Once upon a time, not long ago

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    Mantenere rapporti scolastici era stato impossibile per Brad che, subito appena dopo il diploma M.A.G.O. era stato costretto ad unirsi alla società del padre e, quindi, viaggiare moltissimo. I primi anni, ovviamente, aveva fatto di tutto per restare in contatto con le persone che più teneva a cuore, ma via via era sempre più difficile scriversi e parlare di ricordi ormai davvero lontani. Come ogni cosa, anche le amicizie tendono a finire, per un motivo o per un altro. Così, McNeal aveva cambiato totalmente compagnia, conoscendo tra i colleghi di lavoro e tra i numerosi viaggi in giro per la Gran Bretagna nuove persone con cui, bene o male, riusciva a sentirsi o vedersi. Era passato un ciclo: da ex-studente era diventato ormai un adulto e di vecchi compagni di scuola non ne aveva più sentito parlare. Solo negli ultimi mesi era stato fortunato a ritrovarsi con James Kennegan, una Serpeverde che giocava a Quidditch e che era diventata una vera e propria professionista nel suo campo. Brad adorava il Quidditch e quindi non aveva potuto dimenticarsi della bionda, perché spesso e volentieri leggeva di lei sui giornali o addirittura la vedeva in sella alla sua scopa durante una partita allo Stadio. Ritrovarsi dopo tanti anni fece scattare una sensazione di nostalgia al McNeal tanto che, deciso a ricontattare il Professor Vincentius, decise di riavvicinarsi alla scuola che l'aveva fatto crescere.
    I problemi causati da Grindelwald, però, avevano fatto sì che Hogwarts rimanesse chiusa per un periodo, costringendo i professori e gli studenti a spostarsi in America, appoggiati da Ilvermorny e dalla Preside Lynch. Brad stesso si era convinto poi a unirsi a loro, sostenendo un colloquio per la cattedra di Difesa Contro le Arti Oscure. Ma con la minaccia che sembrava essere sparita e con il trambusto che sembrava essersi calmato, Hogwarts era stata riaperta e con essa anche McNeal tornò, finalmente, a casa. Fu proprio in quel momento che lo Scozzese ricevette una lettera da uno di quegli studenti con cui aveva legato e con cui, per forza di cose, aveva perso un po' i rapporti.
    Charles De Vos era leggermente più giovane di lui, non ricordava esattamente di quanti anni, ma ricordava che, con la spilla al petto, Brad si era avvicinato a lui, curioso della società di commercio dei suoi genitori e desideroso di ricevere approvazione da tutti i suoi concasati, per essere poi riproposto come Caposcuola in futuro. I due Corvonero avevano cominciato a parlare e, complice anche la voglia di legare del giovane McNeal, i due erano diventati amici. Un'amicizia semplice, di quelle scolastiche, dove si studia assieme e si mangia vicini in Sala Grande, ma comunque un rapporto sincero. Avevano provato a sentirsi dopo il diploma e, per un certo periodo c'erano anche riusciti, ma quando anche Charles si era diplomato ed era partito, i due presero due strade differenti.
    La lettera che gli era giunta sul tavolo della scrivania del suo ufficio ad Hogwarts gli fece gelare le vene. Da una parte aveva paura di essere ammonito per essere sparito, dall'altra aveva paura che potesse essere successo qualcosa al De Vos. Ma ogni dubbio venne scacciato via non appena Brad lesse le prime frasi. Con il sorriso sulla bocca, stampato per forza di cose, il Professore di Difesa Contro le Arti Oscure rispose, dando appuntamento all'ex compagno di Casata per qualche giorno più tardi, ovviamente ai Tre Manici di Scopa.

    Terminata la lezione del giorno, Brad si smaterializzò ad Hogsmeade, davanti alla locanda dove avrebbe dovuto incontrarsi con Charles. Era vestito ancora bene per il lavoro e sottomano aveva ancora la borsa piena di appunti e di compiti. Se l'avesse persa sarebbe potuto impazzire, dunque non doveva bere assolutamente alcolici di alcun tipo. Aveva molto da raccontare dell'ultimo periodo, anche perché dalla lettera aveva capito che De Vos aveva voglia di sapere cosa fosse successo ad Hogwarts per essere stata chiusa e per poi essere stata riaperta. Le notizie giravano, ma avere un conferma da parte di un vecchio amico era di sicuro meglio. Chissà se Charles sapeva del nuovo impiego di McNeal, se sapeva di Accessori e se sapeva addirittura del libro che aveva scritto. Essere diventato Professore di Difesa dopo il Prof Vincentius aveva dell'incredibile, perché tutti amavano il vecchio Docente e nessuno l'avrebbe mai voluto vedere in pensione. E, oltre alle mille cose che aveva da dire, Brad voleva sapere anche che fine avesse fatto Charles in tutti quegli anni. Sapeva che era ritornato nel suo paese d'origine, ma non aveva idea di che cosa avesse poi deciso di fare. Non era nemmeno certo di poterlo riconoscere: erano passati anni dopotutto.
    Comunque, McNeal entrò nella locanda, lasciando stare le testoline appese alla porta pronte come al solito a criticare. Cercò velocemente un posto tranquillo e illuminato, non troppo vicino al bancone per evitare il chiasso degli avventori più rumorosi e ubriachi. Si sedette, appoggiando delicatamente la borsa accanto alla sedia, e prese il menù per dare un'occhiata e cercare qualcosa di analcolico da bere, in attesa della sua compagnia. Un po' d'imbarazzo c'era, ma onestamente Brad non vedeva l'ora di rivedere il vecchio amico.

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    In quei giorni Charles aveva preso alloggio in una pensione di Hogsmade, una stanzetta non particolarmente lussuosa ma con tutte le comodità del caso, in modo da avere un punto di appoggio nella cittadina magica. Nonostante la comodità della smaterializzazione ha deciso di incamminarsi per le strade, osservando i vari luoghi e negozi con un misto di aspettativa e nostalgia, riportando alla mente i momento del passato, sia brutti che piacevoli, cercando di indagare cosa sia cambiato e invece cosa stia rimasto immutato in quei dieci anni, cercando di valutare quanto quegli eventuali cambiamenti siano di suo gusto o meno. Sì, perché è dai tempi della scuola che non torna in quel villaggio, avendo lasciato la Scozia dopo il Diploma e non avendoci fatto ritorno, anche lui ugualmente preso da affari di famiglia a cui non si è mai potuto sottrarre e da un certo punto in avanti, ad essere totalmente sinceri, non lo ha neanche particolarmente desiderato. Questo, almeno, fino a poco tempo prima.
    Ferma la sua passeggiata davanti ai Tre Manici di Scopa, prendendosi un attimo ad osservare l’esterno del locale, come ha fatto per gli altri negozi prendenti ‘quando era giovane’, avendone a quanto pare una sensazione positiva, visto che mette su un sorriso, quasi di approvazione, poco prima di decidere di entrare effettivamente all’interno del locale. Si ferma qualche passo dopo la soglia, togliendosi dal passaggio di adulti e studenti, in modo da poter guardarsi intorno, cercando la figura di McNeal tra la folla, non potendo fare a meno di far cadere l’occhio anche sui particolari del luogo, ciò che è rimasto e ciò che è cambiato. Una cameriera lo intercetta, avvicinandolo con la dovuta cortesia verso il cliente, chiedendo se può essere d’aiuto.
    “Sì, mi scusi, sto cercando…” ed eccolo, gli occhi si fermano su Brad McNeal, in carne ed ossa. “L’ho trovato, in realtà.” Un sorriso cortese alla donna. “Molte grazie.” Un cenno cortese del capo verso la donna, per poi avviarsi in direzione del tavolo in cui l’Insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure si è sistemato.
    Charles, nonostante il tempo, è riconoscibile senza alcun problema. Sicuramente la sua struttura fisica è leggermente diversa, da ragazzino si è fatto un adulto formato, prendendo un paio di centimetri di altezza (o sono le suole delle scarpe?) e irrobustendosi un poco, senza mai essere particolarmente imponente, infondo al contrario dell’altro non ha mai avuto l’animo dello sportivo, almeno non oltre il tifare la Squadra di Corvonero dagli spalti. Il viso sicuramente è più adulto, ma i grandi occhi azzurri non sono cambiati, così com’è non è cambiata la semplicità con cui un sorriso si apre sul suo volto . Una cosa che salta all’occhio è sicuramente il suo abbigliamento leggermente diverso dalla normalità inglese o americana, per quanto ne porti ancora la base, i tessuti non sono quelli normalmente in uso in Europa ed è difficile non notare la sua giacca alla coreana blu scuro, con ricamato sulla schiena un rapace d’argento, richiamando chiaramente i colori e il simbolo della loro ex Casata, come un omaggio all’orgoglio provato per le origini scolastiche. Un senso di appartenenza ancora non abbandonato o perduto, nonostante il tempo e la lontananza.
    Un cenno di saluto con la mano sinistra in direzione di McNeal, mentre si avvia verso il suo tavolo, l’attenzione tutta sull’altro, apparentemente privo dell’imbarazzo che l’altro sembra provare, anzi, esterna una positività degna di nota.


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    Non ci volle molto prima che Brad, mentre leggeva la sua copia del menù, riconobbe, in chissà quale modo poi, la voce di Charles De Vos. Il volto dello Scozzese si girò di scatto e su di esso si era già stampato un sorriso enorme che aveva scacciato in men che non si dica il leggero imbarazzo. I pensieri erano spariti, tutti quanti. Avevano preso il loro posto, in compenso, i ricordi, bellissimi ricordi di quando i due ragazzi erano più giovani. Charles era cresciuto molto, dopotutto quando si erano lasciati erano poco più che ragazzini ed erano passati più di dieci anni, a spanne. Tuttavia, gli occhi azzurri, la corporatura e quell'indimenticabile modo di fare confermarono al McNeal proprio la presenza del suo vecchio compagno di scuola. Spesso si erano fermati a studiare in Sala Comune e spesso si erano persi a parlare per molto più tempo del necessario. Quello sguardo l'avrebbe riconosciuto tra mille, impossibile da dimenticare. Era proprio Charles!
    Brad si alzò in piedi, sempre rimanendo al suo posto, aspettando che l'ex Corvonero si avvicinasse per poi lasciarsi andare in un veloce abbraccio cordiale. Certo, non erano più in chissà quali rapporti, ma per McNeal era come aver ritrovato parte del suo passato e non vedeva davvero l'ora di riottenerlo fino in fondo. Sperava, quindi, di potersi riavvicinare al concasato, magari non proprio come anni prima - visto che non erano più studenti - ma comunque in modo da potersi sentire un po' più spesso e sapere l'uno della vita dell'altro. Dopotutto Brad era curioso davvero di sapere che fine avesse fatto il De Vos in tutti quegli anni.
    "Charles! - disse dopo essersi staccato dall'abbraccio e essersi messo di nuovo a sedere. - Quanto è passato? Sembra una vita. Come stai?"
    La domanda più banale del mondo ma che in quel contesto assumeva un'importanza stratosferica.
    "In onore dei vecchi tempi potremmo riprenderci una Burrobirra, che ne dici?"
    Chiese poi sorridente, divertito dall'idea di bere un analcolico in compagnia proprio come facevano anni addietro, impossibilitati a prendere bevande più forti. Forse sembrava un bambino, nonostante l'età, ma era davvero felice di rivedere il vecchio amico dopo tutto quel tempo.
    "Allora, raccontami un po'. Cosa hai fatto in tutti questi anni? Che cosa ti ha riportato in Gran Bretagna?"
    Voleva aggiungere un'altra domanda, ma si trattenne, prima che potesse sembrare eccessivamente impiccione. Hogwarts in un modo o nell'altro richiamava sempre tutti a casa, lui per primo aveva lasciato la società del padre e il primo posto dove aveva pensato di ritornare era proprio la vecchia Scuola di Magia e Stregoneria che tanto l'aveva fatto crescere, sia come mago, sia come persona. Aveva ricoperto cariche, Prefetto, Caposcuola, giocatore della squadra di Quidditch e ora, dopo anni, era diventato Professore. Addirittura era passato per l'America pur di rimanere incollato a Hogwarts, visto la crisi che Grindelwald aveva trascinato con sé. Se solo l'avesse pensato appena un anno prima, si sarebbe messo a ridere per l'impossibilità degli eventi, ancora troppo succube della volontà del padre. Eppure, ora era davvero Insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure (in due scuole a dirla tutta) e aveva preso il posto di Vincentius, la figura più vicina ad un padre che avesse mai avuto Brad. Era soddisfatto di quello che stava combinando da quando si era staccato dalla famiglia e, a maggior ragione, adesso voleva riallacciare i rapporti perduti, cominciando proprio da Charles.
    "Non hai idea di quanto mi abbia fatto piacere la tua lettera. Hai fatto bene a scrivermi. Lavorando a Diagon Alley, ormai, so molti più pettegolezzi di quelli che giravano in Sala Grande durante la pausa studio!"
    Sorrise, ricordando le Tassorosso che chiacchieravano sempre raccontando dicerie di ogni genere e facendole, ovviamente, passare di tavolo in tavolo. Una piccola bugia diventava all'improvviso una storia di dimensioni catastrofiche, ma ai ragazzi andava bene così, frutto della fantasia e di una arroganza tipica adolescenziale.

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    C ome Brad riconosce la tua voce? Per quanto parli inglese in modo grammaticalmente perfetto non ha mai perso realmente qualche imperfezione data dalle origini paterne, soprattutto per le pronuncia di qualche suono. Ogni ‘v’ diventa pericolosamente una ‘f’ e le ‘g’ sono tutte fin troppo dure, a volte persino gutturali, quasi in contrasto con un tono di voce morbido, che vorrebbe essere tranquillo e piacevole.
    Quando è abbastanza vicino allarga le braccia in modo amichevole, il sorriso si espande.
    “Brad!” Lo saluta, una chiara nota allegra ed entusiasta, rispondendo all’abbraccio senza essere troppo espansivo, non trattenendosi più del necessario, forse ricordandosi del contatto non sempre apprezzato da parte dell’altro, ma arrivando da parte spontanea del Professore non si fa problemi anche a piazzargli una pacca amichevole sulla spalla. “Perché è una vita, può o meno.” Concorda, prendendo posto al tavolo scelto dall’altro. “Non mi lamento e…” lancia una veloce occhiata verso l’esterno “…questo posto mi ha messo di buon umore.” Torna a guardare Brad. “Tu?” Domanda a sua volta, guardandolo con fare consapevole, come se quella domanda comprendesse qualcosa che sa già.
    “Burrobirra sia.” Decreta, deciso, senza neanche guardare il Menù, approvando con un cenno la scelta della bevanda. “E’ da un po’che non ne bevo, è degna della rimpatriata.” Continua, in memoria delle tante Burrobirre consumate in tavoli come quelli, in una taverna che al tempo sembrava molto più grande, magari con dei compiti tra un sorso di schiuma e l’altra.
    Se Brad ai tempo della scuola era al centro dell’attenzione, Charles invece non ha mai brillato di popolarità, non perché non ne potesse essere potenzialmente capace, semplicemente non sembrava interessato a quel tipo di attività, preferendo concentrarsi sui suoi studi, lasciando ad altri più capaci o interessati le luci della ribalta, proprio come a McNeal qui presente.
    “Dopo il Diploma sono tornato a Rotterdam per qualche anno, in modo da fare un po’ di apprendistato sotto mio fratello” essendo uno degli ultimi, i suoi fratelli maggiori hanno un certo distacco di età, il più grande anche di una decina d’anni “poi in Asia, in modo da fare da collegamento in alcuni uffici in India, Cina e a Batavia” che tra qualche decennio si chiamerà Giacarta “nella quale ero fino…” alza gli occhi, pensieroso, per poi tornare su Brad. “…in cui ero fino a tre giorni fa.” Dopo averci pensato un poco. Segni di quella permanenza lontano sono gli abiti che porta e il colorito leggermente più abbronzato del solito, il quale mette in risalto le lentiggini sul volto, ma che presto il clima più nuvoloso e piovoso della Gran Bretagna tornerà a spegnere.
    “Tu invece?” Domanda a sua volta, mentre il sorriso si apre, riprende la consapevolezza divertita ma bonaria di prima. “Quando ti ho lasciato eri a lavorare con tuo padre e ora…” indica qualcosa all’esterno, verso la finestra “qualcuno ha scritto un libro.” Indica qualche pubblicità o annuncio visto per il villaggio, non in maniera letterale, ma quel suo puntare fuori dalla finestra indica dove ha imparato questa notizia.
    Una leggera risata quando parla di pettegolezzi, ricordando fin troppo bene . “Quelli, temo, siano imbattibili.” Il divertimento si allenta un poco, l’espressione si fa più seria, per quanto non grave. “Come ti ho scritto, le notizie sulla Guerra in Europa sono arrivate…frammentate.” Da come lo dice è chiaramente un eufemismo. “Devo ammettere che in parte è colpa mia” appoggiandosi una mano sul petto “ ho disdetto l’abbonamento alla Gazzetta del Profeta dopo l’ennesimo gufo arrivato in ritardo di mesi, sballottato da una tempesta tropicale. ” Insomma, non un bel volo tranquillo. “Quindi sono qui per un aggiornamento, da parte di qualcuno che ne sa più di me.” L’espressione si ammorbidisce di nuovo con il sorriso. Quel qualcuno o ovviamente Brad McNeal.


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    Brad apprezzò molto il veloce abbraccio con Charles. I due ne avevano parlato tanto quando erano ragazzi e non è che fosse poi cambiato chissà quanto. Il contatto fisico non piaceva al McNeal, non perché fosse timido, ma perché non gli piaceva fingere interesse in quelle persone di cui non si fidava. Certo, con De Vos era tutt'altra storia, visto che i due erano stati compagni di casata per anni e avevano condiviso parecchi momenti insieme. Infatti, fu proprio Brad a cercare il contatto, quasi come per riabbracciare a sé quei vecchi ricordi quasi svaniti che dovevano ritornare velocemente alla memoria. L'essere ritornato a Hogwarts gli aveva già fatto riprovare una sensazione bellissima e, adesso, rivedere il suo vecchio concasato aveva smosso in lui un desiderio di riabbracciare completamente la vita accademica, quella che l'aveva fatto diventare l'uomo che era e quella che l'aveva fatto diventare il mago che era.
    McNeal continuò a mantenere il sorriso, incapace di non essere allegro in un momento di rimpatrio come quello. Se ne avesse avuto la possibilità, avrebbe invitato tutti gli altri Corvonero che spesso e volentieri stavano con loro e anche la squadra di Quidditch nella quale faceva parte Brad e il gruppo di tifosi fedeli, proprio come lo era Charles. La spensieratezza giovanile aveva fatto avvicinare molti di loro, anche con passioni diverse. Il pretesto era solo stare un po' in compagnia, o per studiare, o per stare al centro dell'attenzione. Lo Scozzese aveva sempre cercato di essere disponibile per tutti, proprio per la sua capacità di aiutare il prossimo in qualunque momento, ma solo con pochi aveva avuto un rapporto da chiamarlo come tale. De Vos, in un certo senso, era stato uno di quelli. Un ragazzino addirittura più piccolo - e all'epoca la differenza d'età pesava molto di più - che però aveva attirato la sua attenzione per via del cognome, già noto ai genitori di Brad. E, ora, a distanza di anni e di lettere mai spedite, i due si ritrovavano ad un tavolo della locanda più frequentata dagli studenti di Hogwarts, proprio come circa un decennio prima.
    "È sempre magnifico tornare a casa, non è vero? - alluse ovviamente al buon umore di Charles nel rivedere Hogsmeade e, in un certo senso, Hogwarts, vista la vicinanza col paesino. - Anche io sto bene. Pieno di lavoro in questo periodo, ma è solo un piacere! Almeno non lavoro più con quello scorbutico di mio padre."
    Aggiunse poi, sicuro che di quell'argomento ne avrebbero poi riparlato. Brad non aveva mai negato il disinteresse che provava nel lavoro del genitore, ma terminato il percorso di studi era stato quasi costretto a seguirlo per aiutarlo con delle vendite che non sembravano voler cessare in alcun momento. Non che avesse voglia di parlarne, ma doveva comunque dirlo a Charles cosa fosse successo con Steve McNeal.
    Entusiasta della conferma della Burrobirra, Brad alzò un braccio per attirare l'attenzione della Locandiera con cui aveva già avuto modo di parlare più di una volta. Lo abbassò subito dopo, per non essere invadente e maleducato. Non appena si fosse liberata, Brad era certo che sarebbe arrivata da loro a servirli. E sarebbe stato strano chiedere un analcolico per ragazzini? Avrebbero fatto la parte di quelli che non volevano crescere in alcun modo? Oh, poco importava, tanto sarebbe stata davvero piacevole, degna della rimpatriata, proprio come aveva detto Charles.
    "Hai viaggiato un sacco anche tu, eh? Con quel lavoro non si può mai stare fermi per più di qualche mese. A volte è un bene, altre volte diventa stressante. E com'è di là?"
    Chiese riferendosi alla zona asiatica nella quale era stato il compagno. Lui non aveva mai avuto modo di andarci e non conosceva nulla della loro tradizione, né babbana, né magica. Insomma, da bravo Corvonero era curioso di sapere e di conoscere qualcosa che ignorava totalmente. E, forse, era anche un po' nostalgico di quei tempi quando De Vos gli raccontava aneddoti della sua terra d'origine.
    "Ah, ma quindi lo sai?!"
    Sorrise subito, contento che la pubblicità della Kennegan fosse arrivata fino lì.
    "Quest'anno è stato strano. Dopo essermi staccato da mio padre, ho seguito il consiglio del Professor Vincentius, quello di Difesa Contro le Arti Oscure e mi sono informato su Ilvermorny, la scuola che stava ospitando Hogwarts, rimasta chiusa. E sono fino a fare anche io l'Insegnante. E, come se non bastasse, ho deciso di scrivere un saggio per colmare una lacuna del programma scolastico su un argomento che ritengo importante e ho preso in carico la gestione di Accessori per il Quidditch di Qualità a Diagon Alley. Conosci la mia passione per il Quidditch, non potevo permettermi di farmi sfuggire quell'occasione."
    Quasi si giustificò per la scelta di diventare Negoziante di Accessori. Ma amava lo sport più di ogni altra cosa al mondo e non appena aveva letto del colloquio di lavoro del Proprietario, si era lanciato per provarci. Era stato un anno pienissimo di lavoro, ma ancor di più di soddisfazioni personali che gli avevano dato una sorta di rivincita proprio nei confronti del padre.
    "Tu, invece, hai intenzione di restare? Hai già trovato un'occupazione?"
    Chiese subito dopo, gentilmente. Interessato alla vita dell'ex compagno. Sarebbe stato bello rivederlo ancora e, quindi, la domanda aveva una doppia valenza: curiosità di sapere cosa facesse effettivamente e curiosità di scoprire quanto tempo ancora rimanesse lì ad Hogsmeade.
    "Posso solo dirti che hai fatto bene a disdire l'abbonamento, tanto l'ex Ministro aveva troppa influenza sui giornali al tempo. Come ben sai la Guerra ha sconvolto tutti. I babbani l'hanno fatta davvero grossa e Evermonde ha richiesto l'astinenza ai Maghi di intervenire, per proteggere lo Statuto sai. Ecco... Non tutti hanno ubbidito, soprattutto qui in Europa perché alcuni hanno legami con i babbani e hanno cercato di proteggerli quanto meno. Anche l'America si è decisa ad intervenire, però, cercando di ridurre il numero delle vittime tra i no-mag, i babbani americani, anche se loro di rapporti non ne avevano. E, poi, beh... Grindelwald. Ha approfittato di questo malcontento, ha approfittato delle critiche che molti maghi avevano posto contro Evermonde per non essere intervenuti. Lo Statuto Internazionale di Segretezza ha cominciato ad essere visto come un limite e Grindelwald ne ha approfittato. Fawlay, il nuovo Ministro, ha sottovalutato il problema e il pericolo e Hogwarts ha dovuto chiudere i battenti per un po', per non rischiare nulla. Se ci fosse scappato il morto, sai meglio di me che la scuola avrebbe potuto chiudere per sempre. E con tutte quelle faide interne tra le diverse linee di pensiero..."
    Terminò l'eterno discorso, lasciando che Charles facesse le sue considerazioni a riguardo, senza essere troppo scorretto politicamente e quindi cercando di evitare di lasciar trasparire le sue idee nelle parole dette.

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    Charles ai tempi della scuola era sempre stato qualcuno con cui era facile parlare e attaccare bottone, rispettoso verso gli studenti più grandi ma senza essere ossequioso e senza secondo fini, semplicemente sembrava piacergli andare d’accordo con le persone e non ha mai preso un’offerta di aiuto un qualcosa in cui era carente come un’offesa, a meno che non lo fosse realmente. Un esempio chiaro era Erbologia, in cui ha sempre trovato difficoltà: non è che non gli piacesse, è che proprio non ci sapeva fare con le piante. Pollice nero. Ha sempre cercato tutto l’aiuto possibile per non far morire le piante sotto la sua custodia e ogni tanto ci è anche riuscito. Ogni tanto. Forse anche con l’aiuto di Brad.
    Alla domanda dell’ex Corvonero si volta ancora verso la finestra, con gli occhi azzurri che vagano per qualche attimo sulle strade di Hogsmade, come se cercasse qualcosa, per poi aprire il sorriso e voltarsi di nuovo verso Brad.
    “E’ strano. Sembra tutto più piccolo e al contempo più grande. A volte sembra che il tempo si sia fermato, ma basta fermarsi per capire di non essere più davvero in quel posto.” Non c’è amarezza in questa sua considerazione, il tono è morbido con una nota di nostalgia, in ricordo di un luogo in cui non mette piede da anni ed ora è lì davanti a lui.
    Una leggera smorfia divertita, uno sbuffo, a nominare il padre. “Hai fatto bene a metterti in proprio.” Afferma, sicuro. “Anche per me la qualità della vita è nettamente migliorata da quando ho lasciato il nido.” La casa paterna. Non insiste sulla questione del padre, conoscendone la delicatezza, lasciando che sia lui –nel caso- ad approfondire l’argomento quando e se ci sarà l’opportunità e se la sentirà di farlo. Ogni cosa ha il suo tempo.
    Annuisce. “Certo che lo so, ho visto la pubblicità qui fuori.” Un cenno verso l’esterno, vago, indicando Hogsmade ma nessun punto in particolare del villaggio.
    “Hai sempre avuto il dono di aiutare gli altri.” Un leggero sorriso, qualcosa che conosce sulla sua pelle, visto che Brad lo ha aiutato in passato e con risultati positivi. “Farai faville come insegnante, ne sono sicuro. Vincentius è stato un ottimo mentore e puoi solo sorpassarlo.” Gli fa l’occhiolino, una nota di bonaria provocazione, sapendo quanto fosse forte l’attaccamento dell’altro verso quell’uomo. “Puoi continuare il suo lavoro e chi lo sa” alza le spalle “magari stai già insegnando al tuo successore.” Parte serio, per poi finire con una nota leggera, senza però diventare mai irrispettoso. “Comprerò il tuo libro, sono curioso.” Cambiando discorso, limitandosi ad un piccolo sorriso. “Se avrò bisogno di una scopa nuova verrò assolutamente da te.” Non sembra aver bisogno di spiegazioni o giustificazione, conosce fin troppo bene la passione dell’altro per quello sport, infondo Charles era a fare il tifo per lui sugli spalti, qualche anno prima.
    “Io? No, ancora non lo so.” Ammette, quando gli chiede di un lavoro. “In realtà devo ancora capire se voglio restare.” Continua, muovendosi un poco sulla seria. “Hai suggerimenti?” Domanda qualche attimo dopo, un leggero sorriso torna a piegargli le labbra.
    Quindi si fa serio quando Brad gli fa tutto il discorso sulla Guerra Magica e l’Europa, Grindelwald e gli Stati Uniti, un cenno del capo quando necessario, per fargli capire che lo sta seguendo e non lo sta solamente fissando in modo concentrato. “Le ripercussioni della Guerra sono arrivate anche ad Oriente e le impressioni non sono state buone.” Spiega, il tono serio. “I conflitti babbani hanno seriamente cambiato la visione che gli orientali hanno di noi europei, non…” vago cenno della mano “…non abbiamo più il loro rispetto come una volta. Certo, di base hanno cambiato idea per via della Guerra babbana, non incolpano noi Maghi, anzi, ma sai com’è” alza le spalle “ad un certo punto non fa davvero più molta differenza.” Quindi muove ancora la mano, come a scacciare un pensiero, tornando con la totale attenzione su Brad. “Ora come va a Hogwarts? Tutto è tranquillo?” Cambia discorso, come se ci fosse qualcosa a cui non volesse realmente parlare. “Gli studenti sono al sicuro?” Segue ancora una domanda.



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    Erano davvero cambiate molte cose. Sebbene sembrasse di essere sempre nello stesso posto di quando erano ragazzi, in realtà, tutto si era trasformato e, con il passare degli anni, aveva preso conformazioni diverse. A partire dalle persone ovviamente, dato che l’effetto Grindelwald e la chiusura di Hogwarts avevano costretto ad un cambio generazionale importante. Lo stesso Ministero della Magia era cambiato dai tempi di Evermonde, con fin troppe divergenze politiche interne e pensieri contrastanti non solo tra vecchi e nuovi ministeriali, bensì anche tra quelli più anziani. L’Europa e poi tutto il Mondo erano cambiati per eventi che avrebbero rivoluzionato per sempre la Storia della Magia. Era ovvio, quindi, non riconoscere più diversi luoghi di Hogsmeade che avevano cambiato gestori, così come a Diagon Alley. Ad Hogwarts, dopo il trasferimento ad Ilvermorny, un buon numero di Professori avevano deciso di ritirarsi e andare in pensione. Al Ministero cominciava ad esserci malcontento per la figura del Ministro, quindi non era impossibile vedere un cambio al vertice da lì a poco. I luoghi erano pur sempre quelli, ma ciò che stava dentro era profondamente mutato come mai prima d’ora.
    Anche Brad, in un certo senso, era cambiato, era cresciuto. Il passare del tempo, ovviamente, l’aveva aiutato a capire la sua personalità, l’aveva aiutato a rafforzare i suoi valori e a capire meglio i suoi difetti. Tuttavia, il lavoro con il padre durante gli anni della guerra gli aveva dato una sicurezza e una freddezza che, prima di allora, non aveva mai creduto di avere. McNeal non aveva avuto tempo di piangere dei caduti, né di pensare a quello che stava realmente accadendo. Non poteva starsene fermo a riflettere, ma doveva sempre muoversi per cercare nuove erbe da utilizzare in campo medico e nuovi ingredienti per pozioni sempre più richieste e introvabili. La guerra l’aveva fortificato, gli aveva insegnato tanto, l’aveva reso immune dal dolore, conscio della possibilità di evaderne. Si era rifugiato nel lavoro e, difatti, anche dopo l’abbandono della società del padre, Brad si era subito dato da fare per trovare un’occupazione e, poi, anche più di una. La testa impegnata nel lavoro era forse la miglior arma di cui disponeva contro le atrocità del Mondo in cui stava vivendo in quel periodo.
    E tu come mai hai deciso di lasciare?
    Chiese, in relazione al lavoro commerciale che univa i due. McNeal era estremamente curioso della scelta dell’ex compagno. Perché, nonostante l’amicizia che li aveva uniti al tempo della scuola, i due erano comunque diversi e la guerra, probabilmente, l’avevano vista in maniera molto differente.
    I complimenti di Charles sul suo lavoro ad Hogwarts fecero leggermente emozionare Brad che, forse un po’ vanitoso, sorrise inconsapevolmente. Era fiero del lavoro della Kennegan, delle sue pubblicità e dell’evento che era riuscita ad organizzare per vendere il suo saggio. Ma, ovviamente, era fiero di se stesso e dell’impegno che aveva impiegato per mesi per scrivere quelle pagine che avrebbero potuto aiutare davvero molti membri della comunità magica.
    Speriamo. - disse, grattandosi un po’ la testa pensieroso. - Non ho mai cercato di essere come Vincentius, ma spesso mi sono chiesto cosa avrebbe fatto lui in una determinata situazione. Mi ha insegnato molto e spero di essere all’altezza del nuovo compito.
    Un altro sorriso nacque sulla bocca di Brad che aveva pensato a uno dei suoi studenti come suo possibile successore. Sperava di no, in un certo senso, visto la sua giovane età, ma gli piaceva l’idea di trasmettere la stessa passione per la materia ai ragazzi. Amava le Arti Oscure, amava l’ignoto, amava il pericolo, ma ancor di più, amava difendersi da tutte queste cose e vincerle con le proprie forze. Era quello che, lezione dopo lezione, avrebbe insegnato ai suoi alunni.
    Davvero lo comprerai? Sono felicissimo! - quasi urlò dalla gioia. - Credo che molte cose tu le sappia già, ma troverai molto interessanti alcuni esempi storici che ho riportato, perché hanno dell’incredibile. Fammi sapere quando lo prendi, perché voglio assolutamente firmartelo!
    Disse fiero. Era forse uno degli autori più in mostra del momento, un po’ perché era la novità del secolo, un po’ perché il Ghirigoro sapeva come far risplendere un nuovo scrittore. Era stato fortunato a ritrovare James Kennegan nella sua vita e chissà…
    E per le scope, vieni pure quando vuoi. Ti farò un bello sconto, soprattutto se ne vuoi una personalizzata tutta per te. Mi piace sempre creare progetti nuovi.
    Continuò, riferendosi poi al lavoro da Accessori per il Quidditch di Qualità. Appena aveva avuto l’opportunità di prendersi quel posto si era buttato. L’amore per il Quidditch e, più in generale, per il volo, era sempre stato molto forte e, adesso, poteva costruire tutte le scope che voleva. Aveva un sacco di scarabocchi sul suo quaderno, progetti che prima o poi avrebbe realizzato. Adorava creare scope per il Quidditch, per dare un’impronta personale al Campionato, ma era molto affezionato anche nel creare scope da viaggio comode e familiari, qualcosa di innovativo che avrebbe davvero rivoluzionato il modo di viaggiare.
    Potrei sentire qualche amico. Sono certo di aver visto qualche negozio di Diagon Alley ancora vuoto se vuoi restare nel settore del commercio. Altrimenti puoi passare al lato oscuro e decidere di lavorare in un ufficio ministeriale.
    Rise, prendendolo un po’ in giro. Non sapeva quali fossero i gusti lavorativi dell’ex compagno, ma Brad aveva sempre dimostrato un certo scetticismo per il Ministero, soprattutto quando era ragazzo. Ora, forse, si era un po’ più tranquillizzato, ma ancora non si fidava della politica.
    Oppure... - si interruppe per guardarlo fisso negli occhi. - Potresti chiedere un colloquio al Preside di Hogwarts. C’è qualche cattedra scoperta e sono certo che tu sapresti ricoprire più di un posto da Insegnante. Sei sempre stato una cima a scuola!
    Quasi entusiasta della nuova proposta, Brad già pensava di avere Charles come collega e di poterlo vedere tutte le volte che voleva. Si sarebbe anche intromesso a qualche lezione per poterlo sentire spiegare e probabilmente l’avrebbe anche interrotto con qualche domanda fuori contesto giusto per farlo un po’ arrabbiare. Se non si fosse convinto da solo, McNeal avrebbe fatto di tutto per spingerlo, sarebbe arrivato anche a chiedere lui stesso al Preside un colloquio per un suo amico, prendendosene la responsabilità. Il piano McNeal poteva cominciare.
    Parlare della guerra e della situazione in Europa fu come liberarsi di un peso. Brad non ne aveva mai parlato con nessuno perché, dopotutto, tutti sapevano cosa fosse successo e lui non era mai riuscito a dire la sua. Con De Vos, invece, proprio come ai vecchi tempi, l’ex Corvonero riuscì ad aprirsi e a sputare tutti i suoi pensieri – limitandosi leggermente – riguardo quello che era successo quando loro erano poco più che ragazzi.
    Hai avuto difficoltà con questa loro nuova visione? Ti hanno fatto storie?
    Chiese Brad, curioso di sapere come gli orientali avessero preso il trasferimento del compagno dopo una situazione delicata come quella.
    Ora sembra essere tutto okay. Hogwarts è uno dei posti più sicuri del mondo, ma adesso bisogna ricostruire fiducia e unione. Senza questi non possiamo difenderla da niente.
    Ammise infine, denunciando la realtà com’era. La scuola se non si fosse ripresa al più presto non sarebbe stata più come un tempo e i ragazzi avrebbero potuto rischiare in qualsiasi momento un possibile attacco da parte di chiunque: fanatici di Grindelwald o chissà chi.

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