[Arti Oscure] - Lezione 1

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  1. Mack;
     
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    Alchimista
    NON MODIFICARE
    original
    Mackenzie F. Reed

    16 y.o. - student
    Avrebbe fatto di tutto per evitare gli sguardi dei suoi compagni, mentre quella mattina si dirigeva alla volta dell’aula di Arti Oscure per la nuova lezione; ed il motivo di tanta agitazione da parte di Mackenzie riguardava proprio il fatto che a colazione alcuni studenti della Casa Wampus le avessero dato il buongiorno facendola agitare. Era oramai risaputo il fatto che la ragazzina propendesse sempre dalla parte dei più deboli e di certo non le erano sfuggite le occhiate rivoltole da alcune concasate nel vedersi parare davanti una situazione scomoda alle quale, per altro, lei fu subito pronta ad intervenire: questa vedeva come protagonisti due fidanzatini, ma le cose parevano non andare particolarmente rose e fiori. Infatti lui, mentre le puntava il dito contro con sguardo arrabbiato, si rivolgeva alla ragazza con frasi poco carine (malgrado si trovassero nella stessa Sala in cui anche i docenti stessi se ne sarebbero potuti accorgere) e a completare il quadretto vi erano anche le risa – dietro le spalle di lui – dei suoi stupidi compagni; la poverina era scoppiata in lacrime, segno che la Reed poté considerare come un chiaro invito a lasciare il proprio posto a tavola (e quel suo bel muffin saporito) per prendere le sue difese. Aveva parlato a voce bassa, mentre diceva al ragazzo dove potersi ficcare la sua torta di mele – perché alle Gemme lei ci teneva – ma ciò non le aveva evitato di garantirgli una permanenza d’inferno per il resto dell’anno scolastico se non avesse lasciato in pace la poveretta. Gli altri, come degli sciocchi, avevano battuto le mani in seguito alle parole della Puckwudgie e lei aveva lasciato la stanza riprendendosi la tracolla con i libri.
    Aveva camminato per i corridoi del castello tenendo la testa bassa, nonostante sapesse di non avere alcuna colpa e che quel deficiente si fosse meritato ogni parola da lei proferita: non era affatto la prima volta che accadeva una cosa del genere e in quei casi, per evitare gli sguardi dei suoi compagni (visto che aveva rischiato, di nuovo, di far perdere Gemme alla loro Casa), preferiva starsene in dormitorio per i fatti propri e lasciare che la faccenda si sgonfiasse. Peccato che al momento non vi fosse modo di svignarsela, in quanto i doveri da studentessa di certo superavano il bisogno di non dare nell’occhio.
    Raggiunta l’aula, sua meta durante quella camminata, ne avrebbe varcato l’ingresso ed in seguito rivolto un sorriso al docente.
    «Buongiorno professor McNeal!»
    Concluse le formalità la sedicenne avrebbe cercato un posto libero fra i primi banchi (nonostante la situazione non voleva occuparne uno infondo all’aula, dove non avrebbe avuto una buona visuale della lavagna) e, posizionatasi comodamente sulla sedia, avrebbe tirato fuori tutto il materiale necessario in attesa dell’inizio della lezione.
    Quando l’uomo chiese al resto dei presenti di accomodarsi, Mackenzie rizzò la schiena contro lo schienale della sedia di legno e srotolò il foglio di pergamena per prepararsi a prendere appunti. Annuì ogni volta che il docente menzionò le regole da seguire, ripromettendosi di scriversele da qualche parte alla fine della lezione per non rischiare di far danni; una volta entrati nel vivo della spiegazione del nuovo argomento, la mano destra della Puckwudgie non la smise neanche per un secondo di muoversi sulla carta trascinandosi dietro la piuma bianca.
    Non appena venne posta la prima domanda, la Reed pensò di alzare la mano ma alla fine non lo fece: non voleva, visto quello che era successo poco prima, mettersi troppo in mostra, per cui lasciò che fosse un altro studente a rispondere al posto suo. Era un peccato, visto che accumulare Gemme per la sua Casa era di gran lunga il suo hobby preferito.
    Trovandosi in accordo con qualche risposta e in disaccordo con altre, la Reed continuò ad appuntare gli interventi dei suoi compagni e ad ascoltare le spiegazioni del docente; in seguito andò a pagina cinquantasette e seguì con lo sguardo le parole lette ad alta voce dall’insegnante. Dopo qualche istante, senza pensarci due volte, la mano di Mackenzie si sollevò in aria, stanca di starsene zitta e non provare a guadagnare un po’ di Gemme. Attese, quindi, che il docente le desse il permesso di parlare prima di cominciare a farlo.
    «Mackenzie Reed della Casa Puckwudgie, se permette vorrei rispondere alla domanda su Fattura, Maleficio e Maledizione. Per quanto riguarda la Fattura potremmo citare la Fattura Gambemolli: grazie ad essa è possibile rendere cedevoli le gambe dell’avversario, impedendogli di camminare e quindi assicurandoci un vantaggio in un eventuale scontro. Circa le Maledizioni, mi viene da pensare alle Maledizioni Senza Perdono e, per citarne una, parlerei dell’Anatema che Uccide: la sua esecuzione è illegale proprio per via del fatto che, se esercitata nei confronti di qualcuno, esso cade a terra privo di vita. Per ultimo, riguardo i Malefici si potrebbe parlare del Maleficio Eiettore, grazie al quale è possibile costringere una scopa a disarcionare il suo possessore.»
    Si ricompose e prese di nuovo fiato, non era da lei respirare tra una parola e l’altra proprio per il timore di dimenticare di dire qualcosa di importante; sperò, comunque, di non aver detto qualcosa di stupido.
    Attese il proseguire di quella lezione, ascoltando gli interventi dei suoi compagni e appuntandosene qualcuno di interessante nel caso fosse servito; soltanto alla fine di quel breve esercizio le cose per la Reed si fecero più appetitose, quando l’insegnante fece loro capire che presto si sarebbero alzati in piedi per eseguire una prova pratica. Annotò, quindi, tutte le nozioni fondamentali riguardo il nuovo incanto che avrebbero appreso ed eseguito.
    Avrebbe potuto usare la Maledizione delle Caccole su quel deficiente della Casa Wampus, se solo l’avesse imparata prima.
    Conclusa la dimostrazione pratica di quell’incanto da parte del docente McNeal, Mackenzie alzò di nuovo la mano.
    «Ancora Mackenzie Reed della Casa Puckwudgie, vorrei cimentarmi nella prova pratica.»
    Una volta averne chiesto il permesso, la ragazzina si sarebbe alzata in piedi ed aspettato il suo turno per potersi fronteggiare con il manichino; nel frattempo avrebbe tirato fuori dalla tracolla la sua bacchetta di Peli di Wampus, facendola scivolare lungo il fianco destro.
    Ritrovatasi dinanzi al proprio bersaglio la Reed avrebbe cominciato la preparazione preliminare: riportando alla mente la postura precedentemente assunta dal docente nel lancio dell’incantesimo, Mackenzie avrebbe portato il piede sinistro indietro così che quello destro potesse rimanere leggermente più avanti e lasciarne in vista il fianco, nel frattempo la mano destra che teneva ben saldo il catalizzatore dall’apposito manico di legno si sarebbe sollevata a mezz’aria, arrivando a posizionarsi appena sopra il capo, mentre il gomito era piegato così da poterle assicurare un movimento fluido. Prese un respiro profondo e nell’istante in cui lo fece rilassò i muscoli delle spalle; socchiuse gli occhi appena per un istante, quello che le servì a cercare una maggiore concentrazione e ad eliminare dalla propria mente ogni possibile fonte di distrazione che non riguardasse il lancio di quell’incantesimo e tutti gli effetti a cui avrebbe portato: immaginò quel povero manichino alle prese con un naso continuamente colante, costretto a dover starnutire in maniera incontrollabile, e cercò di estraniarsi dal resto della classe, oscurandone ogni chiacchiericcio e suono. Sicura di esserne pronta, Mackenzie aprì nuovamente gli occhi e li puntò contro il proprio bersaglio: soltanto in quel momento avrebbe pronunciato la formula dell’incanto a chiare lettere e a voce alta «Mucus ad Nauseam!», andando a muovere la bacchetta nel modo corretto e quindi andandone a disegnare con la punta un cappio – partendo dall’alto, poi abbassando leggermente la punta verso il basso ed infine effettuando una piccola curvatura che l’avrebbe riportata a tracciare un’invisibile linea verso l’alto, ma arrestandosi senza richiuderlo.
    Una volta concluso il tutto, sperò di non aver combinato danni e in una buona riuscita di quella prova.
    Puoi starmi accanto, se lo vuoi, ma non andare via senza nemmeno salutare.
    code made only for wizarding world gdr
     
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10 replies since 5/1/2020, 13:37   341 views
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