[Arti Oscure] - Lezione 1

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  1. Madeline Mayson
     
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    D all’inizio della lezione, la mente di Madeline aveva rischiato di perdersi più e più volte. Prima il fruscio della penna che vergava la pergamena, poi il costante tamburellare di dita, che percepiva dal fondo dell’aula. Ogni rumore, anche il più piccolo, avrebbe potuto potenzialmente essere fatale. La concentrazione di lei andava e veniva a proprio piacimento e, solitamente, decideva di abbandonarla nei momenti meno opportuni. Stare attenta durante le lezioni non era il suo forte, non quando la propria compagna di banco aveva deciso di raccogliere i capelli in modo così approssimativo. La pergamena di lei, a differenza della propria, era piena di appunti e, a giudicare dalle doppie punte della ragazza, Maddie pensò che avrebbe fatto meglio a concentrarsi su altro, sulle cose importanti.
    Nonostante l’avversione per lo studio, contrapposto al desiderio di volere essere considerata brava dagli altri, la texana si stava sforzando in maniera particolare per quella lezione. Difesa Contro le Arti Oscure era una delle materie che preferiva, perché le consentiva di fare tanta pratica. Inoltre, alla studentessa non era sfuggito l’aspetto piacente dell’insegnante. Non che glielo avrebbe mai detto e, al di fuori della classe, non le sarebbe interessato. Lei era una studentessa e lui un professore, non era sciocca fino a questo punto. Sospirò, disegnando l’ennesimo cuoricino sul bordo inferiore della pergamena. Nonostante tutto, le piaceva guardarlo e stilizzare tutto il proprio interesse sulla carta, che aveva di fronte.
    Alla nuova domanda di lui, dato che non rispondeva nessuno e visto che, almeno per una volta, non si era dovuta sforzare a pensare ad una risposta appropriata, decise di farsi avanti. Madeline sollevò la mano, più per farsi notare che per rispettare le indicazioni.
    ”Sono Madeline Mayson della Casa Thunderbird, professore” si presentò, sbattendo discretamente, almeno sperava, le ciglia, dopo avere avuto il permesso di prendere parola.
    ”Vorrei eseguire la prova pratica, ma, se lei è d’accordo, vorrei prima rispondere alla sua ultima domanda” represse un sorriso e, non appena McNeal le avesse dato il consenso, avrebbe ripreso la parola ”Altri esempi di Creature Magiche pericolose ma non Oscure potrebbero essere l’Ippogrifo e l’Occamy. I primi sono creature molto leali e non attaccano senza ragione, tuttavia, essendo anche molto fiere ed orgogliose, utilizzano gli artigli ed il becco per colpire, se si manca loro di rispetto. Anche gli Occamy sono potenzialmente pericolosi, ma, a differenza di una Creatura Magica Oscura, attaccano solo se infastiditi, ad esempio dalla troppa vicinanza, o per difendere le loro uova. Per quanto riguarda le Creature Magiche Oscure, invece, ho pensato ai Kappa non si fanno scrupoli a strangolare la vittima, per ottenere il sangue umano. Infine, ho pensato al Lethifold, che aggredisce la vittima, soffocandola mentre dorme”
    Terminò di parlare, sperando di non avere detto qualcosa di sbagliato, perché non voleva che il docente pensasse male di lei. Alzandosi, per eseguire la prova pratica, si ravvivò i capelli, un mero gesto di vanità.
    Prese posto, estraendo il catalizzatore con nucleo di piuma di Thunderbird, ed attese il proprio turno con il manichino. Un po’ era schifata dal pensiero di dovere lanciare una Maledizione così vomitevole, ma tentò di nasconderlo.
    Si mise in posizione, emulando quella assunta dall’insegnante poco prima. Fortunatamente, Madeline l’aveva osservato con molta attenzione. Essendo destra, lasciò scivolare il piede sinistro all’indietro, così da fare sporgere il fianco destro. Sollevò la dodici pollici e mezzo, tenendola stretta, ma senza stritolarla. Anziché tenere il braccio completamente disteso, piegò leggermente il gomito, così da rendere più fluido il lancio della Maledizione stessa.
    A quel punto, entro nella fase per lei più difficile. Avrebbe chiuso gli occhi, per evitare qualsiasi stimolo visivo che potesse distrarla. Non potendo spegnere completamente i suoni, avrebbe cercato di visualizzarli, riducendoli progressivamente di intensità, fino a quando non si fossero ridotti ad un mero sottofondo. Avrebbe respirato profondamente, immaginando che il superfluo la lasciasse ad ogni espirazione.
    Proprio come era stato suggerito loro, avrebbe visualizzato gli effetti della Maledizione sul fantoccio. Il continuo colare dal naso e gli stranuti costanti oltre ad essere sgradevoli, avrebbero potuto farlo collassare in caso di mancate cure. Solo a quel punto, Maddie avrebbe sollevato le palpebre per puntare lo sguardo sul bersaglio.
    ”Mucus ad Nauseam” avrebbe pronunciato la formula con chiarezza, scandendo tutte le lettere e, nel contempo, avrebbe mosso il proprio catalizzatore. Avrebbe tentato di disegnare un cappio immaginario, partendo dal alto verso il basso, per poi risalire ed arrestarsi prima di chiuderlo completamente.
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