Libri, elfi e gufi.

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    Ghiaccioli
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    Della burrascosa serata di qualche giorno prima, Adeline, per il momento non voleva ricordare assolutamente nulla.
    Dopo aver ripreso le proprie sembianze, la ex Corvonero mossa da una ferrea motivazione a non crollare mai più com'era poc'anzi accaduto, aveva segregato in un remoto angolo della propria mente - lì, tra la coscienza e l'incoscienza, tra la realtà ed il mondo onirico - tutto ciò che si era caoticamente susseguito nello scorrere di quelle fatidiche ore.
    L'arrivo di quella lettera, il suo contenuto, lo sconcerto, il caos, la bufera emotiva e mentale con ciò che ne era conseguito.. tutto.
    Nascosto, premuto e schiacciato in un limbo mentale dal quale, per ora, la strega di certo non lo avrebbe ripescato.
    Per il momento, avrebbe mirato alla mera sopravvivenza, fisica ma soprattutto mentale: avrebbe continuato la propria vita di sempre, tra il lavoro, gli impegni, possibilmente tanto lavoro e tanti impegni in modo da occupare e riempire quella testolina dorata così improvvisamente sovraccaricata da avere il bisogno primordiale di una sana pausa.
    Un foglio bianco, su cui pasticciare ignara - o almeno fingendo di essere tale -, prima dell'incombente necessità di riaprire la pressante questione "la tua unica parente in vita, colei che nel bene e nel male ha costituito la tua famiglia da sempre.. è scomparsa. Da settimane. Nessuno sa dove sia nè che fine abbia fatto. Sei sola - sul serio, questa volta. E ah, mi raccomando, occupati tu delle ricerche impossibili eh, grazie e addio".
    L'obbiettivo di fatto, era semplice: a fronte di un animo fondamentalmente già instabile di suo, in particolar modo quando si parlava di famiglia e legami relazionali, dopo una bomba - letteralmente quasi - del genere, Adeline aveva scelto coscientemente e consapevolmente di darsi esattamente cinque giorni di tregua.
    Cinque giorni in cui recuperare quel minimo di stabilità, forze mentali ed emotive soprattutto, cinque giorni in cui fare finta di far finta di non sapere nulla, preparandosi poi in realtà - e un tremore grave le pervadeva il petto consapevole di ciò - a quel che sarebbe seguito. Abilità che non sapeva di avere e che avrebbe dovuto affinare, e potenziare, cercando di sfruttarle al meglio da brava perfezionista qual'era. E poi le ricerche, le preoccupazioni, gli affanni, altre ricerche ancora. Non sentiva sua zia Ada da anni, ormai, avendo interrotto la corrispondenza quasi subito dopo il termine della scuola.
    Conosceva da sempre i suoi più o meno loschi - più più che meno, in effetti - affari, accordati tra un bicchierino di whisky e l'altro. Il suo unico punto di partenza era il mittente della missiva, per il resto, vuoto totale.
    Avrebbe dovuto prepararsi, e lo avrebbe fatto, al meglio delle sue capacità questo era certo.
    Ma .. aveva ancora 48 ore. Ore di pseudo e finta-ignara libertà. E, per il momento, le avrebbe sfruttate a dovere.

    -Abe, fai un passo al Serraglio, serve del mangime per il .. Gufo.-
    Adeline passeggiava sufficientemente tranquilla, seguita dal passo trotterellante del suo elfo domestico che da quella sera, con una scusa o con un'altra, le stava ad un massimo di due piedi di distanza, lo sguardo celeste ancorato alla sua figura in maniera irremovibile.
    E alla londinese, in realtà, questo dava un certo senso di sicurezza anche se ancora non era pronta ad ammetterlo a sè stessa- figurarsi a qualcun'altro.
    -Se possibile, preferirei venire con lei signorina Ad. E' da parecchio che non passo al Ghirigoro e inoltre.. tutti quei gufi al Serraglio mi agitano un pò.-
    Santo Abe. Prendersi sul groppone un'agitazione che sicuramente c'era, ma non era di certo la sua.
    -E poi dovremmo trovare un vero nome per il suo gufo, non crede?-
    Impertinente per essere un Elfo Domestico. Come Adeline adorava che fosse.
    -Hai ragione, Abe.- rispose quindi la londinese, senza proferir parola sul fatto che alla fine la creatura la seguisse anche dentro ai negozi, senza allontanarsi mai -Chiamare Gufo un gufo.. non è decisamente da me.-
    Ridacchiò quasi, mentre arrivata alla soglia del Ghirigoro, ne apriva la porta e faceva il suo ingresso nel negozio.
    -Buon pomeriggio.- esordì quindi cordiale, sorridendo ancora, prima diretta al piccolo elfo che le copriva metaforicamente e non il fianco, poi alla figura che l'avrebbe aiutata negli acquisti di quella giornata.
    -Dunque..- iniziò quasi subito ravanando nella borsa a tracolla che quel pomeriggio si era portata con sè: -Ho una lista di ciò che mi serve.. ecco qua.-
    Estrasse vittoriosa una piccola pergamena, su cui con la calligrafia chiara e ordinata che la contraddistingueva dai tempi della scuola, erano segnati:

    - "Animali Fantastici e dove trovarli di N.S.";
    - "Allevare Draghi per lavoro o per piacere";
    - "Compendio degli Anatemi più comuni e relative contro azioni";
    - "Incantesimi Avanzati";
    - "Comuni disturbi e Malanni magici";
    - "Guida del Guaritore, H. Pollingtonious";
    - "Infusi e pozioni magiche di Jigger";
    - "Pozioni avanzate di Borage".



    -Oggi credo le farò fare un pò di esercizio, mi dispiace.-
    Accennò con fare di scuse, un timido sorriso tra le labbra mentre consegnava la piccola lista.
    In fondo però.. Corvonero ci si nasce e ci si muore. A dispetto di tutto.
    -Lei che nome darebbe, ad un gufo?-
    A dispetto anche, della scarsa inventiva in fatto di nomi.
     
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    Ghirigoro
    James Kennegan

    Gorgosprizi dispettosi riempiranno la tua testa di pensieri su come vincere a SparaSchiocco, facendoti scordare però una importante commissione. Aveva riletto più volte quella frase cercando di trovarci un senso, mentre un vago sentore di sconforto - e di scetticismo cosmico che da sempre accompagnavano la Kennegan che finché non toccava con mano non credeva a niente- si faceva largo nella sua mente. Tutta colpa dei Gorgosprizzi, poco ma sicuro.
    Rimase ancora qualche istante a far vagare con un certo sconcerto le iridi di smeraldo sulla pagina dell’Oroscopo della Gazzetta del Profeta, questa volta era stato redatto dalla famosa astrologa Foxxie, che si accompagnava con una chioma scarlatta dalle punte bionde dipanata nella foto che accompagnava l’articolo con tanto di sorriso ammiccante, cercando nelle fitte righe nere una risposta come se tra gli sprazzi bianchi di pergamena avesse potuto individuare un sentiero celeste che le suggerisse una soluzione. Con uno sbuffò rassegnato, dolce e soave, aveva chiuso la copia del giornale, con tutto l’intento di rimetterlo nella bacheca dei quotidiani. Soltanto in quel momento il suo sguardo si era posato sulla copia di giornale della Gazzetta del Profeta esposta ma con una foto di prima pagina completamente diverso da quello che aveva in mano, fu solo allora che le iridi di smeraldo misero a fuoco la data di pubblicazione del Profeta che teneva in mano: un numero vecchio di mesi. Eravamo alle solite, come sempre la Kennegan aveva la testa che volava alta sopra le torrette del Quidditch, con la mente proiettata ai prossimi schemi di gioco, alla scelta di una delle proposte delle squadre che l’avevano contattata per giocare nel nuovo campionato di prossimo inizio. Non aveva più molto tempo per procrastinare sulla scelta, ma il suo cuore era combattuto su diversi fronti. Da un lato non voleva precludersi la possibilità di tornare a giocare forte in una squadra di alto livello, ma dall’altro lato non voleva affaticare la gamba, che doveva ancora farsi controllare dal San Mungo, dopo un simile incidente. Preoccupazioni e dubbi che si manifestarono come un brontolio allo stomaco, anche se il pomeriggio era già inoltrato e il pranzo ampiamente digerito, la fame della Kennegan non conosceva limiti. Si stava avventurando, mani e sguardo, lungo i cassettoni del bancone del Ghirigoro alla ricerca di cibo, qualche cioccolatino o magari una caramella di Mielandia dimenticata dalla sua assistente Max, quando il campanello sulla porta fece immediatamente desistere ogni ricerca e posare lo sguardo sulla cliente appena entrata. << Buongiorno e benvenuta al Ghirigoro: io sono James! Come posso esserti utile?>> domandò con un sorriso cordiale a illuminarle il volto, mentre lo sguardo di smeraldo danzava sulla figura della donna appena entrata accompagnata da un elfo domestico. Forse avrebbe dovuto adottarne uno anche lei, da tenere al Ghirigoro, per aiutarla con le faccende più ingombranti e soprattuto per poterlo mandare in giro a recuperare cibo per l’irlandese sempre affamata. La strega, adulta ma che giudicava quasi sua coetanea, si era permessa di darle del tu perché con meno di trent’anni sentirsi dare del lei l’aveva sempre fatta rabbrividire ed era convinta che facesse sbucare una ruga più solcata sulla sua fronte ogni volta che qualcuno si rivolgeva a lei così, si apprestò a cercare all’interno della borsa fornendo poi una lista di libri. Si sporse in avanti sul bancone per prendere il foglio di pergamena che le veniva offerto, leggendo avidamente la lunga l’osta di libri che si apprestava a dover prendere per la strega. << Ha interessi davvero vai, complimenti! E non si preoccupi per l’esercizio, va più che bene per una giocatrice di Quidditch...>> sorrise, incerta per un’ottimo nel constatare di essere tornata alla versione da vecchia signora, con tanto di Lei inseriti qua e là nella frase. << Ti spiace se porto dietro la tua lista? Mentre vado a prendere i libri, sentiti libera di curiosare in giro, anche in Vetrina che è stata da poco sistemata... >> proseguí virando su un registro ben più informale ma comunque cordiale, che per una ragazza espansiva come la Kennegan era decisamente più nelle sue corde rispetto al rigido registro formale. Forse era per questo che era il capo di se stessa, non era mai stata in grado di sottostare alle autorità, persino quando a Hogwarts si era trovata a rivestire il ruolo di Caposcuola era stata decisamente poco autoritaria. Altra questione era invece il campo di Quidditch doveva aveva indossato la fascia di Capitano e portato alla vittoria la squadra di Serpeverde anche e soprattutto grazie al suo carisma di leader. Si era distratta di nuovo, come sempre la sua mente tornava a volare alta intorno agli spalti del campo, ma rinsavì nel tempo di un battito di ciglia, che le concesse di riconnettere il cervello con la stazione Terra e di dileguarsi nei meandri della libreria a caccia dei libri della lista. Tornò subito con quelli di pozioni e medicina, quatto in tutto appoggiati sul bancone con un sorriso, una nuova piroetta e via di nuovo, per arrivare con i due libri che arrivavano dalla sezione di Incantesimi, dalla sezione Creature Magiche invece recuperò il volume sull’allenamento dei draghi, domandandosi del la bionda anche stava servendo sapesse dove trovare un‘uovo di queste magnifiche creature. Ma visto che un volta aveva quasi fatto morire il gatto della nonna, non osava immaginare le complicazioni apocalittiche che avrebbero portato il possedere un drago. Abbandonò quasi subito la fantasia, giungendo davanti al bancone. Mancava ancora Animali Fantastici, che come tutti i libri di fresca edizione erano esposti in bella mostra nella vetrina del negozio. Alzò io divisorio del bancone che fungeva da passaggio, sgusciando attraverso il legno. << Animali Fantastici è di qua...>> spiegò con un sorriso rivolto alla strega e al suo piccolo accompagnatore. Mentre si avviava verso la Vetrina una domanda insolita, almeno per lei in quel negozio, la raggiunse. Si voltò con una copia del libro in mano, un sorriso sul volto, come se stesse avendo una normale conversazione con un’amica << Non sono la persona più indicata per questa domanda...- sfregò la testa con la mano ravvivando la bionda chioma, accompagnata da una lieve risata -Ai tempi di Hogwarts il mio gufo si chiamava Boh. Già, pensavo fosse molto originale, ma ammetto che ora se dovessi prendere un gufo cercherei un nome più...originale ma comune, capisce cosa intendo?>> cercò di spiegarsi, inserendo di nuovo l’odiosa declinazione formale nella domanda che aveva posto alla cliente. << Di che razza è?>> domandò, distrattamente mentre tornava dietro al bancone, senza aggiungere soggetti perché sembrava abbastanza ovvio che si stava parlando ancora del gufo.
    << Ti segno sul tuo foglio i prezzi, così hai anche il parziale di ciascun libro, oltre al totale!-



    - "Animali Fantastici e dove trovarli di N.S."; INT +20 VANTAGGIO - 40 GALEONI
    - "Allevare Draghi per lavoro o per piacere"; INT +12 VANTAGGIO - 24 GALEONI
    - "Compendio degli Anatemi più comuni e relative contro azioni"; INT +14 -28 GALEONI
    - "Incantesimi Avanzati"; INT +20 -40 GALEONI
    - "Comuni disturbi e Malanni magici";INT +12 -24 GALEONI
    - "Guida del Guaritore, H. Pollingtonious"; INT +15 -30 GALEONI
    - "Infusi e pozioni magiche di Jigger"; INT +8 -16 GALEONI
    - "Pozioni avanzate di Borage". INT +9 -18 GALEONI
    TOTALE: 220 galeoni


    - Wow! Cioè...uhm, se non ho sbagliato qualcosa, il tuo totale è di 220 Galeoni! Vinci a mani basse il premio di cliente del mese, che è, ehm... posso offriti un the o un caffè? Dovrei avere qualcosa nel retobottega>> sorrise, con le guance avvampate per l'emozione, dell'importo appena detto ad alta voce che era veramente da capogiro. Lei doveva aver bisogno di sedersi, questo era poco ma sicuro, si chiedeva se la strega fosse consapevole della portata monetaria di questa spesa, se fosse tanto ricca da potersi permettere di fare spese senza guardarci addosso o se invece fosse semplicemente un'amante dei libri che non guardava al prezzo. Qualcuno alla Gringott sarebbe svenuto nel vedersi arrivare la Kennegan con un simile bottino tra le mani. E a questo proposito, doveva passare in serata, prima che la voce si spargesse e qualche malintenzionato potesse provare a derubarla. Dove aveva lasciato la mazza da battitore quando più le serviva?
    p4Tw05F Benvenuta al Ghirigoro, Adeline !
    Hai acquistato alcuni libri che posseggono un Vantaggio: ora vado a spiegarti nel dettaglio cosa questo significa.

    Animali Fantastici e dove trovarli ha un Vantaggio : significa che dopo l'acquisto, puoi fare una role di lettura/studio di questo libro per sbloccare il vantaggio. In questo caso esso consiste nel saper riconoscere le Creature Magiche e distinguerle tra di loro.

    Anche il libro Allevare Draghi per Lavoro o per Piacere ha un Vantaggio : descrivendo una role in cui lo leggi, sarai in grado di riconoscerne razza, sesso ed approssimare età di un Drago quando ti capiterà di avvistarne uno

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    Il sorriso cordiale con il quale la giovane negoziante l'aveva accolta contribuì non poco nel dare spazio ad un ampio respiro di sollievo da parte della londinese.
    James, cinque lettere tutte a personalizzare la giovane strega, avrà avuto all'incirca la sua età, boccoli biondi ad incorniciarle il viso dai lineamenti fini e due espressivi occhi verdi.
    Quasi si sentì in colpa Adeline, per averle scaricato una lista non indifferente di libri da cercare più una manciata varia di Lei nella struttura formale delle sue frasi.
    Ma a questo c'era sempre rimedio, soprattutto per qualcuno di davvero poco affezionato alle formalità come la nostra biondina.
    -Uh grazie.- Sorrise quindi raggiante a sua volta la ex Corvonero, rispondendo alla strega:
    -In realtà hanno una logica dietro- perchè da brava Bronzo Blu per l'appunto, non poteva esimersi né trattenersi dallo spiegare entusiasticamente le proprie scelte in fatto di libri Brava Ad, evidentemente hai già letto ed interiorizzato bene il volume su “Come annoiare le persone. Approfondimenti su di una vita polverosa.” -Sono quattro tematiche principali, suddivise a loro volta per lavoro e per hobby. Quindi di fatto, due libri per la mia professione da Medimag al San Mungo, due per il mio lavoro al quarto livello del Ministero, due per la mia passione per le pozioni e i distillati, due per migliorare le mie capacità di difesa, eventualmente attacco, e approfondire alcuni incantesimi in generale -
    * Sorriso smagliante pt. 1*
    -Quindi di fatto, non sono casuali né eccessivamente diversi tra loro se si considerano il contesto ed i temi di base.-
    * Sorriso smagliante pt. 2*
    Nel mentre, la negoziante si era inoltrata nel labirintico locale che probabilmente, per come appariva agli occhi sognanti della strega, conteneva al suo interno un numero di libri molto vicino all'infinito: le iridi bicromatiche infatti, lasciate vagare lungo l'ambiente circostante, si muovevano silenziosamente di scaffale in scaffale, di tomo in tomo, accarezzando volumi e copertine di ogni genere, sorta, colore e dimensione.
    L'aria sapeva di pergamena, inchiostro, carta stampata e di quel tipo di magia che davvero tanto aveva di diverso rispetto a quella comunemente vissuta in quel mondo di streghe e di maghi.
    Una magia più antica, muta ma al contempo vibrante di potere e bellezza.
    E quelle quattro mura, ne erano pregne sino al midollo.
    -Animali Fantastici è di qua... -
    La pila dei libri sul bancone si era alzata velocemente e particolarmente contenta Adeline aveva messo mano al suo borsellino: da brava strega previdente, facendo due rapidi ed approssimativi calcoli, prima di recarsi al Ghirigoro lei ed Abe erano passati a ritirare una somma non da poco dalla sua cassaforte, nella banca dei maghi, la Gringott.
    Tra libri, mangime e giochini per gufi al Serraglio e probabilmente un salto a Mielandia di ritorno a casa, quel pomeriggio sarebbe stato dedicato alle spese folli.. ma alla londinese, per quel giorno, andava bene così.
    Passò il borsellino ad Abe, che iniziò a contare a priori diverse manciate di galeoni in vista del totale da sborsare:
    -Boh!- si ritrovò così a ridacchiare la biondina poco dopo -Beh ma è un bellissimo nome! Abe tu cosa ne pensi?-
    Sapeva che quel mesto silenzio da parte del suo elfo era segno di una preoccupazione mal celata nei suoi confronti: ma questo non significava per Adeline che la creatura se ne dovesse fare così carico, specialmente quando persino lei stava cercando in tutti i modi di passare ancora qualche ora di libertà e spensieratezza.
    Gli occhioni celesti dell'elfo così, alzandosi dal borsellino dal quale stava tirando fuori e impilando ordinatamente diversi galeoni d'oro sul piano ligneo del bancone, prima si riflessero in quelli bicromi della sua strega, poi si rivolsero alla negoziante, gentili come sempre: -E' sicuramente originale, signorina James. Di certo, migliore in creatività di ..Gufo.-
    Uno sguardo obliquo ed una espressione di buffa presa in giro vennero rivolti nuovamente alla sua strega, e Adeline sorrise rincuorata nel riconoscere quella ormai tanto amata irriverente lingua del suo elfo.
    - Capisco cosa intendi comunque. Ed è effettivamente proprio questo il problema!- si ritrovò così a rispondere poco dopo la Bronzo Blu, scuotendo un poco la testa, le dita della dritta tra le ciocche dorate con fare scherzosamente disperato -E' un Gufo Reale, ha due bellissimi occhi gialli, rotondi e ..beh, è.. piumoso.-
    Articolata e particolarmente tecnica come descrizione di un volatile, da parte poi di una che con le creature magiche e non ci lavorava pure.
    -E' soffice il piumaggio intendo, è difficile da spiegare. Di solito i Gufi hanno quasi tutti sempre questo sguardo austero, le piume lucide, gli artigli importanti.. invece la prima cosa che salta all'occhio di questo esemplare è.. beh, sembra sempre arruffato, con questo effetto vaporoso e morbido.-
    Scoppiò in una breve risata, consapevole di quanto assurda doveva sembrare quella descrizione.
    Peraltro a qualcuno che di mestiere si occupava di tutt'altro.
    -Mi ero preparata ad un importo simile quindi.. 220, ecco qua.-
    Aiutata dalle colonnine già perfettamente impilate da Abe di galeoni, Adeline contò velocemente le ultime monete mancanti per arrivare alla somma esatta, che quindi lasciò alla strega.
    Strega, che l'istante successivo, le servì su un piatto d'argento proprio quello che in effetti più aveva bisogno, al di là di tutti quei libri: -Accidenti, mi farebbe davvero piacere, grazie!-
    Rispose quasi rincuorata, incredibilmente grata per un gesto tanto semplice quanto da non dare per scontato e ..beh, per come versava negli ultimi giorni il suo stato d'animo, quanto mai cascato a pennello.
    Anche Abe sorrise contento, mentre con una leggera pressione sul suo braccio, le chiedeva silenziosamente se poteva fermarsi anche lui.
    -Un thè sarebbe perfetto, grazie mille e..può fermarsi anche Abe?-
    Chiese riferendosi alla creatura, consapevole che d'altro canto per lei era più che normale considerarlo un suo pari, ma per tanti altri – anzi, per la maggior parte – rimaneva un essere inferiore non degno di parecchie – assolutamente troppe – cose.
    Poi, come se l'entusiasmo posto nella sua risposta iniziale riferita ai libri scelti fosse stato finalmente messo da parte, a scoppio ritardato un piccolo campanellino suonò nella testa della londinese:
    -Hai parlato di Quidditch prima? In che ruolo giochi?-
    * Sorriso smagliante pt. 3 *

    Edited by Adeline Walker - 25/4/2020, 07:51
     
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    Anche ai tempi di Hogwarts era sempre stata una Serpeverde atipica. Durante lo smistamento il Cappello Parlante era stato a un soffio dallo smistarla a Gri-troncando bruscamente la frase all’alzarsi perplesso del suo sopracciglio-Serpeverde! Ma a parte questo piccolo incidente iniziale, anche nelle file dei figli di Salazar si era distinta al di là dei meriti scolastici per stranezze e interessi che erano quasi esclusivamente suoi. Affascinata dal carisma della professoressa Mantra, aveva approfondito gli studi di Babbanologia in modo privato, staccandosi dal comune cliché del purosangue che odia i babbani. Le erano del tutto indifferenti, così come la convinzione che gli Elfi Domestici erano più che altro schiavi da sfruttare e maltrattare quando era necessario. Non ricordava di essersi mai rivolta con superiorità a uno di loro, soprattuto quando si intrufolava nelle cucine di Hogwarts alla ricerca di spuntini fuori dagli orari dei pasti, diventando quasi amica dei piccoli complici che le permettevano di rubare un po’ di cioccolato o di mangiare una fetta di pizza prima dell’orario della cena. Le venne quindi naturale notare una certa complicità tra la strega che stava servendo e il suo accompagnatore elfico, che inizialmente aveva creduto essere lì solo come facchino per trasportare la grande quantità di libri comperati. Sorrise dolcemente quando la bionda si rivolse a lui per chiedergli un parere sul nome, che lei credeva stupido e infantile, del suo gufo Boh, che però venne apprezzato anche dalla creatura magica e alla quale lei rispose con un sorriso ancora più aperto del precedente. << Ah vi ringrazio, anche se continuo ad essere convinta che avrei potuto impegnarmi un po’ di più- questa volta non c’era traccia di odiosi Lei a intrecciare la sua lingua, si stava rivolgendo a entrambi con quel pronome plurale - e devo ammettere che Gufo è quanto meno pratico. Ma si, forse sarebbe meglio cercare qualcosa di più... originale>> ovviamente non aveva problemi a esprimere i suoi pensieri, incurante del fatto di starsi prendendo troppe libertà, perché era abbastanza sicura di aver inquadrato in un temperamento gentile - non poteva essere altrimenti vista la relazione che aveva con il piccolo aiutante- la strega che era nel negozio. Sbattè un paio di volte le palpebre, nascondendo velocemente lo sguardo di smeraldo che era tornato a osservare la sua interlocutrice umana, interessata dalla descrizione accurata e divertita del gufo di nome Gufo. La vivace mentre dell’irlandese, da sempre molto creativa, aveva già iniziato a cercare qualche nome da suggerire alla ragazza ma non trovandone nessuno che la convincesse, e che l’avrebbe fatta spiccare per arguzia, preferì tacere. Arrivati al momento del pagamento, James Kennegan poteva giurare di non aver mai visto un gruzzolo di denaro tutto insieme che non fosse nella Camera Blindata, verificó che l’importo fosse corretto e si affrettò per registrarlo in cassa. Fu entusiasta, più che per il grande importo incassato, che la strega avesse accettato di prendere un thè. Ritmicamente battè tra di loro i palmi delle mani per un paio di volte, una sorta di celebrazione improvvisata, avrebbe quasi potuto saltellare sul posto. Da quando era tornata a Londra si era trovata con poche amicizie, che andassero oltre al giocare nella stessa squadra, e con una rete di contatti decimata: voleva approfittare di ogni possibile occasione per ampliare il cerchio delle sue amicizie. James era un’animale sociale, amava feste e ricevimenti, un buon bicchiere tra le mani e qualche chiacchiera. Adorava parlare, riempirsi la bocca di avverbi e assurde similitudini, nutrire la propria curiosità con gossip e racconti era soltanto un plus che le conversazioni tra amiche davano. Già stava immaginando quanto tempo avrebbe impiegato a riscaldare il thè, domandandosi se Max avesse finito le foglie verdi o se avesse lasciato quanto bastava per fare una nuova teiera fumante, come avrebbe potuto intrattenere l’inaspettata ospite. Anche se fisicamente era ancora dietro al bancone, la sua mente era già proiettata nella stanza adiacente: il Salotto degli Artisti. Una piccola zona in ristrutturazione, al momento fornita di un paio di poltroncine, di un divano e di un piccolo tavolino, lo usavano solo lei e Max nei momenti di pausa, quando una delle due preferiva fermarsi a mangiare al Ghirigoro, ma presto avrebbe finito i lavori e avviato all’apertura del pubblico. La domanda, quasi intimidita, che le fu rivolta la fece ritornare al posto dove si trovava, con il gracchiante suono di una pellicola che si riavvolgeva bruscamente. << Oh ma certo, certo! Credo di avere del thè nero e, se la mia assistente non ha finito le foglie, anche del thè verde...- era già partita per la tangente, come suo solito - Ma prima venite, vi mostro una parte del locale che sarà conclusa a breve. Di qua...>> le gambe della Serpeverde fremevano per dirigersi verso il luogo dove prima si era già avventurata la sua mente, facendo strada lungo il reparto su Hobby & Tempo Libero fino ad arrivare nella stanza ricavata accanto al magazzino, che era stato ridotto di dimensioni per fare spazio a questa idea. << Ta-da! Il Salotto degli Artisti è... quanto di più concreto a un’idea. Ma prima o poi prenderà forma. Intanto sedetevi, cerco il servizio buono e metto su l’acqua. Temo di non avere biscotti o pasticcini, ma, accomodatevi, vi prego. >> parlava un po’ con se stessa, dando libero sfogo ai suoi pensieri che uscivano senza filtri dalla bocca, un po’ rivolgendosi all’inaspettata coppia di ospiti. Fortunatamente aveva entrambe le foglie di thè che aveva offerto, così avrebbe potuto preparare quello che era stato chiesto, mentre come tazzine dovette improvvisare. Tornò di là in tempo record, dando una tazzina piccola e con fiorellini rosa alla strega, una tazza grande da cappuccino con scritto “Stai d’Incanto!” in rosso all’elfo e per se stessa una tazza alta, sembrava quasi un bicchiere, fatta di vetro con alcuni unicorni con la chioma arcobaleno disegnati sopra. L’acqua bolliva piano e avrebbe atteso un fischio lungo prima di andare a controllare se era pronto, questo le dava tempo per qualche chiacchiera. Prese posto in una delle sedute rimasta libera, incrociando le gambe e sporgendosi in avanti, verso i suoi interlocutori per rispondere a una domanda che era rimasta in sospeso durante tutto quel tempo. << Ah si il Quidditch!- parve quasi riemergere dalla trance agonistica che la preparazione del thè le aveva dato - Gioco come Battitore. Ho provato anche a giocare da Cacciatore, ma colpire un bolide da molte più soddisfazioni.>> un sorrisetto sadico sulle sue labbra per la prima volta incrinò quel suo aspetto da Tassorosso allegra, rivelando il motivo per cui era finita nelle file VerdeArgento: pur di vincere era disposta a qualunque cosa. << Vi piace il Quidditch?>> domandò con l’aria di chi era pronta a vomitare una serie infinite di storie e aneddoti ai suoi interlocutori se solo avesse avuto via libera. Sul subito si bloccò, scrutando l’aspetto della strega bionda che aveva davanti e della quale le era decisamente sfuggito il nome. Era ironico che sapesse dire che l’elfo si chiamava Abe ma non avere idea del nome da assegnare alla bionda della sua stessa specie. Ah, la solita smemorata James!
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    Aveva picchiettato ritmicamente la punta delle dita sul bancone in legno, pensierosa.
    Un nome originale, un nome originale, un nome originale..
    In quei brevi attimi se si fosse teso l'orecchio si sarebbero quasi quasi sentiti i meccanici suoni dei pensieri arrovellati tra loro della strega.
    Da brava Corvonero, Adeline aveva amato pressochè indistintamente ogni materia studiata a scuola e di fatto anche molte di più.
    D'Estate, circondata dai suoi libri nella vasta biblioteca del Manor di famiglia – frequentata principalmente da lei e.. da lei – tra letture più o meno leggere aveva sempre spaziato da tematiche storiche, religiose, babbane, filosofiche a – le sue preferite in assoluto, di origine babbana ma che di fatto inconsapevolmente riprendevano parte della loro storia e magia – le a dir poco meravigliose avventure mitologiche.
    Scoperte nella stagione estiva risalente al suo secondo anno ad Hogwarts, la londinese se n'era da subito letteralmente e letterariamente innamorata.
    Aveva passato settimane in compagnia di babbani dalle mille e uno sfide, dei e semidei dai poteri fantastici – e a detta di una strega purosangue che nella magia era nata e cresciuta, questo era tutto dire.
    Ad ogni modo, lì in quel negozio, circondata dai libri, i polmoni a riempirsi di quel profumo a lei tanto caro di foglio stampato, pergamena ed inchiostro come durante quei lunghi e caldi pomeriggi estivi..dopo attimi che al solito nella sua testolina dorata erano parsi secoli, l'illuminazione: le dita si erano interrotte a metà nella loro ritmica cadenza sul piano in legno, e le labbra si erano schiuse al suono interrogativo di un -Che ne dici di Ares?-
    Socchiuse un po' gli occhioni bicromatici, con quel suo cruccio pensieroso per cui Abe spesso e volentieri la canzonava bonariamente: -State facendo di nuovo quell'espressione signorina Ad.-
    Le giunse infatti all'orecchio poco dopo, mentre la Negoziante si occupava di incassare il totale dovuto e Adeline rivolgeva una rapida ed infantile linguaccia al suo elfo.
    Prima di proseguire la sua spiegazione però, articolata sull'idea che proprio a quel dio greco era stato associato il Gufo Reale, senza considerare l'ironico binomio “sadico dio della guerra – soffice e piumoso gufo da compagnia”, la strega lì stava già coinvolgendo appieno nel loro improvvisato thè pomeridiano: la Bronzo Blu sorrise contenta, seguendo insieme al passo leggero di Abe la negoziante, sino in effetti a ..
    -Ta-da! Il Salotto degli Artisti è... quanto di più concreto a un’idea. Ma prima o poi prenderà forma. Intanto sedetevi, cerco il servizio buono e metto su l’acqua. Temo di non avere biscotti o pasticcini, ma, accomodatevi, vi prego. -
    -Beh, ma è assolutamente stupendo!- si ritrovò ad esclamare la biondina, sondando con lo sguardo di bosco e di mare quella piccola tana in via di costruzione tutta comodità, libri e immaginava anche sogni e speranze – oramai sulla via della realizzazione, avrebbe aggiunto.
    Fece mezza giravolta, guardandosi attorno: -Il salotto degli Artisti- saggiò il nome pronunciandolo -Hai già delle attività o programmi precisi in mente? A quando l'apertura? Oh accidenti potreste fare delle letture a tema o serate accompagnate da sottofondi musicali come qualche brano jazz o.. potreste invitare scrittori di ogni genere per delle letture o addirittura delle anteprime!-
    Addio Adeline, è stato bello.
    -Potreste organizzare qualche piccola asta, o comunque riservare alcune vostre edizioni rare o speciali ad una clientela particolare e fidata che verrebbe qui e.. Merlino potreste persino fondare un Club! Di giorno aperto a tutti, di sera solo per alcuni - wow..-
    Ehi ma questa “tangente” in cui si ci perde pare piuttosto frequentata oggi mh.
    Persa in deliri che peraltro poco la riguardavano di fatto, l'unico cenno di presenza rispetto alla realtà in cui ancora era inserita era stato unicamente l'alzare un po' il tono di voce per continuare a rendere partecipe dei suoi viaggioni James povera lei, mentre questa si allontanava per preparare il loro thè.
    Al ritorno della strega, Adeline aveva così riportato lo sguardo su quella ragazza che, d'improvviso, le era parsa tanto assurdamente familiare. Sarà stato l'invito in quel piccolo angolo di mondo in cui probabilmente pochi avevano avuto la fortuna di potersi ritrovare, a fomentare un senso di intimità nella londinese che così, più si guardava attorno e più inspirava a fondo quelle speranze ma anche tutto quel lavoro, quella fatica che probabilmente nascondeva quel ritaglio letterario – in tutti i sensi – più di fatto si sentiva segretamente introdotta e quasi complice di quella bionda dagli occhi smeraldini.
    Si innamorava perdutamente delle storie che talvolta aveva la fortuna di ascoltare da parte della più svariata gente, figurarsi quindi quanto poteva vibrarle di pura contentezza il muscolo cardiaco quando nella pratica più concreta dei fatti, le veniva dato accesso di persona ad una piccola parte di storia di quelle stesse persone. Per Adeline equivaleva ad un inaspettato e anticipato regalo di Natale, tutto meravigliosamente da scartare e scoprire, curiosa e contenta come una bambina.
    Complice un mite schiarirsi di gola di Abe che prontamente aveva compreso l'entusiasmo e quindi la quasi conseguente testa fra le nuvole della sua strega, la Bronzo Blu dopo aver afferrato la tazza offerta aveva cercato velocemente di riprendersi: -Grazie mille!- aveva quindi trillato rendendosi un attimo dopo conto che forse sarebbe bastata una manciata di decibel in meno, per apparire nuovamente nella norma.
    -Bellissime tazze.- riprovò quindi più mesta, sorridendo quasi con improvviso imbarazzo alla strega. D'altronde, intimità o meno percepita, entusiasmo o non entusiasmo, quella ragazza di fatto rimaneva pressochè una sconosciuta, seppur particolarmente cordiale.
    Annuì anche Abe, un po' per quel maldestro tentativo di recuperare una dignità limitare i toni ( o i danni, dir si voglia) un po' per il commento della sua strega sulle tazze: -Assolutamente splendide signorina James.- concordò infatti anche la creatura, rigirandosi tra le mani la sua e mostrando con un gran sorriso la scritta sovra impressa.
    -Ah si il Quidditch! -
    -Gioco come Battitore. Ho provato anche a giocare da Cacciatore, ma colpire un bolide da molte più soddisfazioni. Vi piace il Quidditch? -
    L'ennesimo sorriso così comparve con una nota di stupore, sul volto della Corvonero.
    -Anche io come Battitrice! Beh, quanto meno giocavo, ai tempi della scuola.. battitrice della mia casata, Corvonero, qui ad Hogwarts.-
    Spiegò contenta, ridacchiando alle “soddisfazioni” fornite da quel ruolo.
    -Io non ho mai assistito ad una partita.. ma se potessi giocare, probabilmente mi piacerebbe il ruolo da Cercatore.-
    Rispose anche Abe, oscillando lo sguardo celeste da una strega all'altra, curioso.
    -E' un ruolo da solitari Abe..perchè proprio il cercatore?-
    Stava bene Adeline, in quel ritaglio di mondo.
    Con la sua tazza in mano, Abe ed una nuova conoscenza lì accanto, quell'aria di familiarità e di thè caldo in arrivo..
    E a proposito di familiarità.
    -Oh accidenti.-
    Esordì un attimo dopo la londinese, lo sguardo verde azzurro a dardeggiare dal suo elfo alla strega, improvvisamente allarmato, come se si fosse appena ricordata di aver lasciato un forno babbano di cui non conosceva neanche la forma, acceso in una casa babbana che comunque non aveva – forse sarebbe stato meglio pensare ad un esempio più azzeccato in effetti.
    -Ma io in tutto questo non mi sono presentata!-
    Fece un passo avanti in direzione della negoziante, come mossa da automatismo, per poi fermarsi di botto con la destra già a mezz'aria: ma a quel punto della conversazione, era ancora convenzione presentarsi stringendosi la mano oppure si erano superati oramai i confini dettati dal ritmo della comunicazione, verbale e non?
    -Beh io.. ehm, mi chiamo Adeline, comunque. Adeline Walker, piacere.-
    Disse quindi mite, portando in ultimo la destra in avanti.
    D'altronde, dopo le altalenanze d'umore, i “Lei” nelle frasi, elfi domestici invitati, i deliri per quel Salottino... che una stretta di mano non proprio in tempo fosse fuori dalle convenzioni, alla Bronzo Blu, poco importava.
    O no?
     
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    Ghirigoro
    James Kennegan

    Ancora faticava a crederci: il salotto degli artisti prendeva forma giorno dopo giorno, riportando alla vita un pezzetto di antica storia che aveva condiviso con il Ghirigoro. Una storia che la Kennegan aveva avuto modo di scoprire quando lavorava nella libreria magica su tempi di Hogwarts, quando sedeva dietro al bancone con la cravatta della divisa allentata e la preoccupazione per i compiti di Aritmanzia che le frullava per la testa, ma questo non le aveva mai impedito nei momenti di quiete di vagare per il locale e dare sfogo alla sua curiosità. Certe volte si appropriava di nuove uscite, sbirciandone la trama e i contenuti, altre volte si trattava della pagina sportiva della Gazzetta altre dell’oroscopo sul Settimanale, ma certe altre volte andava in esplorazione del retrobottega, armata di bacchetta illuminata e di una buona dose di sfrontatezza. Era stato quando aveva trovato una porzione di tela dipinta ad olio, strappata dal quadro della quale faceva parte, rivelando quello che sembrava essere un campo di papaveri. Le dita della diciassettenne erano corse sulla vernice rugosa e screpolata, si sentivano gli steli d’erba in rilievo e i petali dei fiori che tracciavano morbide curve. Ne era rimasta tanto affascinata da indagare più a fondo. All’epoca aveva svolto anche uno stage come giornalista nelle due testate giornalistiche di maggior spicco a Londra, la Gazzetta del Profeta e il Settimanale delle Streghe, e aveva avuto modo di fare le sue indagini e riportare alla luce l’antica storia che colorava - letteralmente- il Ghirigoro. Di come Sir Aldebrandi, mediocre pittore di origini italiane, avesse fatto la sua fortuna con eccessiva ispirazione - o plagio che dir si voglia- di artisti babbano di gran lunga più talentosi ma di come quando questa truffa fu scoperta ormai aveva acquisito tale fama da non venire screditato eccessivamente e con le finanze ancora ben pingue da potersi permettere una contrazione delle vendite. Gli si doveva comunque la lungimiranza della creazione di un angolo dove artisti e pittori potevano ritrovarsi e far conoscere la loro arte, qualunque forma essa avesse e questo bastava perchè l'irlandese lo avesse in simpatia e avesse deciso di riportare in auge la sola idea originale che Aldebrandi avesse avuto in tutta la sua vita. La versione diciassettenne della Kennegan aveva quasi convinto il Pierce, Negoziante quando lei era una studentessa, a aprire un analogo spazio ma la nuova gestione si era avventata come uno squalo spazzando via il suo posto di lavoro e cancellando tutte le innovazioni apportate. Ma ora il Ghirigoro era il suo negozio e come Negoziante non vedeva l’ora di poter mettere in atto lei stessa le idee che l’avevano animata quando era ancora una studentessa. Ora erano passati dieci anni, era più matura, aveva acquisito esperienza a discapito della solita impulsività, ma comunque il sogno che conservava nel cassetto - del Ghirigoro- era rimasto invariato. Era così emozionata di poter mostrare a qualcuno che non fosse se stessa il progetto che prendeva forma, nella vita reale, e non soltanto dietro il cristallino di smeraldo attraverso le ali della fantasia. Sorrise con entusiasmo alle parole euforiche della bionda, inaspettata complice che condivideva la stessa esaltazione che vibrava nel petto dell’irlandese, trattenendosi dallo sbattere le mani come una bambina che non vede l’ora di ricevere le sue caramelle preferite. << Esatto!- piombò nel discorso quando la bionda aveva concluso il suo, entusiasta che entrambe avessero la stessa visione - L’idea è proprio questo! Farò un inaugurazione dove presenterò il primo scrittore che ho acquisito e il suo primo saggio, oh piacerà a tutti! Pensavo di mettere un pianoforte da questa parte- indicò una zona impolverata e coperta dai teli bianchi dei lavori in corso - così posso mettere qualche libro sopra, mentre il pianista suona... e poi voglio fare un angolo della pittura. Metterò dei cavalletti con delle tele bianche a disposizione per un attacco d’arte e sulle pareti metterò i dipinti più belli. - mentre spiegava si sbracciava a destra e sinistra, piroettando per la stanza mostrando ora questo ora quest’altro punto - Quaggiù invece metterò altre poltroncine, dove sprofondare nelle letture, chiederò al Piediburro una fornitura annuale di thè per il giorno e ai Tre Manici delle bottiglie di vino per i lettori crepuscolari. Oh, sarà bellissimo... dovete assolutamente venire entrambi quando sarà tutto a posto... così è un casino e non rende bene.>> decretò infine estendendo l’invito alla strega e al suo elfo domestico, che James considerava come un cliente che le sarebbe piaciuto vedere girare per il salottino, magari cimentandosi in una tela da un punto di vista inedito. Non vedeva l’ora di vedere quel posto finito e pronto per il pubblico e l’ingrana creatura poteva ritenersi fortunata che la Kennegan non avesse un pennello e delle tempere a portata di mano, o lo avrebbe pregato di confezionarle una tela elfica da esporre. Gli zigomi gonfiati dal sorriso che aveva stampato sul volto si arrossarono leggermente dinnanzi ai complimenti per le tazze, sua ossessione adolescenziale insieme ai cappelli, perché era consapevole di averne una collezione enorme ma che nessuna era coordinata a un’altra. << Avere un servizio da thè elegante e coordinato non mi sembrava abbastanza... artistico! Anche se sono ancora indecisa se prendere qualcosa di più...beh di più inglese per servire il thè- stava già commentando, esprimendo come suo solito una serie di pensieri sconnessi e frutto del libero scorrere nella sua mente che sembrava essere troppo indaffarata a seguirli a destra e sinistra per filtrarne qualcuno prima che sfuggissero dalla sua bocca - Trovate che così sia troppo caotico?>> domandò incentrando quella conversazione sulle tazze da thè, come se si trattasse di uno di quegli argomenti su cui ciascun cittadino della corona dovesse avere un’opinione precisa, per lei questa questione era sicuramente più importante che la mera politica.
    E più importante ancora c’era il Quidditch, non avrebbe mai potuto avere simpatia per qualcuno che disprezzasse il Quidditch, anche perché circa il sessanta percento delle sue conversazioni vertevano intorno allo sport magico, voleva sapere per quale squadra tifassero, per il ruolo che avrebbero voluto intraprendere, se preferissero scommettere sulle vincite o se erano tifosi che il giorno dopo si trovavano senza voce, tutti elementi che permettevano alla Serpeverde di conoscere di più la persona con la quale parlava, una sorta di psicologia Kenneganiana incentrata sul Quidditch. Quasi si trovò a saltare sulla sedia nell’apprendere che la strega era stata un Battitore di Corvonero, stava quasi per assalirla di domande ma l’intervento di Abe la frenò dal vomitarle tutte addosso alla sua padrona. << Battitrice! Ma forse allora ci siamo sfidate sul campo di gioco... avremo più o meno la stessa età quindi... con chi eri in coppia?? - ne scelse solo una delle trecento che le erano balenate per la testa dicendosi che avrebbe avuto occasione più avanti per chiederle qualcos’altro, dedicando la sua attenzione alla piccola creatura - Cercatore! Beh sarebbe sicuramente avvantaggiato... batteresti tutti in velocità e destrezza.>> rispose prima alla osservazione della strega e poi rivolgendosi direttamente a lui, come se stesse effettivamente valutando la possibilità di inserirlo in qualche squadra. Si domandava anche se avesse una vista ben sviluppata oltre all’udito che sicuramente lo avvantaggiava visto la forma delle sue orecchie. La conversazione scivolava via con dolcezza e facilità, come se si trattasse di un ritrovo tra vecchi amici. Ma la verità era che non si conoscevano affatto, eppure anche la presentazione che seguí con imbarazzo di Adeline, sembrava essere così superflua nel essersi trovati con tanto piacere seduti a conversare. Allungò anche lei la destra, per non lasciare sospesa quella mano che le era stata offerta, stingendola in un << James Kennegan>> formale ma con un sorriso ampio come era solita elargire a destra e manca. L’acuto fischio del bollitore messo sul fuoco sciolse quel lieve attimo di imbarazzo e la Kennegan balzò via con due ampie falcate per andare a mettere in infusione le foglie di thè. Riemerse dopo pochi istanti, con la teiera che volava a poca distanza davanti a lei e un vassoio con zucchero e miele in mano, riprendendo posto sul morbido cuscino ancora tiepido, appoggiando il vassoio sul tavolino, mentre in tutta autonomia la teiera versava da un componente all’altro il thè ancora fumante. Distratta si fece versare il liquido fin quasi all’orlo della sua tazza, con notevole difficoltà nell’inserire ben quattro cucchiaini strapieni di zucchero senza strabordare in giro acqua bollente. << È da tanto che sei Medimaga?>> domandò dopo aver sorseggiato un po’ del suo thè quanto bastava perché raggiungesse un livello che non fosse a pericolo di fuoriuscita, sarebbe stato imbarazzante rovesciarselo addosso davanti alle sue nuove conoscenze, mentre la gamba ancora infortunata le ricordava con una lieve scossa quanto poco disinteressata fosse la sua domanda, a discapito del tono genuinamente curioso ma neutro con il quale aveva posto la domanda.
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    Ghiaccioli
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    Ad un certo punto, anche se Adeline non avrebbe di certo saputo dire quale, la voce della strega aveva iniziato a risuonare musicalmente in quel sogno segreto fattosi stanza: le parole della ex Serpeverde fuoriuscivano dalle sue labbra, vibrando nell'aria attorno alle figure delle due bionde, e con una magia tutta loro creavano davanti agli occhi incantati della Bronzo Blu un piccolo panorama tutto da scoprire: attrezzi, polvere e teli bianchi scomparivano alla vista silenziosi, come polvere al vento, mentre leggeri e altrettanto muti come fantasmi uno ad uno gli oggetti, gli arredi, ogni singolo dettaglio dettato dalla strega prendeva forma e posizione.
    Uno splendido pianoforte così, era comparso nell'angolo indicato dalla Negoziante, con un elegante sgabello abbinato, le note fantasma a risuonare nell'aria.
    I libri tutt'attorno poi, con il loro intenso profumo di pagine stampate, pergamene ed inchiostro, un profumo però che andava a mescolarsi con le fragranze dei thè serviti nel pomeriggio, o dei bicchieri di vino durante la sera.
    E poi quella venatura più pungente data dall'odore della pittura, con le tele proprio lì accanto nello spazio a loro dedicato: alcune bianche, su piedistalli in legno, altre dipinte, le più belle appese alle pareti dai colori accoglienti.
    La strega si muoveva, parlava, indicava, e dietro di lei, a rincorrere le sue parole, lasciava quella scia di sogni e speranze ma anche duro lavoro ed impegno, che prendeva mano a mano forma sotto gli occhi sognanti di entrambe in quel momento.
    C'erano poi le luci calde per i lettori, le poltroncine e qualche divanetto, il brusio sommesso degli ospiti e il fruscio di mille pagine, quella sensazione unica sotto le dita quando lasciate scorrere sopra le mensole, a sfiorare una copertina dopo l'altra, alla ricerca incantata della storia perfetta.
    W o W.
    Altrui o propri, i sogni erano dotati di una magia tutta loro e Adeline in questo genere di cose cascava a fondo come i biscotti troppo inzuppati nel latte caldo.
    Se ne faceva sommergere crogiolandosi in quel tepore, e fosse stato per lei non ne sarebbe mai riemersa.
    Furono le tazze da tè, infine, a riportarla vagamente alla realtà:
    -Oh, no assolutamente, tieni queste! Sono uniche nel loro genere e anzi, potresti servirle ai tuoi clienti in base alla personalità che pensi abbiano, come se abbinassi ognuna di loro a ciascuna persona che ti chiede il tè.- Idee idiote e dove trovarle, Ad - I servizi classici inglesi sono talmente noiosi..e te lo dice una londinese doc, nel Manor di famiglia credo di aver visto non so quanti servizi tutti uguali in “rara e finissima porcellana decorata a mano da addestratori turchi di Occamy dorati ispirati dai tramonti europei e bla-bla-bla”- aveva finito per canzonare sua zia Ada, che delle poche volte che si era palesata in casa loro, o le aveva ricordato di non sfiorare neanche con lo sguardo quelle preziosissime e stupide, o quantomeno assolutamente banali ai suoi occhi porcellane o di non toccare.. -..Il pianoforte!-
    Adeline e le risposte a scoppio ritardato pt.1.
    -Nella casa in cui sono cresciuta, abbiamo un meraviglioso pianoforte d'epoca e, Merlino, intoccato da secoli.- esordì quindi la londinese, a metà tra l'entusiasmo per la possibile buona idea e l'imbarazzo per l'ennesima riprova di come talvolta il seguire il caotico susseguirsi dei suoi pensieri, la portasse di fatto a sembrare quanto meno mezza fuori di balcone.
    -Se non volessi comprarne uno nuovo.. mi farebbe davvero piacere regalartelo per questo posto. E' un classico pianoforte a coda, nero, niente di eccessivamente stravagante in effetti, anche se sono certa che le condizioni siano perfette e il legno probabilmente persino pregiato.. la mia famiglia non ha mai badato a spese per certi ninnoli, anche se poi di fatto guai ad utilizzarli!-
    Sorrise sincera, speranzosa che quella proposta potesse far piacere alla strega: così, non solo nel suo piccolo avrebbe contribuito ad aiutarla nel rendere reale quel piccolo angolo di paradiso, ma di fatto avrebbe anche dato nuova vita ad uno strumento che – a malincuore – nel Manor aveva sentito davvero poche volte il calore umano di un musicista – poche volte che diventavano un mai poi se si parlava di un musicista con del talento, visto che a quanto pare sua madre, l'unica a pigiare ogni tanto quei tasti in madreperla, era davvero una frana.

    -Battitrice! Ma forse allora ci siamo sfidate sul campo di gioco... avremo più o meno la stessa età quindi... con chi eri in coppia?? -
    Quando poi il tema passò sul versante sportivo, Adeline ridacchiò contenta: -Io ho 26 anni, compiuti a Gennaio- sorrise, sistemandosi meglio su di un morbido cuscino -Ho giocato per un paio d'anni prima con McGilling, una Corvonero altissima con delle braccia più lunghe della sua mazza accidenti, colpiva gli avversari più con quella che con i bolidi..- ridacchiò nascondendo con fare divertito lo sguardo con la mancina, al ricordo di quella stramba compagna di squadra -Creava non pochi problemi sul campo, allenamenti tra di noi compresi, ma nessuno aveva il coraggio di dirle niente perchè essendo anche una delle più grandi.. beh in effetti metteva paura un po' a tutti.-
    Lei sì che sarebbe stata una buona Serpeverde, nel più centrato degli stereotipi.
    -E l'ultimo anno con Danes, accidenti dava una potenza ai suoi colpi..e soprattutto colpiva i bolidi e non lanciava direttamente la mazza come la McGilling. Con lui mi sono sempre trovata bene. -
    Adeline non era mai stata un talento eccellente di giocatrice, ma non per questo nei suoi anni sul campo se l'era cavata male, anzi: il suo principale difetto era che – per assurdo – non voleva fare eccessivamente male alle persone.. perciò, a dispetto dell'ottima mira della quale poteva vantare, non imprimeva mai il massimo della forza di cui disponeva. Bersaglio sempre centrato ma mai disarcionato o seriamente ferito. Le uniche volte in cui era capitato che oltre a distrarre l'avversario con i suoi colpi, gli avesse anche erroneamente rotto qualche osso, era stata la prima ad accompagnare lo sfortunato di turno sino in infermeria in effetti.
    -Il cercatore si affida sui suoi altri compagni per svolgere il proprio ruolo.. senza i punti segnati dai cacciatori e la difesa dei battitori non riuscirebbe a portare alla vittoria la squadra, squadra che d'altronde si affida a sua volta, dato che senza di lui il più delle volte non vincerebbe.-
    La voce del suo elfo catalizzò l'attenzione della strega, curiosa di quel filo logico che seguiva sempre i ragionamenti di quella creatura: -Non è un ruolo da solitari.-
    Adeline sorrise, apprezzando la spiegazione dell'elfo e soprattutto come questo, seppur in toni cortesi e chiari, avesse decisamente ribattuto alla sua idea di cercatore come ruolo da solista.
    Poi, alle parole della ex Serpeverde, le lunghe orecchie da pipistrello vibrarono vistosamente per l'imbarazzo e la gratitudine: Abe era abituato ai modi di Adeline e sapeva di poter dar sfogo a certi suoi genuini modi di fare e parlare perchè la Bronzo Blu non dava peso a classismi ed etichette.
    Tutt'altro però era ricevere il medesimo trattamento paritario da un'estranea.. -La ringrazio signorina, sicuramente mi impegnerei al massimo delle mie potenzialità.-
    E di fatto le orecchie della creatura stavano ancora vibrando appena mentre poco dopo, le due streghe si presentavano ufficialmente e la Negoziante spariva per qualche secondo al fischio del bollitore: -Questa strega mi piace molto.- sussurrò alla londinese prima che la Kennegan facesse ritorno, accompagnata da una fluttuante teiera.
    -È da tanto che sei Medimaga? -
    Una manciata di attimi dopo, Adeline aveva fatto riempire la propria tazza e dopo un cucchiaino di miele ad addolcirla, si era fatta scaldare stomaco e cuore da quel liquido scuro e da quel profumo di serenità mista pace.
    -In realtà solo da un paio di mesi.- rispose quindi sorridente -Ma mi sono ambientata in fretta anche perchè lo amo come lavoro.. ho un ufficio tutto mio che, beh, è parecchio distante da tutto questo - indicò con lo sguardo l'accogliente spazio che le circondava -Ma se ti dovesse capitare di passare per il San Mungo potrei fartelo vedere!-
    Come se a qualcuno che non sia te facesse piacere passare per un ospedale, Ad.
    -Basta che non ti presenti su di una barella o mezza morente eh!-
    ..Eh - eh – eh!
     
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6 replies since 18/4/2020, 15:15   180 views
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