TEAM ARDEMONIO Vs TEAM BOMBARDA

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    ▬Brad McNeal▬
    TEAM BOMBARDA - BATTITORE

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    Dopo un inizio quanto mai complicato, il team Bombarda si era decisamente ripreso. Gli Ardemonio avevano avuto un calo di concentrazione e il Team, soprattutto il reparto Battitori, avevano approfittato colpendo e facendo quanto più male possibile. Carmen, compagna di mazza di Brad, aveva steso il portatore di Pluffa dell’altra squadra. Il ragazzo era caduto giù dalla scopa e aveva rischiato il peggio se l’arbitro non fosse intervenuto prontamente. Assicuratosi della condizione non eccessivamente grave del Cacciatore avversario, McNeal sorrise alla compagna di reparto per l’egregio tiro. La pluffa era quindi volata verso il basso, dove sia Alaster – per i Bombarda – sia Dean – per gli Ardemonio – si potevano lanciare per la conquista e la relativa azione d’attacco.
    Tuttavia, proprio mentre Brad osservava l’azione, notò un bolide non troppo distante dal gioco dei Cacciatori. McNeal si sarebbe mosso per raggiungerlo il prima possibile e, nel frattempo, guardarsi attorno per cercare la sua vittima. Avrebbe cercato di essere aerodinamico, così da accelerare e da non avere troppo attrito con l’aria. Lo sguardo si sarebbe posato prima a destra e poi a sinistra così da individuare il bersaglio migliore. Scarlett Harvey, Battitrice degli Ardemonio, compagna di squadra di James Kennegan, era lì vicino e, senza di lei, James avrebbe dovuto faticare un po’ di più, perché sì, era una bravissima giocatrice, ma due contro uno era comunque una sfida anche per lei. Arrivato vicino al bolide, Brad avrebbe alzato il busto e avrebbe rallentato l’andatura. Avrebbe caricato il tiro portando la mazza, impugnata con entrambe le mani per dare più potenza, sulla spalla destra, quasi dietro il collo. Per evitare di perdere l’equilibrio o, peggio, di cadere dalla scopa, McNeal avrebbe stretto le cosce al manico e avrebbe incrociato i polpacci. Sicuro della sua posizione, avrebbe ruotato il busto quel tanto che bastava per ruotare di quasi trecentosessanta gradi la mazza e imprimere così tutta la forza di cui disponeva al colpo inferto al bolide. Al momento ritenuto corrette, avrebbe effettuato finalmente tutta la rotazione, mantenendo ben tesi i muscoli e caricando quanto più possibile il tiro. Con rabbia e decisione, avrebbe impattato sulla sfera, che sarebbe stata indirizzata proprio verso la Battitrice avversaria. Dopo il colpo, però, Brad non poteva lasciarsi prendere dall’entusiasmo, motivo per cui sarebbe scattato immediatamente verso l’azione delle Cercatrici e avrebbe cercato di difendere la sua con le unghie e con i denti, se ce ne fosse stata la necessità.
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    Eccolo! Mi ero appiattita sul manico di scopa per partire all’inseguimento del Bocconi d’oro, individuato a poca distanza da dove mi trovavano. Il mio scattò però attirò l’attenzione anche di Eve Moore, la mia avversaria del Bombarda, che si era lanciata al mio inseguimento. Sentivo nel mio corpo pulsare l’adrenalina per quella situazione di gioco, il momento finale della partita era sempre carico di tensione ed emozione e io in qualche modo reagivo molto bene sotto pressione. Ripensai all’addestramento auror, questa mia capacità di mantenere la mente lucida in situazioni di grande pressione forse mi avrebbe reso un auror migliore, anche se a me sarebbe bastato superare indenne il training del Wright, e se ero caratterialmente così forse era anche dovuto agli anni passati nella squadra di Grifondoro a cercare di conquistare boccini all’ultimo minuto. Non dovevo farmi distrarre da inutili sentimentalismi o dalla nostalgia. Mantenni lo sguardo fisso sulle ali che sbattevano del boccino d’oro, così tanto concentrata che riuscii quasi a sentirne il ronzio nelle orecchie. Avevo inseguito diversi boccini nella mia vita scolastica di Grifondoro ma mai mi era capitato di sentire questo fastidioso ronzio. Mi voltai, per osservare sopra le mie spalle quanto distante fosse l’altra cercatrice, ma il mio sguardo notò un ape che cercava di pungermi. Istintivamente cercai di scacciarla con un gesto della mano, ma questa si infilò dentro la mia manica. Mi feci prendere dal panico, addirittura credetti si sentire la piccola bestia pungermi ovunque e anche se stavo procedendo nella direzione del boccino iniziai ad agitarmi. Muovevo il braccio su e giù, come un gabbiano impazzito, scuotendo la manica ma non fui sicura che l’ape fosse uscita. Strisciai il braccio lungo le cosce, sperando in questo modo schiacciare all’interno della manica l’ape. Quando mi sembrò di non sentire più l’insetto camminare lungo il mio braccio cercai di riprendermi, ricominciando a volare nella giusta direzione e a una velocità massima.


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    Sono un po’ nervosa e emozionata, sento le mani che sudano mentre mi stringo forte al manico di scopa. Sto inseguendo Chloe che per prima ha visto il boccino d’oro e quindi cerco di recuperare la distanza che ci divide. In effetti ora che so dove guardare anche io riesco a tenere d’occhio il boccino d’oro. Devo superare la cercatrice avversaria. Qualcosa succede lì davanti perché la bionda so agora e si dimena in aria, come se fossi stata colta da un vero e proprio colpo di fortuna. Approfitto di questa distrazione e cerco di passare in vantaggio, superandola e avvicinandomi al boccino d’oro.
     
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    Chloe Walsh
    Cazzo, cazzo! I miei pensieri correvano veloci a queste e altre imprecazioni che era meglio non esternare per non scandalizzare i bambini, ma erano decisamente fantasiose e molto poco rispettose della divinità. Sentivo ancora il cuore battere forte nel petto dopo il pessimo incontro con l’ape. In Inghilterra un ape a quella altezza non l’avevo mai vista e questo sottolineava quanto la dea fortuna stesse rivolgendo lo sguardo altrove in quel momento. Il mio sguardo era rimasto fisso sul boccino d’oro che ora cercavo di andare a intercettare, superando la Moore che aveva approfittato del mio problema animalesco per portarsi in vantaggio. Non volevo deludere la squadra e rischiare di portarla alla sconfitta, non me lo sarei perdonata. Ma se la dea della fortuna volgeva altrove, la musa dell sfortuna era particolarmente ispirata e mi aveva preso in simpatia - ma che gioia!- quindi in un attimo lucidità avvistati due battitori volteggiare come avvoltoi intorno a noi cercatori: riconobbi la chioma bionda della Kennegan, ma non sapevo dire se la seconda figura fosse amica o nemica. Il colpo di bolide risuonò nello stadio facendomi accapponare la pelle sulla schiena. Avevo capito che la seconda figura era un Bombarda che aveva deciso di prendermi di mira . Strategicamente era una scelta comprensibile ma non potei fare a meno di sbuffare un ”Ma perché tutte a me?” mentre mi preparavo a schivare il bolide che avrebbe cercato di colpirmi. Mi sarei mossa a zigzag, velocemente per confondere il bolide sulla direzione da prendere. Avrei inoltre provato a dirigermi verso la Kennegan senza però distogliermi troppo dalla traiettoria del boccino d’oro perché non volevo perdere ulteriore terreno. Così facendo speravo di aver concesso maggiori possibilità alla battitrice di intervenire a salvarmi dal perfido bolide.

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    Tassorosso
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    Stava andando tutto bene, ero davanti a Chloe e il boccino sembrava alla portata della mia mano quando tutto cambiò. Forse fu un colpo di vento, forse mi sono distratta io, ma la mia scopa si mosse in modo strano, tanto che mi sbilanciai di lato. Avevo paura di cadere, anche se sapevo che l’arbitro avrebbe arrestato la mia caduta ne ero comunque terrorizzata. Cercai di aggrapparmi con tutte le forze al manico di scopa e di ritornare in equilibrio in sella, non volevo cadere. E poi sarei partita di nuovo per cercare di catturare il boccino d’oro!
     
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    James Kennegan
    BEATER - TEAM ARDEMONIO

    Incatenato nello sguardo di smeraldo nulla che avvenisse sul campo di Quidditch poteva sfuggire al controllo dell’irlandese. Anni di allenamento e partite avevano forgiato la sua mente a focalizzarsi sulle singole azioni di gioco e studiarne il divenire, immaginando scenari possibili senza tuttavia perde di vista il presente che la circondava. Ormai questa proiezione le veniva normale, come formulare pensieri nella sua mente, ma non tutti in quello stadium possedevano la sua stessa esperienza. Così mentre cercava la sagoma scura di un bolide che apparisse all’orizzonte, era comunque in grado di vedere e studiare l’evolversi della partita. Con i Bombarda in possesso Pluffa e con la sua squadra con un Cacciatore in meno, era quasi impossibile sperare in una difesa che contrastasse un probabile goal degli avversari. Per questo motivo era fondamentale per garantirsi la vittoria che Chloe Walsh, Cercatrice di Ardemonio, conquistasse il boccino d’oro regalando tutti i centocinquanta punti al team vestito di rosso. Abbassata sul manico di scopa, aveva cercato di assumere la posizione più aerodinamica possibile per guadagnare velocità e stare al passo con le inseguitrici della sfera alata. Anche nelle file dei Bombarda c’era una Battitrice che aveva avuto la sua stessa idea: la stessa che aveva abbattuto il Garrison al suolo. Lo sguardo di smeraldo lanciò un occhiata di monito nella sua direzione, perché se il gusto del sangue l’aveva gasata tanto da doverne cercare altro, avrebbe avuto a che fare con la Kennegan prima che il bolide potesse colpire il suo Cercatore. << Ti copro io Chloe!>> tuonò l’irlandese roteando in aria la mazza e aumentando la pressione sul duo di inseguitori. Dieci, cinquanta, cento metri dovevano già aver percorso, lo sguardo della Kennegan che non si fermava mai troppo a lungo sulla nuca bionda della Walsh, sul cielo azzurro o sul volto della Krueger. E poi lo vide arrivare, dalla parte opposta. In realtà il primo senso a mettersi in allerta fu l’udito e l’istinto la portò a riconoscere l’antico brivido che sempre l’attraversava in presenza di un bolide. Odio e amore e il delicato equilibrio che univa in una relazione ogni battitore a un bolide, ma dopo le recenti ferite prevaleva senza dubbio l’odio. E come se lo avesse saputo la sfera matta aveva preferito tenersi alla larga dall’indomito fuoco d’Irlanda, prediligendo il più tenue torpore della Krueger. Assetata di sangue e gloria, poteva comprenderla perché in tempo anche lei era stata in quella stessa trance agonistica, la battitrice avversaria rilanciò la sfera sulla Walsh. Hai scelto... molto male, Carmen commentò nella sua mente con un ghigno sadico mentre il corpo si era già proteso in avanti e la scopa era stata spinta in modo da intercettare la traiettoria. Balzò in quella direzione con la stessa prodezza di un leone che parte in un agguato, frapponendosi con forza brutale a quell’impatto ed eseguendo con il polso una decisa rotazione della mazza, una zampata in grado di allontanare il bolide. I muscoli della schiena si infiammarono nella torsione, riusciva a sentire le fibre contrarsi lungo il trapezio e nelle fasce muscolari di spalla w braccio, la macchina perfetta che era il suo corpo si era messa in moto, allenato e nato per un solo e preciso scopo: colpire bolidi. L’impatto della mazza sul bolide avrebbe risuonato con maggiore forza di quanto accaduto fino a quel momento, un gesto intrinso di forza bruta ma anche di una precisione da cecchino: la sua intenzione era quella di ricambiare la sua avversaria con la stessa medicina. Avrebbe mirato alla spalla della Moore, già instabile sulla scopa. Non le importava che fosse una studentessa, minorenne e quant’altro: nel campionato degli adulti non c’era posto per i pesciolini piccoli e lei era lo squalo di quell’acquario.
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    DEAN LAWRENCE
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    Non aveva fatto tempo a pensare che il fisco del Garrison non fosse adatto per subire colpi di sorta, pensava più che altro a contrasti corpo a corpo per la contesa della Pluffa, che venne sbalzato via dalla scopa da un colpo di bolide. La scena di per se fu davvero agghiacciante, soprattutto perché in quel momento i due ragazzi volavano affiancati e Dean era quasi sicuro di aver sentito lo sterno o qualunque altra ossa ci fosse lì sotto infrangersi. Una smorfia piegò le labbra del Lawrence in un espressione di disgusto e orrore, non ricordava quanto potesse essere violento il Quidditch, in effetti aveva sempre guardato ai vantaggi post partita (ragazze, molte ragazze!) e non aveva mai riflettuto sulle fratture e contusioni che ci si poteva procurare. Si era perso nei suoi pensieri e non aveva notato che la Pluffa era caduta verso il suolo, si era mosso rapidamente ma non abbastanza da battere in velocità quella faccia oscena del Lagrein. A pelle gli stava antipatico. Sentí la Kennegan spronare lui e la compagna cacciatrice, si limitò a annuire con il capo, troppo contentato sulla prossima mossa da compiere. Si sarebbe avvicinato a grande velocità al Lagrein, assestandogli una decisa spallata per cercare di sbilanciare il suo equilibrio e contrastare il contropiede.
     
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    Da un'altra parte rispetto a dove si trovava Brad McNeal, che aveva provato a dare filo da torcere a una delle Battitrici avversarie, si trovava Carmen Krueger che, notato un nuovo bolide, poteva mietere una nuova vittima, dopo aver già abbattuto un Cacciatore rivale. Carmen era in forma quel giorno e lo stava dimostrando. Se ci fosse stata qualche squadra professionistica che stava guardando la partita di beneficenza, avrebbe di certo attirato l'attenzione e chissà, magari in futuro avrebbe potuto firmare per qualcuno. Concentrata sul bolide, la Battitrice del Team Bombarda si concentrò sui possibili bersagli. Vide davanti a sé proprio Chloe Walsh, Cercatrice del Team Ardemonio. Se avesse colpito lei, la loro squadra avrebbe avuto la vittoria in tasca o quasi. Abbattere un Cacciatore in possesso di Pluffa e la Cercatrice avrebbe portato alla Krueger il titolo certo di MVP della giornata. Tuttavia, i pensieri della Battitrice passarono ad altro. Accanto alla Walsh si trova anche la compagna Eve Moore, anche lei Cercatrice. Se avesse sbagliato la mira? Se presa dall'emozione e dalla pressione avesse tirato male? Deglutì al solo pensiero, sempre più consapevole che ormai doveva prendere una decisione. Le parole della Kennegan, Battitrice di fama mondiale, convinsero Carmen ad un cambio di strategia immediato. Mirare alla Walsh con un mostro sacro come James Kennegan lì accanto poteva portare a solo due conclusioni: la prima era sbagliare mira per la pressione e colpire Eve Moore; la seconda era tirare bene verso Chloe ma vedere il bolide intercettato, ovviamente, da una giocatrice professionista del livello della Kennegan. Motivo per cui, la strategia di Carmen diventò opposta. Lei avrebbe spedito il bolide il più lontano possibile dall'azione delle Cercatrici, così da non permettere alla Battitrice dell'Ardemonio di poter colpire con l'arma che più preferiva. Eve se la doveva vedere da sola quindi, ma Carmen credeva in lei: ce la poteva fare! Perciò, con la mazza pronta, la Krueger si spostò leggermente di lato per cambiare bersaglio. Strinse le gambe alla scopa, per mantenere l'equilibrio e non cadere. Aspettò il momento ritenuto giusto, continuando ad osservare il bolide in avvicinamento, prese la mira e, assicuratasi di non poter colpire compagni di squadra o tifosi di alcun genere, provò a colpire il bolide con tutta la forza che aveva in corpo per mandarlo lontano, lontanissimo dall'ultima azione che poteva valere la partita. I muscoli avrebbero dovuto sentire la pressione della mazza che impattava contro la sfera e il movimento finale del polso avrebbe dovuto indicare la direzione del bolide. Eve Moore doveva fare presto adesso: tutto era nelle sue mani!

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    Alaster Lagrein

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    Manteneva la Pluffa salda sotto braccio, un sorriso smagliante illuminava il suo volto. Ovviamente questo era il suo momento di gloria. Con un tuffo degno del miglior nuotatore al mondo aveva fatto sua la Pluffa, infondo era abituato a prendersi quello che voleva, e nelle orecchie era più che certo di aver sentito la folla acclamante. Già vedeva il nome urlato dalle labbra di tutti gli spettatori, nel suo timpano rimbombava un continuo A-la-st-er! A-la-st-er! orde di tifosi adoranti avrebbero invaso il campo di quidditch, acclamando e portandolo in trionfo, mani e mani sul suo corpo. E ovviamente lui era la superstar di quella partita, non poteva essere altrimenti, anzi, si domandò se il Quidditch fosse davvero un gioco a squadre. Lui vedeva soltanto se stesso in campo. Almeno finchè il brutto muso del Lawrence non si propose nel suo campo visivo, con una poderosa spallata che il fisico allenato dalle innumerevoli partner sessuali, ovviamente contrastò senza problemi. Era il suo momento di gloria e non avrebbe permesso al biondo con i capelli a spazzola di rubargli la scena. cercò di accelerare sulla scopa per allontanarlo, arrivando davanti agli anelli e al portiere avversario. Il Lagrein non aveva mai avuto ansie da prestazioni, anzi la sua prestazione era sempre stata eccellente e lo sarebbe stata anche quella volta. Afferrando la sfera con entrambe le mani l'avrebbe sollevata sopra la testa e con un colpo di reni avrebbe effettuato il tiro verso gli anelli, in particolare quello di sinistra. La sinistra è la mano del diavolo, lui era sicuramente destinato a quello. E alla folla acclamante che non desiderava far altro che esplodere in un boato con un solo nome: ALASTER!

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    DEAN LAWRENCE
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    Era sicuro di aver dato una bella botta al Lagrein, che anche se non si era scomposto doveva aver sentito comunque un certo dolore al braccio, di questo fatto ne era certo perché sulla sua spalla si stava irradiando un certo tepore, un dolore che iniziava a farsi strada lungo l’arto. Ad ogni modo se la forza bruta non aveva funzionato una volta non voleva dire che avrebbe continuato a non farlo. Il Grifondoro non era certo qualcuno che desisteva facilmente e questo fallimento non lo scoraggiò. Si dondolò indietro e avanti sulla scopa per darsi slancio per una partenza ad alta velocità, magari per guadagnare qualche metro al Lagrein e contrastarlo. Cercò di infastidirlo, zigzagando attorno a lui e cercando di intralciare la sua traiettoria, costringendolo a rallentare o a scontrarsi ancora contro di lui, questa volta però teneva il gomito liberamente esposto. Quando si avvicinarono troppi agli anelli capí che il Bombarda avrebbe provato il tiro e che erano le ultime battute per la sua difesa, poi sarebbe stato tutto nelle mani del portiere. Avrebbe cercato di infastidirlo quando lui si fermò per prendere la mora, la sua strategia sarebbe stata quella di sbracciarsi per ostruire la sua visuale e impedirgli di tirare con precisione agli anelli della sua squadra.
     
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    Ghiaccioli
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    Partita Conclusa.
    Come provino abbiamo deciso di non far vincere nessuno. Questa era una prova per me e per voi.
    Grazie per la partecipazione!

    Seguiranno istruzioni del Master


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    Grazie a tutti per la partecipazione.

    In condizioni normali la partita sarebbe stata vinta dal Team Ardemonio per 150 a 10, con goal di Alaster Lagrein per i Bombarda, ma in generale le vostre prestazioni sono state ottime.

    Come già detto questa Simulazione è valida come colloquio: tutti i partecipanti hanno superato il provino
     
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