Una serie di sfortunati eventi

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    Tassorosso
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    Avevi chiesto alla professoressa di Incantesimi il permesso di andare in bagno e mi aveva lasciato andare. Così mi ero mossa in fretta per arrivare fino infondo al corridoio per andare in bagno. In realtà non avevo bisogno di fare chissà che cosa, volevo soltanto riposarmi un attimo dopo due ore trascorse in classe ad ascoltarla parlare della differenza tra fattura e incantesimo che avevamo già affrontato in Arti Oscure e a trasfigurazione e forse addirittura durante il primo anno scolastico, così avevo chiesto di uscire per sgranchirmi le gambe. Ma quando arrivai in prossimità del bagno trovai acqua in terra, una pozza che si espandeva da sotto la porta del bagno. Bussai un paio di volte. C’è qualcuno? Tutto okay?? domandai preoccupata, facendo attenzione a non bagnarmi le scarpe perché non volevo bagnarmi i piedi, non mi era mai capitato qualcosa del genere ed ero molto preoccupata e incuriosita di sapere il motivo di questo allagamento.
     
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  2. Carpe Diem~
     
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    Matthew Ryle
    Pukwudgie
    I mostri non dormono sotto al letto. Loro dormono dentro la tua mente


    Quello era sicuramente uno dei giorni peggiori della sua vita e la divisa zuppa d'acqua sicuramente lo confermava. Eppure la mattina non era iniziata male, si era svegliato come sempre in orario, aveva fatto un'abbondante colazione in Sala Pranzo e poi si era diretto verso la prima lezione della giornata "Arti Oscure". Sembrava uguale a tante altre, tranne forse per il fatto di aver sognato il sorriso dolce di sua madre; sorriso che, in realtà, non poteva neppure essere sicuro fosse quello della donna visto che non l'aveva mai conosciuta.
    Poi quel dannato Molliccio, quella creatura oscura che avevano dovuto affrontare, la sua più grande paura che andava a materiallizzarsi di fronte ai suoi occhi: un neonato coperto di sangue e con gli occhi completamente neri.
    Non era riuscito a pronunciare l'incantesimo "Riddikulus" ed era corso fuori dall'aula senza nemmeno aspettare le parole dell'insegnante o le risate che sicuramente sarebbero arrivate da alcuni suoi compagni di Casa che già lo consideravano un pappamolle.
    Si era rifugiato in bagno per riuscire a riprendersi, singhiozzando abbondantemente, gli occhi rossi e il naso gonfio e, a causa della sua malsana idea di lanciare un incantesimo per rendersi di nuovo presentabile, aveva fatto scoppiare le tubature del lavandino del bagno. Probabilmente perché l'aveva pronunciato malissimo a causa del pianto, ma fatto sta che aveva allagato il bagno e che ora si ritrovava, disperato più di prima, a combattere con l'acqua che continuava a zampillare fuori da quello stupido lavandino.
    Quando avvertì una voce, da fuori la porta, domandare se andasse tutto bene, inghiottì a vuoto e sospirò capendo che ormai non poteva fingere di non aver combinato l'ennesimo disastro. Aprì appena la porta del bagno e incrociò lo sguardo della ragazza.
    Ho combinato un disastro... la faccia era contrita, gli occhi ancora arrossati dal lungo pianto, le guance lievemente scavate per via dell'ansia. Si capiva che era successo qualcosa ancora prima del guaio in bagno. Glielo si leggeva in faccia che non stava affatto bene.

    code made by zachary, copia e t'ammazzo©


    Edited by Carpe Diem~ - 3/2/2020, 16:03
     
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    Tassorosso
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    Cercai di allungare l’orecchio verso la porta chiusa del bagno allagato per sentire eventuali rumori, ascoltando per cercare di capire cosa stesse succedendo in quel bagno. Avvertii un tumore di passi, più che alto sentivo l’acqua fare quel ciaff di quando da piccola saltavo dentro alle pozzanghere per la gioia di mia madre, e dopo poco la poeta si aprì giusto di uno spiraglio fino a mostrarmi gli occhi sconvolti di un ragazzo. Rimasi pietrificata davanti a quel volto sconvolto da qualcosa che era evidentemente successo, dalla frase che ne seguì. Non ero moto brava nelle situazioni difficili ma potevo sicuramente provare a dare una mano al ragazzo. Posso entrare? Non stai ancora nuotando nel bagno quindi la situazione non è così grave... E mi fermai obbligandomi a osservare dritto negli occhi quelli dello studente di fronte a me qualunque cosa di risolverà. Posso aiutarti, almeno lasciami provare... avevo aggiunto con voce decisa, afferrando l’estremità della porta per convincere il ragazzo ad aprire di più la porta. Io sono Eve, puoi fidarti di me... aggiunsi per cercare di convincerlo presentandomi.
     
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  4. Carpe Diem~
     
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    Matthew Ryle
    Pukwudgie
    I mostri non dormono sotto al letto. Loro dormono dentro la tua mente


    Matthew si morse ancora più forte il labbro arrivando a sentire un sapore ferroso sulla lingua: si era spaccato il labbro con i denti e da esso ora fuoriuscivano delle gocce di sangue rosso vivido. Sospirò piano cercando di capire se potesse o meno fidarsi di quella ragazza. Non era della sua Casa, forse l'aveva vista in giro tra i corridoi scolastici, ma non lo ricordava.
    Decise di fidarsi perché sembrava realmente preoccupata per lui, o per la situazione, quindi si spostò da davanti alla porta per permetterle di aprirla e di osservare il disastro che aveva appena provocato.
    Non volevo far scoppiare le tubature... giuro, volevo solo darmi una sistemata e, non lo so cosa ho fatto. Non so perché è scoppiato tutto. il labbro tremò, la voce si ruppe più di una volta e Matthew si sentì di nuovo sull'orlo del pianto. Quella giornata era un disastro ed ora si sarebbe ritrovato a piangere di fronte a una ragazza sconosciuta? Perfetto! Proprio la continuazione migliore.
    Si morse di nuovo il labbro andando a grattarsi la testa con una mano, il peso del corpo che si spostava da un piede all'altro, impossibilitato a stare fermo, troppo imbarazzato ed agitato.
    Aveva paura di scoppiare a piangere di nuovo, aveva paura di quello che gli avrebbero chiesto i suoi compagni di classe una volta ritornato a lezione. Certo, poteva saltare completamente "Difesa contro le Arti Oscure" e passare alla successiva, ma le domande non sarebbero magicamente scomparse. Il professore avrebbe sicuramente avuto da ridire, gli avrebbe chiesto il motivo del suo pianto incontrollato a lezione, di quel molliccio così strano e lui come avrebbe fatto?
    Doveva rivelare ogni cosa agli altri? No. Quello era un suo segreto, era un qualcosa di suo, non potevano obbligarlo a spiegare, no? Poteva sempre dire che era stata una brutta giornata, che quel molliccio gli aveva fatto paura e forse tutto sarebbe rimasto lì. Forse non avrebbero continuato a insistere per scoprire qualcosa, forse se la sarebbe cavata con poco?
    Rendendosi conto di non essersi ancora presentato si agitò ancora di più. S-s-scusami, io sono Matthew... solo Matthew. Se non era obbligato non si presentava con quel cognome che odiava così tanto.

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3 replies since 30/1/2020, 21:13   53 views
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