Novantanove snasi saltavano sul letto

Adeline Walker

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  1. Adeline Walker
     
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    Ghiaccioli
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    Era una notte d'acqua a catinelle
    andavo in giro senza le bretelle,
    all'improvviso vidi un cimitero
    com'era nero – oh – com'era nero,

    E saltellando di tomba in tomba,
    vidi una bionda, mamma mia che bionda!
    Era il fantasma della zia Gioconda
    che ripuliva la sua tomba nera e fonda,

    I vermicelli freschi di giornata
    la rosicchiavan come l'insalata,
    in testa aveva un grosso gatto nero
    era il re – era il re del Cimitero!

    Ma questa storia ha un significato
    è come mettere il vino nel bucato,
    è come dire buonanotte al muro
    e poi lavarsi i piedi con il cianuro!

    La-la-la-la-lalalalala!




    .. Già.
    Non sempre si dovrebbe desiderare di entrare sul serio nella testa di una persona.
    Anche perchè, vedi tu i risultati poi.


    Adeline Walker amava la notte.
    Spesso e volentieri tardava nell'addormentarsi, leggendo sempre quella pagina di troppo, chiacchierando con Abe, coccolando il neo arrivato gufo che nelle ore notturne mostrava il meglio di sé con quei lucenti occhi gialli ed il becco a mordicchiarle l'orecchio, quando smetteva di accarezzarlo sul dorso.
    Dopo cena, se non era di turno al San Mungo o al Ministero per qualche “missione speciale” le chiamava lei, si concedeva un lungo e rigenerante bagno caldo, una tazza del suo thè al limone preferito, e poi via di chiacchiere, sparse come le carte di caramelle sul piumone di un bianco immacolato e croccanti come i gusci di noce che rompeva per il suo rapace.
    Si raggomitolava lì, contro lo schienale del letto, avvolta nelle sue coperte e nei suoi discorsi, più o meno importanti, più o meno profondi, più o meno divertenti.
    Più di una volta le era capitato di fare l'alba, come quella notte, in cui era passata da temi politici, a battute scadenti – le sue solite, le uniche che era in grado di fare data le scarse capacità umoristiche – sui Vampiri, seguite immediatamente dopo da dibattiti sugli scontri storici fra popolazioni magiche e non, la definizione ed il concetto di essere “portatori di bacchette” a dispetto di altre popolazioni, quindi la rinomata rivolta dei folletti che tanto a lungo avevano anelato a quegli strumenti e catalizzatori di magia, e ancora la conseguente idea di magia e del mezzo attraverso cui modellarla e usufruirne, la quantità e la difficoltà di molti incantesimi non verbali e senza il catalizzatore, gli stupefacenti poteri degli elfi domestici – e qui un imbarazzato Abe aveva precipitosamente cambiato discorso – riproponendo thè e muffin che erano stati finiti in un tiepido caos di zuccheri, cuscini e il mito tubare di Gufo.
    Poi, al dorato schiarire del cielo, le luci dell'alba avevano sorpreso una Adeline crollata tra coperte e cuscini, un Abe a fondo del letto anch'egli profondamente addormentato, con tanto di tazza vuota del thè ancora tra le mani, e un Gufo con un rotondo occhio giallo già chiuso, l'altro in procinto di crollare definitivamente mettendo fine a quella nottata di scorribande.
    Adeline Walker amava la notte.
    Che la passasse fuori o dentro casa, era un mondo parallelo in cui mostrare e vedere se stessa, attorniata possibilmente da quella nuova, piccola famiglia, che stava con tanta fatica cercando di creare.
    Parecchia fatica, in effetti. Ma aveva ancora all'incirca 24 ore prima di doversi preoccupare di altro per cui..

    Appena una manciata di ore dopo, Adeline stava trafficando con la destra in un cassetto traboccante di documenti da compilare e spedire e con la mancina con una bollente tazza di caffè, il cui cucchiaino – almeno quello – stava girando pigramente da solo, sciogliendo le sue due zollette di zucchero nel liquido scuro.
    -Ti pare mai che quello che serve si trovi subito.-
    Aveva borbottato, con uno sbuffo di impazienza della cui serietà nessuno avrebbe creduto mai: si era quindi limitata un istante dopo a prendere un generoso sorso di caffè prima di posare la tazza e iniziare a scartabellare con più decisione tra la miriade di fogli che si stava ritrovando per le mani.
    Fasciata in un tailleur elegante, dopo la sveglia-personalizzata-by-Abe ed una doccia veloce, il paio di ore di sonno che nel complesso aveva alle spalle tutto sommato non la stava gravando più di tanto.
    La bollente dose di caffeina liquida alla sua portata stava già facendo il suo effetto, e neanche l'incredibile disordine di quella scrivania – chiaramente non sua – in fondo stava scalfendo il suo umore pacifico di base.
    Se proprio bisognava trovare una diretta conseguenza di quella notte in bianco.. si beh, ecco, c'era quella canzoncina assurda che proprio non riusciva a togliersi dalla testa.
    Di fatto non riusciva a ricordarsi neanche da dove fossero sbucate quelle strofe, chi gliele avesse insegnate.. ma nulla da fare, da quando aveva riaperto gli occhi quella mattina, durante poi la colazione, la doccia, il tragitto verso il lavoro... rima dopo rima, con una cantilena che era tutto un programma, sotto quella chioma dorata continuava a ripetersi in un loop infinito quella canzone dalle dubbie origini e – soprattutto – dal dubbio significato.
    Va a capire tu, le sbornie da dolciumi e chiacchiere.

    -Buongiorno sono Hedel Crawford, la Negoziante di Ollivander.-
    Documento trovato, tazza svuotata e nel bel mezzo de “..in testa aveva un grosso gatto nero
    era il re – era il re del Cimitero!” fu la voce ferma e chiara di una ragazza ad interrompere – finalmente – quella litania senza un'apparente fine.
    -Ho bisogno di assistenza per reperire del materiale indispensabile per la fabbricazione delle bacchette magiche. Devo firmare qualche modulo o altro? Sarei un po’ di fretta. -
    Adeline sorrise cordiale, stringendo al petto una cartellina verde smeraldo che avrebbe dovuto consegnare ad un collega: -Piacere signorina Crawford, io sono Adeline Walker- esordì quindi, contenta un po' per l'improvvisa quiete mentale, un po' per il nuovo lavoro che le si stava presentando davanti, un po' perchè, per assurdo, era la prima strega che in quella mattina non aveva sbagliato livello e che quindi non aveva dovuto dirigere altrove specificando che, in quanto Ministeriale del quarto livello q-u-a-r-t-o no, non avrebbe potuto multare il marito della vicina di casa per strilettere d'amore non desiderate perchè sospettato “porcellino d'india volante”. -Prego mi segua, c'è un solo veloce documento da compilare dopodichè ha il via libera.-
    Adeline così, fece largo alla strega nel via vai caotico di quella piccola parte di mondo che tanto amava: a passo svelto, appena una manciata di minuti dopo, mentre al volo consegnava la cartellina a Frank, condusse la moretta alla sua di scrivania che, per quanto semplice, quanto meno poteva vantare una pulizia ed un ordine impeccabili.
    -Guardi, è sufficiente che inserisca i suoi dati anagrafici di base, la motivazione per la quale si è recata nel nostro livello sotto la voce “Richiesta” ed una firma in fondo, con la data.-
    Spiegò quindi sorridente, porgendo documento e piuma alla strega.
    -La assisterò io dato che posso occuparmi del caso, quindi i restanti campi vuoti che vede saranno riempiti dai miei dati.-
    Precisò infine, pronta a riafferrare il foglio una volta compilato dalla ragazza per poi con un colpo di bacchetta aggiungere i suoi e riporre il tutto al suo posto, spedendo una copia di rito al direttore del livello.
    Reperire del materiale per bacchette.. wow.
    Il sorriso si allargò, inevitabilmente - perchè in fondo, una che si sveglia canticchiando di gente senza le bretelle che saltella per i cimiteri, non può poi trattenersi per molto in toni così formali:
    -Sarà divertente.-
    * sorriso smagliante cheeeck *
     
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2 replies since 19/4/2020, 20:21   112 views
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