[ESPERIENZA 10] - mayday

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  1. Adeline Walker
     
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    -Merlino vi benedica!-

    Adeline diceva tante cose con Merlino in mezzo ma quasi mai queste implicavano una benedizione.
    Questione di abitudine - o di maleducazione, l'avrebbe rimproverata qualcuno, anche se di certo non sua zia Ada visto che era stata la prima ad iniziarla al vocabolario più forbito che la strega conoscesse tutt'ora.
    C'est la vie.
    La biondina, già di di corsa, aveva velocemente alzato un braccio in segno di muta risposta alla strega che, ormai rimasta decisamente indietro, aveva ringraziato lei e .. boh.
    Le iridi bicromatiche della ex Corvonero infatti, non volendo perdere di vista quella cucciola di strega più svelta ed agile del previsto, non avevano potuto vedere il giovane mago che similmente a lei, era accorso in aiuto della sconosciuta, ma quantomeno i neuroni bronzo blu ebbero il tempo di ipotizzare l'idea un istante prima che Adeline tornasse a rivolgere completa attenzione al suo bersaglio mobile.

    -Mphf.-
    Si lasciò scappare dalle labbra socchiuse, ringraziando diverse divinità per la quantomeno sufficiente preparazione atletica – chiamiamola così, dai – che le permetteva, scarponcini non adatti alla corsa inclusi, di restare dietro alla streghetta... per i primi quindici secondi circa.
    Adeline si fermò, arrendendosi all'idea che aveva appena perso completamente di vista la bambina.
    L'aveva inseguita sino ad imboccare quella che era l'ormai incolta e serpeggiante strada che portava ad Hogwarts, la sua vecchia scuola, ma attualmente della piccola sembrava non esserci più traccia.
    Un velo di sudore ad imperlarle la fronte – troppo buona ad averla chiamata preparazione atletica mh - le mani da pianista furono portate ai fianchi, mentre la testolina dorata si muoveva leggermente e lo sguardo marino osservava attento l'ambiente circostante:
    sembrava di essere in una foresta. L'erba lasciata crescere, abbattuta unicamente dal gelo e dalla neve delle ultime settimane, si presentava lunga, troppo lunga, ingiallita e disordinata.
    I rovi che ne facevano da padrona poi complicavano ancor di più la situazione, ed Adeline non si sorprese quando notò che la vegetazione infittita le arrivava sin sopra alle caviglie.
    Prese un lungo respiro, e veloce afferrò con la mancina la bacchetta, sino a quel momento al sicuro nel suo rifugio in cuoio legato alla coscia sinistra.
    Si guardò indietro, là da dove era venuta, mormorando subito dopo un -Guidami- al catalizzatore perchè tramite l'incanto quattro punti avesse presente la direzione dalla quale era arrivata e.. la direzione che stava per prendere.
    Agile, veloce e piccola quanto voleva quella streghetta, ma d'altronde ogni corpo ha un suo peso ed una sua massa, ed Adeline- già abituata per lavoro all'inseguimento e ritrovamento delle più disparate creature, magiche e non – sapeva che in fondo si trattava come al solito di trovare e seguire delle tracce: e in quello per fortuna, sì che era allenata sul serio.
    La londinese riprese così a muoversi, seguendo quello sfocato sentiero creato dai passi leggeri della bambina avanti a lei che un suo sguardo più attento era riuscito a distinguere in quel groviglio di erba e piante selvatiche.
    Poi, una manciata di minuti dopo, un lieve abbozzo di sorriso sul volto diafano della ex Corvonero, finalmente di fronte ad un piccolo nido di confusione.
    La chiamò così, tra sé e sé, quella limitata parte di vegetazione schiacciata dal peso del dubbio e della confusione per l'appunto, che probabilmente – ipotizzò la biondina – aveva visto poco prima la streghetta indecisa sul da farsi: accidenti quante volte le era capitato da bambina, nelle sue escursioni in solitaria degli ampi appezzamenti di terreno che circondavano il manor di famiglia.
    La strega si pose al centro di quel “nido” e si abbassò, molleggiando un poco sulle ginocchia per porsi all'ipotizzata altezza di quella piccola sconosciuta, osservando così lo spazio circostante da quel punto di vista: piante. Piante ovunque, arbusti, rovi, altre piante.
    Una bambinetta sola, lontana dalla madre, all'inseguimento di un lontano bagliore che agli occhi di una giovane adulta come Adeline era chiaramente un fioco patronus, ma a quelli ingenui e inesperti di una bimba come lei.. cosa poteva essere, se non sinonimo di avventure, scoperte e Morgana sa cos'altro?
    Lo sguardo verde azzurro scrutava attento, alla ricerca di dettagli, indizi, qualsiasi cosa le fosse tornata utile in quel bizzarro inseguimento: poi, così simile al leggero tracciato seguito sino a quel momento, il segno di arbusti spostati di lato ed un peso leggero, ma pur sempre un peso, ad appiattire l'erba sino a ..e quello cos'era?
    La strega si ritrovò inginocchiata sul terreno, il naso ad un soffio da un arbusto spinoso: il pelo di creature magiche e non poteva variare sotto tanti aspetti, lunghezza, colore e sfumature, persino l'odore poteva cambiare. Ma quelli.. quelli erano capelli. Ed essendo all'improvvisata ricerca di una streghetta fuggitiva.. per ora, quella sembrava essere la strada migliore da intraprendere.
    Adeline si guardò ancora un po' attorno, per poi finalmente rialzarsi in piedi e prendere la sua decisione: si sarebbe mossa seguendo l'ipotizzata direzione della bambina, considerando quella piccola ciocca di capelli come un flebile punto di partenza.. seppur il vero obbiettivo rimaneva trovarne ben altri di indizi come quelli, e infine la streghetta stessa, possibilmente illesa.
    Un ultimo sguardo al sentiero dal quale era giunta e poi.. la selva – si sperava – non così tanto oscura.
     
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16 replies since 11/3/2020, 11:35   444 views
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