[ESPERIENZA 9] - Escape from Last Year

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  1. Peaky Éire
     
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    Callum Mahoney

    AGE 29 - EVOCATORE
    Un altro anno stava giungendo al termine. Ancora non mi capacitavo di quanto velocemente trascorressero le giornate e di quanto lente e cariche di angoscia fossero le notti. Se avessi contato i giorni mi sarebbe sembrato essere trascorso poco più di un mese, ma le notti, quelle bastarde con i loro incubi carichi di sangue e colpi di mortaio, loro sembravano infinite. Non potevo lamentarmi del personale inferno che mi era stato inflitto, la condanna alla perdita del sonno sembrava una sciocchezza per chi aveva visto e affrontato situazioni così critiche in guerra. Il clack nervoso del taglia sigaro e dell'accendino di Clark scandivano il passare delle ore con un ticchettio frenetico, mentre il rintocco delle campane solo di recente aveva iniziato a prendere una colorazione accettabile, senza suscitare in me il senso d'angoscia delle sirene d'allarme prima che esplodesse la raffica di proiettili nemici. Uno di questi era rimasto infilato nella mia carne, tra la scapola e la spalla, non aveva procurato lesioni e il medico di campo aveva semplicemente deciso di lasciarlo lì, in aggiunta ai muscoli e ai tendini. Non era più che un bozzo, un gonfiore violaceo sulla spalla destra che era diventata la mia sentinella del meteo, a ogni cambio di stagione iniziava a pizzicare e a prudere per due giorni, poi tornava invisibile sotto pelle. Una raffigurazione romantica, l'innocente versione di me l'avrebbe trovato poetico, di quanto la guerra può infilarsi sotto la pelle di chi ne ha visto le atrocità. il 1926 stava giungendo al termine e io avevo perso già da alcuni anni la comprensione di chi conosceva il mio passato, chiudendomi sempre più in me stesso e nei miei mostri, che con un po' di fortuna ero riuscito a confinare alla notte. Un paio d'ore di sonno era il solo lusso che mi concedevo prima di svegliarmi candido di sudore e urlante nel letto di casa. Aspettavo l'alba da un paio d'ore quando un gufo planò sul davanzale di una finestra con le imposte già aperte. Trovavo conforto nel cielo stellato o nelle nuvole che si rincorrevano nell'oscurità, retaggio della trincea. Era un'invito a una festa in America, a New York. Da quando ero tornato dalla Francia, non avevo più lasciato l'Irlanda, spostandomi al massimo in Inghilterra. Sembrava una buona occasione per iniziare in maniera differente l'anno. Anche se misi via il biglietto, in cuor mio avevo già accettato.


    Coppola in tweed, abito elegante del medesimo materiale e cravatta nera. Non sopportavo più il colore rosso da quando ero tornato. Mi ero materializzato davanti alla sede del MACUSA seguendo le istruzioni generali dello statuto di segretezza per non essere smascherato, anche perchè non conoscevo la città, per poi entrare nel imponente palazzo. All'ingresso mostrai l'invito e lasciai cappotto, ma non il cappello, spostandomi rapidamente verso il settore alcolici. Una smorfia apparve sul mio viso notando immediatamente la mancanza del whiskey in favore del francese champagne. Un'altra cosa che non avevo più sopportato dal ritorno dalla guerra. Niente rosso e niente cose francesi. Optai per il cibo, magra consolazione all'assenza di alcol, dove presi un tramezzino con il formaggio. Iniziai a guardarmi intorno anche se l'impulso di chiudermi in silenzio in un angolo iniziava a prendere il sopravvento.
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    code made only for wizarding world gdr
     
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