Goodbye Black Mamba

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  1. Brad McNeal
     
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    Edimburgo, Scozia

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    Ravenclaw ✗ Quality Quidditch Supplies Shopkeeper ✗ Dark Arts Teacher
    ▬Brad McNeal▬
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    2OXR

    Salutare Kobe, per l’ultima volta, era stata forse la parte più dolorosa dell’intera serata. Significava ammettere che era davvero la fine, era finito tutto e non c’era nient’altro da fare se non accettare la morte dell’idolo. L’alcool bruciava dentro il corpo di Brad McNeal ma sembrava quasi non dargli fastidio in alcun modo. Se avesse voluto avrebbe potuto bere fino a stare male, fino a non riuscire a tornare a casa o, comunque, tornarci in condizioni pietose. Fortunatamente, il Professore, guardando quei pochi fogli di carta che si era portato con sé, riuscì a trattenersi dal commettere un enorme sbaglio, dettato da una condizione psicologica precaria. Era strano, sì, stare così tanto male, ma questa era la forza di Kobe: era riuscito a farsi amare, a farsi volere bene proprio come un amico, un fratello, con le sue interviste, con i suoi discorsi e con i suoi gesti. Era una persona squisita, un esempio di uomo che tutti avrebbero dovuto seguire. Sembrava pazzesco, eppure in quel momento la frase sono sempre i migliori ad andarsene per primi aveva un certo senso, seppur amaro. Brad non era pronto a vedere un campionato di Quidditch senza Kobe tra gli spalti, senza le sue considerazioni, senza il suo sorriso. Non era pronto a leggere sui giornali del funerale, né tanto meno, a leggere degli addii dei suoi compagni e di altre leggende sportive, sicuramente strappalacrime e struggenti. A trentuno anni, McNeal si rese conto di essere tremendamente debole e di soffrire più di quanto potesse pensare per la perdita di una persona a lui, inevitabilmente, cara.
    Con gli occhi persi a fissare il bicchierino di Rum, lo Scozzese ascoltò le parole del vicino di sgabello. Forse aveva ragione lui e, per una tragedia del genere, la Stampa e i Ministeriali non avrebbero dato la colpa a nessuno, stringendosi anche loro nel dolore generale del mondo intero. Era l’unica speranza che aveva, perché sentire stronzate a riguardo l’avrebbe solo fatto arrabbiare, e tanto. Cosa sarebbe successo da lì a poco era un mistero, solo il tempo avrebbe potuto dirglielo, ma Brad non era più in sé, sentiva un vuoto dentro che cercava di colmare con mille e più quesiti senza una reale risposta.
    Tuttavia, sentir nominare Hogwarts fece risvegliare da un flusso di pensieri poco positivi il Professore. Quasi le labbra si piegarono, provando a rappresentare una sorta di sorriso. La domanda che aveva posto era stata efficace a quanto pareva, sia per lui che per Nate.
    Di Hogwarts anche tu? Io ero Corvonero.
    Disse, cercando di ricordare quel volto, anche se troppo giovane rispetto a lui, quindi difficilmente erano stati compagni di scuola. Ascoltò poi le parole del ragazzo, curioso davvero di sapere la sua storia. Lo sport, bene o male, riuniva tutti gli animi, anche quelli completamente diversi. E quella era una dimostrazione: due sconosciuti si erano messi a parlare davanti a un cicchetto grazie al Quidditch, seppur in una situazione che sarebbe stata più che evitabile per la volontà di entrambi.
    Battitore, ero bravino, ma poi ho dovuto lasciare per lavoro. Non ho mai perso la passione, però, e infatti continuo ad allenarmi e, recentemente, ho chiesto al Proprietario di Accessori per il Quidditch, a Diagon Alley, di assumermi come Negoziante, quindi… Sono sempre a contatto con quel mondo anche se, lo ammetto, mi manca giocare.
    Ricordò velocemente i suoi campionati scolastici, giocati sempre egregiamente sin dai primi anni. Eppure, per colpa di suo padre e della sua società, McNeal dovette lasciare per concentrarsi sul lavoro. Seguiva, tuttavia, tutte le partite e non mancava mai di allenarsi, almeno fisicamente, per rimanere in forma e, chissà, magari ritornare sul campo di Quidditch un giorno. Aver ottenuto il posto da Accessori, infine, era stata la ciliegina sulla torta che aveva permesso a Brad di non abbandonare mai quel mondo magnifico.
    Se vuoi passare in negozio, comunque, mi farebbe piacere.
    Bevve un sorso, l’ultimo a dir la verità, così da stare zitto e non continuare il discorso. Cosa voleva ottenere? Cosa gli avrebbe fatto vedere? Magliette di Kobe o il magazzino delle scope, ricordi troppo dolorosi di quel giorno drammatico.
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6 replies since 27/1/2020, 00:08   160 views
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