Suspected

D. Lynch, N.T. Crawford, J. Kennegan

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    Ghiaccioli
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    "..l'ubicazione del sospettato pare essere stata identificata proprio qui a Londra.
    L'indirizzo con tutte le informazioni inerenti lo troverà nella seconda pergamena in consegna.
    Il commercio illegale di cui si è sopra menzionato è stato confermato coinvolga varie creature magiche – diversi esemplari di Fiamma Granchio, Occamy e si ipotizzano alcune nidiate di Snasi, non escludendo la presenza di ulteriori animali – e alcuni antichi manufatti cartacei, pergamene e volumi di potenziale inestimabile valore – anche in questo caso, non escludendo la possibile presenza di ulteriore rara oggettistica magica o non - .
    Sarà affiancata in questa mansione sul posto da: il sig. Darren Lynch, Ministeriale Americano del MACUSA, il sig. Nathaniel Tristan Crawford suo collega del Secondo Livello ed infine dalla sig.na James Kennegan, Negoziante de “Il Ghirigoro”.

    La sig.na Kennegan, viene inclusa in qualità di professionista per il recupero e la valutazione dei manufatti ritrovati, ma si chiede particolare attenzione nei confronti di suddetta persona ipotizzandone un plausibile ruolo nel contrabbando illecito in qualità di compratore di alcuni dei volumi considerati.
    Si richiede pertanto massima serietà, attenzione e discrezione a riguardo.
    Rispetto ai risultati verrà al più presto contattata.."



    All'arrivo del burbero gufo che le aveva consegnato le due pergamene sigillate dalla ceralacca segnata con lo stemma del suo Ministero, Adeline stava cenando in compagnia di Abe sulla penisola della sua cucina.
    Una morbida tuta aveva preso il posto dei formali vestiti in cui si era costretta per l'intera giornata, prima per lavori d'ufficio e allo Sportello del quarto livello ministeriale, poi con tanto di camice per il suo turno al San Mungo.
    Adesso invece, seduta di traverso su uno dei suoi alti sgabelli in legno e acciaio, intenta nel divorare il suo pasticcio di rognone, stava riferendo a metà tra il concitato, il sonnolento ed il contento circa la sua interminabile giornata al suo elfo domestico, ascoltando a sua volta ciò che aveva impegnato la creatura nelle ore precedenti.
    Poi, decisamente inaspettato, quel ticchettio insistente alla finestra della camera da letto: Adeline si era alzata, indispettita per quell'interruzione, ma alla vista del mittente di quelle lettere era tornata in cucina con lo sguardo di mare e di bosco già a metà della prima missiva.
    Del sig. Lynch non sapeva assolutamente nulla, nè tanto meno del collega Crawford, il cui volto probabilmente aveva già incrociato nella marea di maghi e di streghe che quotidianamente invadeva gli spazi ministeriali ma con cui – e di questo era certa – non aveva mai avuto il piacere – perchè per Adeline sempre di piacere si parlava – di parlare.
    Certo, il cognome le risuonava familiare nella testolina dorata.. la negoziante di Ollivander, che aveva aiutato in una faggeta appena la settimana prima, si era presentata con il medesimo cognome in effetti.
    Che fossero imparentati? Avrebbe potuto chiederlo al mago magari, se se ne fosse presentata l'occasione.
    Tra tutti ad ogni modo, era il nome di James Kennegan a risaltarle e rimbalzarle di più tra i pensieri.
    Aveva conosciuto la strega poco prima dell'incontro con la Crawford in effetti, anche se in tutt'altre circostanze: dopo delle compere folli nel suo negozio, il Ghirigoro, era stata invitata in qualità di “Cliente del mese” nel magico – e in costruzione – Salotto degli Artisti.. e quella era stata tutt'altra storia ancora da scrivere.
    Quella biondina dagli occhi di smeraldo le era piaciuta, mostrandosi sin da subito come cordiale e affine, sotto alcuni aspetti, alla londinese.
    Perchè diamine quindi si ritrovava come sospettata in un caso come quello?
    - La signorina Ad si sente bene? -
    La voce tremolante ed eccessivamente preoccupata del suo elfo l'aveva tratta in salvo da un quantitativo di pensieri e domande in cui probabilmente in pochi secondi la Corvonero sarebbe annegata.
    D'altronde, c'era poco da recriminare a quella povera creatura: l'ultima volta che Adeline Walker aveva ricevuto una lettera ed era tornata con una pergamena tra le mani nel più completo dei silenzi... beh, diciamo semplicisticamente che Adeline Walker, per diverse ore, non era più stata Adeline Walker.
    Letteralmente.
    Ma in quel momento la mente dorata della Bronzo Blu non poteva neanche permettersi il tempo di divagare rispetto alle neo abilità da Animagus con cui per altro aveva iniziato a confrontarsi da poco, per cercare di affinarle al meglio per renderle così funzionali ed utili il prima possibile. Figurarsi poi il tempo per pensare alle indagini appena iniziate, per ricavare qualche informazione rispetto a dove diamine era finita sua zia Ada.
    -Tutto a posto Abe, è solo lavoro.-
    Aveva quindi risposto la strega per tranquillizzare l'elfo - comunque assorbita dal contenuto della seconda missiva che specificava vari indirizzi ed orari di ritrovo - mentre con la mancina, distrattamente, passava sul tavolo la prima pergamena perchè fosse letta anche dalla creatura.
    L'appuntamento era già per l'indomani, in tarda serata.
    Avrebbe potuto così rimandare alcuni impegni ed appuntamenti di lavoro presi, preparandosi al meglio, anche se probabilmente la motivazione principale per quell'orario così tardo era quella di dare loro una possibilità in più per cogliere di sorpresa quel contrabbandiere.
    Contrabbando, poi.
    In un mondo pregno di magia come quello..il contrabbando.
    Ma forse in questo, Adeline era realmente eccessivamente ingenua ed ottimista.

    L'appuntamento con i colleghi era segnato per le 23,30 nell'ampio ingresso del Ministero, da cui poi si sarebbero smaterializzati congiuntamente.
    Adeline, consapevole solo di alcuni degli esemplari presenti nel covo in cui era diretta, ad ogni modo si era preparata al meglio e per ogni evenienza: aveva indossato un completo molto simile a quello utilizzato nella faggeta, che di fatto in realtà faceva parte di un semplice set di completi da lavoro tra loro molto simili.
    Al di là delle mere sfumature di colore infatti – quello della londinese in quel momento era di uno sfumato grigio-blu scuri – oltre alla comodità che pantaloni, maglietta elasticizzata aderente e giacca sopra con varie tasche interne ed esterne le offrivano – era soprattutto il materiale, resistente e protetto da alcuni semplici e medi incantesimi di rito - a risultare uno degli elementi più funzionali nel suo lavoro, che spesso e volentieri si scontrava con artigli, fiamme, denti, liquidi, magia ed incantesimi minori o medi di una natura però completamente diversa dalla sua, come lo era quella animale.
    La Bronzo Blu così pronta quindi, la bacchetta riposta nella sua custodia fasciata alla coscia sinistra e alcuni attrezzi del mestiere riposti nelle tasche della sua giacca – alcuni semplici distillati e boccette per occuparsi di eventuali creature ferite e qualche comune gabbia magica il tutto recuperato dalle scorte del suo livello – alle 23,29 precise, si era smaterializzata con un leggero * POP * .

    Ferma ai piedi dell'imponente fontana al centro dell'ingresso del Ministero, Adeline Walker attendeva la comparsa silenziosa di coloro che per quella notte, sarebbero stati i suoi colleghi più stretti in quella * mission impossible *.
    Che poi la concezione di * impossible * fosse più che prospettica e soggettiva, questo era tutt'altro discorso... ma cos'altro aspettarsi d'altronde, da chi per una semplice raccolta di legno di faggio, si era sentita una moderna e magica Lara Croft (?).

    ..L'entusiasmo, la vera chiave di volta di Adeline Walker.

    Edited by Adeline Walker - 27/4/2020, 12:05
     
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    Si sarebbe potuta tagliare con la lama di un coltello la tensione che quella sera si respirava nella stanza degli alloggi per gli insegnanti che lui e la moglie condividevano al castello di Ilvermorny. Per la verità ogni notte trascorso nel letto con Lena sembrava a una tortura, una silenziosa forma di punizione creata appositamente per lui. Subdolo come il silenzio che si insinuava immediatamente nella coppia non appena la conversazione sulle questioni scolastiche terminava, un silenzio che era da un lato carico di accuse e dall'altro di delusione, due estranei che erano costretti a dormire nello stesso letto. Per mantenere le apparenze per chi? Maxine ormai era grande, avrebbe superato senza problemi la rottura del matrimonio dei genitori, non erano nemmeno una famiglia particolarmente affiatata e comunque non viveva con loro, dormiva con gli altri studenti del Wampus, perchè non poteva avere una camera esclusivamente sua? Avrebbe anche affrontato al questione, se l'atteggiamento autoritario della moglie non lo avesse terrorizzato più di quanto non facessero le notti insonne. Quella sera l'origine della diatriba era stato un commento inappropriato, poco carino doveva ammetterlo, che il Lynch aveva rivolto alla madre di sua moglie. Una vecchia strega severa e antipatica, una burbera donna che si era trasferita da qualche parte in Scozia dopo aver ereditato un maniero, per tutta risposta la moglie gli aveva rimproverato di frequentare troppo spesso l'Inghilterra. Questioni di lavoro, si era giustificato, mentre l'immagine delle reali questioni che lo portavano oltreoceano prendevano la forma delle sensuali curve della sua amante francese. Cancellò immediatamente quella immagine dalla sua mente, come temendo che Lena avesse preso segrete lezioni di leggimanzia.
    Forse la faccenda avrebbe anche potuto spegnersi lì se non avesse ricevuto nel pomeriggio una lettera di priorità elevata dal M.A.C.U.S.A. Affari di carattere internazionale che lo avrebbero portato a Londra, per una missione segreta a Londra. Nel cuore della notte. O quasi. Si era avvicinato all'ufficio della moglie con passo incerto, interdetto su come presentare la faccenda alla moglie. Aveva optato per la strada semplice, evitando un faccia a faccia con la rossa e lasciando recapitata una lettera, perchè in quel momento Lena aveva lezione con quelli del sesto anno:

    Non aspettarmi a cena, ho una missione a Londra di carattere internazionale, che temo mi occuperà per tutta la notte.. non posso parlartene nel dettaglio finchè non sarà conclusa. Daresti da mangiare Eowbard?

    Eowbard era il gatto nero che usava ormai da qualche anno come cavia per gli esperimenti di Trasfigurazione, spesso protagonista della sua classe sulla trasfigurazione da animale a oggetto, più di una volta aveva rischiato di restare una tazza per il tè, ma nonostante il carattere scolastico che lo legava al felino era legato da un sincero affetto nei suoi confronti.
    Si era preso l'ora successiva per ripassare i dettagli del caso, il delinquente del giorno era sospettato di diversi traffici illegali, svolti in America e si era scoperto anche in Inghilterra dove un informatore lo aveva riconosciuto e segnalato alle autorità. Nella lettera si menzionavano altre tre figure: Walker e Crawford, dipendenti del Ministero, e un certo James Kennegan, mago che si occupava del Ghirigoro e che era sospettato di essere un collaboratore con Catchall (nome puramente inventato) che però si sarebbe unito a loro con uno stratagemma che gli avrebbe fatto credere di essere lì in qualità di esperto di manufatti preziosi. Gli sembrava un buon piano, era abituato a mentire, convinto di avere una faccia da poker perfetta il suo principale obiettivo sarebbe stato quello di smascherare il Kennegan.

    Si smaterializzò alle 18:30 fuso orario di New York, per trovarsi alle 23.30 esatte all'ora di Londra, nel luogo indicato nella seconda parte della lettera. Erano comunque nella Londra no-maj, sperava che il Ministero Inglese avesse svolto decentemente il suo lavoro fornendogli un punto d'incontro che fosse stato sottoposto ai più comuni protocolli anti-babbani per garantire la tenuta dello Statuto di Segretezza. Ma i londinesi avevano una loro visione del mondo, liberale e libertina, permettendo di mischiare il sangue dei maghi con coloro che non avevano poteri magici. Lo sguardo del Lynch si focalizzò sull'unica figura presente nella notte inglese, una strega dai capelli biondi. Come unico nome femminile nella lettera immaginò fosse la Walker.

    Adeline Walker?

    Domandò ad alta voce, porgendo la mano nella sua direzione per le consuete presentazioni, come unico americano presente il suo accento lo tradiva e se la strega fosse stata abbastanza scaltra avrebbe indovinato immediatamente il nome del suo interlocutore. Certo di non sbagliarsi sull'identità della strega che aveva dinnanzi procedette, non aspettandosi il medesimo spirito di osservazione.

    Darren Lynch, Ufficio Indagini Rilevanti.

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    Ministero della Magia
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    ▬NATHANIEL TRISTAN CRAWFORD▬
    Dipartimento Applicazione della Legge sulla Magia

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    Non avevo mai pensato a me stesso come un lavoratore d’ufficio, con le ginocchia incastrate sotto alla scrivania a compilare scartoffie, ma avevo dovuto ricredermi presto. Mio padre che conosceva bene le mie inclinazioni aveva fatto in modo, non so che filo avesse tirato ma ero certo del fatto che qualcuno ne avesse tirato, che occupassi la carica di Ministeriale Semplice al Dipartimento Applicazione della Legge sulla Magia. Ero stato tratto in inganno da quel Applicazione, convito che avrei avuto modo di partecipare a missioni e ricerche di fuorilegge, un lavoro emozionante, ma ben presto era stato chiaro che ad eccezione di qualche sporadica occasione - mi era capitato di inseguire una fuorilegge per le vie di New York in tutto un anno di lavoro, e già lo stavo dipingendo come più emozionante e pericoloso di quanto non fosse stato in realtà- era l’ennesimo lavoro ministeriale sommerso dalle scartoffie burocratiche e da noiose scadenze.
    Annoiato, con le mani sporche d’inchiostro, la volontà di non vedere più in vita mia il modulo ᛗ267ᛚ del Ministero per la segnalazione di contravvenzioni minori ad opera di maggiorenni - chi era il mago adulto che dopo aver superato i MAGO ancora no era in grado di non lanciare un incantesimo nel cuore di una città babbana?- avevo lanciato la ventiquattr’ore sul divano del suo appartamento cittadino con l’intenzione di sprofondarci fino al mattino seguente, magari annebbiato da un bicchierino di whiskey o due. Fu intorno al terzo cicchetto che lo sbattere d’ali fuori dalla finestra mi ridestò dal mio party privato. A quell’ora di sera, che non sapevo che ora fosse ma era indubbiamente buio, soltanto il Lawrence poteva avere l’ardite di spedire un gufo. Ma quando barcollante raggiunsi il pennuto non lo riconobbi e l’austero temperamento del volatile che mi osservò con aria di rimprovero e volò via dopo la consegna mi fece ridestare.

    Due tazze di caffè più tardi sentivo ancora il puzzo di alcol affiorare di tanto in tanto sul palato, non sapevo quanto fosse reale e quanto fosse frutto della mia immaginazione . Con tutte le sere in cui il Ministero poteva chiamarmi a lavoro aveva scelto proprio quella nella quale avevo ceduto all’alcol. Ubriaco a lavoro era da inserire nel curriculum, a Hogwarts, con Dean, era capitato che finissi in hangover a lezione, ma a parte il mal di testa e profonde occhiaie nessuno poteva dire se fossimo o meno ubriachi, ma arrivare nel mondo degli adulti puzzando di distilleria non era il massimo. E speravo che la doccia fredda, le due tazze di caffè e il quintale di profumo che avevo sul ripiano del bagno, dimenticato da non so quale ragazza, mitigasse il tutto. Mi smaterializzai con una c’era puntualità, qualche minuto più in là del previsto, con i rintocchi del grande Ben che sfumavano nella lontananza di quella notte inglese. Due persone si trovavano già al luogo d’incontro prestabilito, avevo letto velocemente la lettera afferrando solo parzialmente il suo contenuto, ma avevo capito che c’erano quattro attori coinvolti oltre a me. Una ministeriale, il Lynch che avevo avuto modo di conoscere per una questione del MACUSA proprio a New York, una negoziante, non una qualunque persona, ma una delle migliori giocatrici di Quidditch di tutta l’Inghilterra. James Kennegan. Stentavo a credere che potesse davvero essere coinvolta in loschi traffici, speravo di vederla vestire i colori dei Falmouth Falcons, mi sembrava quasi impossibile che avrei avuto occasione di conoscerla. E speravo vivamente che non fosse interessata in quei loschi traffici, anche se con la sua carriera aveva modo di spostarsi da una parte all’altra del paese senza dare nell’occhio. Lei non era ancora arrivata, in ogni caso avrei mantenuto un approccio neutrale nei suoi confronti. Rivolsi lo sguardo ai due colleghi che già erano arrivati, stavano concludendo una presentazione alla quale mi unii.- Nathaniel Crawford, la Kennegan non é ancora arrivata?- domandai tradendo una certa impazienza nel conoscere la giocatrice. Era uno degli effetti collaterali del whiskey, mi veniva sempre una parlantina assurda e rischiavo di spoilerare in giro informazioni riservate. - Siamo sicuri che il nostro uomo sia qui?- proseguii osservando con un certo scetticismo il luogo nel quale mi trovavo e ci trovavamo.
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    James Kennegan

    Chiunque la conoscesse da abbastanza tempo poteva dire che non era una persona attenta al normale scorrere del tempo. In qualunque situazione la si guardasse aveva dei problemi, problemi seri e irrisolti, con le lancette dell’orologio. Raramente era puntuale, spesso era in ritardo, la sua mente non riusciva a distendersi al fine di allinearsi alle tempistiche che le erano date, bisticciava spesso con la sveglia e avrebbe voluto abbracciare il letto molto prima del calare delle tenebre. La ribelle chioma dorata era stata rinchiusa in uno chignons, scomposto e disordinato, con ciocche fuggiasche che erano evase dalla morsa del elastico. E poi, dando sfoggio al suo superpotere inutile, ovvero addormentarsi in meno di sessanta secondi non appena toccava una superficie comoda, appoggiò la testa al divano e si lasciò scivolare in un sonno agitato fatto di libri che si ribellavano strappando pagine e lanciandole contro diverse parole. Frammenti di pergamene, frasi che erano usate come coltelli, parole che venivano vomitate sul pavimento trasformandosi in chiazze di inchiostro, le tinte scarlatte e smeraldo della libreria che si fondevano, poi il volume più grosso le piombò sul braccio. Si svegliò di soprassalto, percependo ancora il braccio indolenzito e con il terrible frusciare di pagine che sbattevano ancora a rimbombarle nelle orecchie. Ebbe la fermezza di trattenere il suo impulso a scartare di lato per colpire qualunque cosa fosse la fonte del rumore, quando il suo istinto da battitore si attivò per segnalare la presenza di un corpo estraneo. Ma era altamente improbabile che ci fosse un bolide pronto a colpirlo nella stanza, un pensiero che nonostante il dormiveglia era ben chiaro nella mente della figlia di Salazar. Per due volte le lunghe cilia calarono sul cristallino, portandosi dietro le palpebre, sbattendo velocemente. La nebbia si diradò dalla sua vista, allontanando ogni refuso onirico di pergamena dalla sua mente, permettendole di mettere a fuoco la fonte di tanto trambusto. Un gufo, un bel esemplare dalle penne scure, si stava accanendo con le zampe sul braccio destro della bionda per reclamare un premio dopo aver consegnato una lettera, si accorse della presenza di quest'ultima quando sentì lo spigolo di carta correre sulla clavicola e pungerla come se fosse uno spillo. Incredibile come il suo subconscio fosse stato in grado di produrre sogni più o meno realistici, per quanto assurdo fosse stata la rivolta delle pergamene, ma era troppo scocciata dal brusco risveglio per potersi beare del meraviglioso meccanismo che la sua mente aveva costruito ad arte. Offrì alla creatura volante un pezzetto di crosta di pizza, avanzo della sua cena, ma l'animale non sembrò gradire e volò via indispettito. Dopo un'alzata di spalle la strega, ancora in mise notturna e con poca voglia di alzare il pesante fondoschiena dal divano, addentò quel che restava della pizza e prese ad aprire la lettera. Si chiedeva chi fosse il pazzo che mandava inviti a quell'ora, non meglio definita, che era quasi notte per lei. Forse Brad aveva avuto qualche dilemma letterario che doveva essere sbrogliato il prima possibile? Questa ipotesi venne immediatamente scartata quando lo sguardo di smeraldo si scontrò con una calligrafia sconosciuta e con uno stemma del Ministero della Magia che spiccava sulla ceralacca che sigillava la busta. Guai in vista, fu il suo ultimo pensiero prima di immergersi nella lettura.


    Se si fosse potuta rimproverare con un te lo avevo detto, quella sarebbe stata sicuramente la migliore occasione per farlo. Ma non era abituata a cogliere un problema prima che questo sorgesse e lei non si fosse già immersa mani e piedi in questo, solitamente erano gli altri che le suggerivano di trovarsi in grossi guai e che l'avevano avvisata, inascoltati, prima che fosse troppo tardi. Forse James Kennegan stava crescendo e iniziava a sviluppare la competenza- che solitamente i bambini acquisiscono intorno al decimo anno di età- di riconoscere le situazioni problematiche. Ancora però doveva fare lo step successivo, quello che dopo aver intravisto un guaio la faceva stare alla larga da questo. Ci sarebbe stato tempo per quello e un'altra occasione, visto che nella notte di Londra risuonò con uno scatto il crack che la portò a materializzarsi nel luogo prestabilito dell'appuntamento. Non amava l'idea che di notte si potesse fare altro che non fosse dormire o attività di altro genere tra le lenzuola, ma il suo spirito di competizione si era acceso nel leggere che si sarebbe unita a un team di altre tre persone per un'importante missione di recupero di oggetti trafugati dal valore inestimabile. Le sfide erano qualcosa, insieme con la pizza e della cioccolata, alla quale lei non era mai stata in grado di dire di no. Notò immediatamente di essere l'ultima a raggiungere il luogo prescelto al loro incontro, anche se era abbastanza sicura di essere stata puntuale, per una volta nella vita, probabilmente il caffè che aveva trangugiato -con più latte e zucchero che caffè- e la sistemazione della ribelle chioma leonina - prima arrotolata su se stessa e ora libera di muoversi lungo la sua schiena- avevano richiesto più tempo di quanto si era immaginata di impiegare effettivamente. Aveva un problema con le lancette, appunto, non si muovevano mai alla velocità da lei desiderata. << Buonasera! Spero di non essere in ritardo per le presentazioni... io sono James, James Kennegan!- si presentò rompendo il silenzio della notte con la sua voce squillante e non propriamente adeguata per tendere un'imboscata a qualcuno, si ripromise di parlare a tono quasi sussurrato ma udibile nelle situazioni successive -Oh, ciao Adeline!>> non poteva fare a meno di esclamare, scuotendo la mano davanti a sé come una bambina delle elementari per salutare l'unico volto noto che riconobbe nella semioscurità nella quale Londra era immersa. << Come procediamo?>> domandò poi, convinta che prima avrebbero iniziato prima avrebbero finito e lei sarebbe potuta tornare a un dolce sonno sul suo divano, incubi cartacei permettendo.

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    Ormai si sapeva: Adeline Walker riusciva a passare da un' estrema attenzione ad un' altrettanto estrema distrazione in un attimo, se glielo si permetteva.
    Adesso, per esempio, lo sguardo bicromo si era lasciato catturare da quei baluginii dorati che le fioche luci notturne ministeriali riflettevano nella maestosa fontana posta proprio al centro dell'ingresso di quell'imponente istituzione, lì dove la strega stava aspettando l'arrivo dei suoi colleghi.
    Alla londinese capitava oramai quotidianamente di passare avanti e indietro da quel preciso punto, ma di giorno seppur indiscutibilmente bello, quell'arredo di marmo ed acqua non poteva di certo vantare simili caratteristiche.
    I riflessi dorati stavano ancora danzando nelle iridi verde azzurre quando d'improvviso – o quantomeno d'improvviso per lei – una voce la riportò rapidamente al momento presente:
    -Si sono io.- rispose quindi automaticamente al suono del suo nome posto in tono interrogativo, lo sguardo marino che si voltava per studiare il nuovo arrivato -Piacere signor Lynch.- sorrise allora cordiale, stringendo la mano che le veniva proposta.
    Adeline sorrideva sempre e comunque pressochè a chiunque gli capitasse a tiro, ma era anche vero che quel mago la sua buona dose di austerità la sapeva trasmettere: di fatto quindi, una volta sciolte le mani, Londra non sapeva ancora quanto potesse azzardarsi nel passare a toni più informali o, semplicemente, a toni più da Adeline e basta.
    Ma volente o nolente, il quesito per il momento rimase tale, privo di una risposta, dato che l'attimo successivo una seconda figura apparve silenziosa nell'ombra.
    -Nathaniel Crawford, la Kennegan non é ancora arrivata? -
    -Piacere.- ripetè quindi, troppo contenta in quegli istanti di sentire un nome a lei familiare per fare caso ai toni sbrigativi di quel mago che, senza premurarsi di chiedere alcun chè rispetto ai colleghi già presenti, sembrava invece interessato unicamente all'arrivo della ex Serpeverde.
    -Nel Gufo che mi è stato recapitato c'era un indirizzo che fa risalire ad una periferia poco frequentata di Londra.- aggiunse ad ogni modo poco dopo, in risposta all'ultima domanda del ministeriale del secondo livello -O beh, il “poco frequentata” credo possa essere considerato un termine relativo dato che qualche bel giro di streghe e di maghi sicuramente c'è..-
    Concluse facendo spallucce, schiena dritta e braccia incrociate sotto al seno mentre le iridi verde azzurre oscillavano ancora da una figura all'altra, studiandone i lineamenti.
    James in quella breve manciata di minuti non si era ancora fatta vedere ed Adeline, aspettando il volto amico, stava rimuginando sul cognome del ministeriale al suo fianco: -Ho conosciuto una Crawford, qualche tempo fa, Hedel Crawford. Siete per caso parenti?-
    No, Adeline non riusciva proprio a trattenersi dal cercare di fare quantomeno cordiali conversazioni.
    Non finchè non si fosse passata all'azione vera e propria dato che, in quel momento, la Adeline-Corvonero-puntigliosa-vogliofaretuttoallaperfezioneoquantomenoalmegliodellemiepossibilità- avrebbe preso il sopravvento.
    -Buonasera! Spero di non essere in ritardo per le presentazioni... io sono James, James Kennegan! -
    La voce squillante della negoziante del Ghirigoro tuttavia, direzionò ancora una volta l'attenzione della londinese.
    Sospettata o meno, Adeline non riuscì a trattenere l'enorme sorriso che fece capolino tra le labbra mentre la mente viaggiava veloce ritrovandosi in un ovattato e carico di sogni Salotto ancora in costruzione, sedute tra morbidi cuscini e tè fumanti, a parlare del più e del meno come vecchie amiche.
    -Ciao James!- rispose quindi Londra con altrettanto entusiasmo rivolta alla strega.
    La bionda negoziante era stata un raggio di luce tra Mr Austerità e Mr Simpatia lì affianco, e a quel pensiero Adeline ridacchiò tra sé e sé già con l'intenzione di riferirlo alla ex Serpeverde appena ve ne fosse stata l'occasione.
    Nel frattempo, si portò avanti affiancandosi a lei, ma rivolgendo ora lo sguardo a tutti i presenti dato che di fatto potevano iniziare la loro mission impossible:
    -Dunque - colse l'occasione data l'ultima domanda della strega lì accanto - Credo che la via più comoda per arrivare all'indirizzo indicato sia una materializzazione congiunta, io potrei eventualmente guidarla dato che so dove si trova.. nel caso in cui nessuno di voi altri ci sia mai stato.- fece una piccola pausa, cercando di mettere a tacere la pressione che d'improvviso era salita considerando che , lei conosceva bene quel tipo di periferie, grazie alle conoscenze tutt'altro che cordiali e lecite di sua zia Ada. Ma forse questo, sarebbe passato sotto tono.
    -Ad ogni modo prima credo che convenga fare un veloce sunto della situazione. -
    Braccia ancora conserte e schiena dritta, la Bronzo Blu in versione “puntigliosavogliofaretuttoallaperfezione ecc ecc” stava di fatto prendendo il suo dovuto posto.
    Adeline d'altronde era stata chiamata per svolgere il suo lavoro, che tuttavia era confinato nei limiti delle creature magiche coinvolte in quel losco mercato nero di fondo, per cui sapeva davvero poco e niente delle implicazioni date dai ruoli altrui assunti: -Per quel che mi riguarda, sono stata presa in causa per le creature oggetto di contrabbando. Dovrò mettere in salvo e prendermi cura di eventuali esemplari feriti, occuparmi dei trasporti in sicurezza di tutti sino al mio livello e ovviamente fare una lista ed un resoconto completi.
    In caso di necessità sono anche una Medimag di ruolo al San Mungo ma sinceramente preferirei non dovermi ritrovare nella condizione di dover “cambiare lavoro”.-

    Approfondì con una lieve punta di ironia nelle ultime parole, fissando alternativamente i suoi tre compagni sino a fermarsi con lo sguardo bicromatico su uno in particolare: -Signor Lynch da quel che ho capito lei segue il caso da New York? Crede saranno necessarie precauzioni.. particolari?-

    E un piccolo brivido percorse l'intera colonna vertebrale di Londra: d'altronde, anche se ci fosse stato un po' di caos, magico o non.. non le sarebbe affatto dispiaciuto.
    Anzi.
     
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