Libri, elfi e gufi.

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  1. Adeline Walker
     
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    Ghiaccioli
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    Aveva picchiettato ritmicamente la punta delle dita sul bancone in legno, pensierosa.
    Un nome originale, un nome originale, un nome originale..
    In quei brevi attimi se si fosse teso l'orecchio si sarebbero quasi quasi sentiti i meccanici suoni dei pensieri arrovellati tra loro della strega.
    Da brava Corvonero, Adeline aveva amato pressochè indistintamente ogni materia studiata a scuola e di fatto anche molte di più.
    D'Estate, circondata dai suoi libri nella vasta biblioteca del Manor di famiglia – frequentata principalmente da lei e.. da lei – tra letture più o meno leggere aveva sempre spaziato da tematiche storiche, religiose, babbane, filosofiche a – le sue preferite in assoluto, di origine babbana ma che di fatto inconsapevolmente riprendevano parte della loro storia e magia – le a dir poco meravigliose avventure mitologiche.
    Scoperte nella stagione estiva risalente al suo secondo anno ad Hogwarts, la londinese se n'era da subito letteralmente e letterariamente innamorata.
    Aveva passato settimane in compagnia di babbani dalle mille e uno sfide, dei e semidei dai poteri fantastici – e a detta di una strega purosangue che nella magia era nata e cresciuta, questo era tutto dire.
    Ad ogni modo, lì in quel negozio, circondata dai libri, i polmoni a riempirsi di quel profumo a lei tanto caro di foglio stampato, pergamena ed inchiostro come durante quei lunghi e caldi pomeriggi estivi..dopo attimi che al solito nella sua testolina dorata erano parsi secoli, l'illuminazione: le dita si erano interrotte a metà nella loro ritmica cadenza sul piano in legno, e le labbra si erano schiuse al suono interrogativo di un -Che ne dici di Ares?-
    Socchiuse un po' gli occhioni bicromatici, con quel suo cruccio pensieroso per cui Abe spesso e volentieri la canzonava bonariamente: -State facendo di nuovo quell'espressione signorina Ad.-
    Le giunse infatti all'orecchio poco dopo, mentre la Negoziante si occupava di incassare il totale dovuto e Adeline rivolgeva una rapida ed infantile linguaccia al suo elfo.
    Prima di proseguire la sua spiegazione però, articolata sull'idea che proprio a quel dio greco era stato associato il Gufo Reale, senza considerare l'ironico binomio “sadico dio della guerra – soffice e piumoso gufo da compagnia”, la strega lì stava già coinvolgendo appieno nel loro improvvisato thè pomeridiano: la Bronzo Blu sorrise contenta, seguendo insieme al passo leggero di Abe la negoziante, sino in effetti a ..
    -Ta-da! Il Salotto degli Artisti è... quanto di più concreto a un’idea. Ma prima o poi prenderà forma. Intanto sedetevi, cerco il servizio buono e metto su l’acqua. Temo di non avere biscotti o pasticcini, ma, accomodatevi, vi prego. -
    -Beh, ma è assolutamente stupendo!- si ritrovò ad esclamare la biondina, sondando con lo sguardo di bosco e di mare quella piccola tana in via di costruzione tutta comodità, libri e immaginava anche sogni e speranze – oramai sulla via della realizzazione, avrebbe aggiunto.
    Fece mezza giravolta, guardandosi attorno: -Il salotto degli Artisti- saggiò il nome pronunciandolo -Hai già delle attività o programmi precisi in mente? A quando l'apertura? Oh accidenti potreste fare delle letture a tema o serate accompagnate da sottofondi musicali come qualche brano jazz o.. potreste invitare scrittori di ogni genere per delle letture o addirittura delle anteprime!-
    Addio Adeline, è stato bello.
    -Potreste organizzare qualche piccola asta, o comunque riservare alcune vostre edizioni rare o speciali ad una clientela particolare e fidata che verrebbe qui e.. Merlino potreste persino fondare un Club! Di giorno aperto a tutti, di sera solo per alcuni - wow..-
    Ehi ma questa “tangente” in cui si ci perde pare piuttosto frequentata oggi mh.
    Persa in deliri che peraltro poco la riguardavano di fatto, l'unico cenno di presenza rispetto alla realtà in cui ancora era inserita era stato unicamente l'alzare un po' il tono di voce per continuare a rendere partecipe dei suoi viaggioni James povera lei, mentre questa si allontanava per preparare il loro thè.
    Al ritorno della strega, Adeline aveva così riportato lo sguardo su quella ragazza che, d'improvviso, le era parsa tanto assurdamente familiare. Sarà stato l'invito in quel piccolo angolo di mondo in cui probabilmente pochi avevano avuto la fortuna di potersi ritrovare, a fomentare un senso di intimità nella londinese che così, più si guardava attorno e più inspirava a fondo quelle speranze ma anche tutto quel lavoro, quella fatica che probabilmente nascondeva quel ritaglio letterario – in tutti i sensi – più di fatto si sentiva segretamente introdotta e quasi complice di quella bionda dagli occhi smeraldini.
    Si innamorava perdutamente delle storie che talvolta aveva la fortuna di ascoltare da parte della più svariata gente, figurarsi quindi quanto poteva vibrarle di pura contentezza il muscolo cardiaco quando nella pratica più concreta dei fatti, le veniva dato accesso di persona ad una piccola parte di storia di quelle stesse persone. Per Adeline equivaleva ad un inaspettato e anticipato regalo di Natale, tutto meravigliosamente da scartare e scoprire, curiosa e contenta come una bambina.
    Complice un mite schiarirsi di gola di Abe che prontamente aveva compreso l'entusiasmo e quindi la quasi conseguente testa fra le nuvole della sua strega, la Bronzo Blu dopo aver afferrato la tazza offerta aveva cercato velocemente di riprendersi: -Grazie mille!- aveva quindi trillato rendendosi un attimo dopo conto che forse sarebbe bastata una manciata di decibel in meno, per apparire nuovamente nella norma.
    -Bellissime tazze.- riprovò quindi più mesta, sorridendo quasi con improvviso imbarazzo alla strega. D'altronde, intimità o meno percepita, entusiasmo o non entusiasmo, quella ragazza di fatto rimaneva pressochè una sconosciuta, seppur particolarmente cordiale.
    Annuì anche Abe, un po' per quel maldestro tentativo di recuperare una dignità limitare i toni ( o i danni, dir si voglia) un po' per il commento della sua strega sulle tazze: -Assolutamente splendide signorina James.- concordò infatti anche la creatura, rigirandosi tra le mani la sua e mostrando con un gran sorriso la scritta sovra impressa.
    -Ah si il Quidditch! -
    -Gioco come Battitore. Ho provato anche a giocare da Cacciatore, ma colpire un bolide da molte più soddisfazioni. Vi piace il Quidditch? -
    L'ennesimo sorriso così comparve con una nota di stupore, sul volto della Corvonero.
    -Anche io come Battitrice! Beh, quanto meno giocavo, ai tempi della scuola.. battitrice della mia casata, Corvonero, qui ad Hogwarts.-
    Spiegò contenta, ridacchiando alle “soddisfazioni” fornite da quel ruolo.
    -Io non ho mai assistito ad una partita.. ma se potessi giocare, probabilmente mi piacerebbe il ruolo da Cercatore.-
    Rispose anche Abe, oscillando lo sguardo celeste da una strega all'altra, curioso.
    -E' un ruolo da solitari Abe..perchè proprio il cercatore?-
    Stava bene Adeline, in quel ritaglio di mondo.
    Con la sua tazza in mano, Abe ed una nuova conoscenza lì accanto, quell'aria di familiarità e di thè caldo in arrivo..
    E a proposito di familiarità.
    -Oh accidenti.-
    Esordì un attimo dopo la londinese, lo sguardo verde azzurro a dardeggiare dal suo elfo alla strega, improvvisamente allarmato, come se si fosse appena ricordata di aver lasciato un forno babbano di cui non conosceva neanche la forma, acceso in una casa babbana che comunque non aveva – forse sarebbe stato meglio pensare ad un esempio più azzeccato in effetti.
    -Ma io in tutto questo non mi sono presentata!-
    Fece un passo avanti in direzione della negoziante, come mossa da automatismo, per poi fermarsi di botto con la destra già a mezz'aria: ma a quel punto della conversazione, era ancora convenzione presentarsi stringendosi la mano oppure si erano superati oramai i confini dettati dal ritmo della comunicazione, verbale e non?
    -Beh io.. ehm, mi chiamo Adeline, comunque. Adeline Walker, piacere.-
    Disse quindi mite, portando in ultimo la destra in avanti.
    D'altronde, dopo le altalenanze d'umore, i “Lei” nelle frasi, elfi domestici invitati, i deliri per quel Salottino... che una stretta di mano non proprio in tempo fosse fuori dalle convenzioni, alla Bronzo Blu, poco importava.
    O no?
     
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