[ESPERIENZA 10] - mayday

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  1. Adeline Walker
     
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    Meraviglioso, il corpo umano.
    Ad uno stimolo stressogeno, il sistema nervoso centrale e periferico si attivano ad una velocità a dir poco disarmante: per favorire le risposte più favorevoli alla sopravvivenza dell'individuo – fine primario e ultimo dell'organismo mero a sé stesso – ovvero principalmente o l'attacco o la fuga, in appena un battito di ciglia si susseguono varie risposte neuroanatomiche.
    Innanzitutto, il battito cardiaco aumenta. Il cuore deve pompare più velocemente il sangue, che si deve fare carico di più ossigeno da trasportare in giro per il corpo.
    In giro, ma non a caso, questo mai: vengono infatti prediletti gli arti inferiori e superiori, per far sì che siano funzionali e pronti al movimento.
    Passano invece in secondo piano, processi quali la digestione, il bisogno di espletare i propri bisogni, la sudorazione, il senso di fame e/o di sete.
    Tutto il sangue possibile, viene diretto dalla forza motrice primaria, a braccia e gambe. Ossigenato, quindi anche i polmoni iniziano a lavorare di più.
    Entra in circolo l'adrenalina, grazie al sistema endocrino ormonale, che facilita questi passaggi.
    Le pupille si dilatano, diminuisce la salivazione, l'attenzione si fa altamente focalizzata.
    Ogni parte di quella persona, si modifica, si adatta, perchè l'organismo abbia le più alte possibilità di sopravvivenza in quelle condizioni di minaccia e pericolo avvertiti.

    E Adeline, eccome se avvertiva il pericolo.
    Le membrane timpaniche pulsavano, al ritmo sostenuto di quel muscolo cardiaco che tanto aveva sfiorato la morte come mai sino a quel preciso momento.
    La giacca, appena toccata dalla freccia, mostrava un graffio appena visibile sulla superficie, ma che alla strega sembrava bruciare tanto quanto una ferita aperta.
    Dopo aver riposto la bacchetta il più velocemente possibile nella sua custodia, avendo compreso la delicata situazione in cui probabilmente si era andata a cacciare, la londinese aveva alzato lentamente le braccia e le mani sopra la testa, andando così a spiegare pressochè alla cieca le sue intenzioni a quegli invisibili occhi boschivi.
    Qualche attimo dopo, un sospiro di sollievo e tensione al tempo stesso: centauri.
    Aveva visto giusto.
    Non che questo migliorasse la situazione, anzi.
    -Non ci sono bambine.-
    Con sguardo adorante – perchè si, prossima alla morte o meno, l'adorazione di Adeline rivolta alle creature magiche e non era inscalfibile – la ex Corvonero aveva lasciato scorrere lo sguardo bicromatico lungo le possenti figure per metà umane e per metà equine: la prima, armata, mostrava un morbido pelo fulvo, il corpo muscoloso e prestante, in entrambe le sue parti, dalle braccia tese dietro all'arco, alle zampe con lucidi zoccoli in fondo.
    Il secondo invece, che aveva appena parlato, di un marrone chiaro, pastoso e brizzolato, seppur serio e con voce ferma, sembrava evidentemente più disposto al dialogo.
    Adeline, con i palmi sempre ben aperti e in alto in segno di buone intenzioni e pacifica resa, cercò di abbozzare un breve sorriso al primo centauro, non volendolo ignorare sebbene non avesse proferito parola e le stesse puntando contro un'arma bianca non da poco per poi rivolgersi al secondo che le stava rispondendo: -Non mi inoltrerei mai nei vostri territori, se non con davvero delle buone motivazioni.- iniziò quindi la strega, con voce chiara e quanto più tranquilla le riuscisse. Sapeva che specificare il suo ruolo nel Ministero come dipendente del livello che effettivamente si occupava anche dei rapporti tra la popolazione magica e la loro.. sarebbe stato completamente inutile. Questo però, non significava che non averebbe potuto sfruttare le conoscenze che derivavano, da quel lavoro. Come ad esempio, il fatto che i Centauri oltre che estremamente non amanti della magia e quindi dei “portatori di bacchette”, fossero anche estremamente territoriali e sospettosi di fronte a sconosciuti invasori.
    Nonchè, a dispetto di ciò, fossero anche fondamentalmente pacifici, amanti della natura.. proprio come lei. E buoni con i cuccioli. Di qualsiasi natura egli fossero.. proprio come la bambina che stava cercando.
    -Non credo che darvi la mia parola vi farebbe fidare davvero di me e più che la resa non saprei come altro mostrarvi le mie buone intenzioni. Poco lontano da qui, ad Hogsmeade, ho visto una bambina iniziare a correre per seguire un baluginio argentato, probabilmente un Patronus. La madre l'ha chiamata più volte ma non è stata in grado di seguirla. Così ho cercato di aiutarla, rincorrendola, ma è scomparsa alla mia vista poco dopo.. sono arrivata sino a qui seguendone le tracce, sul terreno.- Cercò di spiegare in breve, seppur con calma e sincera sino all'ultima virgola -Si chiama Helena. Ha capelli castani, una giacca blu e dei pantaloni scuri. Io l'ho vista solo da dietro e di sfuggita ma.. le tracce che ho seguito io sino a qui, potreste benissimo riconoscerle anche voi stessi.-
    Tentò in ultimo, ben consapevole che, se avessero voluto, quelle che a lei erano parse flebili tracce del passaggio della streghetta, ai loro occhi sarebbero spiccate come orme di un Dorsorugoso Norvegese nel bel mezzo di una pianura desertica. Con tanto di frecce indicatrici multicolore.
    -Hai a che fare con quell'altro?-
    La seconda domanda della creatura, spiazzò tuttavia la strega: dalla risposta al plurale della madre della bambina, aveva intuito che una seconda figura era accorsa in aiuto.. magari si riferivano a lei o lui che fosse?
    -Io.. mi dispiace ma non so a chi vi stiate riferendo. Credo che una seconda persona stia come me cercando di aiutare la bambina ma..- quel Patronus, che poco prima aveva citato nel cercare di spiegarsi ai centauri.. da qualche parte doveva pur venire. Era comparso ai margini del paesino magico, flebile, ma Adeline lo aveva riconosciuto bene sin dai primi istanti sebbene poco dopo si fosse diretta a rotta di collo dietro alla bambina.
    Bambina che cercando di inseguirlo.. si era ritrovata lì, proprio come Adeline che stava inseguendo lei. Un amo, a cui aveva abboccato un pesce, a cui aveva abboccato un pesce ancora più grande. Ma da qualche parte, quell'amo doveva essere stato lanciato, e se il Patronus stava tornando dal suo creatore così come l'esca – e tutti i suoi pesci - torna alla canna...Significava anche che chi aveva prodotto l'incanto, doveva trovarsi nel bosco, sia che la bambina fosse sulla direzione giusta, sia che si fosse persa sotto ogni aspetto possibile della situazione. Un po' come Adeline dietro di lei.
    -Il Patronus che ha cercato di inseguire la bambina che sto cercando, l'ha portata sino dentro a questi boschi. D'altronde è solo.. è solo una bambina, probabilmente non lo ha riconosciuto, nè ha pensato alle conseguenze dei suoi gesti. Ma questo può significare che qualche altra persona si è persa, o è in difficoltà tra questi alberi, ancora prima di Helena. Per favore, voi avete visto qualcosa o qualcuno?-
    Le mani, ancora con i palmi aperti sopra la testa, avevano le punte delle dita ormai intorpidite dal freddo e dalla posizione scomoda.
    La freccia puntata ancora contro e la bacchetta nascosta nella sua custodia poi, di certo non miglioravano il senso di sicurezza della strega.
    Ma piuttosto che cedere a quell'istinto primordiale di attacco o fuga che tutto il suo corpo le stava implorando da secondi parsi interminabili.. piuttosto, la morte. Questa era la motivazione ferrea della ex Corvonero. Inscalfibile, come la roccia.
    Ma non come la sua giacca.
     
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16 replies since 11/3/2020, 11:35   444 views
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