god is a woman

x James Kennegan

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    Max Lynch
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    wampus15 y.o.focused☿ in ♊1926

    Con un saltello si fermò davanti alla porta del Ghirigoro, sbirciano dalla vetrina facendosi largo tra alcuni libri esposti tra i quali il nuovissimo Animali Fantastici e Dove trovarli, per controllare se ci fossero clienti in quel momento dentro al locale. Individuò solamente la chioma bionda del suo capo, James Kennegan, che quindi doveva essere sola in quel momento. Si fece coraggio, inspirando a fondo, prima di entrare dalla porta. Sulla sua testa il campanellino annunciò il suo ingresso e quando il suo sguardo incontrò quello della negoziante del Ghirigoro le sue guance avvamparono, andando letteralmente a fuoco. ”James, lo so che il mio turno non comincerà prima di un paio d'ore ma...” abbassò lo sguardo, osservando la punta della sua scarpa che aveva iniziato a disegnare strani cerchi concentrici sul parquet consumato del locale "dovrei acquistare dei libri per la scuola e speravo di poter scambiare due chiacchiere con il capo" sputò il roso, sentendo le guance perdere colorito e raffreddando il suo bollore. Non era abituata ad avere un capo, qualcuno da cui dipendere direttamente. Vivere con sua madre, il grande capo di Ilvermorny, non contava per via del loro rapporto conflittuale aveva poco rispetto della madre e di riflesso della sua autorità. Ma aveva sincera stima per James Kennegan, aveva sbirciato su alcune riviste informazioni sulla giocatrice di quidditch, aveva letto un interessante intervista di qualche anno prima sul Ghost. Se Max avesse dovuto scegliere un adulto al quale aspirare avrebbe probabilmente scelto la figura della Kennegan. Per questo motivo ci teneva a instaurare un buon rapporto con il suo capo, un rapporto sincero e non conflittuale come quello con la madre. "Mi unisco alla massa, mi servono Erbologia in un'istante e Le Forze Oscure: guida all’autodifesa." spiegò avvicinandosi al bancone e appoggiando l'importo esatto di galoeni per pagare i due libri più venduti di quel mese al Ghirigoro, ormai aveva la nausea di vedere quelle copertine e sperava che presto i libri di teso necessari sarebbero cambiati. "Da dove arriva la tua passione per i libri? Ho letto che eri Serpeverde e se non sbaglio...a Hogwarts sono i Corvonero quelli che amano la lettura? Giusto? Io non vorrei insultarti, non conosco molto della scuola inglese..." cercò un modo per iniziare la conversazione senza far trapelare troppo sul fatto che avesse fatto ricerche su di lei, come una stalker pazza e ossessionata.
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    James Kennegan
    Il Ghirigoro sarà sempre qui per darti il bentornato a casa. Era un pensiero molto dolce con il quale coricarsi nel letto mentre si andava a dormire e con il quale svegliarsi la mattina, anche se lei aveva sempre amato dormire fino a tardi, si trovava ad avere gli occhi spalancati sul buio soffitto della sua camera del Paiolo Magico diversi minuti, certe volte addirittura un ora quasi, prima che la sveglia suonasse sul comodino accanto a lei. Quella piccola bastarda in ottone era stato un regalo di Nonna Sybil peri suoi undici anni, accompagnata dalla lettera per Hogwarts, si era ritrovata a fare i conti con la dura realtà del mondo -quasi- adulto fatto di responsabilità e di una cosa che non le era mai entrata davvero nelle corde come la puntualità. Non era mai stata una studentessa modello, anche se il suo rendimento era stato tanto eccellente da permetterle di avere dei buoni voti ai GUFO, la verità era che la spilla di Caposcuola era stata soltanto una conseguenza della sua popolarità come giocatrice di Quidditch e come Capitano di Serpeverde. Non aveva mai creduto che la spilla di Caposcuola le fosse stata segnata per meriti scolastici in senso stretto. Anzi, le aveva quasi portato via tempo dal suo impegno sul campo di Quidditch e la cosa l'aveva un po' infastidita, ma era durato poco e comunque era stato un grande onore per lei. La sveglia d'ottone l'aveva accompagnata nel suo percorso scolastico, suonando puntualmente ogni mattina e venendo, altrettanto puntualmente, sbattuta a terra da una manata non molto aggraziata di una Kennegan addormentata. Ma era ormai quasi un mese, esattamene il tempo in cui era diventata Negoziante del Ghirigoro, che la sveglia non suonava più, disattivata prima che venisse l'ora impostata per suonare. Quel giorno aveva indossato un abito fiordaliso, di una squisita tonalità di azzurro, stretto in vita d una cintura di cuoio marrone e con un colletto bianco dalle punte arrotondate. Le maniche erano a tre quarti, lasciandole i gomiti coperti ma metà dell'avambraccio scoperto, per svelare alla destra un raffinato orologi dal cinturino di pelle e diversi braccialetti d'argento e oro le arricchivano entrambi i polsi, tintinnando ad ogni suo movimento. Sembrava essere la raffigurazione di un personaggio fiabesco, svolazzando nel locale con uno strascico di ruote e giravolte, intenta e indaffarata a sistemare le ultime copie del riordino di Animali Fantastici. Servì poi alcuni clienti, tra culi l'abituale Tommy con il suo inseparabile New York Ghost, e in un momento di calma si sedette sul suo sgabello al bancone per iniziare la correzione della bozza del nuovo libro che avrebbe pubblicato il Ghirigoro, il primo che la vedeva come Editore. Per lei era u grande onore, soprattutto perché stimava notevolmente l'autore, una sua vecchia conoscenza che le disegnava sempre un sorriso sul volto. Il nome del uomo le balzò nella mente, ritrovandolo nelle righe che stava leggendo e correggendo, annotando con il suo inchiostro cremisi qualche nota ai margini. Concentrata non si era accorta della ciocca che era sfuggita all'elaborata treccia alla francese nella quale aveva costretto la leonina chioma in quel giorno, realizzando dell'ingombro dorato soltanto dopo che ne aveva quasi inzuppato la punta nella boccetta d'inchiostro. Fu durante questa operazione che il suo sguardo di smeraldo catturò una chioma infuocata aggirarsi fuori dalla vetrina, sbirciando attraverso alcune copie esposte del bestseller di Newt Scamander. << Buongiorno Max...>> salutò la sua commessa non appena questa varcò la soglia d'ingresso facendo risuonare il campanello, un po' scettica riguardo alla sua presenza lì. Sapeva che Max le avrebbe dato il cambio dopo la pausa pranzo e il suo stomaco non aveva nemmeno iniziato a brontolare, quindi non poteva essere più tardi delle undici del mattino. La spiegazione alla ruga di perplessità che si era disegnata sulla sua fronte arrivò senza indugi da Max, con le guance arrossate per lo sbalzo di temperatura, che le spiegò di essere lì per qualche chiacchiera e per acquistare dei libri scolastici. << Molto volentieri, Max, è proprio il caso di scambiare più del solito saluto a inizio/fine dei nostri turni... ma prima parliamo dei libri, che cosa volevi acquistare?>> domandò, con un sorriso genuino sulle labbra, dopo aver riordinato il manoscritto con cura e riposto in un cassetto che chiuse a chiave. Anche lei ci teneva a instaurare un buon rapporto con la sua Commessa, le sarebbe proprio piaciuto avere un rapporto quasi di amicizia con la ragazza che si occupava dei suoi interessi mentre lei era impegnata negli allenamenti sul campo di Quidditch, trovava lodevole che questa iniziativa fosse venuta proprio dalla studentessa.
    << Vado subito a prenderli, anche se so che potresti farlo da sola>> rispose prontamente con una risatina e si mosse con aria sicura nella direzione dove stavano diverse copie di “Erbologia in un’istante”. Il libro aveva una bella copertina argentata su cui erano state applicate delle stoffe verdi che mostravano una pianta in copertina che cresceva e cresceva fino a moltiplicarsi e a far diventare la copia completamente verde. Scelse una copertina che fosse ancora piuttosto argentata, con una pianta rigogliosa ma non ancora ingombrante. La Kennegan stimava che sarebbero dovute passare almeno altre sei settimane prima che la copertina diventasse verde. Si allontanò da quello scaffale per raggiungere quello più vicino alla parete e per prendere “Forze Oscure” questa volte situato proprio alle sue spalle. Era una copertina semplice, blu notte che sembrava quasi nero, sulla quale ogni tanto compariva un bagliore luminoso che la Kennegan immaginava essere una forma di incanto Patronus. Era molto legata a questo tipo d’incantesimo e una serie di ricordi affiorarono sulle sue iridi smeraldine, ma furono ricacciati indietro con un battito di ciglia. Tornò al bancone dove Max la stava aspettando. << Allora, ricapitolando: “Erbologia in un’istanteINT +6 costa 10 Galeoni, “Forze Oscure: guida pratica all’autodifesaINT +8 costa 16 Galeoni. Il tuo totale è di 26 Galeoni.>> spiegò con grande professionalità, sapendo che probabilmente la Lynch le avrebbe pagato un importo esatto al centesimo, conoscendo perfettamente i prezzi dei volumi.
    Dopo aver sbrigato queste commissioni burocratico avrebbero potuto prendersi qualche momento per chiacchierare e socializzare. Max ne era consapevole e subito le pose alcune domande, sempre con quell'aria dolce e sognatrice che tanto le ricordava una sua versione più giovane. << In realtà mi ci sono trovata in mezzo senza accorgermene. L'allora Proprietario era mio insegnate di Divinazione e per qualche motivo mi propose questo lavoro. Avevo tredici anni ed ero una Serpeverde ambiziosa e mi servivano Galeoni per comprare la scopa più veloce di quell'anno. Accettai per il denaro ma ci lavorai per ben quattro anni, appassionandomi molto. Mi è mancato non essere qui...>> Aveva trovato ingiusto, un comportamento davvero ingrato, il modo in cui la proprietà che era subentrata al vecchio Price - che l'aveva assunta quando ancora era una ragazzetta che urlava per i corridoi di Hogwarts - l'aveva messa alla porta. Era rimasta risentita per molto tempo per questo comportamento, soprattuto per via della superbia senza base che aveva dimostrato la nuova proprietà del locale, compresi certi comportamenti dove aveva sparlato alle sue spalle per screditare la Serpeverde. Ma era solo una studentessa all'epoca e nel suo cuore c'era spazio solo per il Quidditch: non aveva subito compreso la proporzione del torto subito, ci erano voluti alcuni anni perché realizzasse quanto ingiusto fosse stato questo atteggiamento. Perdere il Ghirigoro, il suo posto di commessa dopo quasi quattro anni alle dipendenze di Price, era stato un fallimento - degli altri, non suo, ma che aveva comunque condizionato la sua vita- che le aveva causato risentimento per diversi anni. Ma ora sentiva che era venuto il momento del riscatto, della sua personale rivincita per la proprietà che era comunque andata a gambe all'aria dopo pochi anni, perché si era circondata di amici e personale non competente, scegliendo nuovi volti al consueto volto della bionda figlia di Salazar. James Kennegan ora poteva dire, non senza un certo orgoglio, di essere la Negoziante del Ghirigoro e in cuor suo sapeva che presto ne sarebbe diventata la proprietaria. Ma questo non lo disse a Maxine Lynch, promettendosi che lei non avrebbe mai fatto gli stessi errori di coloro che erano venuti dopo Prince. And gone for good. << Che ne dici di venire anche tu qui dietro? Anche se non è il tuo turno, sei sempre ammessa.>> invitò la ragazza a varcare la soglia del bancone e a prendere posto sullo sgabello accanto al suo, per poter parlare con maggiore tranquillità, ma riuscendo comunque a vedere se sarebbero entrati dei clienti o no. << Tu? Come mai ti sei applicata per questo negozio? >> domandò, una volta che la ragazza l'avesse raggiunta, sinceramente curiosa di conoscere di più della storia di Max e di come questa l'aveva portata al Ghirigoro.
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