Queen of Quidditch

Reparto Incidenti da Manufatti, Piano 0.

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar


    Group
    Grifondoro
    Posts
    413
    Location

    Status
    OFFLINE
    Max Lynch
    divinatore

    wampus15 y.o.usain boltST. MUNGO'S

    Non era certa, anzi era quasi sicura del contrario, che qualcuno avesse mai preso i tempi di arrivo di un paziente dal momento in cui arrivava all'accettazione a quello in cui giungeva nel reparto nel qual era stato destinato, ma era piuttosto sicura che se qualcuno avesse cronometrato quel tragitto quella sera Max Lynch aveva instaurato un nuovo record mondiale. "James riesci a sederti?" la domanda risuonava ancora nelle sue orecchie, pulsando al ritmo accelerato del suo cuore. James Kennegan al San Mungo. Ospedale. Ferita. Non aveva mai avuto un buon rapporto con la madre, anzi era pressoché assente, considerava il padre come una figura di contorno, l'uomo serio che siede a tavola e che di tanto in tanto si interessa circa le sue ricerche scolastiche, quindi in quanto rapporti con i genitori avrebbe anche potuto definirsi orfana, un'orfana che aveva trovato nella negoziante del Ghirigoro la prima e unica figura adulta alla quale ispirarsi. Magari non per quanto riguardava la parte quel Quidditch, Max era veramente negata per gli sport di qualunque genere, persino la cosa le risultava difficile, ma come adulto si era più spesso immaginata di voler essere proprio come la Kennegan. Che ora stava seduta su una carrozzella, le cui ruote sfrecciavano veloci come la più veloce delle scope da corsa sul pavimento dell'ospedale. Più o meno le aveva spiegato il motivo per il quale era lì, ma Max non aveva compreso bene, sentiva la bile risalire lungo la trachea all'idea che qualcuno a cui teneva particolarmente si trovasse nella condizione di essere lì. James Kennegan era una tosta, se la immaginava intenta a rimettersi dentro una spalla lussata o a trangugiare pozioni medicinali senza smorfia ferire, quindi se era arrivata fino al San Mungo la situazione era grave, molto grave.
    Sul pavimento in linoleum dell'ospedale la gomma delle ruote stridette nel fare una brusca virata, una curva che le portò dritte dritte al Reparto Incidenti da Manufatti. Aveva vagamente idea che di turno ci fosse Adeline Walker e per questo motivo virò la carrozzella verso la prima dottoressa bionda che la sua vista, offuscata dall'adrenalina, individuò. "Dottoressa Walker" disse con il fiato corto, aveva camminato velocemente, quasi corso in alcuni tratti e il suo fisico poco allenato le stava facendo pagare il conto salato della pigrizia con un infarto a quindici anni. "James Kennegan, prodigio del Quidditch. Ha subito un trauma da bolide diverse settimane fa... lo avrà letto su qualche giornale forse" stava divagando e la sua mente stava tornando a farle riaffiorare un senso di colpa per il giornale rubato che in quel momento proprio non si meritava. "É stata curata in America, ma la gamba presenta ancora delle difficoltà, tra le quali dolore che causa zoppia. Arrivata da sola in ospedale, ma non riusciva a muoversi per questo l'ho portata così" spiegò indicando la carrozzina, che per un reparto come quello del Fratturatoio era una novità perchè i pazienti arrivavano solitamente in barella. Il suo ruolo di tirocinante di turno all'accettazione le avrebbe imposto di tornare immediatamente al bancone ma quella situazione aveva paralizzato la Wampus sul posto e se ne sarebbe andata solo se cacciata dalla Walker.
    it's M A X - not maxine
     
    .
  2.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Ghiaccioli
    Posts
    420

    Status
    Anonymous
    Adeline Walker - 26 anni, Medimag e Ministeriale del quarto livello ormai da diversi mesi, Corvonero dalla mente sufficientemente brillante ma sicuramente sin troppo aperta, strega adulta ed autonoma da un numero di anni forse quasi tristemente davvero lungo – se ne stava lì, nella sua pausa thè dalla durata di ben 7 minuti e mezzo, seduta nel suo studio sulla sua comoda sedia girevole dietro la scrivania... girando, per l'appunto.
    Tazza alla mano e ultima lettera del suo neo ritrovato cuginetto – oddio, cuginetto, con il suo “quasi un metro e novanta” il mago la staccava di ben 20 cm in altezza a dispetto dei suoi 10 anni in meno di età per-le-mutande-di-Merlino - Draven, aperta di fronte ai suoi limpidi occhi verde azzurri.
    Girava, dandosi delle piccole spinte con i piedi e lasciando poi muovere per inerzia la sedia, sé stessa e i suoi pensieri: accidenti, quanto le sarebbe piaciuto visitare Ilvermorny e constatare che, dopotutto, erano vere le voci che giravano.. ovvero che per quanto magnificamente magica, famosa e celeberrima, sì.. Hogwarts rimaneva in assoluto la migliore scuola di magia e stregoneria del mondo.
    Ah.
    Di mente aperta certo, “Hogwarts pride” ancora di più.

    Ma laddove nella sua caotica testolina dorata i pensieri volavano veloci saltellando da un tema ad un altro, ingarbugliandosi, rialzandosi, legandosi ad altri e sciogliendosi da altri ancora, il tempo nella vita reale pareva scorrere ancora più in fretta, sebbene in maniera decisamente più lineare.
    Ora, ad esempio, lasciata la tazza vuota e pulita entro il suo armadio in ufficio e riposta la lettera nella tasca interna del suo cappotto – posto che avrebbe risposto quella sera una volta tornata a casa – la Bronzo Blu si trovava in uno dei tanti corridoi dell'ospedale che accoglievano maghi e streghe nelle più disparate condizioni:
    con tono cordiale infatti - e soprattutto bacchetta alla mano – stava praticando un semplice incantesimo di bendaggio, su un mago dall'aspetto burbero e minaccioso che tuttavia nel mentre la stava placidamente intrattenendo con i suoi mille e uno aneddoti circa quale incanto fosse la sfumatura lillà nelle sue infinite declinazioni all'albeggiare delle prime luci, se osservata con una particolare inclinazione rispetto alla finestra nel lato ovest della sua seconda casa di campagna tra le ore 4 e 4,17 del mattino, la testa rivolta a nord-est ma lo sguardo a sud-ovest, possibilmente con indosso dei vestiti chiari per non assorbire la luce e quindi i colori, ma rifletterli soltanto.
    Adeline non sapeva di certo a quale sfumatura il mago si stesse riferendo, ma sicuramente per osservarla quell'omone era riuscito a procurarsi non ben pochi danni e – dopo una ventina di minuti spesi tra pomate ed incantesimi di riparazione dei tessuti – quel bendaggio pulito concluse le apparentemente infinite parole che quell'uomo sembrava poter spendere sul colore lillà.
    -..E mi raccomando, segua le indicazioni che le ho dato, cambi il bendaggio e soprattutto, in caso di bisogno, ritorni qua e chieda di me, d'accordo?-
    Maghi dalle passioni curiose e dove trovarli.
    Lo sguardo di mare e di bosco aveva seguito l'omaccione allontanarsi lungo il corridoio, scontrandosi con un paio di altri pazienti in arrivo o in partenza dal reparto, ed infine..

    -Dottoressa Walker.-
    -Lynch- avevano articolato le labbra della londinese riconoscendo la voce della strega in accettazione che Adeline aveva imparato a conoscere – seppur per ora unicamente in ambito lavorativo – dato che era suo compito accogliere e quindi smistare i vari pazienti rispetto ai colleghi in turno.
    -James!-
    Ciuchino! Ottima sequenza rapida di nomi, Ad.
    Voltandosi al suono del suo nome infatti, lo sguardo bicromo era velocemente passato dalla giovane americana dal fiato spezzato a .. -James Kennegan. Per Morgana, cosa ti è successo?-
    Avrebbe sorriso gioviale alla vista della Serpeverde con la quale, in effetti, aveva di fatto condiviso già un paio di esperienze, lavorative e non, tutte ad ogni modo piacevoli.
    Ma quel nuovo contesto in cui si trovavano nuovamente protagoniste.. una piccola smorfia di dispiacere e apprensione era andata a dipingersi sul volto fine della Walker, mentre attenta ascoltava il resoconto della giovane strega che l'aveva condotta – quasi di corsa pareva – sino alla sua attenzione.
    -D'accordo, d'accordo..- iniziò quindi dando immediatamente il via alla sua testolina dorata di pensare, ipotizzare, scartare e ripensare -Venite, iniziamo con lo spostarci dal corridoio, questa stanza per le visite è vuota.-
    Propose inizialmente, facendo strada alle due sino ad una delle tante porte che fiancheggiavano quel piano, per poi aprirla e lasciar passare le due prima di seguirle a sua volta e richiudere il caos fuori da quel piccolo ma tranquillo spazio.
    -Dunque, andiamo per gradi. Riesci a sederti sul lettino per la visita? Altrimenti possiamo aiutarti noi.- propose accennando un sorriso -Dopodichè, mi servono informazioni più dettagliate: il trauma da bolide cosa ha implicato? Abbiamo una cartella clinica a disposizione o ricordi anche solo parzialmente la diagnosi che ti hanno fatto in America? Hai subito magari delle rotture, incrinature o venature delle ossa, pelvica, femore o tibia? O danni alle articolazioni, dell'anca, del ginocchio o della caviglia? O ancora problemi muscolari o di tendini, degli allungamenti o strappi?-
    Snocciolò alcune delle prime e principali ipotesi di danno da contusione inerenti la gamba, e non sapendo quanto fosse approfondita la conoscenza dell'anatomia della ex Serpeverde, con la punta della bacchetta - che ancora stringeva nella mancina - era andata ad indicare in ordine le corrispettive parti che aveva citato.
    A quel punto, dopo aver eventualmente aiutato la Negoziante a spostarsi sul lettino poco prima indicato, avrebbe continuato per avere chiaro il quadro base dal quale partiva:
    -Mi servono inoltre più dettagli anche sui sintomi – è un dolore diffuso e costante, che rimanda ad ondate di calore dolorose o magari delle fitte lancinanti a seguito di determinati movimenti?-E da quanto hai questi problemi, sin dai documenti di uscita dell'ultimo ospedale o dopo un evento particolare che è magari risultato stressogeno per la gamba?
    Sapeva di stare vomitando una sequela pressocchè infinita di domande e di richieste alla strega, ma d'altronde, questo era anche il suo lavoro e – soprattutto – il suo puntiglioso e preciso modo di svolgere il suo lavoro.
    -Pensaci pure con calma.- cercò di rassicurare così subito dopo la bionda, sorridendole -L'unica fretta che abbiamo sarebbe eventualmente dettata dal tuo disagio, dato che preferirei darti pozioni o distillati che sopprimano i sintomi dolorifici soltanto dopo una prima visita. -
    La strega infatti, per quanto evidentemente con difficoltà nella deambulazione, non le sembrava decisamente così in fin di vita – tanto meno considerando la natura del trauma originario – tanto da dover operare nell'immediato e con urgente e drastica azione.
    Incrociò le braccia al seno, concedendosi solo in quel momento di volgere nuovamente lo sguardo alla Lynch: -Grazie per l'aiuto.- sorrise sincera, considerando subito dopo l'ipotesi che, se ancora la giovane strega si trovava lì, probabilmente difficilmente si sarebbe allontanata senza un suo esplicito invito a farlo.
    In realtà alla londinese non dava alcun problema, ma di fatto la privacy del paziente faceva parte della deontologia del suo lavoro: -Puoi restare solo se non è un problema per James snocciolare sue informazioni private davanti a terzi.-
    Aggiunse quindi sempre sorridendo gentile, tornando però così a rivolgersi alla sua paziente: -Ultima richiesta: come sei stata curata nell'ospedale Americano. Non si possono escludere d'altronde errori umani nel corso del trattamento..-
    Abbozzò mezza ironica smorfia, mettendosi infine a tacere.
    Una volta ascoltate le risposte e legate alle ipotesi che già le gironzolavano per la testa.. avrebbe proseguito con un'adeguata visita della strega, e quindi con la cura ed il trattamento che più avrebbe ritenuto idonei e funzionali.
    Accidenti, quanto le piaceva quel lavoro! * cuoricino *

    Edited by Adeline Walker - 5/5/2020, 23:06
     
    .
1 replies since 23/4/2020, 22:11   72 views
  Share  
.
Top