Libri, elfi e gufi.

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  1. James Kennegan
     
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    Ghirigoro
    James Kennegan

    Ancora faticava a crederci: il salotto degli artisti prendeva forma giorno dopo giorno, riportando alla vita un pezzetto di antica storia che aveva condiviso con il Ghirigoro. Una storia che la Kennegan aveva avuto modo di scoprire quando lavorava nella libreria magica su tempi di Hogwarts, quando sedeva dietro al bancone con la cravatta della divisa allentata e la preoccupazione per i compiti di Aritmanzia che le frullava per la testa, ma questo non le aveva mai impedito nei momenti di quiete di vagare per il locale e dare sfogo alla sua curiosità. Certe volte si appropriava di nuove uscite, sbirciandone la trama e i contenuti, altre volte si trattava della pagina sportiva della Gazzetta altre dell’oroscopo sul Settimanale, ma certe altre volte andava in esplorazione del retrobottega, armata di bacchetta illuminata e di una buona dose di sfrontatezza. Era stato quando aveva trovato una porzione di tela dipinta ad olio, strappata dal quadro della quale faceva parte, rivelando quello che sembrava essere un campo di papaveri. Le dita della diciassettenne erano corse sulla vernice rugosa e screpolata, si sentivano gli steli d’erba in rilievo e i petali dei fiori che tracciavano morbide curve. Ne era rimasta tanto affascinata da indagare più a fondo. All’epoca aveva svolto anche uno stage come giornalista nelle due testate giornalistiche di maggior spicco a Londra, la Gazzetta del Profeta e il Settimanale delle Streghe, e aveva avuto modo di fare le sue indagini e riportare alla luce l’antica storia che colorava - letteralmente- il Ghirigoro. Di come Sir Aldebrandi, mediocre pittore di origini italiane, avesse fatto la sua fortuna con eccessiva ispirazione - o plagio che dir si voglia- di artisti babbano di gran lunga più talentosi ma di come quando questa truffa fu scoperta ormai aveva acquisito tale fama da non venire screditato eccessivamente e con le finanze ancora ben pingue da potersi permettere una contrazione delle vendite. Gli si doveva comunque la lungimiranza della creazione di un angolo dove artisti e pittori potevano ritrovarsi e far conoscere la loro arte, qualunque forma essa avesse e questo bastava perchè l'irlandese lo avesse in simpatia e avesse deciso di riportare in auge la sola idea originale che Aldebrandi avesse avuto in tutta la sua vita. La versione diciassettenne della Kennegan aveva quasi convinto il Pierce, Negoziante quando lei era una studentessa, a aprire un analogo spazio ma la nuova gestione si era avventata come uno squalo spazzando via il suo posto di lavoro e cancellando tutte le innovazioni apportate. Ma ora il Ghirigoro era il suo negozio e come Negoziante non vedeva l’ora di poter mettere in atto lei stessa le idee che l’avevano animata quando era ancora una studentessa. Ora erano passati dieci anni, era più matura, aveva acquisito esperienza a discapito della solita impulsività, ma comunque il sogno che conservava nel cassetto - del Ghirigoro- era rimasto invariato. Era così emozionata di poter mostrare a qualcuno che non fosse se stessa il progetto che prendeva forma, nella vita reale, e non soltanto dietro il cristallino di smeraldo attraverso le ali della fantasia. Sorrise con entusiasmo alle parole euforiche della bionda, inaspettata complice che condivideva la stessa esaltazione che vibrava nel petto dell’irlandese, trattenendosi dallo sbattere le mani come una bambina che non vede l’ora di ricevere le sue caramelle preferite. << Esatto!- piombò nel discorso quando la bionda aveva concluso il suo, entusiasta che entrambe avessero la stessa visione - L’idea è proprio questo! Farò un inaugurazione dove presenterò il primo scrittore che ho acquisito e il suo primo saggio, oh piacerà a tutti! Pensavo di mettere un pianoforte da questa parte- indicò una zona impolverata e coperta dai teli bianchi dei lavori in corso - così posso mettere qualche libro sopra, mentre il pianista suona... e poi voglio fare un angolo della pittura. Metterò dei cavalletti con delle tele bianche a disposizione per un attacco d’arte e sulle pareti metterò i dipinti più belli. - mentre spiegava si sbracciava a destra e sinistra, piroettando per la stanza mostrando ora questo ora quest’altro punto - Quaggiù invece metterò altre poltroncine, dove sprofondare nelle letture, chiederò al Piediburro una fornitura annuale di thè per il giorno e ai Tre Manici delle bottiglie di vino per i lettori crepuscolari. Oh, sarà bellissimo... dovete assolutamente venire entrambi quando sarà tutto a posto... così è un casino e non rende bene.>> decretò infine estendendo l’invito alla strega e al suo elfo domestico, che James considerava come un cliente che le sarebbe piaciuto vedere girare per il salottino, magari cimentandosi in una tela da un punto di vista inedito. Non vedeva l’ora di vedere quel posto finito e pronto per il pubblico e l’ingrana creatura poteva ritenersi fortunata che la Kennegan non avesse un pennello e delle tempere a portata di mano, o lo avrebbe pregato di confezionarle una tela elfica da esporre. Gli zigomi gonfiati dal sorriso che aveva stampato sul volto si arrossarono leggermente dinnanzi ai complimenti per le tazze, sua ossessione adolescenziale insieme ai cappelli, perché era consapevole di averne una collezione enorme ma che nessuna era coordinata a un’altra. << Avere un servizio da thè elegante e coordinato non mi sembrava abbastanza... artistico! Anche se sono ancora indecisa se prendere qualcosa di più...beh di più inglese per servire il thè- stava già commentando, esprimendo come suo solito una serie di pensieri sconnessi e frutto del libero scorrere nella sua mente che sembrava essere troppo indaffarata a seguirli a destra e sinistra per filtrarne qualcuno prima che sfuggissero dalla sua bocca - Trovate che così sia troppo caotico?>> domandò incentrando quella conversazione sulle tazze da thè, come se si trattasse di uno di quegli argomenti su cui ciascun cittadino della corona dovesse avere un’opinione precisa, per lei questa questione era sicuramente più importante che la mera politica.
    E più importante ancora c’era il Quidditch, non avrebbe mai potuto avere simpatia per qualcuno che disprezzasse il Quidditch, anche perché circa il sessanta percento delle sue conversazioni vertevano intorno allo sport magico, voleva sapere per quale squadra tifassero, per il ruolo che avrebbero voluto intraprendere, se preferissero scommettere sulle vincite o se erano tifosi che il giorno dopo si trovavano senza voce, tutti elementi che permettevano alla Serpeverde di conoscere di più la persona con la quale parlava, una sorta di psicologia Kenneganiana incentrata sul Quidditch. Quasi si trovò a saltare sulla sedia nell’apprendere che la strega era stata un Battitore di Corvonero, stava quasi per assalirla di domande ma l’intervento di Abe la frenò dal vomitarle tutte addosso alla sua padrona. << Battitrice! Ma forse allora ci siamo sfidate sul campo di gioco... avremo più o meno la stessa età quindi... con chi eri in coppia?? - ne scelse solo una delle trecento che le erano balenate per la testa dicendosi che avrebbe avuto occasione più avanti per chiederle qualcos’altro, dedicando la sua attenzione alla piccola creatura - Cercatore! Beh sarebbe sicuramente avvantaggiato... batteresti tutti in velocità e destrezza.>> rispose prima alla osservazione della strega e poi rivolgendosi direttamente a lui, come se stesse effettivamente valutando la possibilità di inserirlo in qualche squadra. Si domandava anche se avesse una vista ben sviluppata oltre all’udito che sicuramente lo avvantaggiava visto la forma delle sue orecchie. La conversazione scivolava via con dolcezza e facilità, come se si trattasse di un ritrovo tra vecchi amici. Ma la verità era che non si conoscevano affatto, eppure anche la presentazione che seguí con imbarazzo di Adeline, sembrava essere così superflua nel essersi trovati con tanto piacere seduti a conversare. Allungò anche lei la destra, per non lasciare sospesa quella mano che le era stata offerta, stingendola in un << James Kennegan>> formale ma con un sorriso ampio come era solita elargire a destra e manca. L’acuto fischio del bollitore messo sul fuoco sciolse quel lieve attimo di imbarazzo e la Kennegan balzò via con due ampie falcate per andare a mettere in infusione le foglie di thè. Riemerse dopo pochi istanti, con la teiera che volava a poca distanza davanti a lei e un vassoio con zucchero e miele in mano, riprendendo posto sul morbido cuscino ancora tiepido, appoggiando il vassoio sul tavolino, mentre in tutta autonomia la teiera versava da un componente all’altro il thè ancora fumante. Distratta si fece versare il liquido fin quasi all’orlo della sua tazza, con notevole difficoltà nell’inserire ben quattro cucchiaini strapieni di zucchero senza strabordare in giro acqua bollente. << È da tanto che sei Medimaga?>> domandò dopo aver sorseggiato un po’ del suo thè quanto bastava perché raggiungesse un livello che non fosse a pericolo di fuoriuscita, sarebbe stato imbarazzante rovesciarselo addosso davanti alle sue nuove conoscenze, mentre la gamba ancora infortunata le ricordava con una lieve scossa quanto poco disinteressata fosse la sua domanda, a discapito del tono genuinamente curioso ma neutro con il quale aveva posto la domanda.
    code made by zachary, copia e t'ammazzo©
     
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6 replies since 18/4/2020, 15:15   180 views
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