The scary Boggart

Pergamene sotto il braccio e bacchetta in mano, Brad si smaterializzò al cancello di Hogwarst dopo essersi preparato tutto quello che doveva. Ci aveva messo non poco, sia per cercare informazioni utili sul Molliccio, sia per leggere casi di Magipsichiatri che avevano risolto problemi di incontrollabile paura dei loro pazienti. Era un Professore giovane e ancora inesperto, quindi non poteva e non voleva forzare troppo la mano. Quella, per lui, era la prima lezione extra che teneva e, probabilmente, sarebbe stata anche una delle più difficili di tutta la sua carriera futura. Doveva andarci piano, ma al tempo stesso doveva passare alla studentessa tutto il suo sapere e tutta la sua sicurezza mentale. Si era portato con sé la ricerca di punizione scritta proprio da Christelle Jones, così che ne potessero parlare assieme e cercare di conoscere meglio la Creatura Magica Oscura. Non aveva intenzione di fare una vera e propria lezione teorica, la ragazza non avrebbe dovuto prendere appunti, né sarebbe stata valutata. Tuttavia, doveva cercare di comprendere e fare molta attenzione alle parole dell’Insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure.
McNeal, al pomeriggio, aveva fatto un salto al Castello per spostare l’armadio – questa volta ancora ben sigillato – dal terzo piano alla sua aula. Ci aveva messo un po’, perché aveva dovuto fare tutto con calma, per evitare che l’armadio si potesse rompere e potesse far uscire, quindi, il Molliccio. Una volta portato in classe, Brad aveva chiuso la porta per evitare che qualsiasi studente potesse entrare. Aveva dunque spostato tutti i banchi e tutte le sedie, creando una buona zona vuota dove potersi allenare in tutta tranquillità. Anche le ossa del drago attaccate al soffitto erano state, momentaneamente, spostate nell’ufficio del docente, per avere spazio non solo in larghezza ma anche in altezza. Conoscendo la paura della Grifondoro, soprattutto, Brad si era assicurato di mettere in sicurezza qualsiasi oggetto di valore all’interno dell’aula. Sapeva perfettamente che quello non era un vero Obscuriale e che quindi gli effetti erano notevolmente ridotti, ma in ogni caso danni poteva causarne ed era ciò che McNeal avrebbe voluto evitare.
Quella sera, invece, arrivò ad Hogwarts con un bel po’ di fogli sottobraccio che, non appena arrivò in aula, lasciò sul primo scaffale disponibile. C’erano varie storie sui Mollicci e teorie su cui avrebbe potuto scrivere un nuovo saggio e, chissà, magari l’avrebbe anche fatto. Ma, comunque, non era il momento di pensare al suo futuro da scrittore, quanto, piuttosto, a quello della Jones che, da lì a momenti sarebbe entrata in aula. L’armadio si trovava praticamente davanti alla cattedra, così che la ragazza potesse avere tutto il resto della classe per muoversi liberamente per difendersi e attaccare. Il professore sarebbe rimasto vicino a lei in ogni caso, consapevole che il Molliccio non l’avrebbe mai attaccato, a meno che non avesse voluto cambiare forma. Era da un bel po’ di anni che non ne vedeva uno, non che ci tenesse molto, ma era piuttosto sicuro che quella sera avrebbe rivisto la sua paura ancora una volta. Era certo di reagire piuttosto bene, ormai, vista la pratica che aveva fatto col tempo e grazie anche al suo vecchio Professore che aveva insistito per un bel po' di lezioni sul Molliccio. Probabilmente era una delle sue Creature Preferite o, chissà, forse era uno dei modi migliori per insegnare a difendersi dalle Arti Oscure, dato che il primo pericolo che un essere umano poteva conoscere era proprio la paura stessa. Niente era più spaventoso della paura e superarla significava essere in grado di raggiungere un livello mentale successivo. Erano tanti i maghi e le streghe che evitavano i Mollicci, anche molto noti e molto forti, ma era proprio l'aver superato la paura ad averli incredibilmente sicuri delle proprie capacità magiche. Christelle, in un certo senso, avrebbe imparato proprio quello dal McNeal quella sera.
La bacchetta di Biancospino fabbricata da Grindelwald era stretta nella mano del Docente di Difesa Contro le Arti Oscure, pronta per muoversi e liberare la Creatura dal suo nascondiglio prediletto. Non prima, però, di aver tranquillizzato Christelle e di averle dato qualche nozione e qualche consiglio su come agire. Brad, adesso, doveva solo aspettare, accogliere la ragazza e chiudere, di nuovo, l’aula, per evitare spiacevoli intrusioni.

Era tutto pronto. L’aula era stata sistemata a dovere così da permettere al Professore e alla studentessa tutto lo spazio possibile. Su un cassettone sotto una delle finestre, Brad aveva preparato anche una teiera con delle tazzine perché calmare la ragazza risultava fondamentale in una situazione simile. Dopotutto lei sarebbe entrata in classe già con la consapevolezza di incontrare la propria paura più grande, dunque sarebbe arrivata già spaventata e insicura. Almeno, questo è ciò che pensava McNeal, nonostante Christelle fosse una Grifondoro piuttosto sicura di sé. Non aveva avuto modo di conoscerla appieno, purtroppo. Sapeva che era un’ottima strega, capace e intelligente, ma molto impulsiva e questo spesso la faceva cacciare nei guai. Tuttavia, si era sempre salvata e non aveva mai rischiato l’espulsione o la perdita della bacchetta. Brad era infatti curioso di vederla sotto quel nuovo aspetto che mai prima di allora la ragazza sembrava aver voluto esternare. La paura e l’insicurezza non erano emozioni facili da controllare né tanto meno da far vedere agli altri. Davanti al Docente di Difesa Contro le Arti Oscure, però, forse, la Jones si sarebbe potuta aprire senza alcun timore di essere giudicata in alcun modo. Anzi, Brad era lì solo per lei e per farla diventare ancor di più una strega forte non solo con la bacchetta ma anche con la testa e con il cuore.
I colpi alla porta fecero quasi sussultare McNeal che si era perso nei suoi pensieri e preparativi. Con la bacchetta alla mano si apprestò ad aprire l’aula a chiunque avesse bussato – sperava vivamente fosse Christelle perché non avrebbe saputo spiegare ad altri quella strana disposizione dei mobili – e, dopo un movimento di polso, fece scattare la serratura e sibilare la porta. Lentamente essa si aprì, lasciando al Professore la possibilità di scorgere il volto di Christelle.
“Eccoti! Scusami per la porta chiusa a chiave, ma volevo sistemare tutto senza possibilità di disturbo. Prego, entra pure.”
Le disse, facendole strada, chiudendo subito dopo la porta, ancora a chiave. Da quell’aula il Molliccio non sarebbe dovuto uscire per nessuna ragione al mondo.
“Hai voglia di un tè o che so, succo di zucca?”
Domandò cordiale il Docente, che si avvicinò al cassettone dove aveva preparato tazzine e bicchieri. Lui si versò per sé un po’ di tè e avrebbe versato lo stesso (o il succo) se la ragazza ne avesse voluto.
“Allora, come stai? Ti sei preparata in qualche modo prima di venire qui, o in questi giorni?”
Brad voleva cercare di capire cosa stesse provando e cosa aveva provato la Grifondoro perché era importantissimo l’effetto delle proprie emozioni sulla riuscita dell’esercitazione. Mai prima di allora il Professore aveva osato tanto con un solo studente, ma l’evento nel Corridoio Proibito l’avevano quasi obbligato ad agire così. Se non avesse fatto nulla e avesse fatto finta di niente si sarebbe sentito incapace, inetto e assolutamente sbagliato per quel mestiere che cominciava ad amare profondamente.
“La tua ricerca è ben fatta, devo ammetterlo, ed è proprio dalla teoria che partirei. Ma prima di tutto, hai domande?”
La ricerca sul molliccio fatta da Christelle era stata precisa e dettagliata, ma se avesse avuto dei dubbi durante la stesura non li avrebbe potuti chiarire. Ora, invece, in presenza di Brad, avrebbe potuto chiedere qualsiasi cosa.
McNeal non voleva partire a mille, motivo per cui non aveva ancora minimamente menzionato l’armadio, seppur ovviamente visibile alla ragazza, né tanto meno ad incantesimi e all’utilizzo della bacchetta. Voleva infatti che Christelle prima conoscesse l’essere che si sarebbe trovata di fronte e, ancor di più, la paura che aveva. Non si trattava solo di un Molliccio, ma della sensazione più brutta mai provata. Vivere la paura davanti ai propri occhi non era facile, perciò la buona conoscenza teorica doveva essere alla base di quell’incontro speciale.