Novantanove snasi saltavano sul letto

Adeline Walker

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    hedel anakin crawford
    Novantanove snasi saltavano sul letto, uno cadde e si ruppe il cervelletto.
    Novantotto snasi saltavano sul letto, uno inciampò e cadde nel gabinetto.

    Anakin trovava sempre modi originali per darle il tormento nel cuore della notte. E così Hedel Crawford si era svegliata con la Luna ancora alta nel cielo, le iridi scure come un pozzo profondo erano rimaste per molto tempo ad osservare il soffitto sopra la propria testa, della sua camera del Crawford’s Manor, del quale ormai riusciva a riconoscere persino le ragnatele. Di tanto in tanto collassava addormentata nel letto, sprofondando in un sonno senza segno, ma si svegliava di soprassalto con la voce di Anakin che fischiava nelle orecchie o che si divertiva a tratteggiare incubi horrorifici che le mettevano i brividi e le facevano venire il batticuore. Quando riemergeva da questo sonno, era come svegliarsi da un piccolo coma ogni volta, si voltava ad osservare l’ora sul suo comodino. Quella notte era abbastanza certa di aver visto passare quasi tutte le ore, il che significava che aveva dormito veramente poco. Le prime luci dell’alba la sorpresero ancora ad osservare il soffitto, con gli occhi che bruciavano per la mancanza di riposo e la mente che non riusciva proprio a darsi pace. Le ombre della notte sembravano estendersi anche nei suoi pensieri e proiettare problemi e ingigantire questioni che alla luce del giorno non erano sembrate così gravi o così imminenti. Di notte tutto sembrava espanso, esaltato all’interno di una cassa di risonanza che faceva emergere soltanto gli aspetti più cupi di ogni questione. Si era domandata, nella notte trascorsa e nelle altre che aveva passato insonne, se soltanto a lei capitavano queste notti così o se era Anakin che si burlava di lei con il favore delle tenebre. Non giunse mai a una conclusione soddisfacente perché nessuno era a conoscenza della malvagia personalità che albergava nei recessi più oscuri del suo cervello. Era lì, ma con la luce del giorno le sembrava che sparisse, una creatura che si rintana nella conosciuta oscurità e che fugge alla prima avvisaglia di luce.

    Un solo snaso saltava sopra il letto, ma annegò nel suo vizietto. Canta Hedel, canta! E si ricomincia... Novantanove snasi saltavano sul letto, uno cadde e si ruppe il cervelletto.

    Nelle tante elucubrazioni che avevano affollato la sua mente in quella notte movimentata, una l’aveva colpita in maniera particolare. Si era alzata immediatamente dal letto, infondo era già l’alba: un’orario quasi accettabile per abbandonare il caldo piumone, muovendosi su e giù per la camera con fare agitato. La partita di faggi che le avevano consegnato qualche giorno prima era difettosa. Qualcosa, quando aveva accarezzato il legno, le aveva immediatamente suggerito che qualcosa non andasse ma il campanello che annunciava un nuovo cliente era arrivato con insistenza alle sue orecchie e il corso del resto della giornata aveva sepolto in un angolo della sua mente quel pensiero. Ora però la notte si era allungata e lo aveva ripescato, portandolo a galla come un cadavere che affiora dalle superfici del male. Doveva verificare che si trattasse solo di una congettura notturna. Doveva verificarlo il prima possibile. Mr. Jughead era un nuovo fornitore, ma le raccomandazioni che aveva ricevuto a riguardo erano così buone che si era fidata ad assegnare a lui la partita di faggio che avrebbe dovuto bastarle per tutta l’estate. Non si può prendere il faggio che abbia già su le foglie, quindi l’ultimo legno reperibile era in quelle settimane che precedevano la primavera. Se i suoi sospetti fossero stati confermati avrebbe dovuto muoversi in fretta.

    Il retrobottega di Ollivander era esattamente come lo aveva lasciato la sera precedente, quando si materializzò al suo interno per dare sfogo ai suoi sospetti. Aveva indossato un comodo vestito di un viola scuro che trascendeva al bordeaux, che arrivava a coprirle sopra il ginocchio le gambe fasciate dalle calze grigie, in linea con la moda magica di quel secolo, un paio di morbidi stivaletti che risuonavano con il tacco a ogni passo sul legno. Si muoveva velocemente, perché la fretta era instillata nelle sue gambe dalle innumerevoli macchinazioni notturne, arrivando ad afferrare il legno di faggio. La corteccia le restò in mano, con segatura a terra. « Mi ha fregata, cazzo.»

    Uh piccola Hedel che i suoi affari fare non sa. Ora non ha più solo i tarli nella sua mente ma anche nel suo negozio, un’intera partita di legno andata a male poteva anche mandarla in bancarotta.

    Per la seconda volta saltò nel vuoto, compiendo una smaterializzazione al Ministero della Magia affollato di lavoratori che si stavano dirigendo ai loro uffici. D’istinto il suo sguardo si mise alla ricerca del fratello maggiore, lavorava al secondo livello e poteva anche esserle utile per rivalersi su Jughead, ma ci avrebbe pensato inseguito alla sua vendetta. Doveva recarsi nella foresta di faggi dell’Hampshire e procurarsi del legno. Ma doveva farlo in modo legale e soprattuto aveva bisogno di un dipendente del quarto livello che potesse aiutarla a cercare gli Asticelli - la loro presenza indicava una pianta di grande qualità- e anche a tenerli a bada mentre lei operava per cercare di estrarre del legno. Era per questo motivo che era molto difficile trovare legno di qualità ed era certa che quello scansafatiche di Jughead non si volesse prendere il disturbo di fronteggiare una comunità di agguerriti Bowtruckle. « Buongiorno sono Hedel Crawford, la Negoziante di Ollivander » si sarebbe presentata alla bionda dipendente ministeriale che avrebbe incontrato per prima negli uffici del Dipartimento Regolazione e Controllo Creature. « Ho bisogno di assistenza per reperire del materiale indispensabile per la fabbricazione delle bacchette magiche. Devo firmare qualche modulo o altro? Sarei un po’ di fretta.» spiegò con aria professionale, non aveva alcuna intenzione di fare amicizia fintanto che aveva un problema di tale entità da dover affrontare. Non poteva permettersi errori agli inizi della sua carriera come creatrice di bacchette.
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