Mr. Garrison

Reparto Incidenti da Manufatti, Piano 0.

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    Max Lynch
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    wampus15 y.o.focusedST. MUNGO'S

    Quando c'era il Quidditch si poteva stare certi che sarebbe arrivato qualche ferito. Era una verità universale che le aveva insegnato Madame Pops, la capo infermieri dell'ospedale del St. Mungo, una che sulle spalle aveva più anni trascorsi all'interno delle mure dell'azienda guaritrice che non di matrimonio e se questo la diceva lunga sullo stato della sua vita coniugale diceva altrettanto sulla saggezza medica che era ing rado di elargire a qualcuno di giovane e inesperto come poteva esserlo la piccola Lynch. Sua madre era medimag, vero, ma la rossa Wampus aveva tutte le intenzioni del mondo di evitare ogni interazione non necessaria con la madre, che se era inevitabile a Ilvermorny nelle vesti di docente di Erbologia e di Preside ma che era assolutamente evitabile come dottoressa nelle corsie dell'ospedale per ferite magiche. Si intravedevano per brevi scambi di informazioni quando dall'accettazione un paziente veniva trasferito in un reparto dove lei si trovava di turno in quel momento, nulla di più che lasciasse suggerire una qualche parentela tra di loro, se non per via del cognome e del colore di capelli che la marchiavano come una lettra scarlatta della vergogna. Quel pomeriggio era rimasta in postazione al bancone dell'accettazione con una piuma a solleticarle a guancia mentre trascriveva in bella calligrafia la relazione per Divinazione, forse la sua materia preferita, in attesa che i primi feriti dal Quidditch Stadium li raggiungessero.
    Come da previsioni la prima vittima della partita, fortuna che era un'amichevole!, giocata tra il team Ardemonio e il team Bombarda arrivò accompagnato da uno dei medimag che assistevano alla partita. Con sollievo della Lynch constatò che non si trattasse del suo capo al Ghirigoro, sarebbe rimasta male nel vedere James Kennegan nelle condizioni del ragazzo che era arrivato al San Mungo. Con un colpo di bacchetta il ragazzo venne fatto levitare su una nuova barella, che la ragazza avrebbe guidato al primo Medimag di turno al Reparto Incidenti da Manufatti, proprio un corridoio accanto a dove si trovavano loro. Congedò con un saluto il collega che si apprestava a tornare sul campo di gioco per assistere altri infortunati, dopo aver ricevuto le prime indicazioni da riportare al medico curante.

    Maxine Lynche chiamava, tra se e sè, il reparto dove si stava recando con il nuovo paziente come il Fratturatoio, perchè aveva visto arti scomposti, clavicole spezzate, gente senza un sopracciglio o con un braccio piegato di novanta gradi. Insomma era un luogo macabro, un reparto dove si vedevano cose che potevano anche lasciare sconvolti, ma per lei era il reparto più emozionante e movimentato di tutti, senza dubbio rientrava tra i suoi preferiti. Ovviamente non da paziente. Quel giorno di turno c'era Cheyenne Luna Black, una dottoressa da poco assunta ma di grande competenza. "Primo bolidato, miss Black!" annunciò certa che questa informazione non avrebbe destato alcun tipo di sorpresa nella sua interlocutrice, tutto il reparto era stato messo in allerta sin dall'inizio della partita. "Danny Garrison, cacciatore, sulla trentina..." iniziò a riportare i dati di anamnesi ricevuti dalla persona che lo aveva portato in accettazione "Colpito allo stomaco da un bolide, è stato sbalzato dalla scopa. Aveva in mano la Pluffa, temo che ci sia qualche costola o lo sterno rotto. Cosciente per tutto il trasporto." spiegò lasciando l'uomo alle cure della Dottoressa, per poi congedarsi con un cenno del capo e tornare al suo posto nel banco di Accettazione.
    it's M A X - not maxine
     
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    MEDIMAG
    Cheyenne Luna Black
    domatore - 23 y.o. - caotico buono

    Destreggiarsi tra il suo lavoro come Medimag e come locandiera dei Tre Manici di Scopa stava rivelandosi un’impresa degna di un funambolo, uno sdoppiamento che richiedeva di consumare tutte le energie che possedeva e di rinunciare a cose superflue come il tempo per dormire. Il turno notturno si Tre Manici di Scopa era stato spossante, aveva servito cocktail per tutta sera e non era riuscita a mandare via l’ultimo avventore prima delle quattro del mattino. Ci era voluta un’altra ora prima di ripulire il locale e poter finalmente andare a casa sua a dormire sul proprio letto. La mattina sarebbe stato il turno del suo elfo domestico con un cameriere, che aveva assunto per casi come questo, a servire colazione e bruch agli affezionati clienti che la domenica mattina non potevano rinunciare a un fragrante croissant. Lei aveva fatto la sua apparizione al locale verso le 11 ed era rimasta fino a dopo pranzo, da dove, dopo aver fatto un abbondante scorta di caffè, si era smaterializzata per recarsi al San Mungo e iniziare il suo turno pomeridiano. Due occhiaie solcavano la pelle olivastra della Black che sperava in un turno semplice e senza troppe complicazioni. Ma era stata informata da una collega che le sue speranze erano vane: giornata di Quidditch! E questo, per qualcuno come lei che era completamente digiuna di sport magici e non, un tempo non avrebbe significato nulla ma come Medimag invece poteva solo significare guai, ossa scomposte e il doppio del lavoro. Si era messa comoda, approfittando della quiete prima della tempesta, per sorseggiare un nuovo caffè ed essere carica e pronta. Non dovette attendere molto prima che la chioma bionda di Maxine, studentessa che aveva conosciuto tra i tavoli dei Tre Manici, comparisse portando il primo paziente vittima di bolide. «Pronta Max!» rispose balzando su dalla sedia e avvicinandosi di fretta alla barella che le era stata portata. Ascoltò con attenzione le generalità e l’anamnesi che le venne fornita in modo diligente dalla studentessa di Ilvermorny, annuendo di tanto in tanto per farle capire che stava seguendo e quando con un cenno del capo capí che non ci erano alcune informazioni aggiuntive la ringraziò «Grazie Max, da qui ci penso io. Danny Garrison, la chimerò Danny se non ti dispiace. Sono la Medimag Black, ora vediamo di metterti più comodo su un lettino» spiegò al paziente agitando in aria la bacchetta per far levitare il corpo del mago dalla barella che sarebbe servita a Max per altri trasporti a un lettino del reparto, disinfettato e con la biancheria pulita e fresca. Poi rivolse la punta della bacchetta sul petto del mago, in modo particolare sulla sua divisa da gioco. «Diffindo! E mi dica lei é un Cacciatore?» non che le interessasse sapere qualcosa di più del paziente, aveva però necessità che restasse cosciente e vigile durante quelle operazioni. L’incantesimo lacerò la stoffa della maglia permettendole si scoprire il petto del mago. La zona violacea sotto lo sterno si estendeva verso destra. Sicuramente c’era qualcosa di rotto. «Ora la palperò delicatamente nella zona colpita e deve dirmi se sente male» spiegò prima di appoggiare due dita sulla parte destra e iniziando a premere con delicatezza nei punti dove ancora non c’era l’ematoma. Al termine della visita constatò esserci due costole rotte e lo sterno parzialmente fratturato. «Nulla di cui preoccuparsi: resterà qui per un paio di giorni e l’Ossofast le farà compagnia per tre volte al giorno. Le somministro subito la prima dose» spiegò la cura consigliata in quelle occasioni, avvicinandosi al armadietto dei medicinali e prendendo la pozione di cui stava parlando. Ne versò quanto bastava nel misurino e di lì nel bicchiere che poi offrí a Danny perché lo assumesse.
    code made by zachary, copia e t'ammazzo©
     
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