel giorno da Ollivander, lo ricordo come se fosse ieri, indossavo una camicia bianca che era stata di Grace e mi stava stretta sul collo, dove il colletto con pizzi e ricami era evidentemente da donna. Ero stato accompagnato da mamma Dunla e da Daisy e Freddie, che avevano da poco iniziato a muoversi autonomamente nel mondo ma avevano insistito tanto per accompagnarmi. Grace si era recata a Diagon Alley con noi ma poi era andata da Madama McClan a comprarsi dei vestiti nuovi con le sue amichette, lei già si era fatta un idea del patrimonio di famiglia e del fatto che spendere non fosse un problema per noi. Ero entrato nel negozio di bacchette vestito come uno sguattero sgangherato, accompagnato da una famiglia disfunzionale con Daisy che aveva iniziato a piangere perché voleva una bacchetta e con il coraggioso Freddie che aveva iniziato a girare come una trottola per tutto il negozio. Mia madre aveva dovuto spingermi per avvicinarmi al bancone e un nuovo scappellotto assestato sulla nuca mi aveva convinto a parlare alla commessa per fare la mia richiesta. « Sono Callum e sono qui per la mia prima bacchetta magica. Ho 11 anni.» avevo recitato fiero il discorso studiato con tanto impegno come se fosse una poesia perché anche a 11 anni avevo poca predilezione nel parlare con gli estranei.

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    hedel anakin crawford

    Chi ha ucciso Hedel Crawford? Calmi, calmi... posso anche essere masochista ma non fino al punto di rischiare che il prezioso corpo nel quale sono ingabbiata perisca. Sarebbe stato un'inutile spreco di tempo, e sinceramente odio gli sprechi.

    Nel castello di Hogwarts c'era agitazione. O meglio era quello che dall'esterno si aspettava di trovare la Crawford. Da vanitosa egocentrica quale era la Serpeverde. che aveva appena abbandonato il castello senza completare i suoi studi, immaginava che tra le mura della scuola non si parlasse di altro. Infondo la sua presenza non era mai passata inosservata, la sua assenza doveva avere un che di assordante. Non tanto a lezione, dove la piccola di casa Crawford si faceva vedere raramente, quanto in Sala Comune o in giro per Hogwarts, dove le piaceva bighellonare e tormentare le giovani matricole di Tassorosso. Era l'emblema di tutte le cose negative che si potevano pensare sulla casa di Salazar. Ops. Qualcuno sarebbe stato sollevato nello scoprire la sua assenza, ma era indubbio che ognuno delle patetiche anime dei corridoi scolastici sentisse la sua mancanza, in un modo o nell'altro.

    Tik-tok la strega è andata. Ma non morta, aspettate a stappare lo champagne.

    Seguendo un preciso copione, uno di quelli che se fosse stata realmente conscia delle sue azioni avrebbe previsto da manuale, i suoi genitori aveva reagito insabbiando la situazione. Se non che per persone strettamente dipendenti dalla questione, la questione era stata aperta da una cascata di tintinnanti galeoni. Il reparto stampa, dai giornalisti degni di essere chiamati tali al becero gossip, erano tutti quanti finiti sul libro paga dei potenti Crawford. Per loro il diritto di stampa, la libertà di pensiero, era superfluo come ogni altro diritto e soprattutto era acquistabile. Come un banalissimo diritto di brevetto, come in una qualunque contrattazione commerciale, le pantere di Londra avevano imparato che tutto aveva un prezzo, soprattutto le persone. Ognuno aveva quantificato il valore dell'informazione e avevano ricevuto quanto pattuito in quella che in un primo momento aveva dovuto sembrargli come una vantaggiosa contrattazione economica. Nulla di più sbagliato. Avevano venduto la loro vita per pochi spiccioli, perché rapportato al patrimonio immenso della famiglia a questo corrispondeva questo pagamento, al Diavolo. Un demone furbo, che non aveva preteso qualcosa di effimero come l'anima, no, era un creditore che si rivaleva su ossa e sangue, un moderno Lucifero che camminava sulla terra ferma. Con il passare del tempo avrebbero capito quanto poco vantaggioso fosse l'accordo stipulato, solo pochi eletti avrebbero compreso di aver ceduto a un ricatto.
    E quindi, che fine aveva fatto Hedel Crawford? Eccola lì, seduta con le gambe incrociate nel retrobottega di Ollivander, dove il proprietario in persona si era ritrovato ad accogliere una richiesta quantomai insolita. La commessa, da oltre un anno serviva bacchette da dietro al bancone, che voleva essere di più. Un’ambizione che non avrebbe dovuto stupire nessuno, essendo smistata senza batter ciglio a Serpeverde, culla degli ambiziosi, ma che aveva preso in contropiede il vecchio fabbricante di bacchette. E avrebbe dovuto metterlo in guardia sulla serpe che si era portato in seno, una vipera ambiziosa che se solo avesse avuto abbastanza soldi - o meglio, se i suoi non avessero bloccato il flusso di Galeoni per la figlia- si sarebbe comprata il negozio per sfrattare il giorno seguente il fabbricante di bacchette. Dopo averne carpito e acquisito il capitale in termini di conoscenze e competenze. Senza il denaro sonante della famiglia Crawford, alla ragazza toccava fare la strada più lunga, correre in quelle tappe che erano considerate come usuali per tutto il resto della popolazione non così sfacciatamente ricca. Unirsi alla schiera di plebei era uno smacco per la Crawford, ma questo non le avrebbe impedito di arrivare esattamente dove voleva. Nulla le aveva mai precluso di raggiungere gli obiettivi prefissati.

    Nulla, se non io. Un piccolo lato oscuro, una silente minaccia che in realtà giostra ogni azione di Hedel. E dopo il caos scatenato dalla bomba atomica sganciata con la rinuncia agli studi presso Hogwarts osservavo con braccia conserte e sorriso soddisfatto come la piccola Crawford cercasse di risistemare i cocci della sua vita. Era come guardare un formicaio durante le prime gocce di pioggia, con le laboriose formicidae che annaspano per non annegare e mettersi in salvo, provviste incluse.


    Con il capo chino sul bancone di lavoro e l'espressione contratta di chi sta facendo un enorme sforzo stava cercando di intagliare una bacchetta da un pessimo pezzo di tronco di betulla. Era stata fregata dal suo aspetto esteriore che le aveva fatto credere che fosse bellissimo e in salute, ma appena aveva iniziato a incidere il legno si era sbriciolato tra le sue mani, intaccato da tarli e muffa. Con pazienza era arrivata al cuore del legno, dove era riuscita quasi ad estrarre una 9 pollici, misura minima delle bacchette, e stava per procedere alla sua completa estrazione quando il suono del campanello oltre la parete la interruppe. Posò tutto e si diresse con tutta calma verso il bancone, ripulendo il vestito blu notte dalla segatura e dai trucioli del suo operato.
    « Benvenuto da Ollivander! Io sono Hedel, la Negoziante.» per una volta nella vita riuscì a trovare una certa professionalità, sorridendo anche con quella che doveva essere cordialità. Tutt’al più sembrava le fosse venuta una strana paresi facciale.
    « Molto bene, dopo aver verificato nella linea dell'età che tu sia davvero undicenne vedremo di trovarne una.» spiegò con una certa professionalità, voltandogli le spalle per cercare una bacchetta da consegnarli. Fece scorrere la mano su alcune custodie rosse, verdi e blu. Le dita si fermarono su una custodia di pelle liscia come quella di un bambino. Ma ancora non aveva iniziato un commercio illegale di esseri umani. Doveva essere stata trattata al punto di assumere una tonalità nera che sembrava quasi argentato. La estrasse con cura dalla catasta e aprì l'astuccio svelando quanto contenuto. «Noce, Crine di Unicorno, 14 pollici, Solida. +20INT Questa bacchetta è stata creata da Ollivander. Il costo è di 30 Galeoni spiegò con grande solennità, provava ammirazione per il fabbricante di questa bacchetta, poiché l'aveva preceduta e con professionalità sfilò il catalizzatore e glielo porse perché lo testasse.


    p4Tw05F Benvenuto da Ollivander!
    Puoi anche non rispondere a questa discussione, la bacchetta che sarà registrata avrà le caratteristiche appena elencate.
    Se però non è di tuo gusto puoi provarla e decretare il suo fallimento, te ne fornirò un'altra.
    Hai a disposizioni tre tentativi per trovare la tua bacchetta, la terza -che ti piaccia o no- sarà quella definitiva.

    code made by zachary, copia e t'ammazzo©
     
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1 replies since 29/12/2019, 09:41   65 views
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