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    Parte precedente

    Durante il tragitto dal terzo piano, Brad era stato in perfetto silenzio, cercando di riordinare i pensieri che aveva in testa. I ragazzi erano stati fortunati ad uscire illesi da una faccenda del genere perché un Molliccio, seppur non eccessivamente potente, avrebbe potuto ferire gravemente due semplici studenti che, evidentemente, non si aspettavano un attacco così frontale. In parte, sotto un certo punto di vista, McNeal si era dato la colpa. La Difesa Contro le Arti Oscure era la sua materia ed era lui, in qualità di Professore, che doveva insegnare agli alunni a difendersi e a salvarsi in situazioni di pericolo. Aveva scritto un libro a riguardo, ma le Scintille Rosse, in quel frangente, sarebbero servite ben a poco perché nessuno le avrebbe viste. Non era comune, di certo, infrangere il regolamento scolastico e trovarsi in un corridoio buio contro una Creatura Magica Oscura, ma lui, come Docente, doveva cercare di insegnare ai ragazzi ad affrontare qualsiasi contesto di difficoltà.
    Più saliva le scale, più Brad non sapeva come comportarsi. Di certo, gli avrebbe dato una punizione, ma avrebbe comunque voluto dar loro modo di spiegarsi e di giustificare, senza bugie o prese di posizioni inutili, un comportamento così sciocco e avventato. Avrebbe potuto portarli dal Preside, ma aveva paura che la punizione, in quel caso, potesse essere eccessivamente pesante. Doveva cavarsela da solo e prendere, per la prima volta nella sua carriera, posizione. Era un Insegnante e aveva una certa responsabilità sugli studenti, questo doveva essere chiaro ai due.
    Arrivato al sesto piano, McNeal si diresse nell'aula vuota di Difesa Contro le Arti Oscure, facendo strada fino alla scalinata dietro la cattedra che portava al suo ufficio. Salì con calma, cercando di pensare per l'ultima volta a cosa fare. Aprì la porta, posò il baule dove era sistemato appena un'ora prima e si sedette sulla sua poltrona, lasciando le due poltroncine davanti alla scrivania libere per fare accomodare i due studenti.
    "Sedetevi pure."
    Disse indicando con la mano i due posti liberi.
    "Parlerò io con il Professore di Pozioni e giustificherò io la vostra assenza. Non avrete ripercussioni, quindi, ma dovrete riportarvi in pari al più presto."
    Continuò. Forse poteva essere sembrato gentile, ma in realtà quello che lui voleva era prendersi più tempo per capire meglio le dinamiche dell'evento.
    "Ora mi racconterete, senza dirmi bugie e senza assumervi tutte le colpe, come sono andate, veramente, le cose."
    Doveva essere chiaro. Non avrebbe accettato altre menzogne e altre chiacchiere a vuoto solo per far finire la questione nel minor tempo possibile. Ormai erano in gioco e dovevano parlare se volevano uscire da quell'ufficio. Brad, d'altro canto, sarebbe rimasto lì tutta la notte fino a che non fosse stato soddisfatto della versione ottenuta.
    "Siete usciti da qui, dalla mia aula, dopo la lezione. E vi siete diretti entrambi verso i Sotterranei, per l'ora di Pozioni. È corretto?"
    Brad cercò di ricostruire i fatti, facendo una domanda banale, ma chiara e precisa, così da permettere ai ragazzi di parlare, uno alla volta, e di spiegare la loro versione dei fatti.
    "E secondo voi Grifondoro ha la lezione di Pozioni prima dei Serpeverde, quindi? - domandò, consapevole che quella che avevano detto prima fosse una bugia e che ora non avrebbero più potuto mentire ad un Professore che poteva, per ovvie ragioni, controllare se le loro parole fossero state vere o meno. - E perché, Draven, tu stavi seguendo Christelle? Stavate andando insieme nei Sotterranei?"
    Chiese ancora. Era un interrogatorio? No, non proprio. Era una semplice ricostruzione dei fatti che avrebbe permesso agli studenti di avere una punizione più o meno grave. Brad cercò di essere calmo, di non lasciar trasparire alcuna emozione attraverso la sua voce, sempre per rimanere lucido il più possibile.
    "Poi, inconsapevoli di essere al terzo piano siete entrati nel corridoio proibito e, dopo esservi accorti dell'errore avete provato a uscire, senza successo. Avete quindi avuto la brillante idea di provare a distruggere la scuola e poi ad affrontare quello che il Preside vi ha vietato di affrontare."
    Sottolineò la parola vietato, per far capire che avevano infranto un regolamento che era stato fatto per loro, per salvaguardarli, non per divertimento del Preside che aveva voglia di imporre limiti agli studenti.
    "Forza, ditemi voi. Com'è andata? Perché siete entrati lì dentro?"
    Chiese quindi, per avere conferme o smentite. Era la prova del nove: o si beccavano una punizione esemplare o si beccavano una punizione molto più contenuta.

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    Edited by Brad McNeal - 18/5/2020, 23:59
     
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    I due studenti, seppur controvoglia, si ritrovarono costretti a fare come McNeal aveva loro ordinato: una volta usciti dal Corridoio proibito, Christelle si mise a capo della spedizione verso l’ufficio del professore, seguita da Draven. Non era più arrabbiata, questo no, ma di certo sperava di riuscire a sfangare una punizione in qualche modo - anche se in cuor suo sapeva che difficilmente sarebbe stato possibile. Non aveva nessuna voglia di sorbirsi ore extra di lezione - già doveva farlo per Pozioni - né di aiutare McNeal a fare, che so, ordine tra i suoi libri o corrispondenze. Sbuffò alterata mentre saliva i gradini, in completo silenzio, riflettendo sul da farsi. Aveva già quasi totalmente dimenticato la brutta esperienza con il Molliccio, d’altronde non era la prima volta che le capitava di vederne uno: anni prima aveva avuto il pessimo incontro con la creatura insediatasi nella soffitta di Villa Jones la quale, esattamente come l’ultimo affrontato, aveva assunto la brutale e terrificante forma di un Obscuriale. Christelle rabbrividì, ma non si fermò, seguitò a salire i gradini con passo svogliato, domandandosi infine a cosa stesse pensando Draven. Lui era sempre perfetto negli studi, e non era tipo da infrazione alle regole, non quanto lei almeno. Le dispiaceva averlo messo in quel guaio, ma al tempo stesso pensò che gli stava bene come punizione per averla fatta arrabbiare così tanto durante la lezione di Difesa. I suoi sentimenti erano decisamente combattuti e ambigui.

    Raggiunsero il sesto piano e poi l’ufficio di McNeal, dove la giovane Grifondoro si guardò intorno curiosa e per nulla spaventata. Si accomodò senza fiatare in una delle due sedie davanti alla scrivania del professore, accanto a Draven, e accavallò una gamba sull’altra, coprendo però il più possibile le cosce con la gonna per non apparire troppo svogliata o strafottente. Se doveva cercare di evitare una punizione per entrambi meglio partire dalle apparenze, no?

    Quando McNeal parlò della lezione di Pozioni non se ne preoccupo più di tanto: l’aveva saltata insieme all’ora supplementare di punizione, era già ufficialmente nei guai. Ci avrebbe pensato dopo.

    Capì presto che per uscire da quell’Ufficio il prima possibile - già dentro di sé scalpitava - la chiave era solo una: sincerità, onestà brutale. Si arrese a quell’idea. Forse avrebbe peggiorato la situazione, o forse no. Sperava, in realtà, di scoprire qualcosa in più sul...

    « No, non è corretto » disse la giovane strega con schiettezza, interrompendo il filo di pensieri per restare concentrata. Doveva risolvere una cosa alla volta. « Sono uscita dalla lezione di Difesa arrabbiata, avrei dovuto raggiungere i Sotterranei per un’ora supplementare di punizione con il professore di Pozioni, e poi per la lezione vera e propria. Invece stavo andando verso tutt’altra direzione, la biblioteca o il parco, non ho avuto tempo di pensarci. Quindi no, non avevo nessuna intenzione di andare a lezione » disse schietta, aggiungendo più dettagli di quelli richiesti. Si vergognò un po’ di quella confessione, e sperò che McNeal non ci si soffermasse troppo sopra. « Draven invece voleva andarci, e ora sarebbe lì se non si fosse fermato a parlare con me » disse come a voler sottolineare la differenza tra i due, ancora in difesa del Serpeverde. Questa volta però non stava mentendo.

    « Mentre parlavo con Draven mi sono accorta di una persona che non avevo voglia di vedere » distolse lo sguardo accigliata, evitò di menzionare il suo noiosissimo ex fidanzato e andò oltre. « Quindi ho visto la porta del Corridoio proibito e l’ho aperta, mi sembrava un buon nascondiglio. Ho tirato dentro con me Draven » concluse iniziando a muovere distrattamente il piede con gesto un po’ nervoso. Il suo tono di voce era pacato, ma sembrava sul punto di esplodere. Non ancora, Christelle...

    « Questo è tutto, non c’è altro » disse, lasciando parlare anche Draven nel frattempo. Le vennero in mente le minacce del fratello Oliver, Prefetto di Corvonero, quando durante il suo primo anno Christelle si era avventurata da sola nel Corridoio. Ai tempi non aveva incontrato nessuno, e sapeva che il Molliccio di quel giorno non poteva essere l’unica cosa a nascondersi lì dentro.

    « Cosa c’è dentro quel Corridoio? Oltre ai Mollicci s’intende. Perché è proibito a noi studenti? » chiese a bruciapelo, cercando di prendere McNeal in contropiede. Lo fissò a lungo con la speranza di intravedere un qualsiasi mutamento d’umore sul suo viso. Loro erano stati onesti, quindi sperò bastasse per avere più informazioni su quel luogo che tanto veniva evitato e in tutti i modi chiuso al pubblico. Forse si era spinta più in là della decenza e dell’educazione consueta di una studentessa, ma non le importava. Strillettere della madre, punizioni e richiami ufficiali a scuola non avevano sortito effetto su di lei in quei quattro anni, di certo non avrebbe cominciato a trattenersi in quel momento.

     
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    Gli sembrò che la terra sotto i piedi avesse ripreso a tremare e i muri a sgretolarsi nel tentativo di schiacciarlo in una morsa dalla quale non poteva scappare, come quando si era trovato nella suggestione del Molliccio di Christelle. Per un brevissimo istante, pensò che quello davanti a lui non fosse il professor McNeal, ma un altro Molliccio… Quasi ci sperò, perché non si era mai trovato in una situazione simile e l’idea di finire in punizione o di far perdere punti alla propria casa per uno stupido errore che non aveva nemmeno commesso di sua spontanea volontà, lo fece stare male. Forse era stato poco chiaro, un po’ vago addirittura, non si era dilungato sui dettagli, ma aveva detto la verità, le cose erano andate così come le aveva appena descritte al professore, eppure, sembrò non chiedergli… Non riuscì a trattenersi e sul suo viso apparve un’espressione di profonda delusione. Quattro anni di eccellente condotta e voti alti non significavano nulla se infrangevi le regole… Avrebbe dovuto immaginarlo, ma ancora non riusciva ad accettare di trovarsi in una situazione del genere. Nessuno prendeva appunti bene come i suoi tra i compagni serpeverde e non conosceva nessuno delle altre case con abbastanza confidenza da poterglieli chiedere. Sentì un’improvvisa nausea attanagliargli lo stomaco; abbassò lo sguardo, afflitto e arrabbiato quanto mai prima di allora e si limitò a seguire in solenne silenzio il professore verso il suo ufficio.
    Si sentì talmente frustrato per ciò che gli era capitato e stava ancora capitandogli, che attraversò il percorso delle scale fino al sesto piano senza nemmeno accorgersene e si ridestò dai propri pensieri solo quando il professore fece loro cenno di sedersi davanti alla sua scrivania. Era un incubo… Mille volte peggio di qualsiasi Molliccio.
    Draven si sedette al fianco di Christelle, stando bene attento a non rivolgerle mai nemmeno uno sguardo; era furibondo con lei e doveva mantenere un certo autocontrollo per convincere il professore che lui gli stava dicendo la verità. Razionalmente, si rese conto che era un suo dovere accertarsi della dinamica dei fatti, quindi, li avrebbe ripetuti con dovizia di particolari. Scivolò sullo schienale della poltrona e incrociò le braccia al petto, i pugni stretti nel tentativo di sfogare un po’ di quella frustrazione, mentre, senza rendersene conto, prese nervosamente a battere un piede.

    “No, non è corretto.” – si trovò a dire in concomitanza con Christelle, per poi zittirsi quando la ragazza prese il via a dire la sua. Rimase a testa china ad ascoltarla; le parole di Christelle, però, non fecero altro che innervosirlo di più.

    “No, non tutti i Grifondoro. Lei e alcuni altri, per una punizione. Scendendo le scale l’ho vista deviare verso il terzo piano, mi sembrava fosse sovrappensiero, e l’ho fermata perché pensavo di farle un favore, per farle rendere conto che da lì non poteva raggiungere i sotterranei. Non sapevo che avesse intenzione di non andare alla lezione supplementare. Io non sono mai stato assente a nessuna lezione, prima d’ora…” – ribattè a denti stretti, palesemente incapace di mantenere la calma. Non riusciva nemmeno a guardare negli occhi il professore… Era mortificato per averlo disturbato, per aver causato dei problemi e, comunque, più di qualsiasi altra cosa, proprio non gli andava giù di aver perso una lezione.

    “Non mi sono accorto che ha aperto la porta volutamente. Ero distratto, stavo per andarmene: mi ha afferrato per un braccio, mi ha dato l’impressione che lo avesse fatto per non perdere l’equilibrio, e mi sono ritrovato oltre la porta. A malapena sapevo della reale esistenza del corridoio proibito…” – continuò, ancora con quell’aria profondamente irata, a testa china e sguardo a terra. Ma alle parole seguenti di Christelle, non riuscì proprio a trattenersi e si voltò a guardarla, fulminandola con lo sguardo. Era pura follia… Come le veniva in mente, nel bel mezzo di quello che sembrava proprio un interrogatorio pre-punizione, di chiedere una cosa del genere? Perché gliene importava? A maggior ragione, se lì dentro c’era qualcosa che gli studenti non avrebbero mai dovuto trovare, faceva bene a stare zitta e ringraziare il cielo di non esserci incappata… Ma tanto non stava mai zitta, che ci pensava a fare. Spazientito e più nervoso di minuto in minuto, roteò gli occhi al cielo, prima di riprendere a guardarsi i lacci delle scarpe. A lui non interessava sapere cosa ci fosse lì e avrebbe potuto dire qualcosa, magari proprio che non lo voleva sapere, perché quella curiosità di Christelle poteva far sembrare che entrambi avessero raggiunto volontariamente il corridoio proibito in cerca di un’avventura e l’ultima cosa che voleva era mettersi in un guaio del genere, ma, per qualche motivo, non disse niente…
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    La ricostruzione dei fatti doveva essere fatta lentamente, senza correre e senza arrivare a conclusioni affrettate, anche se, in una situazione come quella, era facile farlo. McNeal doveva capire cosa fosse davvero successo, provando a fidarsi dei due ragazzi e provando a affidarsi al suo istinto per capire anche la gravità della faccenda e per assegnare una giusta e una equa punizione. Ascoltò le parole degli studenti che, dopo ciascuna domanda posta dall’Insegnante, risposero soppesando le loro frasi. Sembravano essere più seri e meno impauriti. Christelle soprattutto sembrava voler risolvere la faccenda il prima possibile e, quindi, si era messa in testa di collaborare. Draven, invece, sembrava più insicuro e di sicuro non voleva trovarsi lì con lui in quel momento. Le due versioni combaciavano l’un l’altra e, fortunatamente, erano leggermente differenti dall’immensa bugia che il Serpeverde aveva raccontato giù al terzo piano. Brad apprezzò l’onestà, ma non poteva sorvolare contro un’azione che andava oggettivamente contro il regolamento scolastico. Decise di risparmiare i punti alle due Casate, perché non era giusto punire tutta Grifondoro e tutta Serpeverde per colpa di un solo membro, anche se, di sicuro, i due si sarebbero sentiti molto più responsabili del danno e in colpa con i loro amici. Tuttavia, non erano il senso di colpa e l’imbarazzo pubblico le più eque delle pene.
    Quindi tutto è nato da una disattenzione di Christelle che, vedendo una persona da evitare, ha deciso bene di nascondersi nel primo posto possibile.
    Concluse annuendo e appoggiando la schiena alla poltrona, per guardare un attimo verso il soffitto, pensando al da farsi.
    Chi ha provato a lanciare un Incantesimo Esplosivo? Dovete ringraziare la vostra poca preparazione nell’utilizzo della bacchetta, perché avreste potuto distruggere non solo la porta, ma l’intero muro. E avreste già un bel biglietto di ritorno per le vostre case.
    Chiese poi, con tanto di precisazione finale per sottolineare quanto fosse stato grave il loro gesto. Chi dei due avesse lanciato uno degli Incantesimi Esplosivi aveva di certo rischiato grosso; non aveva pensato alle conseguenze, nemmeno quelle su se stesso. Brad scosse il capo, deluso dal comportamento assunto dai due ragazzi che, comunque, si erano sempre dimostrati bravi studenti. La domanda di Christelle, subito dopo, fece ancor di più capire al Docente quanto il problema non fosse chiaro. Non si trattava di una punizione, quella, ma si trattava di aver messo in pericolo le loro vite per una semplice distrazione.
    Non penso che tu sia nella posizione di fare domande, Christelle. Ma dato che lo chiedi, non risponderti sarebbe da maleducati. - disse con tono secco, via via più calmo. - Nel corridoio sono presenti strumenti. Strumenti per le lezioni, strumenti di altissimo valore economico, strumenti introvabili nel mondo magico. Ora, perché è proibito mi sembra ovvio, visto quello che avete passato. Non è sicuro per studenti e, a dirla tutta, non è troppo sicuro nemmeno per un Professore. Oltre al fatto che qualsiasi danno a quegli strumenti porterebbe ad una perdita ingente e un possibile pericolo. Immaginate se il Molliccio non fosse stato più rinchiuso nell’armadio.
    Disse la verità, senza cercare di impressionarli, ma senza tralasciare l’importanza di lasciare chiuso il corridoio.
    Perché avete aperto quell’armadio? Cosa pensavate di trovarci?
    Chiese infine, sicuro che non avessero aperto quella porta con lo scopo di uscire dal corridoio. Il Molliccio era una Creatura Magica Oscura molto pericolosa, da non sottovalutare. Hogwarts ne custodiva uno proprio sotto richiesta del Professor McNeal in persona e, se si fosse venuto a sapere che un Molliccio fosse stato liberato, lui avrebbe perso la sua Creatura e, probabilmente, qualsiasi altra possibilità di richiesta al Preside. Doveva assolutamente assicurarsi che quei due studenti non mettessero più piede all’interno del Corridoio proibito e non provassero più a liberare il Molliccio. Ne andava della sua carriera da Insegnante.

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    Christelle cominciava ad avvertire una certa irrequietezza mista a forte nervosismo, tipico di chi come la Grifondoro era abituato a non affondare troppo negli imprevisti e, soprattutto, a non fermarsi mai. Se aveva accettato di seguire McNeal non era per rispetto nei confronti del professore né per paura dell’eventuale punizione o espulsione: di entrambe le cose non le importava e l’unica che le interessava davvero, in quel momento chiusa dentro quella noiosa stanza, era scoprire cosa ci fosse nel Corridoio Proibito. Continuò ad osservare con estrema attenzione l’espressione del professore per tentare di scorgerne anche solo il più minimo cambiamento, e quando finalmente si decise a parlare resto più delusa che altro. Non sapeva ancora se crederci, insomma, possibile fosse tutto lì? Solo “strumenti di altissimo valore economico”? Deludente. Per questo motivo Christelle non abbassò la guardia, e dopo pochi secondi si ritrovò quasi a saltare dalla sedia dalla sorpresa.

    « Non abbiamo aperto noi quell’armadio! Ho già visto un altro molliccio in passato, proprio in casa mia, e poi so che devo fare attenzione ai luoghi chiusi e bui. Lo sa benissimo anche Draven. Non siamo stati noi, il molliccio era già uscito quando ci siamo accorti di lui, e lui di noi. » esclamò quasi offesa, gli occhi vispi. Davvero credeva fossero stati loro? Nossignore, Christelle era sincera e non si sarebbe mai vergognata di una malefatta, non le era mai successo in quattro anni di scuola. Quando veniva colta sul fatto, volente o nolente, confessava sempre tutto e soprattutto non era tipa da bugie che non fossero esclusivamente a fin di bene, come quelle dette per proteggere Draven ad esempio. A quel proposito, infatti…

    « Ho lanciato io un Incantesimo Esplosivo, con la bacchetta di Draven. E ho lanciato anche diversi Schiantesimi, con la mia bacchetta. » disse sicura, e mentre pronunciava quella frase diede un calcio talmente forte, ma impercettibile agli occhi di McNeal da quanto fu silenzioso, sul polpaccio del Serpeverde da sperare in cuor suo di averlo lasciato senza parole. Sperava di averlo definitivamente zittito, non sopportava la cavalleria mentre per quanto riguardava lei, bè, glielo doveva come favore per averlo trascinato in tutto quel casino. Così sarebbero stati pari. Lanciò al ragazzo un’occhiata astiosa, come a volergli dire: azzardati a contraddirmi di nuovo e giuro sulla mia famiglia che ti uccido qui e ora. Fu molto attenta a dire di aver usato la sua bacchetta, perché sarebbe bastato un semplice controllo da parte di McNeal per smentirla: a lei non importava delle punizioni, era abituata, mentre per quanto riguardava Draven sentì uno strano bisogno di farsi avanti al posto suo, soprattutto perché lui non sembrava aver preso la faccenda bene quanto lo stava facendo lei.

     
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    Ad ogni minuto che passava dentro l’ufficio di McNeal sentiva accrescere un moto di rabbia tale da percepire il bisogno quasi fisico di prendersi a pugni da solo per essersi cacciato in quella faccenda. Perché era vero, tutto maledettamente vero: aveva seguito Christelle solo perché non voleva che si cacciasse nei guai a non raggiungere l’aula di pozioni in tempo, senza immaginare che non volesse andarci; si era distratto quando si era zittita di colpo nel bel mezzo della loro discussione e si era ritrovato trascinato da lei nel corridoio proibito, senza accorgersi che aveva usato un incanto per superare quella porta e senza sapere che lo aveva portato nel corridoio proibito; aveva provato in ogni modo ad uscire da lì perché lui voleva solo andare a lezione, ma la porta non li voleva far uscire, quindi aveva pensato di cercare un’uscita, ma per non lasciare Christelle da sola l’aveva seguita quando era andata in cerca del rumore, seppur comunque con la sola intenzione di trovare un’uscita e non si poteva considerare un’infrazione delle regole evitare che una compagna di scuola finisse uccisa nel mentre; attirato dalla voce del molliccio e inconsapevole che fosse un molliccio, bensì pensando che fosse uno spirito, dato che aveva sentito la voce di suo padre, si era mosso d’istinto e, una volta ritrovatosi nella merda fino al collo, con l’aiuto di Christelle, avevano allontanato il molliccio. Fine della storia. Era stato tutto un enorme incidente. Aveva provato a spiegarlo, ma per il nervosismo e l’agitazione non era riuscito ad articolare a dovere le parole e il modo giusto di porle. Ma non aveva mentito: aveva omesso dettagli che nemmeno lui sapeva! Li aveva scoperti nel momento in cui Christelle aveva deciso di confessarli! Ormai gli era quasi passato addirittura il fastidio per aver commesso la sua prima assenza ad una lezione e il fatto che Christelle avesse commesso una dopo l’altra azioni di dubbio rispetto; la frustrazione era interamente riversata sul fatto che non venisse creduto dal professore. Perché continuava a fare domande, quasi con l'intento di alludere che si erano cacciati nei guai di proposito. L’idea che potesse aver frainteso l’arroganza di Draven ‘ad ottenere sempre il massimo dei voti’, per un’arroganza da ‘sono il più bravo e voglio dimostrarlo contro un molliccio nel corridoio proibito’, lo mandò fuori di testa. Ogni aggancio alla lucidità mentale svanì con le sue ultime domande…
    Serrò nervosamente la mascella e sospirò. Si sentiva sul punto di esplodere da un momento all’altro come una miccia caricata male. Ma non poteva. Provava immensa ammirazione per quel professore, per il suo modo di insegnare e per la sua materia, che era tra le preferite in assoluto di Draven, al pari con incantesimi. Dato che per frustrazione e nervosismo non riusciva a spiegarsi come avrebbe voluto e dovuto, arrivò ad un’unica conclusione: doveva stare zitto per il bene della sua carriera scolastica. Eppure, non riusciva proprio a mandare giù di essere messo in discussione dopo aver passato diligentemente quattro anni in quella scuola a non far altro che studiare senza mai infrangere alcuna regola.
    Con lo sguardo insistentemente basso, a testa china, Draven si impose di restare in assoluto silenzio e, nel caso in cui il professore gli avesse esplicitamente chiesto qualcosa, avrebbe risposto con dovizia di particolari e sincerità, del resto come aveva provato a fare dall’inizio, sperando di essere più credibile… Terrorizzato all’idea di ammettere che aveva provato lui a sfondare la porta, perché a quel punto ripetere che aveva tentato qualsiasi cosa per uscire da lì perché ci era entrato per incidente, non voleva starci, non ci era entrato consapevolmente, e aveva provato in ogni modo solo ad uscire perché, maledizione… Voleva proprio evitare di finire nei casini e desiderava solo di poter andare alla lezione di pozioni e dimenticarsi l’accaduto… Beh, rimase in silenzio, fedele alla propria decisione di non dire nulla. Non si sarebbe fatto espellere da Hogwarts così facilmente. Lui meritava di stare lì, più di chiunque altro. Sicuro di aver iniziato a tremare, come se un improvviso vento freddo fosse entrato nell’ufficio, Draven si strinse più forte le braccia al petto e rimase in assoluto silenzio. Alle parole di Christelle, all’idea che si stesse prendendo l’unica colpa non sua, che stesse mentendo ad un professore e che se gli fosse stato chiesto avrebbe dovuto mentire anche lui, gli venne da vomitare… Il calcio nel polpaccio che molto delicatamente Christelle gli diede, fu solo una conferma di dover attenersi a quella nuova politica del silenzio e, a mascella ben serrata, si limitò ad annuire.
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    Finalmente i ragazzi, lì, nell'ufficio di McNeal, cambiarono atteggiamento. Se al Terzo Piano avevano riempito il Professore di bugie e di mezze verità per difendersi l'un l'altro, adesso i due sembravano essere sinceri e più calmi - seppur visibilmente agitati - per raccontare per filo e per segno quello che era successo. Certo, provavano comunque a giustificarsi, per ridurre la punizione, perché nemmeno immaginavano che Brad non li avrebbe puniti così gravemente, anzi. Dopo quelle parole nel Corridoio Proibito, le bugie, il Docente di Difesa Contro le Arti Oscure era rimasto deluso dal loro comportamento, non perché si trovassero in una zona evidentemente vietata, ma perché avevano cercato di fregarlo, come se non si fidassero di lui. Ci era rimasto male, ovviamente, perché per lui avere un buon rapporto con gli studenti era tutto. Il rispetto reciproco doveva essere alla base di ogni rapporto alunno-insegnante ed era su quello che Brad cercava di costruire le sue lezioni, volta per volta. Non gli piaceva prendere il libro di testo, scegliere una parte del programma e spiegarla e basta; preferiva di gran lunga studiare un modo per far interessare i ragazzi e renderli partecipi il più possibili. Voleva coinvolgerli per avere un clima di tranquillità generale elevato, sia sotto un punto di vista di punti (difficilmente ne sottraeva), sia sotto un punto di vista di disturbo (da quando aveva cominciato ad Insegnare, erano stati pochissimi i richiami per non far disturbare la classe).
    Dare e ricevere. Lui, al Terzo Piano, aveva cercato di dare una mano, di capire come fossero andate le cose, ma i ragazzi non gli avevano restituito il favore. Adesso, invece, Christelle e Draven sembravano essere più disponibili a parlare e a dire la verità. McNeal, quindi, non aveva più motivo di dubitare di loro. Non poteva metterli alla gogna per una spiacevole coincidenza. Ciò che non riusciva proprio a capire era come avesse fatto il Molliccio ad uscire dall'armadio. Il tono della voce di Christelle era sincero, come se fosse quasi offesa da quell'accusa. Da una parte, Brad ne fu sollevato, perché avrebbe assolto dalla maggior parte delle accuse i due; dall'altra, però, era seriamente preoccupato di chi altro fosse entrato nel corridoio e avesse scoperto del Molliccio, liberandolo per chissà quale scopo.
    "Va bene. Vi credo."
    Sentenziò il Professore, cercando di mettere a posto i mille e più pensieri che gli passavano nella testa. Christelle quindi aveva trascinato Draven all'interno del corridoio per scappare da una persona poco piacevole, aveva preso la bacchetta del Serpeverde e aveva provato a uscire di lì con un Incantesimo Esplosivo e aveva poi scagliato diversi Schiantesimi per combattere la Creatura. Lo Shaw era quindi innocente e il suo silenzio e il suo imbarazzo lo confermavano. Era sempre stato uno studente modello, anche con lui.
    "Non ho mai avuto intenzione di togliervi punti, sappiatelo. - cominciò Brad, svelando le sue vere intenzioni. - Credo che mettervi contro i vostri stessi compagni sia solo un male per le Casate. Tuttavia, seppur inconsapevolmente, siete andati contro una direttiva del Preside. Desidero che tutti e due facciate, quindi, una ricerca sul Molliccio e che me la consegniate entro il weekend. Aspetterò un vostro gufo."
    Se quella fosse stata una vera e propria punizione, Brad non lo sapeva. Dopotutto, una ricerca era pur sempre qualcosa di utile, forse noioso per gli studenti, ma di certo li avrebbe aiutati più avanti quando McNeal avrebbe dovuto spiegare proprio quell'argomento. Era semplice, un foglio di pergamena sarebbe bastato, non chiedeva di sicuro un saggio come il suo. Aveva concesso loro anche qualche giorno, per far sì che non venissero sommersi di compiti e di studio suppletivi. Insomma, il Professore era stato anche fin troppo bravo agli occhi di molti, ma sapeva ciò che stava facendo. Li aveva visti in difficoltà contro la Creatura Magica Oscura, anche se Draven, poi, se l'era cavata piuttosto bene. Approfondire la questione avrebbe permesso ai due di riuscire a gestirla meglio - almeno in teoria - la successiva volta, anche se si sperava a lezione e non nel Corridoio Proibito.
    "Draven, tu ora puoi andare. Parlerò io con il Professore di Pozioni. Non ti preoccupare."
    Lo congedò, alzandosi in piedi in forma di rispetto e aspettando che egli uscisse dalla porta dell'Ufficio. Non appena se ne andò, Brad si risedette. Non ci avrebbe messo molto con Christelle, ma era seriamente preoccupato di ciò che aveva visto. Seppur aveva fatto la parte del Professore quasi severo, in realtà la sua era solo apprensione nei confronti di due studenti che si erano messi in grave pericolo da soli. Oltre a questo, poi, avrebbe dovuto scoprire chi era entrato di nascosto a liberare il Molliccio.
    "Scusami se ti tengo ancora qui per un attimo. Ma ti ho vista in difficoltà contro il Molliccio e, credimi, è normale. Tuttavia non ho potuto fare a meno di non notare la sua forma. È una Creatura estremamente rara e ai più sconosciuta. È per quello che è successo a New York o è per altro?"
    L'Obscuriale era una Creatura impossibile da trovare, quasi come un batterio rarissimo che si aggrappava a bambini di pochi anni e consumava la loro vita pian piano. Un potere inimmaginabile che aveva sconvolto New York poco tempo prima, proprio quando Grindelwald sembrava essere stato catturato. Nemmeno lui aveva mai sentito parlare degli Obscuriali fino ad allora, quando i giornali magici ne parlarono per la prima volta e, a maggior ragione, vedere che quella Creatura era la paura più grande di una ragazzina... Beh, terrorizzava ancor di più il Docente di Difesa Contro le Arti Oscure. Ovviamente non voleva obbligare la Jones a parlarne, ma sarebbe stato un buon modo per cominciare qualcosa che Brad avrebbe poi voluto continuare in privato, proprio nell'aula sotto di loro.

    Christelle ~ e Draven Shaw avete dieci giorni (entro, quindi, le 23.59 del 30 maggio) per consegnarmi la ricerca sul Molliccio. Inviatemela tranquillamente negli MP. Non consegnarla equivarrà, on-gdr, a non aver svolto la punizione e quindi ad un'ulteriore provvedimento disciplinare.

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    Draven Shaw

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    Era talmente stralunato dalla sequela di eventi vissuti nell’ultimo paio d’ore, che quasi si sentì meglio a non dover pensare a cosa dire. La tecnica del silenzio lo stava aiutando, in qualche modo, anche emotivamente; sebbene nell’attesa di un responso da parte del professore fosse ancora parecchio inquieto, l’idea di non doversi, di nuovo, giustificare per un errore involontario, lo fece sentire meglio. Quando poi il professore finalmente esclamò le parole che con tanta angoscia Draven aveva sperato di sentire dal momento in cui erano stati beccati da lui nel corridoio proibito, sospirò, come se avesse trattenuto il respiro per tutto quel tempo. Rimase per qualche secondo ancora a testa china, a bearsi di quella percezione di sollievo che pian piano lo avvolse come una coperta, poi, rialzò lo sguardo davanti a sé, ad incrociare quello di McNeal, e gli annuì, ringraziandolo silenziosamente. Metterlo sotto a studiare era per lui più un piacere che una punizione e gli fu immensamente grato. Appena uscito da lì, dato che ormai era tardi per andare a lezione di Pozioni e il professore aveva ragione, c’avrebbe solo rimesso dei punti, sarebbe andato di corsa in biblioteca a prendere i libri per difesa contro le arti oscure, come aveva previsto di fare prima dell’incontro con Christelle, e avrebbe preso anche qualcosa sui mollicci. Ovviamente, aveva studiato con diligente cura e attenzione anche le creature magiche, ma dato che non rientravano nei suoi maggiori interessi, conosceva il superfluo; sui mollicci avrebbe scoperto ogni singola cosa trascritta a riguardo dall’alba dei tempi… Era il minimo che potesse fare.
    Quando, infine, congedò solo lui, si voltò a cercare lo sguardo di Christelle; non che importasse, date le disposizioni inequivocabili del professore, ma voleva essere certo che fosse tranquilla all’idea di restare lì da sola.

    “Grazie, signore.” – disse poi, rivolto a McNeal, prima di alzarsi per raggiungere la porta. Lanciò un'ultima, rapida occhiata a Christelle, poi, uscì e si richiuse la porta alle spalle. Non appena si ritrovò nel corridoio del sesto piano, fu come aver attraversato una soglia purificatrice: in un istante, sentì spazzata via gran parte dell’angoscia e della frustrazione provate fino a quel momento. Non gli sarebbe mai del tutto passata per essere mancato alla lezione di pozioni, ma almeno poteva mettere la parola ‘fine’ a quella brutta storia.

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    Si sentì fiera di sé stessa per aver preso le parti di Draven ed aver convinto il professore con la loro storia, quasi al cento per cento sincera. Il senso di colpa per aver cacciato il Serpeverde in quel brutto guaio si affievolì, smise di muovere ossessivamente la gamba, riuscì finalmente a rilassarsi sulla sedia. Ne approfittò per dare un’occhiata, questa volta più approfondita, all’ufficio di McNeal, che le parve ordinato e anche ben organizzato. Molte volte era stata negli studi dei professori di Hogwarts, più per demerito che merito, e questo aveva causato una specie di sfiducia inconsapevole nei confronti delle autorità – sensazione che provava da sempre, fin da bambina, il suo carattere turbolento e iperattivo ne era la prova. Forse alimentato dalla severità della madre, o forse dalla sfiducia del padre nei confronti del Dipartimento degli Auror il quale, da membro interno particolarmente stimato, spesso se ne lamentava. Da quell’intrico di idee ed educazioni diverse ne era nata Christelle per ultima, preceduta dal fratello Oliver e la sorella Isla che, stranamente, non sembravano aver ereditato quanto lei quel senso di ribellione innato che si portava addosso.

    Ebbe giusto il tempo di tranquillizzarsi, quindi, quando riprese a scalpitare impercettibilmente sulla sedia. McNeal stava congedando Draven, dopo aver assegnato a entrambi una ricerca sui Mollicci come punizione – era certa che il Serpeverde al contrario di Christelle, svogliata com’era, l’avrebbe definita un’ottima opportunità di imparare qualcosa in più invece che un castigo – e subito si voltò a guardarlo: perché lei doveva restare e lui poteva andarsene? Voleva uscire da quell’ufficio con lui, si sentiva a disagio. Ovviamente non disse nulla e si limitò a ricambiare lo sguardo del ragazzo, ostentando sicurezza com’era solita fare in ogni occasione, e solo quando la porta gli si fu richiusa alle spalle tornò a concentrarsi su McNeal.

    Lo scrutò torva e attenta insieme, in religioso silenzio. Il motivo per cui le aveva chiesto di restare ancora qualche minuto fu presto detto: voleva sapere perché il Molliccio, con Christelle, avesse assunto la forma di un Obscuriale. La ragazza ebbe un sussulto impercettibile, restò zitta ancora qualche secondo a pensare. Ricordò la seconda volta nella stessa giornata l’esperienza che aveva terrorizzato gran parte della sua infanzia ma che stranamente non era riuscita ad abbattere la passione per le creature magiche di qualsiasi tipo, anche quelle Oscure. Per molti anni non aveva saputo dare un nome o una spiegazione a ciò che aveva visto, almeno finché non c’erano stati i recenti fatti di New York.

    « Io… No, è per altro » rispose secca, sostenendo lo sguardo del professore, senza dare ulteriori spiegazioni. « Perché vuole saperlo..? » aggiunse poi incerta, quasi spaventata da come lui avrebbe potuto reagire, e con tono di voce nettamente più basso e diverso da quello usato poco prima.

     
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    Affrontare un Molliccio non era semplice, soprattutto per dei ragazzini. La presenza di un adulto era sempre consigliata perché più razionali e meno inclini a farsi sovrastare dalla sensazione di paura che la Creatura offre. Per quanto Christelle e Draven fossero già abbastanza grandi e quindi più abituati a gestire le arti magiche, sapeva che andare in contro ad un Non Essere, così, senza prima un po' di pratica era pura follia. Il Molliccio esisteva proprio per quei momenti lì, se non fosse esistita la paura, forse nemmeno lui sarebbe mai esistito. Quella Creatura non mortale era tremendamente pericolosa perché se i due si fossero lasciati prendere dall'ansia e dal terrore non ne sarebbero usciti illesi, soprattutto vista la paura della Jones. Ed era proprio lei che aveva spaventato di più il Professore di Difesa Contro le Arti Oscure. La ragazza era stata vista praticamente accasciata senza capacità di reazione, una classica reazione irrazionale che il Molliccio spesso e volentieri riusciva a procurare. Fortunatamente, Draven, non avendo paura dell'Obscuriale era riuscito ad intromettersi e a colpirlo, ma non sarebbe minimamente bastato se McNeal non fosse intervenuto e non avesse chiuso l'armadio. I due forse non potevano saperlo e proprio per quel motivo Brad decise di affidare loro la ricerca sulla Creatura. Il Molliccio veniva sconfitto solo se il mago che l'affrontava riusciva a prendere sul ridere la trasformazione provocata dall'Incantesimo Riddikulus. E, in quella situazione, difficilmente gli studenti avevano così tanta voglia di ridere. Ecco perché il Molliccio sarebbe tornato all'attacco subito dopo essere stato colpito, probabilmente provocando ancora più paura vista l'incapacità di metterlo K.O. da parte dei ragazzi.
    McNeal, comunque, aveva deciso di tenere dentro la classe, solo per poco tempo, Christelle. L'Obscuriale era una paura più che legittimata, ma non per chi non ne avesse mai incontrato uno. Ecco perché, davvero spaventato della faccenda, Brad aveva deciso di chiederle il motivo di quella paura, trovando conferma del suo ragionamento. Non erano stati gli avvenimenti di New York a metterle paura, bensì altro. Altro che lui non era tenuto a sapere, ovviamente, ma che la Grifondoro, se avesse voluto, avrebbe potuto confidargli in tutta segretezza.
    "Come immaginavo. - rispose sovrappensiero Brad. - Perché ti ho vista incapace di reagire davanti a quello che tu sapevi che fosse un Molliccio. Ti conosco abbastanza da dire che sei un'ottima strega e che non ti tiri mai indietro. Sono il tuo Professore di Difesa Contro le Arti Oscure, Christelle. Non pensi anche tu che sia mio dovere insegnarti a difenderti dalle tue paure?"
    Domandò retorico. Aveva già in mente un piano, ma avrebbe dovuto chiedere prima il permesso.
    "Vorrei che tu affrontassi il Molliccio di nuovo. Ovviamente in mia presenza. Ti insegnerò a difenderti e a lanciare un Riddikulus con i fiocchi, se lo vorrai. Ti insegnerò a distinguere un Molliccio da un vero Obscuriale perché i primi sono assolutamente più comuni dei secondi e se riesci a riconoscerli e ad attaccarli avrai sicuramente la meglio."
    Ciò che voleva fare era chiaro: Brad avrebbe voluto avere delle lezioni private con Christelle per farle affrontare le sue paure e per insegnarle a difendersi da esse. Non era una questione solo di lanciare l'Incantesimo, era proprio la volontà del Docente di far capire alla ragazza che lei, in quanto strega, avrebbe potuto essere forte e agire in prima persona, senza buttarsi a terra, incapace di ragionare a dovere. E chissà, magari avrebbe anche scoperto il motivo per il quale la Jones fosse così spaventata da quella Creatura Magica.
    "Se ti va possiamo trovarci al sabato, prima di cena. Qui in aula, direi. Al Terzo Piano hai fatto fin troppi danni."
    Sorrise, perché non era una critica, ma solo una battuta provocatoria. Ovviamente stava a lei decidere: quella non era più una punizione, ma un'opportunità che la ragazza avrebbe potuto cogliere oppure lasciare lì, nell'ufficio di Brad McNeal.

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    Si sforzò per non ripensare a quel ricordo di bambina, l’Obscuriale di cui un Molliccio aveva, per la seconda volta, preso la forma. Distolse lo sguardo un po’ imbarazzato, quelle memorie la mettevano a disagio ed erano anche molto sfocate, ma al tempo stesso vivide tra le sue paure. Ricordava ancora la sensazione di quando, dopo aver letto la Gazzetta del Profeta con il padre, aveva finalmente saputo dare un nome a quell’incubo a occhi aperti vissuto tanti anni prima. Ripensò anche al primo incontro della sua vita con un Molliccio, chiuso nella soffitta di Villa Jones, una casa abbastanza grande e pullulata di creature magiche – colpa del nonno, appassionato quanto lei – da fare in modo che un mostro del genere riuscisse a passare inosservato, nascondendosi in uno dei luoghi più bui e umidi. Frequentava il primo o secondo anno a Hogwarts, aveva raggiunto la soffitta in compagnia di Isla per farle uno dei suoi soliti scherzi spaventosi, e poi… Le urla di terrore nel ritrovarsi davanti un Molliccio con la forma di un Obscuriale avevano svegliato l’intera famiglia, persino gli Elfi Domestici erano accorsi spaventati. Il padre, un Auror più che collaudato, aveva risolto la situazione in quattro e quattr’otto, ma le sensazioni di gelo e paura tuttavia persistevano.

    Osservò McNeal con aria a tratti sbigottita. Non era abituata a ricevere complimenti da professori che non fossero di, che so, Erbologia o Cura delle Creature Magiche. Certo, con lui aveva dei buoni voti e anche in tutte le altre materie se la cavava, tranne forse in Aritmanzia che era da sempre la sua croce, ma non era mai stata straordinaria, non abbastanza da distinguersi come tanti altri di certo. Era molto sicura di sé stessa, questo sì, e non aveva mai pensato di essere una pessima strega, anzi, conosceva il proprio valore e anche molto bene. Tuttavia non riuscì a impedirsi di sorridere e stringersi nelle spalle, ne fu lieta e ciò le provocò un po’ di imbarazzo.

    « Immagino di sì » rispose ironicamente alla sua domanda retorica, questa volta sorridendo, per la prima volta davvero tranquilla da quando aveva varcato la soglia dell’ufficio. Poi ascoltò il continuo del suo discorso e fu più colpita di prima, non se l’aspettava. Non aveva mai neanche preso in considerazione l’idea di affrontare intenzionalmente un Molliccio, vista poi la forma che tendeva ad assumere con lei. Era coraggiosa, certo, ma a tutto c’era un limite e quel pensiero ancora una volta la spaventò.

    « Credo potrebbe essere una buona idea » rispose franca, per poi accennare una risata liberatoria al riferimento del professore sui guai combinati al terzo piano. « Si, è decisamente una buona idea. Ok, ci sarò. Sabato prima di cena » concluse infine annuendo. « Non mi piace avere paura, ancor meno di quella cosa. Quando ho scoperto cos’era davvero, ho letto di New York anche sulla Gazzetta.. Mi sono spaventata di più, se possibile» ammise con un po’ di disagio, torturando l’orlo delle maniche del mantello tra le unghie. « E’ pericoloso? Voglio dire, so che lei sarà qui a controllare, ma se non dovessi mai riuscire a lanciare un Riddikulus decente? Nel Corridoio Proibito mi sono bloccata, l’ha visto anche lei. Sapevo che era un Molliccio e mi sono bloccata lo stesso, ho avuto paura. Se non ci fosse stato Draven e poi lei cos’avrebbe fatto? Il pavimento sembrava stesse addirittura tremando.. ».

     
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    Aver proposto una lezione extra era sicuramente qualcosa fuori dagli schemi per McNeal. In primis perché il tempo che aveva a disposizione era sempre limitato per via dei troppi lavori che aveva e che, ovviamente, lo tenevano occupato per molte ore della giornata. Con la riapertura di Hogwarts, poi, Brad aveva dovuto dividersi, almeno fino alla fine dell'anno scolastico perché non se la sentiva di lasciare Ilvermorny senza Docente, soprattutto visto quello che aveva fatto la Preside Lynch per lui. E poi, onestamente, si era affezionato a quell'ambiente e agli studenti: era una novità assoluta per lui ed era difficile dire arrivederci.
    A casa avrebbe dovuto spiegare a Rigriel, il suo Elfo, il perché di quel ritardo e, soprattutto, il perché al sabato sera si sarebbe dovuto assentare ancora una volta per andare a Hogwarts. Rigriel non riusciva a capire quanto Brad ci tenesse ad essere un buon Insegnante, perché non comprendeva il sistema scolastico e i vari rapporti tra le cariche e i semplici studenti. Si sarebbe di certo lamentato e avrebbe piagnucolato perché non avrebbe voluto rimanere da solo. L'unica alternativa era lasciarlo con James, sempre se lei l'avesse voluto tra le pluffe. E, per di più, quegli incontri con Christelle sarebbero dovuti essere preparati e non improvvisati una volta in aula, quindi, almeno un minimo, Brad avrebbe dovuto prepararsi una scaletta mentale e chissà l'Elfo come l'avrebbe presa. Insomma, McNeal si stava preparando a critiche e attacchi. Almeno sperava che quell'idea potesse essere utile per la Grifondoro e che lei si fosse sentita un po' più sicura di se stessa una volta uscita da quell'aula. In un certo senso, sperava anche che gli rivelasse la sua paura, così che lui potesse provare a spiegarle razionalmente a reagire, ma non era certo di saperlo fare, dato che non era affatto un magi-psichiatra.
    Brad ascoltò le parole della Jones, cercando di soppesarle e di non essere troppo invadente. Ovviamente sapeva che quegli incontri sarebbero serviti, ma non poteva imporre ad una ragazzi di affrontare le proprie paure. La sua presenza sarebbe stata fondamentale sia per proteggerla sia per infonderle sicurezza, ma era poi la mente di Christelle e la sua forza di volontà a dover lottare fino alla fine.
    "Non ti assicuro che sarà un solo incontro."
    Disse sincero, inserendosi nel discorso. Quello di sabato sarebbe stato il primo appuntamento, il primo di non si sapeva quanti. Tutto, ovviamente, sarebbe dipeso dalla forza della Grifondoro e dalla sua capacità di reagire all'incontrollabile sensazione di paura. Lui avrebbe fatto il possibile per spiegarle la differenza tra un Molliccio e un vero Obscuriale ma era poi la Jones a doverla cogliere e sfruttarla a suo favore, diventando più sicura e più forte.
    "Immagino. Quella Creatura ha spaventato tutta la popolazione mondiale, ma sembra morta ormai. E... Da quello che si sa era un caso eccezionale, nessuno mai era stato così potente."
    Riportò quanto aveva letto e saputo. Il portatore dell'Obscuriale era morto - ufficialmente per il M.A.C.U.S.A. - e con lui anche quella specie di batterio. E quello di New York era stato classificato come il più potente mai visto, dunque la Grifondoro poteva stare un po' più tranquilla: non sarebbe più ricomparso.
    "È statisticamente impossibile. Il Molliccio ha più paura di te, sai? Ha paura delle risate e non mi sembra che tu non sappia ridere. Quindi prima o poi ci riuscirai. Ne sono sicuro! - cominciò a rassicurare la ragazza, prima di passare alla verità un po' più dura. - Si tratta di una Creatura Magica Oscura, è un non-essere. Quindi sì, è sicuramente pericoloso. Te lo ricordi? L'abbiamo affrontato a lezione oggi questo argomento. Ma puoi star certa che se dovesse succedere qualsiasi cosa interverrò io. Sei al sicuro qui ad Hogwarts e faremo in modo che tu lo sia anche fuori da qui, proprio grazie a queste lezioni extra."
    Sorrise dolcemente. Confidava davvero in quello che aveva detto e ci credeva. Christelle Jones sarebbe riuscita ad affrontare qualsiasi Molliccio anche al di fuori di Hogwarts anche senza l'aiuto di Draven Shaw o del Professor Brad McNeal.
    "Parleremo poi di ciò che succederà direttamente sabato. Cerca di non pensarci e di non farti prendere dall'ansia. Anzi, sarà divertente a lungo andare, vedrai!"
    Ovviamente si riferiva al possibile cambiamento del Molliccio in qualcosa di buffo.
    "Se non c'è altro, puoi andare anche tu. E sappi che puoi scrivermi tutte le volte che vuoi. Basta che il tuo gufo sappia dove si trova il mio ufficio."
    Sorrise ancora, questa volta per congedare anche l'altra ragazza. Si era comportato bene? Era stato all'altezza del suo vecchio Insegnante? Era stato un buon Professore e un bravo Mago? Solo il tempo glielo avrebbe detto, ma era piuttosto soddisfatto, da come aveva reagito i suoi studenti, del suo operato.

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    Christelle rifletté a fondo sulla possibilità che il professore le stava offrendo, e decise che almeno per i primi tempi non ne avrebbe parlato con nessuno. Si vergognava a dover ammettere di aver avuto paura di un Molliccio, e ancor più a dover spiegare di averne avuto paura a causa della sua forma; non aveva voglia di dire a tutti il perché la terrorizzasse l’Obscuriale, quando si trattava di certi fatti personali tendeva a diventare estremamente riservata. Quindi si decise: avrebbe accettato di prender parte a quelle lezioni private, anche quando McNeal le comunicò che solo una non sarebbe bastata. Prese l’impegno molto seriamente, d’altronde la Grifondoro era molto più propensa alle esercitazioni pratiche che alle nottate a sgobbare sui libri, finì addirittura per sentirsi elettrizzata all’idea di imparare – e questa volta sul serio – a lanciare un Riddikulus decente. In cuor suo sapeva anche di aver accettato perché spinta da una forte curiosità verso la creatura che la terrorizzava, l’Obscuriale, e su cui non aveva mai osato farsi più domande del necessario.

    Sorrise ancora agli incoraggiamenti del professore, adesso era davvero più tranquilla rispetto a prima. Si convinse di aver preso la scelta giusta, la riteneva una fortuna. Anche Christelle era certa che alla fine quelle lezioni si sarebbero rivelate, una volta appreso l’incantesimo, divertenti, e prese a immaginare in quanti e quali modi avrebbe potuto ridicolizzare un minacciossissimo Obscuriale.

    Infine gli annuì, sinceramente grata della sua disponibilità. « Vado a studiare Pozioni » disse con una risatina, riferendosi alla lezione saltata quel giorno. « Ci vediamo sabato, prima di cena » concluse a sua volta e fece per alzarsi in piedi. Lisciò la gonna e il mantello con un gesto sbrigativo, si sentiva ancora decisamente scompigliata per colpa di quell’esperienza nel Corridoio Proibito.

    « Professore… Grazie » disse infine, anche se con un po’ di imbarazzo e a voce bassa, orgogliosa, chiudendosi la porta alle spalle dopo aver lasciato l’ufficio.

     
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