don't you dare

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    La lettera ricevuta dai genitori non si era rivelata comprensiva come Madeline aveva sperato. Anziché capire che lo smarrimento del catalizzatore fosse stato accidentale, l’avevano accusata di essere troppo distratta. La studentessa aveva sospirato, indignata. Non si capacitava che le persone che l’avevano messa al mondo si fossero comportati in maniera così ottusa, discriminandola come se fosse colpa sua. Infatti, nonostante le piacesse il pensiero di avere una bacchetta nuova, non aveva perso la vecchia di proposito. Ne era quasi sicura, comunque. L’acquisto di una nuova divisa si era, invece, rivelato la stoccata finale.
    Il signore e la signora Mayson avevano suggerito alla figlia minore di trovarsi un lavoro, qualora avesse voluto fare altre spese ingiustificate. La texana si era arrabbiata, sbattendo i piedi più e più volte, dando sfoggio a tutta la propria esuberanza. Come era possibile che non capissero che ogni acquisto era più che giustificato? Per un attimo si era spaventata, credendo che il suggerimento della propria famiglia nascondesse un oscuro segreto, ma, se fossero stati in bolletta, Evan glielo avrebbe di certo raccontato in una della innumerevoli lettere che si scambiavano.
    Il fastidio non si era acquietato e, malgrado la missiva della famiglia Mayson, la studentessa aveva deciso di comportarsi in maniera irresponsabile per ripicca. Soddisfatta del proprio piano, si era diretta a Diagon Alley per comprare la prima cosa che le fosse capitata a tiro.
    Aveva scartato istintivamente il Ghirigoro, perché, se avesse acquistato un libro, né Hayden né Sophie si sarebbero arrabbiati molto. La prima scelta della ragazza ricadde sul Madama McClans, ma fu costretta a bocciare anche quella a causa della mole di maghi e streghe in attesa e, malgrado tutto, lei non aveva nessuna voglia di aspettare il proprio turno.
    Sconfitta e in preda al malumore, non si accorse del mago che le aveva tagliato la strada, costringendola a scostarsi bruscamente a destra appena in tempo. Urtò la spalla contro un gruppo di coetanei, radunati senza motivo apparente.
    Mortificata, sollevò la testa per scusarsi, ma le parole le morirono in gola di fronte ad un annuncio. Cercavano un commesso? Un sorriso entusiasta le si stampò spontaneamente in faccia. Non solo avrebbe comprato qualcosa, ma l’avrebbe fatto, lì, da Accessori per Quidditch di Qualità, senza nessuna intenzione di candidarsi per quel lavoro. Le sembrò la vendetta perfetta per fare capire ai genitori quanto le loro parole l’avessero ferita.
    Spinse la porta, entusiasta. L’odore rilassante del legno la accolse, calmandola un poco.
    Era la prima volta che metteva piede in quel negozio, perché non aveva mai creduto di essere interessata al Quidditch fino ad ora. Le scope esposte erano splendide ed intonse come se qualcuno le lucidasse regolarmente. Voleva toccarle.
    Subito allungò una mano per ottemperare a quel desiderio, ma si bloccò a mezz’aria, perché, per quanto fosse curiosa, temeva di risultare maleducata. Ignorò momentaneamente quell’impulso, scegliendo di avvicinarsi al bancone.
    ”Buongiorno” trillò, con la voce che vibrava dall’entusiasmo ”Vorrei acquistare una…una sciarpa. Una sciarpa delle Holyhead Harpies, sì. Mi piace l’idea di una squadra tutta al femminile, a lei no?” proseguì, senza contenere la propria esuberanza.
    ”Ho visto che cercate personale” puntò il dito contro l’annuncio, che aveva avuto modo di leggere dalla strada ”Immagino ci sia sempre molta gente, le scope sono bellissime”. Continuò a ciarlare, senza una reale intenzione a candidarsi per quell’impiego, benché i genitori lo avrebbero voluto. Immaginava che lucidare tutti quei manici dovesse essere stancante e lei temeva di rovinarsi le unghie con i detergenti.
    Madeline non vide alcuna buona ragione di ottemperare al volere dei genitori e non c’era nulla che le avrebbe fatto cambiare idea o, almeno, così credeva.

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    Lasciato l'appartamento dopo aver dato indicazioni a Rigriel, il suo elfo domestico, che era sicuro non avrebbe mai rispettato, Brad si diresse a lavoro, da Accessori per il Quidditch di Qualità, perché quella mattina non aveva lezione ad Ilvermorny. Era sicuramente in ritardo con l'apertura, ma non era un male: di certo avrebbe trovato un po' di ragazzi attaccati alla vetrina che spiavano le nuove scope - sia quelle create direttamente da lui, sia quelle inventate da più famosi fabbricanti - senza avere il coraggio di entrare in bottega per acquistarle, forse perché troppo costose per le loro tasche, forse perché i genitori avrebbero avuto da ridire se fossero tornati a casa con una scopa da Quidditch senza essere giocatori. Era abituato a vedere quel genere di ragazzi, ma McNeal sapeva che era del tutto normale. Dopotutto, quelli erano i manici con cui i loro idoli giocavano e, con il nuovo campionato di Quidditch, tutti erano interessati a scoprire la velocità e la praticità della Roaring 27, il nuovo gioiellino che il mercato aveva lanciato. Brad stesso la voleva provare, ma avrebbe rischiato una salata multa dal Ministero della Magia se l'avesse fatto senza permesso e senza licenza e, ovviamente, il negozio era troppo piccolo per provarla tra gli scaffali. Le novità di quell'anno, comunque, erano state tante e il negoziante era fiero di aprire Accessori ogni mattina, per permettere alla gente di entrare e respirare aria di sport. Da quando aveva preso in gestione lui la bottega, essa era diventata aperta a tutti, giocatori, tifosi, sportivi in generale. Era davvero diventata il punto di ritrovo di molti che passavano e si preparavano a ogni partita al meglio, con l'acquisto di merchandising o con il sorteggio di Carte per possedere quella del proprio giocatore preferito.
    Arrivato alla porta d'ingresso e salutato, come previsto, i ragazzi che si trovavano davanti alla vetrina, McNeal entrò nel negozio e preparò, con un colpo di bacchetta, il bancone, così da prepararlo per eventuali clienti e mostrare loro i vari listini. Ormai cominciavano ad essere tanti date le vaste e diverse categorie presenti. Il sorteggio delle Carte doveva essere fatto proprio lì al bancone. L'acquisto del Merchandising, invece, andava fatto tra i vari scaffali con la possibilità anche di provare il prodotto in un piccolo camerino improvvisato da Brad. Per le scope, invece, bisognava dirigersi nel retro-bottega, ovvero l'Opificio, il luogo di lavoro di McNeal.
    Non ci volle molto prima di sentire il primo cigolio della porta che si apriva, annunciando un cliente. Sorrise d'istinto, lasciando perdere i sacchetti delle carte che stava ordinando, per evitare confusione con le nuove numerose aggiunte. Brad si girò al bancone per accogliere come di dovere il visitatore.
    "Buongiorno Madeline! - disse Brad, riconoscendo la sua studentessa. Non era una novità ricevere alunni nel negozio, viste le numerose gite fuori porta della scuola americana, ma era sempre una sorpresa e un piacere vederli. - Come stai? Acquisti da fare per la scuola o solo per te?"
    Domandò curioso, prima di concentrarsi sulla richiesta della Thunderbird. Brad uscì da dietro al bancone per farsi seguire verso lo scaffale dove si trovavano tutte le sciarpe, in ordine di squadra, divise per grandezza e per materiale.
    "Le Harpies sono fantastiche. Hanno una coesione invidiabile per ciascuna squadra e, tra le altre cose, sono davvero fortissime. Onestamente le metto tra le favorite al titolo di quest'anno. - commentò il negoziante, felice di aver trovato una giovane tifosa di una delle squadre britanniche più forti del campionato. - Comunque eccoci qua. Come la preferisci: estiva o più pesante?"
    McNeal fece vedere le differenze alla studentessa, prima di portare la sciarpa richiesta di nuovo al bancone per procedere con il pagamento della merce. Tuttavia, la domanda successiva di Madeline rallentò un po' il Professore. Da poco, infatti, Brad aveva affisso in vetrina un avviso. Accessori cercava un commesso perché lui, un po' troppo impegnato, non era certo di riuscire a gestire al meglio l'affluenza di tifosi durante le partite del Campionato. Aveva bisogno di una mano, quanto meno per assicurarsi di poter gestire Rigriel a casa, le richieste di scope personalizzate per tutti quei giocatori professionisti che gliel'avrebbero richieste e per non dimenticarsi, ovviamente, di correggere i compiti di Arti Oscure.
    "Sei interessata? - chiese Brad di getto, senza dare una vera risposta alla ragazza. Era piuttosto ovvio che ci fosse tanta gente. - Potrebbe essere un po' pesante per te viaggiare sempre. Ma credo che da James... Ehm, la negoziante del Ghirigoro, ci sia una tua compagna. Quindi, volendo, si possono organizzare turni adatti."
    Vista la domanda della Mayson, Brad non aveva minimamente pensato che potesse non interessarle il posto. Anzi, era piuttosto certo che qualsiasi ragazzo avesse desiderato lavorare lì, sia per stare a contatto con il Quidditch, sia per il guadagno, indubbiamente elevato.
    "Comunque, sono 6 Galeoni + 5 CAR per la sciarpa. Vuoi un sacchettino?"

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    Non lo avrebbe immaginato o lo scoprire che Brad McNeal, docente di Difesa Contro le Arti Oscure ad Ilvermorny, fosse anche il negoziante di Accessori, l’avrebbe invogliata a visitare il negozio molto prima. Ora che lo sapeva, di sicuro avrebbe aggiunto anche quella bottega alla lista del giro di shopping che si concedeva più spesso di quanto avrebbe dovuto. E se il padre e la madre le avessero tagliato i fondi? Quasi inorridì al pensiero. Si schiaffò una mano davanti alla bocca, sicura di potere vomitare, lì, da un momento all’altro. Il fratello Evan aveva dato un nome a quei momenti di profondo sconforto a cui la sorella minore era spesso soggetta: Drama Time. Naturalmente, Maddie non credeva ad una parola, perché lei non era affatto melodrammatica e chiunque affermasse il contrario, mentiva.
    ”Oh, beh” esordì, arrotolandosi una ciocca di capelli attorno al dito indice ”ero preda di un profondo momento di sconforto, ma ora va molto meglio” sbatté le ciglia, sospirando in maniera fin troppo teatrale. Ora che l’uomo le aveva rivolto la parola, dimenticò completamente la sensazione di malessere provata poc’anzi. Effimera come se non fosse mai esistita. L’interesse della ragazza per quella scenetta era presto scemato, proprio come le capitava di continuo.
    Abbracciò l’intero negozio con lo sguardo, ammirando con invidia una delle tante scope che avrebbe voluto, ma che i genitori non le avrebbero mai permesso di prendere. Già se li immaginava, sbracciarsi nel vano tentativo di farla ragionare. Probabilmente avrebbero insistito che non ne avesse bisogno, non giocando a Quidditch, ma davvero era necessario un motivo valido per possedere qualcosa? Le piacevano le scope, l’aveva appena constato, e ne voleva una per sé.
    ”Sono qui per me, sa” continuò, gesticolando con una mano in aria ”Ogni ragazza deve fare un po’ di compere ogni tanto, giusto? Comunque, cercavo qualcosa di carino e, passando di qui, mi è venuto in mente che non ho una sciarpa delle Harpies e così sono entrata. Sono sicura che ne avrò bisogno. Però, ora che mi fa pensare, forse dovrei allungare il giro fino al Ghirigoro” sospirò di nuovo, scontenta dell’ultima parte ”Dovrei prendere un libro per la lezione di Trasfigurazione”.
    Incrociò le braccia al petto, tradendo la completa mancanza di voglia di acquistare libri di testo. L’avrebbe fatto, nonostante tutto, per quell’insensato desiderio di essere considerata all’altezza, avrebbe cercato di imparare qualcosa anche in una delle materia che reputava più astruse.
    Esaminò attentamente entrambi gli scampoli di tessuto, cercando di decidere tra le due varianti. La scelta si rivelò più complessa del previsto, tanto che fu costretta ad accarezzare più e più volte la stoffa. Batté il piedino a terra un paio di volte, scocciata che scegliere fosse così difficile. In teoria, la sciarpa sarebbe stata più utile in inverno, perché poteva tenerla al caldo, d’altra parte, si avvicinava la stagione estiva e Maddie non avrebbe mai potuto sopportare un’attesa così lunga.
    ”Quella estiva. Dovrei aspettare un secolo per sfoggiare quella invernale”. Sollevò gli occhi al cielo, come se quello fosse il problema più grave del mondo e, in un certo senso, per lei, lo era.
    Se ne dimenticò poco dopo, proiettata verso un argomento nuovo. Chiese del lavoro, perché era curiosa della risposta, ma la domanda del negoziante la spiazzo leggermente. Era interessata? Se glielo avessero chiesto qualche minuto fa, avrebbe sicuramente risposto negativamente, ma, ora che era entrata ed aveva scoperto chi gestisse il negozio, non era più così sicura.
    ”Forse, non ho mai pensato di trovarmi un lavoro prima di iniziare la scuola, ma i miei genitori mi spingono a trovarne uno. Suppongo che potrei pensarci. Lei rimarrebbe comunque sempre qui in negozio, vero?” lo interrogò, assicurandosi di quel fatto. L’ultima cosa che aveva intenzione di fare era annoiarsi da sola, qualora il negozio fosse stato vuoto. Inoltre, era troppo minuta per i carichi pesanti e la presenza del docente si sarebbe rivelata indispensabile, in quel caso. Lei, d’altro canto, avrebbe potuto limitarsi a guardarlo.
    Le iridi nocciola si illuminarono all’udire parlare di colei che doveva essere la negoziante del Ghirigoro. Non perché le interessasse il negozio, ma perché aveva colto la confidenza con cui Brad aveva pronunciato il nome di lei. Quella correzione poi, come se si fosse reso conto della svista, l'aveva convinta di quell'ipotesi. Era la sua ragazza? Madeline non poté che sperare di averci preso, le piacevano le storie romantiche.
    ”Allora, nel caso decidessi di candidarmi come commessa qui, potrei sempre fermarmi al Ghirigoro, come comunque avrei dovuto fare, e parlare direttamente con questa ragazza e questa James. Gli sorrise, calcando con particolare enfasi il nome della negoziante.
    Estrasse i galeoni richiesti, posandoli casualmente sopra al bancone.
    ”Ci penso e le faccio sapere, d’accordo? Buona giornata professor McNeal.” Si congedò, voltandosi senza indugiare oltre. Varcò la porta, uscendo dal negozio. Proprio come aveva detto, aveva bisogno di pensare. Voleva veramente sgobbare lì dentro? Ripensò anche ai vantaggi, che, dovette ammettere, erano innumerevoli. In ogni caso, ci avrebbe pensato fuori, fingendo noncuranza. Ignara che chiunque, per motivi molto più nobili di quelli di lei, avrebbero fatto di tutto per lavorare proprio in quel negozio.

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    Inquadrare bene la Thunderbird era impossibile per Brad. Ci aveva già provato a scuola, ma mai era riuscito a capire se la ragazza fosse effettivamente teatrale o lo facesse per apparire e stare al centro dell’attenzione. Era pur sempre un’adolescente ed era del tutto normale cercare considerazione e consensi da parte dei propri coetanei. Lui stesso, quando frequentava Hogwarts, aveva deciso di far parte della squadra di Quidditch per senso di comunità e gruppo, per non far la parte del Corvonero secchione e solitario, per evitare tristi pregiudizi. La sua scelta poi si rivelò azzeccatissima vista la passione che lo Scozzese aveva provato per quello sport incredibile, quindi chissà, magari anche Madeline ne avrebbe giovato dal suo comportamento enfatico.
    E così, come a scuola, McNeal dovette interrogarsi più volte sulla serietà della studentessa. Sebbene dubitasse che potesse prendere in giro un suo insegnante, gli sembrava quasi assurdo credere che la Thunderbird fosse davvero seria. Era, almeno nella sua materia, un’attenta alunna, molto capace tra l’altro. Possibile che, fuori dai banchi, perdesse la testa tra le nuvole? Brad la osservò più volte, senza saper definire quale fosse il suo sguardo: forse sereno, forse paterno, forse addirittura confuso. In ogni caso, però, ciò che si limitò a fare il Negoziante di Accessori fu annuire e rispettare tutte le richieste di Madeline, ora sua cliente. Il rapporto Professore-Studente, in quel contesto, andava ovviamente lasciato perdere, anche se Brad sapeva che qualsiasi frequentante di Ilvermorny gli avrebbe portato rispetto a prescindere, proprio per la sua carica nella scuola americana.
    Suvvia, la Trasfigurazione è una materia molto utile nella quotidianità. Sebbene sia complicata, sono certo che quando ti diplomerai sarai contenta di aver appreso tutte queste nozioni a scuola. E forse il Professor Lynch ti mancherà addirittura.
    Sorrise, divertito dalle sue stesse parole e dalla teatralità dei gesti della Mayson che era palesemente contraria all’acquistare un ennesimo libro di testo. Chissà cosa avrebbe pensato quando si sarebbe trovata a comprare il saggio di Brad, imprescindibile per le successive lezioni che il Docente di Arti Oscure voleva tenere. Probabilmente l’avrebbe maledetto, così come lo stava facendo di certo in quell’istante: dirle che le sarebbero mancati i Professori era stato un azzardo più che notevole.
    Comunque, fortunatamente, la ragazza non era lì per parlare di scuola o per lamentarsi di un brutto voto, ma per fare compere. La sciarpa delle Harpies era tra le più richieste tra il pubblico femminile e McNeal era convinto che prima del campionato avrebbe dovuto fare richiesta di un nuovo carico. La scelta di Madeline di averla estiva convinse il Negoziante; indossare una sciarpa di lana a maggio – con l’inizio del Campionato - era esagerato persino per il clima inglese, figuriamoci con il trascorrere dei mesi e delle partite.
    Ottima scelta. Per quella invernale dovremo aspettare quasi la fine del campionato.
    Concordò con lei, prima di tornare dietro il bancone. E proprio lì, quando stavano per congedarsi, i due cominciarono a parlare di lavoro. Parlarne con una sua allieva era alquanto strano, ma conoscendo gli orari di entrambi, McNeal poteva organizzare al meglio i turni e le aperture della bottega. Con l’avvio del Campionato voleva restare aperto il più possibile così da permettere a sportivi e tifosi di passare del tempo a proprio agio nel tempio del Quidditch. Accessori per il Quidditch di Qualità voleva essere infatti un punto di ritrovo oltre che un semplice negozio di scope e merchandising di qualsiasi genere. Brad puntava ad avere clienti affezionati che passavano di lì anche solo per un saluto e per discutere dell’ultima giornata, criticando le decisioni arbitrali o elogiando grandi gesta di giocatori inaspettati. Solo il tempo, però, gli avrebbe potuto dare ragione.
    Per ora ci sono sempre, ma se dovessi assumere qualcuno - termine generico, per non caricare di pressioni la ragazza - lascerei il negozio nelle sue mani per alcune ore del giorno. Ma ovviamente ci sarebbe Rigriel, il mio elfo, pronto ad aiutare o avvisarmi in qualsiasi evenienza.
    Rispose alla domanda di Madeline, che sembrava tenere a cuore la presenza di qualcuno al suo fianco, piuttosto che la volontà di rimanere da sola a gestire la bottega come meglio credeva.
    E se non dovessero esserci problemi, cosa che spero vivamente, Rigriel si limiterà a pulire come fa di solito.
    Concluse infine, enfatizzando la grande importanza del suo elfo per il negozio. Con la mole di lavoro che aveva in quell’ultimo periodo, sarebbe stato perso senza il domestico. Sebbene non volesse ammetterlo, per evitare che Rigriel si montasse la testa, in cuor suo sapeva benissimo che la madre gli aveva concesso di portarsi con sé l’elfo anche per quel motivo.
    Subito dopo, McNeal si maledì per aver detto il nome di James come se fosse la cosa più naturale del mondo. Il carattere della Mayson poteva essere pericoloso. Mille dubbi cominciarono a tempestare la mente di Brad. Chissà a che cosa stava pensando la ragazza… Quasi sicuramente stava pensando male: una storia tra i due? Forse quello era il minimo. Fortunatamente arrivò il pagamento, puntuale e preciso, senza la necessità di dover consegnare resto. Il Negoziante infilò la sciarpa in un sacchettino a tema Harpies e lo posò dal lato della studentessa sul bancone.
    Va benissimo, resterò in attesa di una tua conferma allora. - sorrise, cercando di nascondere un leggere imbarazzo per la sottolineatura del nome della Kennegan da parte di Madeline. - Buona giornata anche a te.
    Una cosa era certa: se la ragazza avesse iniziato a lavorare da Accessori, Brad avrebbe dovuto prestare molta attenzione a tutto ciò che diceva.

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