La sua ossessione nel leggere qualsiasi cosa e l’eccessivo impegno che metteva nel ricordarsi ogni singola parola che leggeva, nella speranza che un giorno gli sarebbe tornata utile, lo aveva portato a commettere un errore: si disse che anche i migliori, a volte, sbagliano, ma aveva imparato una severa lezione… Dalle prossime lezioni, prima di alzare la mano, avrebbe ben pensato a cosa dire, invece di rispondere di getto. E, di certo, non avrebbe di nuovo commesso l’errore di credere senza fonti a qualsiasi cosa avesse letto. Avrebbe studiato di più, si sarebbe informato meglio; non appena il professore lo corresse, però, ebbe come un lampo di genio e ricordò di aver, di fatto, letto dei petardi viola utilizzati con lo scopo di scatenare un fragoroso rumore, ma non ne riconosceva la vera utilità, né effettivamente aveva avuto modo di scoprire come si eseguissero… Comunque, ormai era andata. L’interesse a riguardo era subito passato in secondo piano, in previsione della necessità di raccogliere le energie e la concentrazione per una perfetta esecuzione dell’esercitazione, così da rimediare a quella piccola pecca.
Deciso a non mettersi in mostra come suo solito, attese pazientemente che arrivasse il suo turno; abbassò volutamente lo sguardo quando fu il turno di Christelle. Si sentiva strano nei suoi confronti, dopo gli ultimi avvenimenti... Preferiva evitarla.
Praticamente attese che gran parte degli studenti in aula avesse già eseguito l’esercitazione.
“Posso, professore?” – chiese poi, quando arrivò più vicino alla fine della fila che lo precedeva. Aspettò l’assenso del professore, poi assunse la posizione da duello: stringendo la bacchetta nella mano sinistra, portò in avanti la gamba sinistra, la flesse leggermente, in modo da protrarre più comodamente in avanti il busto e tenere coperto il fianco destro, quello disarmato; partì tenendo il braccio sinistro completamente piegato, mentre si concentrava su un punto preciso, la guancia del suo bersaglio/manichino, e poi lo distese di poco, senza irrigidirlo troppo, per avere facilità di movimento.
“Furnunculus!” – esclamò chiaramente, mentre con la bacchetta eseguì il movimento di una linea retta dall’alto verso il basso che si allargava sulla destra in una piccola curva, a mo di bolla, più o meno alla sua metà. Mantenne la posizione da duello precedentemente assunta; si voltò solo per un istante ad attendere un altro cenno del professore per provare la seconda fattura. Piegò il braccio verso di sé, inspirò; distese di poco il braccio, espirò. Si concentrò sull’esatto punto della guancia del manichino sul quale si era concentrato anche per la fattura precedente.
“Locomotor Wibbly” – esclamò, mentre con la bacchetta mimava il disegno da sinistra a destra di due linee ondulate, che dovevano rappresentare delle gambe tremolanti, unite al vertice da una linea dritta.
