[ESPERIENZA 9] - Escape from Last Year

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  1. crw
     
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    hedel anakin crawford

    Qualunque personalità fosse in carica nella mente della Crawford, era innegabile una dura verità: era in costante ricerca di attenzioni. Insomma. Io non ho problemi ad ammettere questo tipo di cose, figuriamoci venderei mia madre pur di ottenere quello che voglio e nemmeno avrei remore nel accusarmi di un omicidio, che tra l'altro è un nuovo, geniale piano per mettere nei guai Hedel, questo è da segnare, ma la mia ingenua e stupida controparte sembra ignorare completamente il male che alberga dentro di lei. E non parlo del male assoluto e oscuro della sottoscritta, ma di quelle due stronzate da nulla che ti fanno essere una persona egoista, ipocrita e politically incorrect. Eccola lì, bicchiere di champange tra le dita, che cerca di spiccare con il suo vestito rosso. Beh, posso anche concederglielo, la bellezza fisica non ci manca, è su tutto il resto che serve un deciso cambio di direzione. Oh, toccherà imporre un regime totalitario, una dittatura che sancirà definitivamente la mia salita al potere.

    Lasciato a metà, aveva posato il calice di champagne su uno dei tavoli del buffet, con tutte le intenzioni abbandonarlo. Non conosceva la parola spreco e come rampolla viziata nessuno le aveva mai inculcato qualcosa di saggio come il finire tutto quello che sceglieva. Un morso ai gamberetti grigliati, uno al tortino verde che sapeva di schifo, era il bottino della Crawford, abbandonato su un piatto vuoto dopo aver realizzato che nulla di tutto questo le piaceva. Stava transitando verso un altra zona, un altro buffet per cercare qualcosa di più appetitoso quando realizzò che non si stava più facendo strada tra una folla in movimento, che si spostava verso conoscenti o per il colo fatto di curiosare l'ambiente, ma che si stava facendo largo in una folla impietrita sul posto. Egocentrica, troppo concentrata sul suo orto, non aveva notato la staticità della stanza o che, ora che si era fermata anche lei a osservare nella direzione di tutti i presenti lo vedeva, un enorme maschera dorata si era composta in cima alla scalinata. E ora iniziava a parlare.

    Oh, beh questo si che è un entrata da megalomane. Insomma, un po' pacchiano con tutto questo dorato, ma beh, non si può pretendere lo stile ovunque. Diamo un più che Onesto, per l'impegno.

    Sconcertatata subì il succedersi degli eventi: la maschera del Cavalier con il suo discorso inaugurale, il calice di vino posto nelle sue mani come d'incanto, il brindisi senza alcuna volontà di opposizione a fermarlo...

    Finalmente!! Una dittatura. Era ora che qualcuno uscisse con questa idea, era proprio il caso.

    Bruscamente, quasi quanto il suo realizzare dell'attenzione di tutti in precedenza, la magia si interruppe ricordando alla Crawford un catalizzatore, come quello che erano le sue bacchette, e indagando sulla natura di questo tipo di incantesimo. Avrebbe capito molto dalla personalità del Cavalier studiandone la bacchetta magica, che immaginava fosse molto potente e per qualche motivo pensò immediatamente alle oscure fabbricazione di Gregorovitch e di Wolfe. le sue elucubrazioni mentali furono interrotte da una voce, l'orecchio allenato della Crawford riconobbe la cadenza servile della servitù e ricevette il messaggio. Riconobbe immediatamente la firma e la calligrafia del fratello, che per via del suo lavoro al Ministero si era perso in complotti di politica estera, in questo caso con un ambasciatore canadese che voleva discutere di legnami da fornire a Ollivander. La Crawford si era specializzata nella produzione di bacchette d'ebano, sapeva che per questo tipo di legname doveva spingersi fino all'Africa o all'Asia, che poco avevano in comune con il rigido vicino statunitense. Tuttavia decise di recarsi all'incontro, se non altro per evitare la solitudine.

    A quella festa era presente un gran numero di persone, ma tra loro non ne aveva vista una sola degna di nota. Era il brutto di recarsi alle feste dove la plebe era ammessa: chi davvero contava si guardava bene da immischiarsi con i germi plebei. Schifo.

    Raggiunse lo studio 1D, a sinistra delle scale, come spigato dal fratello e aprì la stanza. Come ospite invitato e atteso, si sentiva in dovere di non bussare, ma di comportarsi da regina del Sussex ed entrare senza troppi complimenti. « Eccomi, Nathaniel» avrebbe annunciato, per evitare che i due interrompessero certi discorsi perchè preoccupati dalla presenza di estranei.
    code made by zachary, copia e t'ammazzo©
     
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