Passeggiata al sole

Per chi vuole

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    Tassorosso
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    Era una bella domenica mattina e mette stavo facendo colazione avevo notato che fuori dal castello c’era un bel sole. Eravamo in inverno quindi non faceva molto caldo fuori ma mi piaceva molto stare fuori all’aria aperta e così, vedendo questo bel sole risplendere senza una sola nuvola, mi era proprio venuta voglia di uscire a scaldarmi un po’. Sapevo anche che avrei dovuto studiare ma decisi di rimandare lo sgradevole momento con i libri a più tardi, magari dopo pranzo, o con il sole più basso e meno forte. Così dopo aver bevuto un buon caffè caldo mi recai nella mia sala comune, il dormitorio di Thunderbird, per prendere un cappotto e una sciarpa prima di uscire. Non volevo proprio ammalarmi, perché in quel inverno ero riuscita a non stare male un solo giorno e speravo che potesse continuare così. Odiavo avere il raffreddore, mi sembrava di non saper più respirare, e anche la febbre mi rendeva un po’ abbattuta. Per non parlare delle fastidiose e puzzolenti medicine che venivano rifilate in infermeria, un vero schifo che speravo di evitare. Così mi ero coperta bene prima di uscire all’aperto. Dopo un po’ di vagheggiamenti per il castello ero arrivata al chiostro di Isotta, un piccolo cortile interno del castello che era fatto di pietre e per questo era sempre il punto più caldo. Al centro svettava la statua della fondatrice della scuola, appunto Isotta, e una leggenda diceva che toccarla prima di un esame o di un evento importante avrebbe portato fortuna. Io non ci credevo molto, ma sapevo che spesso nel periodo degli esami si formava una coda di persone davanti alla sua statua per poterla toccare. Con questo pensiero in testa deciso di sedermi su una panchina che è proprio rivolta verso il sole in modo da sentirne il calore sulle guance. Chiudo gli occhi e mi godo questo momento di tranquillità.
     
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    horned serpent


    Dalle nubi che nei giorni scorsi avevano portato pioggia e malumore era spuntato un pallido sole e anche Thea Harper aveva messo il naso fuori dal castello soltanto per verificare l'effettiva tenuta delle condizioni meteorologiche. Aveva iniziato a credere di essere meteoropatica, ma in maniera del tutto insolita al classico sole felice e pioggia triste. Thea era entusiasta in caso di condizioni meteo estreme come un forte temporale, una grande nevicata o un sole accecante, mentre era annoiata, e in qualche modo triste, quando le condizioni del tempo era monotonamente ordinarie. Ma dopo giorni di pioggia, fitta e continua, senza un solo lampo nel cielo, era contenta di veder riaffiorare il sole, sebbene alcune nuvole nel cielo e l'aria pungente ricordassero la perturbazione appena trascorsa.
    Pozzanghere sparse in tutto il cortile esterno, aveva evitato di avventurarsi nelle zone con il prato per non riempire di fango le sue nuovissime converse di tela, erano tutto ciò che restavano della pioggia che aveva tenuti tutti chiusi dentro il castello per un'intera settimana. Thea mal sopportava questa condizione claustrofobica ed era uscita con il primo raggio di sole. Iniziò a passeggiare lungo il bordo del porfido che costituiva la pavimentazione del cortile interno, intorno alla statua di Isotta, schivando con un balzo, quando le trovava a interrompere la linea che seguiva, le pozzanghere.
    Ma sfortuna volle che saltandone una il salto non fu sufficiente e il piede atterrò con un piede dritto nella pozzanghera di acqua stagnante, schizzando anche una povera ragazza che stava dormendo seduta sulla panchina. L'acqua entrò nella sua scarpa, attraversando la tela della scarpa e poi inzuppando il calzino. -Maledizione, Merlino!- esclamò ritrovando l'equilibrio e appoggiando il piede inzuppato sulla terra, lasciando lo stampino, si avvicinò alla ragazza per scusarsi del disastro. -Ti sei bagnata? Ti chiedo scusa, sono inciampata...- tentò di giustificarsi nella speranza che non fosse stata vista fare lo stupido gioco del salto della pozzanghera.
    code made by zachary, copia e t'ammazzo©
     
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    Intorno a me ancora l’aria aveva quel particolare profumo che aveva soltanto dopo un lungo periodo di pioggia. Era come se la natura si stesse risvegliando dopo essere stata costretta al buio della pioggia. Non amavo molto la pioggia, preferivo il sole, ma adoravo come era la natura dopo la pioggia. Ho scelto di sedermi in una panchina dove si prende molto sole e con gli occhi chiusi posso fantasticare un po’. Le mie palpebre riflettono un rosso strano, incandescente come della lava appena uscita, mentre ghirigori di altri colori danzano su questo sfondo. Mi chiedo se non sia qualche batterio o virus che abita nel mio occhio, qualche organismo che durante il giorno non vedo. È impressionante da pensare. Magari è solo il sole che mi da alla testa. Freddo e bagnato mi fanno sussultare, con un Oh! di stupore e paura per l’inaspettata sensazione. Mi guardo attorno e ancora non ho capito che è successo che una ragazza mi si avvicina chiedendomi scusa. Io... credo solo un po’ le gambe e forse ho qualcosa in faccia? provo a spiegare cercando di risvegliarmi dal mio sogno e capire che cosa è capitato.
     
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2 replies since 26/1/2020, 10:14   47 views
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