Shopaholic

Dopo avere messo piede fuori da Ollivander, non tornò subito a casa, come avrebbe dovuto. La studentessa decise di concedersi qualche momento per se stessa. Era da tanto che non tornava, lì, a Diagon Alley e sentì l'esigenza di esplorare, per vedere se e cosa fosse cambiato.
Camminava lentamente, prendendosi del tempo per sbirciare le botteghe, che giudicava più interessanti. Gli occhi verde-nocciola si spostavano pigramente da un dettaglio all'altro. Esaminò tutto l'ambiente circostante e fu sorpresa di constatare che niente era cambiato.
Persino la gente, dedusse dopo un'occhiata, sembrava la stessa. Non fosse stato per le deducibili età anagrafiche, sarebbe riuscita a distinguere adulti e studenti dai loro comportamenti. Mentre i primi erano più composti, i secondi trasudavano un entusiasmo, che lei riusciva a capire benissimo. Aveva diciassette anni, ma la meraviglia ed il desiderio di esplorare ogni singola bottega era tale e quale a sei anni prima. Una spinta, potente, che non avrebbe potuto contrastare, nemmeno se avesse voluto.
Si avvicinò alle vetrine, spingendo il naso sottile contro il vetro. Con le palpebre socchiuse, cercò di spiare all'interno. La mano destra la schermava dai timidi raggi di sole, che, nonostante il cielo plumbeo, avevano deciso di fare capolino. Intenta com'era ad esaminare i vari prodotti esposti, non pensò di potere infastidire qualcuno. Lo facevano tutti e lei era solo una dei tanti studenti accalcati davanti ai negozi.
Una voce la distrasse e la invogliò a voltarsi. Madeline si ritrovò di fronte ad un duo litigioso. Stavano discutendo su una gonna sfilacciata? Aggrottò la fronte, cercando di capire di più.
L'essere considerata una ficcanaso non la disturbava, perché, se avessero voluto, le due ragazze avrebbero potuto litigare altrove. Ad occhio e croce, dovevano avere all'incirca l'età dell'americana, forse un paio d'anni in meno. Maddie ignorava la ragione, che le spingeva a sbottarsi contro in quella maniera, pubblicamente. Non che le importasse, erano quasi divertenti da guardare, in un certo senso.
Si voltò, muovendo bruscamente il capo, per chiedere delucidazioni ad uno degli altri involontari spettatori. La certezza, che uno di loro potesse colmare le proprie lacune, la spinse ad agire, senza vergogna.
Aprì la bocca, umettandosi le labbra, ma, appena prima di intavolare il discorso, lo sguardo le cadde sul Madama McClan.
Quando era stata l'ultima volta che si era presa una divisa nuova? Ora che le veniva in mente, la gonna stava diventando un po' troppo corta per lei. E, inoltre, il tessuto si doveva essere certamente scolorito.
Ignorò la verità. Non era cresciuta di statura durante lo scorso anno e, di certo, non si poteva dire che la stoffa fosse poi così lisa. Spinse la porta, perché lo voleva. Cedette al desiderio, varcando la soglia dell'ingresso e, subito, si sentì più contenta.
"Buongiorno, ho bisogno di una divisa nuova per la scuola di Ilvermorny. Sono una Thunderbird" cinguettò, avvicinandosi al bancone.
"Sono diventata più alta e non voglio indossare una gonna che sia più corta dell'accettabile, sa" proseguì, portando giustificazioni infondate e non richieste. Stava spendendo del denaro per qualcosa di cui non aveva bisogno. Comprava una divisa nuova perché la voleva, non perché le servisse.
"Penso mi servirà anche una sciarpa, fuori mi sembra un po' ventoso". Un sorriso tirato accompagnò il movimento dell'indice, che puntava verso fuori. Oltre il vetro, non c'era uno spiffero d'aria.