Una dose di farina, due di latte, una di miele e tre quintali di assurdità, grazie.

Christelle

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    Oggi si cucina!
    Adeline aveva spalancato il suo sguardo bicromo sul morbido e candido mondo di cuscini e coperte che era la sua camera da letto alle 6 e 30 spaccate del mattino.
    Aveva sorriso, senza un preciso perchè perchè siamo matte Ad, solo i matti alle 6,30 del mattino sorridono e si era alzata di botto sedendosi al centro del suo sin troppo grande letto matrimoniale.
    -Abe! Si cucina!-
    I capelli tutti spettinati in quello che sembrava essere molto un nido dorato per passerotti, gli occhi stropicciati dal sonno, la Bronzo Blu non ne aveva voluto sapere e nel giro di qualche attimo era quasi letteralmente volata a spalancare le vetrate della propria finestra, lasciandosi avvolgere dalla tenue luce dell'alba e dalla brezza tiepida che gonfiava le tende in cotone.
    Abe sin troppo abituato a miss-siamo-strane-ma-va-bene-così mezzo insonnolito aveva fatto capolino dalla porta:
    -Si cucina signorina Ad? Vuole preparare lei la colazione?-
    Ma Adeline – che, diciamolo senza mezzi termini, sembrava sotto anfetamine quella mattina – era già scomparsa nel bagno: ne uscì una mezzora dopo, accompagnata dal profumo del suo bagnoschiuma preferito, con quel perenne sorriso tra le labbra a metà tra i capelli fradici e gocciolanti sulle spalle nude, e l'ampio asciugamano in cui si era avvolta.
    -Preparerò la colazione, ma anche il pranzo – un enorme pranzo – e torte, tante, tante torte!-
    L'inizio della fine.
    La comica della tragedia.
    Chiamatela come vi pare.

    Cinque ore e 37 minuti dopo, Adeline avrebbe dovuto nuovamente buttarsi sotto la doccia.
    I capelli solitamente dorati, seppur legati in una stretta coda, ora riportavano i chiari segni di una o forse più di una lotta con la farina: il naso aveva una macchia di impasto al cioccolato che arrivava sino sotto l'occhio smeraldo, sul collo un assaggio di marmellata ai lamponi, la sua preferita.
    Non commentiamo poi il lungo grembiule di un rosa tenue che le avvolgeva la vita: impronte di impasti e creme multicolori all'altezza del seno, mentre scendendo lungo il tessuto si risaliva alle varie pietanze preparate, nella tasca sulla sinistra sbucava ad esempio un rametto di rosmarino e ad altezza ginocchio destro la salsa di mirtilli che aveva preparato in accompagnamento del suo tacchino ripieno spiccava in tutto il suo splendore.
    Le ditate e gli schizzi di accompagnamento poi, erano tutta una colorata cornice di quello che sarebbe potuto benissimo passare per arte moderna.
    -Signorina credo che.. beh, credo che possa bastare, no?-
    Aveva tentato di arrestare l'uragano-Adeline il piccolo Abe, guardando con gli occhioni sgranati il quantitativo di piatti pronti e in fase di preparazione: -Con questo menù si potrebbe sfamare un esercito e noi.. noi siamo solo in due.-
    Adeline si era fermata per un attimo, un attimo soltanto, sondando con lo sguardo di mare e di bosco le pentole che sobbollivano pigre, le padelle che sfrigolavano, i piatti pronti sulla penisola e quelli a metà in frigo o nel forno.
    -Hai ragione Abe..-
    Un piccolo sospiro di sollievo uscì dalle labbra della creatura, che piano ripiegava le lunghe orecchie da pipistrello in segno di ritrovata quiete: -Ma noi non siamo solo in due.-
    Le orecchie tornarono a drizzarsi, in attesa.
    -C'è anche Draven!-
    E via di nuovo sotto a pentole e fornelli.

    Soltanto dopo altre 4 ore Adeline si potè dire soddisfatta: conclusi i suoi 3 differenti menù completi dagli antipasti al dolce, e riposte le sei differenti tipologie di torte (comprese due infornate di muffin, una di plumcake ed una di cupcake), aiutata dalla bacchetta e dal suo elfo aveva ripulito per intero la cucina, e infine aveva nuovamente ripulito sé stessa, con un lungo e rigenerante bagno.
    Ora, seppur vagamente vagamente più tranquilla, aveva comunque ancora molto a cui pensare: innanzitutto, come recapitare tutto quel ben di Merlino a suo cugino.
    Gufo, con suo enorme dispiacere, era tornato dalla sua ultima escursione notturna con un'ala incrinata, e Adeline l'aveva lasciato alle cure del suo elfo sebbene già meditasse di portarlo per sicurezza all'Emporio del Gufo, per farlo visitare.
    Ad ogni modo, non voleva chiedergli una consegna in quelle condizioni.
    Quindi.. era sabato.
    E di sabato, nelle vie di Hogsmeade si riversavano decine e decine di studenti di Hogwarts, per le consuete gite del weekend.
    Con la testolina sommersa nell'acqua tiepida, i capelli dorati a danzarle attorno al volto come una nuvola dorata, per la seconda volta in quella giornata la londinese si era rialzata di scatto, prima tra morbide coperte, ora facendo infrangere acqua schiumosa lungo i bordi della vasca in ceramica: sapeva cosa fare e soprattutto, come farlo.

    Aveva lasciato Abe in un riposo meritato mentre lei, fasciata da un vestitino bianco con piccoli fiori azzurri lungo tutto il tessuto leggero e in sandali del medesimo colore, era scesa in strada con un obbiettivo preciso: braccare trovare uno studente di Hogwarts, e chiedergli gentilmente di portare a suo cugino il pacco di svariate delizie che tutt'ora teneva tra le mani, in cambio di.. beh, non poteva offrire buoni di libero accesso al San Mungo, né al Ministero, ma volendo qualche muffin e plumcake avrebbero potuto fungere da moneta di scambio.
    Nell'ampia scatola verde smeraldo legata da un elegante nastro argento (aveva scelto con cura persino l'impaccamento) Adeline anche grazie a qualche semplice incantesimo aveva inserito con ordine ben due differenti torte – una al cioccolato , una ai frutti di bosco – svariati muffin – alla stracciatella, ai lamponi, all'arancia con scaglie di cioccolato fondente– il plumcake alla vaniglia e qualche cupcake, più una cinnamon rolls.
    A dirla tutta avrebbe voluto anche inserire qualche piatto salato, e magari al di là del cibo qualche libro – l'ultimo romanzo storico che aveva concluso di leggere qualche sera prima l'aveva davvero appassionata, e magari sarebbe piaciuto anche a Draven – ma alla fine si era lasciata convincere dal suo elfo che.. beh, forse quel quantitativo di zuccheri era più che sufficiente, considerato anche che non era in atto nessun tipo di festività che giustificasse un tale eccesso di calorie – forse era in atto solo un eccesso di anfetamine, per l'appunto, tornando alle origini.
    Ad ogni modo.
    -Ehi, scusa!-
    Le iridi bicrome avevano così individuato nel via vai magico una studentessa particolarmente carina agli occhi della Medimag, con i suoi occhioni azzurri e i capelli di un biondo particolare, spettinati un po' come i suoi e per la quale un'istintiva simpatia si era mossa nel petto della londinese: -Perdonami, ti disturbo? Tu studi ad Hogwarts?-
    Si era avvicinata alla strega aprendo un sincero sorriso tra le labbra, la scatola verde argento ancora tra le braccia: -Io sono Adeline Walker, Medimag e Ministeriale ehm..-
    Non si pentiva dell'idea avuta, ma era anche vero che non voleva passare per una matta adescatrice di ragazzini, così sin da subito aveva preferito presentarsi e sottolineare i suoi ruoli più che leciti nella società – oddio, i suoi tesserini lavorativi erano rimasti in casa, ma al massimo avrebbe chiamato Abe, facendolo materializzare e smaterializzare nuovamente per i documenti e .. ok stop.
    Ancora non aveva chiesto nulla e già mille e uno paranoie si facevano strada nella sua testolina dorata.
    -Io.. il mio gufo sta male. E vorrei recapitare in giornata questo pacco ad uno studente di Hogwarts, mio parente. E' pieno di dolci, se vuoi puoi controllare e – anzi – se fossi così gentile da farlo arrivare a destinazione potresti scegliere il dolce che più preferisci e tenerlo per te.-
    Fece spallucce, a metà tra l'entusiasmo caratteristico di quella giornata sopra le righe e un lieve imbarazzo.
    -Sono un'ottima cuoca.-
    Aggiunse poi seria, come a cercare di sostenere i suoi buoni propositi.

    Forse forse, avrebbe mosso un quantitativo minore di assurdità una vera dose di anfetamine..e invece no. E' solo una dose di “Adeline pura”.

    Edited by Adeline Walker - 10/6/2020, 07:21
     
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    Senza ombra di dubbio i sabati e le domeniche a Hogsmeade erano le giornate preferite di Christelle, troppo iperattiva ed energica per passare l’intero finesettimana chiusa tra le – seppur gigantesce – mura di Hogwarts a studiare o fare i compiti. Prima che sua sorella decidesse di toglierle il saluto, oltre che di lasciarle uno schiaffo a palmo aperto sulla faccia nel bel mezzo della Sala Grande, Christelle, Isla e il fratello Oliver avevano la tradizione di vagare per le strade di Hogsmeade tutti insieme, con il risultato che un grosso gruppo formato la maggiorparte da Grifondoro, con una buona dose di Corvonero, si agirava tra Mielandia e i Tre Manici di Scopa con un gran baccano tra chiacchiere e scherzi.

    Quel finesettimana sarebbe stato diverso, non sapeva se Isla sarebbe andata a Hogsmeade o quando, ma Oliver era stato abbastanza comprensivo da invitarla ad andarci con i suoi amici, con il risultato che aveva passato almeno due ore a rimpinzarsi di dolci di Mielandia e il resto del tempo a chiacchierare ai Tre Manici, e alla fine aveva addirittura deciso di dedicarsi alle ultime pagine della lettura di Allevare Draghi per Lavoro o per Piacere. La giornata era stata abbastanza divertente fino a quel momento e non poteva certo lamentarsi, ma a causa de lo Spirito dei Weekend Passati a Mielandia con Isla si era inevitabilmente incupita. Usciti dal pub aveva subito cercato di allontanarsi da Oliver e i suoi amici, forse sarebbe tornata a Hogwarts o semplicemente voleva qualche minuto lontano dalle loro battute e scherzi, ma proprio quando aveva cominciato a rallentare per distaccarsi senza dare nell’occhio si era sentita chiamare da una voce che non aveva riconosciuto. Una strega più alta di lei, molto bella e dai lineamenti delicati, capelli biondi fino alle spalle, degli occhi grandi, espressivi e addirittura bicromatici! Christelle non aveva mai visto niente del genere e ne fu impressionata, del resto risaltavano molto. Le rivolse un largo e genuino sorriso anche se non la conosceva, sembrava affabile e gentile, per una sorta di decoro personale sistemò la frangetta appiccicata alla fronte e i capelli sempre in disordine dietro le orecchie.

    «No, nessun disturbo» rispose sincera la Grifondoro, per poi annuire quando la strega domandò se fosse o meno una studentessa di Hogwarts. Solo a quel punto si accorse della scatola verde argento piuttosto vistosa che teneva tra le braccia.

    «Oh, piacere, io mi chiamo Christelle Jones» aggiunse quando lei si fu presentata e le rivolse un sorriso più ampio e amichevole, porgendole la mano per stringerla come a volerle confermare che per lei non c’era nessun problema e, anzi – pensò che se era una Medimag con ogni probabilità doveva conoscere sua madre. Una bella coincidenza.

    «Sarò felice di recapitare il pacco» cominciò a dire, «Come si chiama il suo parente? Ed a quale Casa appartiene? E se potesse dirmi anche il suo anno sarebbe perfetto. Purtroppo ad Hogwarts ci sono troppi studenti» si girò a darsi un’occhiata alle spalle, Oliver e i suoi amici erano spariti.

    «Oh, sono certa che cucini benissimo Adeline, sento un ottimo profumo provenire da quella scatola. Chiunque riceverà questi regali dev'essere molto fortunato» parlò affabile e spigliata nonostante la giovanissima età, se c’era qualcosa in cui Christelle era sempre stata molto brava era proprio sciogliere gli imbarazzi e mettere le persone a proprio agio.



    Edited by Christelle ~ - 11/6/2020, 03:06
     
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    Considerata la posizione – privilegiata, la pensava Adeline – del suo appartamento proprio sopra il rinomato pub dei Tre Manici, affacciato perciò sulla strada principale di Hogsmeade, Adeline spesso e volentieri aveva lasciato vagare sguardo e pensieri, dal balconcino della sua camera, sulla marea di gente che quotidianamente attraversava la High Street.
    Altrettanto spesso e volentieri poi, buona parte di quel via vai magico era composto – principalmente nei week-end di gita – da studenti di quella scuola che la stessa ex Corvonero aveva chiamato casa per diversi anni: la mente dorata talvolta si perdeva lieta tra eco e ricordi che come lucciole illuminavano i suoi pensieri così come ai tempi avevano illuminato la sua vita da studentessa, tra le pareti in pietra antica, tra quelle classi, quei banchi in legno, le lezioni, gli appunti su pergamene macchiate di inchiostro e le poltroncine in Sala Comune, le serate a chiacchierare davanti a quel caminetto, i banchetti, le risate..
    A seguire il filo di quei pensieri, le scene e le immagini sarebbero state pressochè a centinaia.
    E Londra dal suo balconcino, ascoltando il chiacchiericcio indefinito di quei ragazzi e seguendo le loro multicolori sciarpe – tra cui, doveva ammetterlo, a volte cercava di individuare quelle Bronzo Blu - amava tuffarsi in quella marea di ricordi.
    Quindi ecco.
    Gli occhioni azzurri di quella studentessa le ricordavano molto anche “i bei tempi andati” e questo non poteva che far crescere quel moto di simpatia spontanea che era sorto nel petto della Medimag rivolgendosi a quella giovane strega sconosciuta.
    -No, nessun disturbo -
    Accidenti, quella ragazza era pure gentile e super tenera dopo aver cercato di rimettersi in ordine al cospetto di un adulta sconosciuta – le ricordò molto sé stessa alla sua età, e questo fece sorridere ulteriormente la Bronzo Blu.
    -Oh, piacere, io mi chiamo Christelle Jones -
    Adeline allargò il proprio sorriso, euforica.
    -Piacere!- trillò infatti, stringendo appena il pacco che le ingombrava le braccia e cercando in qualche assurdo modo di allungare la mano destra verso la sua interlocutrice, il tutto senza far cadere i dolci.
    -Come si chiama il suo parente? Ed a quale Casa appartiene? E se potesse dirmi anche il suo anno sarebbe perfetto. Purtroppo ad Hogwarts ci sono troppi studenti.
    Oh, sono certa che cucini benissimo Adeline, sento un ottimo profumo provenire da quella scatola. Chiunque riceverà questi regali dev'essere molto fortunato -

    Giuste domande ed osservazioni.
    E un'ulteriore riprova della gentilezza di quella strega.
    -Oh beh – è un Serpeverde, infatti come puoi notare ho cercato di impacchettare il tutto con i colori della sua casata, sai, sarà una banalità ma in fondo penso sia una cosa carina, io tra l'altro sono una ex Corvonero quindi di fatto è stata pure la prima volta in cui mi sono trovata ad abbinare questi colori e..- iniziò quindi quasi a macchinetta Adeline, contenta di aver trovato in quella marea di studenti, proprio una ragazza così disponibile e tanto cordiale da sciogliere ogni genere di imbarazzo.
    -Frequenta il quarto anno, anche se ha quasi sedici anni ed è alto come uno di.. beh, è davvero alto in effetti, più di me che ho dieci anni di più. Ad ogni modo lo riconosci anche per i capelli castani e gli occhi di un bellissimo verde, se non fosse mio cugino e fossi parecchio più piccola probabilmente me ne sarei innamorata! E so essere particolarmente bravo anche negli studi, ha ottime medie. - conosceva da poco Draven, ma era già in grado di parlare di lui con estremo affetto ed orgoglio, anche ad una compagna sconosciuta di cui appena aveva conosciuto il nome.
    Fece una piccola pausa, con la convinzione di essersi dimenticata un piccolo dettaglio però di enorme importanza....
    -Ah! Giusto. Il nome.-
    Ridacchiò vagamente imbarazzata, dondolando un po' sui talloni.
    -Si chiama Draven, Draven Shaw. Tu a che casata appartieni? Lo conosci?-
     
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    Oliver e i suoi amici Corvonero avrebbero cominciato a cercarla di lì a poco, ma data la scarsa voglia di rapporti sociali impegnativi, ragazzi soprattutto, pensò che Adeline, la Medimag, fosse un ottimo compromesso ed era stata una fortunata avesse deciso di fermare proprio lei tra tanti per la consegna di un pacco ad Hogwarts. Continuò a sorriderle mentre si stringevano la mano, a prima vista la ragazza sembrava gentile e socievole tanto quanto Christelle, ma al tempo stesso non sembrava arrogante e, a seconda dei casi, prepotente quanto la Grifondoro. Chissà a quale casa era appartenuta durante i suoi anni scolastici…

    «Oh, giusto, i colori…» solo quando lei glielo fece notare si accorse dell’abbinamento verde e argento, un chiaro riferimento alla Casa dei Serpeverde. Non c’erano grandi rapporti con loro, purtroppo la rivalità più antica del mondo resisteva tra le tradizioni immortali di Hogwarts. Poco male, si sarebbe limitata alla consegna del pacco senza troppi convenevoli. Infine Adeline disse di esser appartenuta ai Corvonero, e la cosa la fece sorridere. «Mio fratello Oliver è un Corvonero» risposte. Quando però lei aggiunse che il suo parente, un cugino, frequentava il quarto anno, il cuore le balzò in petto. Un Serpeverde del quarto anno. Ma non si fermò. Descrisse anche gli occhi verdi, i capelli castani, l’altezza spropositata, l’ottima media scolastica… No, no, no, no e no. Quarto anno, Serpeverde, occhi verdi, capelli castani, molto alto, bravissimo negli studi. No.

    E poi lo disse.

    «Oh no» si lasciò scappare arrossendo violentemente quando Adeline pronunciò il temuto nome: Draven Shaw. Che grossa, gigantesca, incredibile sfortuna. Lei e Draven non si parlavano da quanto? Quasi tre settimane? Non poteva di certo andare da lui e consegnarli un pacco. In che situazione odiosa si era cacciata.

    «Io…» balbettò. «Sono una Grifondoro e frequento anch’io il quarto anno» non si prolungò ma l’imbarazzo era palpabile. «Tu e Draven siete cugini, quindi?» glielo chiese più per prendere tempo che altro. «Ecco, a ripensarci non so se avrò tempo di consegnare il pacco, non frequento gli stessi posti di Draven…»



    Edited by Christelle ~ - 11/6/2020, 03:07
     
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    -Oh, giusto, i colori… -
    Un sorriso smagliante di orgoglio e piccolo trionfo era andato a dipingersi sulle labbra della Bronzo Blu, che raggiante aveva dondolato un po' con il suo enorme pacco di prelibatezze ancora tra le braccia, quasi fosse un tesoro dall'inestimabile valore.
    -Mio fratello Oliver è un Corvonero.-
    -Davvero?- era stata l'impulsiva e gioiosa risposta della Medimag, contenta che le fila dei Corvi vantassero anche solo un parente stretto di una streghetta come quella che le si parava davanti – posto che fulmineo era stato comunque il pensiero che, se lo fosse stata anche la ragazza dagli occhi azzurri, probabilmente avrebbe risposto con un “Anche io!”.
    Ma, con un piccolo accenno di spallucce, Adeline si poteva dire ad ogni modo contenta.
    Soprattutto mentre si sperticava in quella descrizione con tanto di occhi-a-forma-di-cuoricino di suo cugino, ricordandone nella mente dorata i lineamenti del volto, alcuni sguardi che l'avevano particolarmente colpita, frasi, parole ed opinioni che le aveva rivolto e che avevano condiviso, di persona o via Gufo.
    Fu per questo che, metaforicamente galleggiando quasi ad un palmo da terra, il primo commento della biondina la spiazzò enormemente, ribaltandone lo stato d'animo con una velocità ed una forza spropositate: in un battito di ciglia, dagli “occhi-a-cuoricino” Adeline passò agli “occhi-da-cagnolino-bastonato” con tanto di luccichio da lacrimuccia pronta a spuntar fuori.
    -Io…Sono una Grifondoro e frequento anch’io il quarto anno.
    Tu e Draven siete cugini, quindi?
    Ecco, a ripensarci non so se avrò tempo di consegnare il pacco, non frequento gli stessi posti di Draven… -

    -Si siamo cugini, le nostre madri erano sorelle..in realtà abbiamo scoperto da poco la nostra parentela, non sappiamo bene il perchè ma le nostre famiglie ci hanno tenuti all'oscuro di tutto.- cercò di spiegare in poche parole la contorta e di fatto ancora pressochè sconosciuta situazione familiare, rispondendo di fatto alla domanda più semplice che le era stata posta.
    -Sei una Rosso Oro! Gran bella casata, conosco una futura Auror ex Grifona, molto simpatica.- proseguì ad ogni modo, mentre nella testolina dorata si faceva largo l'idea che forse, era proprio una questione di lotta tra casate.
    Si dispiacque, anche solo dell'idea, perchè sapeva quanto poco buon sangue scorresse da secoli tra le quattro case..ma così come lei ai tempi della scuola non aveva mai dato peso né importanza alla questione – ritenendola poco più che ridicola e assolutamente infondata – così sperava nel profondo che similmente a lei, anche altri concasati – e ora studenti attuali – la imitassero nel pensiero e quindi nell'azione.
    -Quindi conosci Draven?- chiese quindi poco dopo, inclinando di poco il capo e osservando incuriosita la strega: d'altronde, se sapeva che posti frequentava suo cugino e lo aveva chiamato per nome riconoscendolo..-Non andate d'accordo per via delle Casate di appartenenza? Perchè guarda, ti assicuro che a parer mio è una battaglia assolutamente priva di senso, tanto più parlando di Draven, è talmente tanto gentile, intelligente..vuole diventare uno Spezzaincantesimi sai?-
    Tornò ad accennare un sorriso in direzione di Christelle, sinceramente ben disposta:
    -Tu invece cosa vuoi fare finita la scuola?-
     
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    Come spiegare a quella ragazza, anzi, quella donna, una medimag fatta e finita… Che i problemi tra lei e suo cugino derivavano da tutt’altro rispetto alla banale rivalità tra Case di Hogwarts?

    Certo, Grifondoro disprezzava Serpeverde, e viceversa, era innegabile. E Christelle, in compagnia delle amiche, avesse fatto diversi scherzi a danno delle Serpi… Innegabile anche quello. Ma ricordava benissimo, anni prima, quando era ancora un innocente ragazzina di undici anni, di aver cercato di rompere il ghiaccio con Draven con risultati a dir poco deludenti. Lui non si era mai aperto con lei, e non lo faceva tutt’ora, anzi, soprattutto a oggi visti i recenti problemi sorti tra loro. Che imbarazzo. La Grifondoro era molto sfortunata di quei tempi, che probabilità c’erano, tra tanti, di incontrare proprio la cugina del Serpeverde? Quasi inesistenti.

    Christelle annuì alle spiegazioni della ragazza, l’ascoltava con una certa curiosità. L’unico lato positivo di quella strana e imbarazzante situazione stava nel fatto che finalmente, dopo quattro anni, aveva scoperto qualcosa, seppur poco e niente, su Draven. Non conosceva neanche il nome del suo gatto, quel bellissimo certosino grigio.

    «Sì, ci conosciamo. Insomma, non così bene. Ma sì, lo conosco. Bene. Non proprio. Ecco..» inciampò nelle sue stesse parole, ecco perché non raccontava mai di Draven a nessuno. La metteva in imbarazzo, e con l’ambigua situazione tra loro le cose andavano sempre peggio. Avvampò in faccia.

    «Frequentiamo lo stesso anno» ma non l’aveva già detto? Odiava i silenzi, imbarazzanti e vuoti, e dire che era stata proprio lei stessa a crearli con quel suo disagio solo a sentirlo nominare.

    «In realtà, no. Non è per quello. Lui è il fidanzato di mia sorella» …che? E da quando?! Christelle, rimedia… «Volevo dire… Lui piace molto a mia sorella, ma non sono fidanzati» scosse energica la testa, mentre il rossore si propagava fino al collo. Una figuraccia. «Abbiamo ricevuto una punizione insieme, non gli sto molto simpatica» cercava di chiudere quel discorso, e si aggrappò disperata alla domanda di Adeline. «Mi piacerebbe molto… Allevare e studiare i Draghi» fece una pausa, perché era abituata alle prese in giro quando ne parlava: tutti credevano non fosse credibile, da bassa e mingherlina com’era, nel ruolo di studiosa e allevatrice, addirittura esperta, di Draghi. «O forse Ippogrifi. O Maridi. Insomma… Mi piacciono le creature magiche, vorrei sperimentare in questo campo» un moto di senso di colpa l’assalì. «Senti, Adeline, posso portare io il pacco. Non voglio crearti problemi, anzi, sarebbe un piacere» concluse forzata.

     
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    -Sì, ci conosciamo. Insomma, non così bene. Ma sì, lo conosco. Bene. Non proprio. Ecco..-
    Adeline accennò un sorriso mite, quietando finalmente l'animo tempestoso ed iperattivo di quella giornata declinata sino a quel momento attraverso quella peculiare venatura di assurdità.
    Le iridi di bosco e di mare catturarono il colorito improvvisamente più acceso del volto, accompagnato alla base probabilmente da un aumento della pressione sanguigna e del battito cardiaco, con l'immissione in circolo di ormoni dello stress quali adrenalina e cortisolo.
    Ma al di là della mera meccanica – seppur meravigliosamente stupenda e stupefacente, in ogni suo singolo e microscopico dettaglio per la Medimag – il cuore della Walker si fece, come si suol dire, piccolo piccolo e al tempo stesso grande grande, enorme al disagio ed imbarazzo palpabili che all'improvviso sembravano aver permeato ogni cosa attorno a loro, dai suoni ora quasi attutiti, come se la realtà esterna a quel piccolo incontro si fosse fatta più lontana ed ovattata, agli odori persino – la scatola piena di fragranti dolci e leccornie come scomparsa, ora piena solo d'un incolmabile vuoto d'aria.
    -Frequentiamo lo stesso anno.-
    Adeline con lo scorrere del tempo aveva imparato prima ad apprezzare, poi ad amare i silenzi, nella loro infinita scala di grigi.
    Amava le persone ed amava passare il tempo con loro.. e, diciamolo, a chiacchierare non era niente male: ma Londra sapeva anche molto bene come talvolta, fossero più portatori di voce dei “vuoti” di parole piuttosto che valanghe e valanghe di suoni più o meno disarticolati e accozzati tra loro.
    E per questo, li apprezzava enormemente.
    La londinese apriva mente e cuore a quei messaggi, a quei suoni dalla natura tanto distante dalla comunicazione verbale, e lì quieta si metteva ad ascoltare, ad accogliere e contenere.
    E lì quieta, ad ascoltare, accogliere e contenere Adeline era ora di fronte a quella giovane strega.
    Non fece notare che il dettaglio sull'anno scolastico fosse un dato ripetuto, ma si limitò a sorridere serena e ad ascoltare con attenzione la Grifondoro.
    Inciampò in qualche frase mal incastrata, si corresse, negò, si spiegò ancora, il tutto scuotendo energicamente la testa e arrossendo ancora di più.
    Fu grazie a quelle parole ad ogni modo che Londra, sgranando appena gli occhi per la sorpresa, capì tutto: aveva risposto solo che qualche giorno prima ad una delle lettere di suo cugino Draven, dove in effetti accennava ad una ragazza e a quegli stessi episodi che – seppur attraverso un'ottica diversa – la stessa Rosso Oro le aveva appena riportato.
    Il Verde Argento però non le aveva ancora messo per iscritto il nome della compagna, per cui, inizialmente, la Walker aveva ignorato completamente la questione più che altro per una mera questione statistica: diamine, quante probabilità c'erano in quel mondo che tra la miriade di studenti che ogni sabato si riversavano lungo High Street, la Medimag andasse a beccare proprio quella ragazza?!
    Ma a quanto pare..
    -Allevare i Draghi!- prese così parola solo per rivolgersi con fiero orgoglio alla studentessa, ignorando le sue ultime parole e cercando di non farle pesare troppo quell'assurda situazione in cui, seppur non volendo, in fondo l'aveva ficcata lei.
    -Ottima scelta, anche se dovessi poi propendere per gli Ippogrifi o i Maridi. Quindi forse ho di fronte a me una futura collega.- sorrise conciliante, lo sguardo di bosco e di mare gioisamente illuminato -Lavoro al Quarto livello del Ministero, ho a che fare quasi tutti i giorni con le Creature che hai elencato. Solo qualche settimana fa mi sono occupata di una giovane Dragonessa ferita in Cornovaglia.-
    Con la mano libera sfilò il catalizzatore dalla sua custodia, e con un breve movimento della bacchetta prima si sbarazzò della scatola di dolci, facendola levitare da sola accanto a lei, poi, con un incantesimo non verbale, fece comparire dalla punta in legno una piccola e magica riproduzione dell'esemplare visto qualche tempo prima, sfavillante nelle sue brillanti sfumature -Era magnifica, guarda, un Grugnocorto Svedese, lo riconosci dalla peculiare struttura ossea, soprattutto del muso e delle zampe, e dalle caratteristiche colorazioni blu-argentee.-
    La miniatura magica girò lentamente su sé stessa con tanto di piccolo ruggito ed eruzione di una fiammella azzurra, grazie al brillante flusso di magia che la manteneva in vita dalla bacchetta di Londra.
    Le iridi verde-azzurra di lei, però, più che catturate dalla piccola dimostrazione, sondavano lievi quella bella ragazzina.
    Aaaah ogni cosa stava andando al suo posto...
    -Non devi preoccuparti, comunque.-
    Esordì infine, con un tono di voce più basso, quasi sottovoce, come se non volesse spaventarla e/o agitarla nuovamente.
    Non precisò nemmeno, volutamente, se si stesse riferendo alla consegna che le aveva richiesto o alla questione-cugino perchè ben sapeva – o sicuramente così le piaceva pensare e si era convinta – che anche in base alle parole di prima mano di Draven, non era vero che la Rosso Oro non gli stesse simpatica.. anzi.
    Ma d'altronde, sapeva anche che non sarebbe stato utile proprio a nessuno una sua eccessiva intromissione – tanto più poi, considerando che di fronte aveva la Grifona e non il Verde Argento a cui di fatto era effettivamente legata anche per una questione di sangue.
    -Anzi, sai una cosa.- interruppe il flusso di magia che sino a quel momento, illuminandole di leggeri bagliori argentati, aveva mosso la piccola riproduzione del drago -Ormai ti ho fermata e ti ho chiesto un favore, che tu ti sei detta disposta a realizzare. Vorrei però cambiare il piacere da chiederti.-
    Sorrise, puntando nuovamente il catalizzatore questa volta in direzione del pacco verde argento, ancora alla sua sinistra a fluttuare pigro: l'attimo seguente, i nastri prima argentati erano ora di un bel dorato acceso, e il verde smeraldo della carta era mutato in un profondo rosso rubino.
    -Vorrei che tenessi tu questa valanga di dolci. Mangiali da sola, dividili con gli amici, magari qualche boccone fallo arrivare a tuo fratello Oliver e i suoi concasati in memoria dei miei bei vecchi tempi- le fece l'occhiolino, sorridendole -A Draven cucinerò magari qualcosa di persona, forse apprezzerà anche di più rispetto al ricevere un pacco del genere a sorpresa. E poi con i banchetti che vi ritrovate in quella scuola.. -
    Riprese il pacco tra le mani, e lo porse alla ragazza.
    -Non credo che tu gli stia antipatica, anzi.- si limitò unicamente a dire, in ultima battuta, con un sorriso sincero tra le labbra.
    -In ogni caso, stai sicuramente simpatica a me, e che resti fra noi, ma dei due sono io quella brava ai fornelli e con un intero Dipartimento di Creature magiche a disposizione, quindi la sua simpatia a cosa ti serve?-
    Chiuse con un secondo occhiolino e con l'aria scherzosa di quelle parole che sperò alleggerissero un po' il cuore della Rosso Oro.
    Aaaah i tumultuosi anni dell'adolescenza..

    Che romantica e nauseante al contempo, nostalgia.
     
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    Che imbarazzo. Da quando era diventata così imbranata? Addirittura impacciata!? Lei sempre impeccabile, testarda, orgogliosa, piena di voglia di fare, vedere, cambiare… Si bloccava inesorabile per colpa di Draven e di una coincidenza assurda come quella, le probabilità di incontrare e conoscere, tra tanti ad Hogsmeade, proprio sua cugina erano bassissime se non inesistenti: eppure, eccole lì. Fortunatamente Adeline era tutto il contrario del Serpeverde, una ragazza gentile e amorevole, ispirava tranquillità e socievolezza da tutti i pori. Non poté fare a meno di chiedersi come fosse possibile quella parentela tra loro, uno agli antipodi dell’altro in tutto e per tutto.

    Aveva deciso di consegnare lo stesso quel pacco proprio perché la giovane donna le aveva fatto un ottima impressione, d’altronde i Corvonero le erano sempre piaciuti dal momento in cui aveva saputo che suo fratello maggiore Oliver, contrariamente alle aspettative di un’intera famiglia di Grifondoro da generazioni e generazioni, era stato smistato proprio tra loro con grandissimo stupore di tutti. Oliver era la persona di cui Christelle si fidava di più al mondo insieme al padre e Isla, sua sorella, e il litigio tra loro l’aveva gettata in un enorme baratro di insicurezza, tristezza, e anche rabbia. Si sentiva sola senza di lei.

    Quando vide i colori del pacco cambiare ne fu confusa e impressionata in positivo. Non poteva credere ai suoi occhi… Era alquanto divertente, ma dovette ammettere a sé stessa di aver appena rubato un pacco di dolci a Draven. Non glielo avrebbe mai detto, non per il momento almeno. In fondo chissà se e quando si sarebbero rivolti la parola di nuovo. «Non so cosa dire…» borbottò imbarazzata ma felice visto il profumo che proveniva dal pacchetto.

    «Non dovevi, adesso oltre a non aiutarti nella consegna ti sto anche rubando dei dolci» afferrò il pacco un po’ incerta, finché una sincera risata alle parole di Adeline ristabilirono un’atmosfera meno impacciata tra loro. Al solo nominare le Creature magiche cercò di riprendere il discorso con lei, soprattutto la parte che riguardava il Grugnocorto Svedese. Creature affascinanti, i Draghi. In quel momento sentì Oliver chiamarla, la stava cercando tra gli altri visitatori di Hogsmeade.

    «Quello è mio fratello, il Corvonero di cui ti parlavo» disse ad Adeline indicandoglielo. «Sei sicura per questi dolci…? Potrei portarli a Draven insieme ai tuo saluti, sono sicura che ne sarebbe contento…»

    Chissà perché Adeline era così convinta che Draven non provasse antipatia nei suoi confronti, le sarebbe piaciuto chiederglielo, ma le sembrò anche inopportuno vista la parentela tra i due.

     
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    -Non dovevi, adesso oltre a non aiutarti nella consegna ti sto anche rubando dei dolci.-
    -Beh tecnicamente non è un furto dato che te li sto consegnando di mia spontanea volontà – ed inoltre stai consegnando questi dolci a .. te stessa - oscillò un poco la testolina dorata con fare convinto mentre alla risata della strega, un ampio sorriso si allungava sulle labbra piene di Adeline.
    -Quello è mio fratello, il Corvonero di cui ti parlavo.
    Sei sicura per questi dolci…? Potrei portarli a Draven insieme ai tuo saluti, sono sicura che ne sarebbe contento… -

    -Oliver?!- lo sguardo di bosco e di mare vagò per qualche secondo al di là della studentessa, seguendo l'indicazione della ragazza sino a scorgere un giovane Corvonero in compagnia di alcuni amici.
    -Sembra simpatico. Se gli piacciono i dolci, magari offrine qualcuno anche a lui.-
    Ridacchiò riportando l'attenzione sulla giovane Grifona, con adesso tra le braccia il suo scintillante pacco Rosso Oro di leccornie.
    Sembrava più tranquilla, e la tensione ed il disagio prima percepiti, densi e pesanti attorno a loro, sembravano essersi piano piano dissolti per il momento.
    -Ad ogni modo non ti preoccupare, davvero - sorrise quieta alla ragazza -Ho anche qualche altra idea in mente per il mio cuginetto. Senza considerare che, se lo desiderasse, potrei benissimo rimettermi ai fornelli e fargli recapitare il doppio di queste pietanze..-
    Fece una piccola pausa, perdendosi per un attimo in circa una dozzina di idee completamente folli attraverso le quali sommergere in maniera randomica il Verde Argento del proprio affetto – che poi certo, non volendolo mettere in imbarazzo di fronte ai suoi coetanei almeno una buona metà delle suddette idee andavano a depennarsi autonomamente, ma la restante parte invece..
    -Comunque- scrollò un poco le spalle e la testolina dorata, riprendendo il filo del discorso -Potresti “ricambiare” dandomi un feedback su qualche esperimento – nei cupcake ho aggiunto un ingrediente particolare per il quale mi sarebbe utile un commento esterno per confermare o meno la modifica alla ricetta, e così anche per il cinnamon roll.-
    Adeline e le sue ricette S.M.S (Superbe Ma Segrete), i cui ingredienti e procedure non sarebbero stati svelati mai da leggere con aggiunta di risata diabolica.
    -Scrivimi i tuoi giudizi via gufo, se ti va, o se mai ci incontrassimo nuovamente per caso..- fece un occhiolino, divertita, ripensando ancora per un attimo a quell'assurda casualità per cui quel sabato pomeriggio, tra tutti.. proprio lei, quella Rosso Oro.
    -Ti lascio andare adesso.- Aggiunse infine, accennando con il capo al fratello maggiore ancora poco distante da loro.
    - Grazie ancora per la disponibilità e la gentilezza Christelle.-
    Dopo averla salutata, avrebbe seguito il profilo della ragazza ancora per qualche secondo, solo per aggiungere un attimo prima che si perdesse tra la folla Hogwartsiana e non, un trillante:
    -Ci conto su quei commenti - e ti prego, non essere troppo dura con me!-
    Per poi voltarsi, ridacchiando tra se e se, in direzione di casa.

    Edited by Adeline Walker - 27/6/2020, 21:03
     
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