Nonostante non fosse un amante della materia, sapeva perfettamente come raggiungere il luogo indicato dalla Professoressa Jones per la prima lezione di Cura delle Creature Magiche, perché lì vicino c’era la sua quercia, il posto che più amava in tutto il territorio della scuola. Era il suo posto preferito per andare a studiare e nel quale riusciva a trovare sempre la giusta concentrazione prima di un incontro di Quidditch… O, almeno, così era stato finché la più piccola delle Jones non lo aveva scoperto. Dati gli ultimi avvenimenti e l'attuale nervosismo, bastò il pensiero di lei a fargli venire i brividi: non poteva essere una coincidenza quell’omonimia con la nuova professoressa… Non aveva indagato, né chiesto a qualcuno, perché ero terrorizzato dalla risposta, ma sperava vivamente che non ci fosse alcun legame di parentela tra quella Jones e questa Jones. Come se non bastasse la materia a renderlo nervoso o l’idea di un’altra lezione a stretto contatto con Christelle, ci si metteva in mezzo anche questa eventualità, per niente piacevole. Partiva tremendamente svantaggiato con la pratica in quella materia perché fin da piccolo aveva un'innata capacità di rendere nervosi gli animali; sperava che – nonostante le varie circostanze contro di lui – potesse mirare almeno alla sufficienza ed era stato addirittura sul punto di chiedere al Preside di esonerarlo dalla materia, ma il professore di Incantesimi era stato molto educato quando gli aveva spiegato che non avrebbe potuto fare delle scelte così drastiche fino al raggiungimento dei GUFO. Gli venivano in mente innumerevoli altre cose da poter fare in quell’ora di lezione, tra le quali allenarsi in previsione dei provini per il Quidditch professionistico, ma tanto valeva mettersi l’anima in pace e cercare di portare avanti quella materia con la stessa disciplina e costanza accademica che riservava a qualunque altro studio. Non poteva di certo permettere un abbassamento della quasi totalmente Eccezionale media ottenuta fino a quel giorno.
Così, fingendo nonchalance e ignorando il mattone all’altezza dello stomaco, raggiunse il recinto degli animali, lì dove la professoressa aveva decretato l’aula di lezione. Per lo meno, era una bella giornata…
Rimase un po’ in disparte e si mise seduto, di schiena contro il tronco di un albero e ginocchia al petto per essere più comodo a prendere appunti. Sistemò sull’erba della radura la boccetta d’inchiostro e la pergamena, che prese in mano solo dopo che la Jones ebbe concluso il suo discorso introduttivo. Aveva un bel modo di approcciarsi alle spiegazioni e questo, per Draven, era fondamentale per creare interesse nella materia. Non appena chiese agli studenti di classificare alcune creature, fu certo di ricordarne molte a memoria, ma per sicurezza tenne vicino a sé il libro di Newt Scamander, nel caso avesse avuto dei dubbi; poi, prese a scrivere.
Banshee: essere;
Leprecani: bestia;
Maridi: bestia;
Ciclopi: essere;
Elfi: essere;
Centauri: bestia (anche se sono per metà uomini…);
Jarvey: bestia;
Folletti: essere;
Giganti: essere (anche se poco collaborativi con gli umani, soprattutto maghi…);
Ninfe: essere;
Orchi: essere;
Lupi Mannari: bestia;
Sfinge: bestia.
Finito di catalogare le creature indicate, si alzò dal suo posto per consegnare la pergamena alla professoressa, in educato silenzio per non infastidire gli altri studenti ancora impegnati a scrivere e, per fare ciò, passò inevitabilmente davanti a Christelle. Le rivolse uno sguardo, perché praticamente la scavalcò per raggiungere la professoressa, ma non le disse nulla e, per il viaggio di ritorno al suo angoletto in disparte, prese una via diversa per non rincrociarla. Era pienamente conscio di quanto lei, a differenza sua, fosse portata per la materia ed era già troppo avvilito di suo per poter sopportare anche un’eventuale frecciatina da parte della ragazza.
Tornato a sedere contro il tronco, prese la pergamena per gli appunti e tornò a prestare attenzione alla lezione. Scrisse qualcosa, ma quando fu il momento di rispondere alla domanda della professoressa, abbassò la penna e incrociò le braccia al petto: la clausola 73 dello Statuto Internazionale di Segretezza prevedeva vari commi e ne ricordava parecchi, ma non si era mai particolarmente interessato alle sue violazioni per colpa delle creature magiche, quindi, per evitare di fare subito una brutta figura, restò ben fermo al suo posto e si limitò ad ascoltare la risposta di Christelle alzando gli occhi al cielo… Vedendo il bicchiere mezzo pieno: si era trovato un posticino niente male, tale che finita la lezione, sarebbe stato il primo a raggiungere il castello.
