[COLLOQUIO] Commesso/a Ollivander

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    stato: APERTO

    Questo lavoro può essere svolto anche da studenti!

    I commessi possono essere assunti tramite Colloquio, al quale seguirà un effettivo periodo di noviziato durante il quale dovrete effettivamente rispondere ai clienti. Al termine di questo il Negoziante (in caso di assenza di questo il Master) decreterà ufficialmente la vostra assunzione, o in caso negativo di rimozione dal noviziato.
    I guadagni ottenuti in questo periodo di noviziato (PN) saranno comunque retribuiti in misura del 25% delle vendite effettuate.

    Il PN deve avere durata minima di 2 settimane e massima di 2 mesi.

    Le risposte ai clienti devono avvenire entro 10 Giorni dal loro messaggio, in questo caso la retribuzione prevista è pari al 50%. L'altro 50% è guadagno del Negoziante.


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    Edited by Wizarding World Master - 9/12/2022, 16:49
     
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    Vorrei fare il colloquio, per favore 🙇‍♂️
     
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    Di seguito il colloquio per diventare Commesso per Draven Shaw .

    Soltanto lui è autorizzato a rispondere di seguito, come se si trattasse di una role on gdr, entro il 12/05.
    Il Colloquio è supervisionato da Hedel Anakin Crawford, ma dovrai rispondere ai clienti correttamente come se fossi già il commesso.

    CITAZIONE
    1- Nel post descrivi il locale, entrando dalla porta ed avanzando fino al bancone. Hedel ti mostra la zona delle bacchette esposte e il laboratorio delle bacchette, pieno di tutte le bacchette in fase di creazione.
    2- Siete interrotti da Martha Castle che desidera riparare la sua bacchetta magica, come ti comporti?
    3- Dopo entra Katherine, studente che vorrebbe semplicemente comperare la sua prima bacchetta.

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    Draven Shaw

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    Prima del suo temporaneo trasferimento ad Ilvermorny si era trovato nella terribile condizione di doversi comprare una nuova bacchetta. Per molti, aveva sentito dire, era un rito di passaggio propiziatorio, che in qualche modo identificava una crescita mentale e fisica, ma per lui aveva significato solo sensi di colpa; la bacchetta che aveva scelto di dare a lui la sua lealtà per accompagnarlo durante il suo percorso scolastico, aveva smesso di rispondergli, perché l’aveva trascurata a tal punto. Aveva maneggiato la nuova bacchetta con reticenza, quasi sentendosi irrispettoso, anche se ne era rimasto subito soddisfatto, ma aveva tenuto la vecchia, per imparare a prendersene cura, anche se ormai era troppo tardi per lei. Dal momento in cui era entrato da Ollivander per quell'occasione e aveva letto sul cartello in vetrina che cercavano commessi, aveva comprato dei libri appositi sull’arte delle bacchette e aveva studiato, per meritarsi un posto in negozio; voleva aiutare altre bacchette a non sentirsi come la sua. Forse, era una cosa stupida… Era terribile a prendersi cura di chiunque e qualsiasi cosa che non fosse propriamente sé stesso… Ma con le bacchette era diverso. Sentiva uno strano legame che, da studioso e curioso di indole quale era, doveva approfondire.
    Così, settimane dopo quell’evento, si era fatto coraggio e aveva deciso di richiedere un colloquio.
    Aprì la porta del negozio. Il familiare scampanellio che solitamente avvisava l’ingresso dei clienti, lo accompagnò per qualche passo mentre avanzava verso il bancone. Tra le mensole polverose non c’era nessuna bacchetta esposta, bensì innumerevoli scatoline che avevano destato già in passato la curiosità di Draven; l’ambiente era in qualche modo cupo, ma per lui estremamente piacevole; una sola sedia sostava dietro il bancone, come impressa nel tempo, dato che Draven era quasi certo che fosse la stessa sedia del primissimo negoziante risalente a tanti, tanti secoli prima. Era un ambiente intimo e accogliente in quel suo silenzio, ora che la campanella della porta aveva smesso di suonare.

    Ciao, Hedel. Sono qui per il colloquio. – ricordò alla ragazza, appoggiandosi cautamente con le mani al bancone. Lei, di tutta risposta, gli fece cenno di seguirla, superando il bancone per affiancarsi a lui. Una ad una gli indicò le mensole sulle pareti, spiegandogli che l’ordine delle custodie, e quindi delle bacchette in esse contenute, non era casuale, bensì ponderato a lungo e in modo da costituire un inventario visibile al commerciante che in quel modo sapeva perfettamente dove trovare le bacchette dalle diverse strutture. Draven non voleva interromperla, ma nella mente gli si palesarono così tante domande – prima fra tutte, come si faceva a catalogare la posizione di una bacchetta di biancospino e nucleo di corda di cuore di drago rispetto ad una in frassino con lo stesso nucleo – ma sperò vivamente che lavorando a contatto con lei avrebbe imparato tutto ciò che c’era da sapere o, al massimo, se proprio la sua curiosità avesse deciso di non voler aspettare, si sarebbe fatto avanti una volta superato il colloquio, così da non irritarla sin da subito. S’incuriosì parecchio anche riguardo a quell’unica bacchetta esposta in vetrina che, però, presunse fosse la primissima bacchetta mai realizzata in quel negozio. Si chiese, sognante, se un giorno anche lui avrebbe fatto qualcosa di così grandioso nella vita. Ma tornò subito con i piedi per terra quando Hedel gli chiese, nuovamente, di seguirla, ma stavolta al di là del bancone per mostrargli il retro bottega… Lì, dove si compiva la vera magia: il laboratorio di bacchette. Si sentì emozionato e un po’ su di giri all’idea di trovarsi in un luogo storico di quella portata; ovviamente, sapeva tutto sull’argomento: la dinastia Ollivander vantava da generazioni non solo la costruzione delle migliori bacchette al mondo, ma la ricerca sul campo delle migliori materie prime. Aveva letto di una volta in cui nel reperire una piuma di fenice – tra i materiali più difficili da reperire, addirittura di più che del crine di unicorno, ad esempio, data l’immensa difficoltà di entrare in contatto con le fenici, sempre al seguito del loro e unico legittimo padrone – era stato provocato un terribile incendio… Non ricordò, in quel momento, se fosse stato causato all’interno del negozio o altrove, ma si chiese se un giorno anche a lui sarebbe spettata un’impresa così valorosa.
    Ebbe modo di vedere con i suoi occhi numerose bacchette in fase di creazione: alcune, già pronte per essere ‘solo’ intagliate, mentre altre avevano il nucleo ancora ben visibile che, nel caso dei crini di unicorno, in quella che ad una prima occhiata gli sembrò essere una rarissima bacchetta in legno di acacia, brillavano di luce propria. Era sul punto di fare la sua prima domanda, dato che una delle poche informazioni che dai suoi studi non era riuscito a reperire era il come o secondo quale criterio da Ollivander si associava il legno al nucleo, dato che su questo fronte esistevano tantissime teorie discordanti, quando lo scampanellio della porta d’ingresso interruppe quel momento idilliaco. Draven si ridestò e quando alzò lo sguardo su Hedel, la ragazza rimase ferma al suo posto, indicandogli il bancone e informandolo che il suo colloquio stava iniziando: una prova sul campo. Doveva accogliere il suo primo cliente.
    Nervoso, ma anche molto emozionato, si schiarì la voce e tornò nella stanza principale, fermandosi dietro il bancone con un sorriso educato.

    Buongiorno, signora, come possiamo aiutarla? – esordì, pensando d’impulso che un cordiale ‘noi’ apparisse più professionale rispetto ad un singolare e che, in qualche modo, rendesse la sua presenza lì come una sorta di unicum con tutto il negozio. La signora si presentò senza troppi preamboli e, con fare un po’ agitato, si affrettò a frugare nella sua borsetta e posò poi la sua bacchetta sul bancone. Draven capì subito da cose fosse causata quell’agitazione: la bacchetta sembrava essere passata attraverso un tagliaerba babbano. Aveva l’intera struttura scheggiata e la punta spezzata, dalla quale si intravedeva il nucleo. Con fare estremamente delicato, prese tra le mani la bacchetta per esaminarla.

    Legno di carpine… - bisbigliò, realizzando quanto quella bacchetta dovette aver sofferto nell’essersi ridotta così, dato che il carpine era un legno molto sensibile. Valutò l’entità dei danni; certo, era tutt’altro che un esperto, ma anche ad un occhio inesperto era chiaro che quella bacchetta non fosse di facile riparazione. Forse, ipotizzò – ma non si azzardò a dirlo ad alta voce, dato che Hedel non era lì con lui ma poteva comunque sentirlo perfettamente – avrebbero potuto recuperare l’impugnatura, che rispetto al resto della bacchetta sembrava ancora e fortunatamente in ottime condizioni, e ricostruirvi intorno l’apice, ma era ipotizzabile solo nel caso in cui il nucleo non fosse stato leso in alcun modo.

    Crine di Thestral! È sorprendente… - constatò poi, un’associazione legno/nucleo davvero sorprendente e non riuscì a resistere alla tentazione di esclamarlo. È davvero una splendida bacchetta, signora Castle. – proseguì poi. Il nucleo sembrava non aver subìto danni, così come il manico. Ma dovrei consultarmi con il mio superiore, prima di poter ufficializzare una perizia. Ripassi domani, ci prenderemo cura della sua bacchetta. – disse poi, voltandosi per un istante verso Hedel per cercare un suo sguardo di approvazione o disapprovazione, ma quando riportò lo sguardo sulla signora Castle, questa prese a singhiozzare, ringraziandolo, prima di andare via. La salutò con un sorriso gentile, anche se cominciava ad essere parecchio nervoso a restare lì da solo, inconsapevole di come stesse andando quel suo ‘primo giorno’. Magari aveva detto un mucchio di fesserie? E se la bacchetta non fosse stata riparabile e lui avesse sottovalutato l’entità dei danni, che figure avrebbe fatto fare al negozio?
    Maledizione, stava di nuovo pensando troppo… E a malapena si accorse che, in quel frangente, era entrato un nuovo cliente.

    Ciao… Buongiorno, come possiamo aiutarti? – disse, in maniera comunque educata, ma meno formale, dato che si trattava di una studentessa che aveva qualche anno in meno di lui. La ragazza, che una volta entrata si era soffermata con lo sguardo su una delle mensole, si volse a guardare Draven quando questi le parlò. Gli disse che i suoi genitori la stavano aspettando al Serraglio Stregato e che, quindi, doveva fare veloce a scegliere una bacchetta per poterli raggiungere perché l'aspettava il suo rospo. Leggermente irritato dal poco rispetto che quella ragazzina sembrava mostrare nei confronti delle bacchette, prese un respiro profondo e le si avvicinò. Aveva lavorato parecchio sul suo essere impulsivo e scostante, proprio perché la prima regola dei negozianti era che il cliente aveva sempre ragione e non poteva, quindi, permettersi di dare di matto per una qualche frase detta male. Così, si limitò ad immaginare di farle un incantesimo mollelingua e di godersene le conseguenze. Disse di chiamarsi Katherine.

    È la bacchetta che deve scegliere te. Sei destra o mancina? – e la ragazzina rispose di essere destra.

    Dammi solo un minuto… - le disse, allontanandosi da lei per tornare da Hedel e chiederle dove potesse trovare una bacchetta in corniolo, con nucleo in corda di cuore di drago, poco flessibile e possibilmente di 9 pollici, o forse 9 pollici e mezzo. Hedel si limitò ad indicargli un punto preciso su una delle mensole di sinistra. Draven si affrettò a tornare nella stanza principale e recuperò la scatola indicata da Hedel; l’aprì con estrema delicatezza, ne verificò le caratteristiche per essere certo di non aver preso la scatola sbagliata e la porse poi alla ragazzina. Per un carattere del genere, non vedeva legno migliore del corniolo, che era un legno che si sposava perfettamente ai caratteri vivaci e capricciosi; il nucleo in corda di cuore di drago, lo ipotizzò perché si accostava molto bene agli amanti degli animali - ed era probabilmente uno dei motivi per cui la sua vecchia bacchetta aveva smesso di dargli retta, dato che lui non mostrava lo stesso entusiasmo di quella ragazzina all'idea di scegliersi un animale. Ad ogni modo, la ragazzina, da che era entrata in negozio con aria di superiorità, elargì un gran sorriso non appena strinse tra le dita intorno all’impugnatura. Draven constatò che, forse, era troppo corta e troppo flessibile per lei, ma non appena provò ad avvicinarsi per dirglielo, Katherine tornò arcigna, posò sul bancone più galeoni di quanto costasse quella bacchetta e scappò via, prima che Draven potesse fare altro. Lasciandolo lì, in mezzo al negozio, un po’ spaesato…
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    stato: CHIUSO

    Di seguito si espone la valutazione del Colloquio.

    CITAZIONE
    1- Nel post descrivi il locale, entrando dalla porta ed avanzando fino al bancone. Hedel ti mostra la zona delle bacchette esposte e il laboratorio delle bacchette, pieno di tutte le bacchette in fase di creazione. 3/3
    2- Siete interrotti da Martha Castle che desidera riparare la sua bacchetta magica, come ti comporti?2/4
    3- Dopo entra Katherine, studente che vorrebbe semplicemente comperare la sua prima bacchetta.1/3
    Totale 6/10

    Complimenti a Draven Shaw nuovo commesso di Ollivander.

    Il colloquio chiude momentaneamente.


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    stato: APERTO

    Apre il colloquio per essere Commessi di Ollivander.

    Questo lavoro è disponibile per i personaggi, sia adulti che studenti, con la scheda convalidata.

    Il colloquio è aperto.
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