[ESPERIENZA 10] - mayday

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    [Esperienza 10]
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    M A Y D A Y

    chapter 6

    Ci fu uno scambio di sguardi tra i due centauri, una conversazione silenziosa dalla quale si evinceva comunque una certa urgenza, tale da cancellare il resto delle parole della strega, che si interruppe con un lieve cenno del capo di Nemion, una risposta affermativa a qualunque fosse stato l'argomento della loro conversazione. «Le ombre.» disse con voce grave, dimenticandosi quasi per un attimo della strega che avevano catturato. Ma quella era un conversazione privata e fu impossibile scordarsi del terzo incomodo, con le braccia ancora sollevate in segno di resa. Spesso i centauri dimenticavano che erano in parte umani anche loro, cercando di rinnegare quella parte, ma una scintilla di umanità si accese nello sguardo di Nemion, ancora velato di preoccupazione dalla rivelazione precedente. «Abbassa le braccia straniera.» Non era dato sapere alla strega se questa svolta compassionevole fosse stata innescata dalla rivelazione sulle ombre o se in qualche modo, sotto il petto villoso del Centauro, vi fosse un cuore buono. Il dito indice della creatura indicò un punto indistinto in mezzo alla fitta vegetazione, verso cui si catalizzò anche l'attenzione di Meletorio rimasto nelle retrovie con il suo bel arco teso e una freccia incoccata. Seguì una nuova conversazione privata tra le due creature magiche, con Nemion che proseguì portandosi davanti al trio per fare strada e lasciando un ampio corridoio di era schiacciata nella quale procedere con agevolezza. «Sembra che la tua cucciola sia passata di qui.» Per la prima volta il Centauro dal pelo fulvo aveva rivolto parola alla strega, anzi aveva parlato, ora che le orecchie del suo capo erano protese in avanti e difficilmente avrebbero colto la conversazione alle sue spalle. Anche se restava minaccioso nella sua figura possente e maestosa, con la freccia ancora pronta a trafiggere un bersaglio, il suo volto appariva bello, con una folta barba ben curata che cresceva sulla mandibola, e gli occhi apparivano quasi come dolci e rassicuranti, nonostante il contesto.
    Se la Walker voleva sperare di avere più informazioni o avesse voluto soddisfare la sua curiosità quello sarebbe stato il momento giusto.

    Più in là nella foresta, ma non troppo, il giovane Centauro scalpitava all'idea di aver scovato un essere umano vagare nei loro territori, uno di quelli che poteva aiutarli a risolvere il mistero dell'altro. Non era quindi solo per spirito di avventura, che pure lo muoveva ad essere più gentile e affabile degli altri della sua specie, ma anche per una necessità che nelle ultime settimane era diventata sempre più impellente per Nemion da risolvere. Si beò della sicurezza che il Wampus aveva dimostrato rispondendo in maniera affermativa alla sua ultima domanda, rivelando una sicurezza che raramente aveva sentito dalle storie appartenere agli esseri umani. Si stava convincendo di avere tra le mani una carta vincente, che avrebbe sicuramente sbaragliato anche il muso burbero di Nemion. «Scommetto che sono più veloce io a incoccare una freccia pur avendola ancora nella faretra di te con quel legnetto.» sorrise, mantenendo il tono della conversazione basso e muovendosi con estremo silenzio al fianco del mago, considerata la stazza della creatura era notevole quanto si muovesse con agilità e senza emettere alcun rumore. «L'altro.» fece eco alla domanda che il suo compagno di viaggio gli aveva posto sfregandosi due dita sul mento, come a cercare di trovare una spiegazione che per l'umano avesse senso. «Quello che ha portato le ombre. Sono due mesi che appestano la nostra foresta.» scosse il capo, la voce aveva perso lo smalto goliardico della precedente battuta, rivelando di nuovo un aspetto serioso, quasi preoccupato, della creatura magica.


    L'urlo, terribile e agghiacciante, forse proprio della bambina ma non si poteva essere certi, mise sull'attenti tutti i centauri, che sebbene a distanza tra loro nella foresta udirono chiaramente: Nemion e Meletorio lo percepirono sulla destra, estremamente vicino, mentre Actetes lo avvertì in una relativa lontananza, ma arrestò la sua andatura. Furono Meletorio e Actetes a rivolgersi ai due esseri umani con una spiegazione criptica.«Le ombre hanno preso qualcuno.»
    aries anaken black ✖ adeline walker

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    Ghiaccioli
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    Nello stato pseudo dissociativo in cui la mente di Adeline Walker stava iniziando a svicolare per mero istinto di sopravvivenza, sia la strega adulta – ancora immobilizzata lì nel bel mezzo del nulla, irrigidita allo stremo dall'arco ben teso la cui freccia puntava dritta contro di lei e dallo stress e paure percepite come poche altre volte nella sua vita sino a quel momento – sia la Adeline bambina - che fragilmente ingenua, beata saltellava da un cespuglio ad un altro – non poterono non notare la silenziosa conversazione che per svariati secondi sembrò agitare animi e fronde boschive.
    Gli sguardi bicromatici di Realtà ed Illusione sondarono con estrema curiosità ed una venatura di crescente agitazione il mutuo e muto scambio di messaggi da parte dei due Centauri: una parte della londinese – quella rigidamente votata al raziocinio e schematico ordine, rigore e prestanza impeccabile – sapeva che la ex Corvonero doveva tornare completamente in sé, e doveva farlo anche piuttosto in fretta.
    Disposizione o meno alla dissociazione difensiva, qualcosa di molto più grande di lei – e soprattutto più grande di quella semplice freccia e di quelle due creature alla fine solo in difesa del loro territorio – stava prendendo vita e forma e questo avrebbe richiesto ogni più piccola briciola del suo Sè nucleare e coesivo, presente e pronto all'azione.
    -Le ombre.-
    Un battito di ciglia e la piccola Adeline svanì silenziosa così come era apparsa.
    Mille e uno immagini si stavano ora affacciando dietro allo sguardo di bosco e di mare, immagini di feriti, di caos, di combattimenti e distruzione, di odio, seppur tutto ingegnosamente nascosto dietro una macchinosa facciata di promesse di libertà, vittorie e pace.
    Immagini di una realtà non poi così lontana, anzi, che aveva visto soltanto che pochi mesi addietro la cattura di uno dei più potenti maghi oscuri della storia, G. Grindewald – e i suoi seguaci? Tutti i suoi seguaci che dalle ombre apparivano e nelle ombre tornavano? - e la scomparsa del potente obscuriale che per settimane aveva scatenato la sua furia per le strade di New York.
    -Le ombre. Quali ombre? A che cosa vi state riferendo, che genere di ombre, creature, magia oscura, incantesimi, di che cosa state parlando!?.-
    Gli occhi azzurro-verde della strega erano sgranati, le labbra socchiuse mentre solo la peggiore delle possibilità si faceva strada nelle svariate ipotesi che attraversavano la mente dorata della londinese – le ferite di quella non-poi-così-tanto silenziosa battaglia infatti, inflitte nel cuore di pressochè tutta la popolazione magica, specialmente quella inglese, Adeline-amo-tutto-e-tutti-incodizionatamente compresa, erano d'altronde ancora aperte, nel lento tentativo da parte dei magici di ricucirle e rimarginarle come possibile: ma come è sufficiente ad un braciere appena spento una minuscola fiammella per tornare più vivo e caldo che mai.. alla Bronzo Blu era sufficiente una parola di troppo – letteralmente in questo caso – una parola dal dubbio significato per riaccendere terrori che sperava essere semplicemente passati.
    -Abbassa le braccia straniera.-
    Alle successive parole finalmente rivolte esplicitamente a lei, Adeline reagì quasi meccanicamente, persa nei suoi personali mortiferi pensieri.
    Lasciò ricadere le braccia sui fianchi, mentre una parte del suo cervello registrava un improvviso e benefico calore segno che la circolazione tornava a riprendersi con forza i suoi dovuti spazi.
    [Non era dato sapere alla strega se questa svolta compassionevole fosse stata innescata dalla rivelazione sulle ombre o se in qualche modo, sotto il petto villoso del Centauro, vi fosse un cuore buono] ma Adeline, muovendo piano le dita come se su tasti di un pianoforte invisibile e scrollando un poco le spalle per cercare di tornare completamente alla realtà, cercando lo sguardo boschivo della creatura di certo volle pensare che fosse per il buon cuore del centauro e non per altro.
    Sbattè le palpebre un paio di volte, stringendo le labbra e recuperando così completamente l'attenzione e la presenza fisica e mentale che quella situazione richiedeva, pensieri o non pensieri, ipotesi o non ipotesi, lei era arrivata sin lì per un'unica e sola ragione.
    La streghetta che si era persa.
    Poi i centauri.
    Poi le ombre.
    In ogni caso si sarebbe fatta trovare pronta, cercando di affrontare al meglio delle sue possibilità ciò che sarebbe seguito, piccolo o grande che fosse stato.
    Magari, con le tasche piene di more, la piccola fuggitiva sarebbe sbucata l'istante successivo, e dopo un pacifico congedo dai centauri se ne sarebbero tornate entrambe sulla via di casa, una dalla madre, l'altra dal suo elfo domestico che l'aspettava con il suo pasticcio di rognone appena sfornato.
    Adeline non era così certa – una falla, per una volta, nel suo inscalfibile ottimismo – di quest'ultima ipotesi, ma d'altronde la speranza soprattutto per una come lei.. era davvero l'ultima a morire.
    Un'altra conversazione privata, da cui la Bronzo Blu fu esplicitamente esclusa.
    E grazie tante.
    -Sembra che la tua cucciola sia passata di qui. -
    Il movimento dei tre che però l'attimo successivo seguì, rasserenò la londinese, che finalmente libera di muoversi si fece prendere così alla sprovvista da quella sconosciuta ma calda voce che le giunse all'orecchio dalla creatura armata, a pochi passi da lei.
    Sarà anche stato per metà equino e non parliamo di arco e frecce più che a portata di mano ma quel giovane Centauro era indiscutibilmente bello.
    Maestoso, elegante nel portamento, i lineamenti seppur selvatici del volto rimandavano una tale idea di cura e dolcezza che lasciarono Adeline spiazzata per qualche istante.
    Un sorriso fece capolino tra le labbra chiuse della strega, senza che questa se ne rendesse neanche conto.
    -Credo si chiami Helena, ho sentito la madre cercare di richiamarla così poco prima che scomparisse..- rispose mite, mordendosi a forza il labbro per trattenersi dal chiedere il nome del Centauro.
    -Posso..posso chiederti come ti chiami?-
    Fail. Lo sguardo bicromatico sondava attento quella compagnia tanto sconosciuta quanto adorata. Non voleva avvicinarsi eccessivamente, mantenendo - seppur in movimento - le distanze fisiche che da sole le due creature avevano imposto a quell'improbabile trio – l'arco ancora armato e la possibilità che i diffidenti centauri tornassero a non crederle pensandosi minacciati e quindi minacciando a loro volta erano motivazioni più che sufficienti - ma al tempo stesso la sincera curiosità e adorazione erano tali che la strega non riusciva a trattenere le proprie iridi dallo scivolare lungo il profilo di quell'esemplare e la propria mente e bocca dall'esplicitare i propri pensieri e curiosità.
    Una domanda decisamente più importante ad ogni modo le premeva nel petto, e qualcosa diceva alla Bronzo Blu che o adesso, o mai più.
    -Prima avete parlato di ombre.-
    Adeline fu quasi certa di sentire il proprio muscolo cardiaco mancare un paio di battiti.
    -A che cosa vi stavate riferendo? Qualcosa..o qualcuno, minaccia voi e i vostri territori?-
    Londra era in dubbio sul fatto che, anche in caso di necessità, quei due centauri avrebbero mai accettato il suo aiuto, ma d'altro canto tentare non le costava nulla: alla peggio, non avrebbe potuto fare nulla – almeno per vie dirette – e sarebbe tornata al Ministero per cercare – comunque – di trovare risposta e soluzione a quanto sembrava scombussolare così tanto quei boschi cercando di non ricadere nel terrore delle ipotesi peggiori.

    [L'urlo, terribile e agghiacciante, forse proprio della bambina ma non si poteva essere certi, mise sull'attenti tutti i centauri, che sebbene a distanza tra loro nella foresta udirono chiaramente: Nemion e Meletorio lo percepirono sulla destra, estremamente vicino, mentre Actetes lo avvertì in una relativa lontananza, ma arrestò la sua andatura. Furono Meletorio e Actetes a rivolgersi ai due esseri umani con una spiegazione criptica.«Le ombre hanno preso qualcuno.» ]

    Automaticamente, la mancina volò a sfiorare il catalizzatore nascosto nella sua custodia legata alla coscia.
    Quell'urlo, così vicino ma soprattutto così disperato, mise estremamente in allerta la Corvonero che solo grazie ad un enorme forza di volontà non estrasse immediatamente la bacchetta, consapevole che a fianco di due centauri di certo non sarebbe stata la mossa migliore.
    Diversi attimi nacquero e morirono nel più completo dei silenzi, sebbene quell'eco agghiacciante sembrasse riverberare ancora tra l'aria immobile e le foglie verdi.
    Poi, cercando con lo sguardo bicromo quello boschivo di Meletorio, espresse la muta richiesta di estrarre il suo catalizzatore, per potersi preparare ad ogni eventualità.
    -Venite con me o lasciatemi andare, ma vi prego, devo andare ad aiutare.-
    Poi, centauri o non centauri, Adeline Walker avrebbe iniziato a correre, inseguendo quella muta eco di terrificante grida.
     
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