Enchanted forest

Madeline

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  1. Alec Stephan Aronson
     
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    Ghiaccioli
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    Islanda

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    -Mphf.-
    Alec Stephan Aronson, appollaiato come un gargoille su di uno spesso ramo d'albero, osservava truce e pensieroso un punto indefinito di fronte a sé.
    Sconosciuti erano i pensieri che vagabondi rimbalzavano da una parte all'altra della sua scatola cranica, mentre tra la posizione marmorea, il respiro fattosi quasi nullo e le labbra serrate, il Serpeverde passava pressochè completamente inosservato persino alla fauna del posto.
    Non che si fosse inoltrato poi in chissà quale giungla: annoiato dalla monotonia di quei visti e rivisti weekend ad Hogsmeade, quel sabato pomeriggio Islanda aveva voluto mettersi alla ricerca di – non sperava di certo in un'avventura vera e propria ma – quanto meno un pizzico di brio e rottura di quelle pallosissime routine.
    Così, allontanandosi da compagni che a malapena considerava già nei Dormitori, figurarsi poi in classe o ancor di più fuori dalle mura scolastiche – Alec aveva abbandonato le strade principali del piccolo villaggio magico scozzese per addentrarsi nella più ombrosa e silenziosa radura che ne costeggiava il confine est e che sapeva, tra le altre cose, portare ad un certo punto alla famosa Stamberga Strillante “la casa infestata di spiriti più famosa dell'intera Gran Bretagna”.
    Questo perchè nessuno si era ancora scomodato a girovagare nelle caverne più profonde o nelle insenature più nascoste della sua madre patria, la gelida e selvatica Islanda.
    Un piccolo corvo aveva attirato poco dopo la sua attenzione: le iridi del ragazzo, tanto scure da apparire quasi nere così come erano le ali di quell'animale, erano scattate alla sua sinistra inseguendo i movimenti rapidi del volatile. Poi, accovacciato com'era, il Verde Argento si era girato di scatto, lasciando scivolare le gambe in maniera tale da ritrovarsi a cavalloni dello spesso ramo che lo stava reggendo. Per il movimento brusco il volatile si era spaventato, colto alla sprovvista, ed era volato via con uno sbattere d'ali vagamente indignato.
    Lo sguardo di pece del Serpeverde aveva seguito il volo del corvo, con un vago sorriso divertito sulle labbra, sino a che questo non era divenuto un minuscolo puntolino nero nel plumbeo cielo scozzese, ed era così scomparso alla vista.
    Aveva alzato il braccio sinistro, passando la mano corrispondente nei capelli arruffati per liberarsi di piccole schegge di corteccia che nella sua scalata verso quella panoramica non poi così male, aveva accumulato.
    A questo punto, accaddero diverse cose in una rapida e confusionaria sequenza: un improvviso silenzio si fece padrone del bosco, interrotto bruscamente da un grido strozzato indubbiamente di natura umana. Alec si mise sull'attenti, ci fu un caotico fuggi fuggi della piccola fauna lì attorno, e mentre tirava fuori la sua bacchetta preparandosi a saltare per tornare a terra, un secondo urlo questa volta più chiaro, sembrò un'imprecazione di un giovane mago, lo distrasse tanto da fargli ferire il palmo della mano destra mentre il più rapidamente possibile con una spinta da parte di bicipi e avambracci, si ritrovava in un sol balzo a terra.
    -Cazzo!-
    Della ferita alla mano gli importava poco e nulla, era abituato nel corso dei suoi allenamenti a ferirsi nelle più svariate maniere.
    Ma la bacchetta.. nella fretta di tornare con i piedi per terra per poter capire cosa fosse successo, si era dato una breve ma potente spinta spingendo sul ramo su cui era seduto, con i palmi aperti e.. beh, il fragile e sottile catalizzatore proprio tra il palmo della destra e la rigida corteccia.
    Stupida bacchetta. Era ormai la quinta, solo nell'ultimo anno, che si trovava a dover cambiare.
    Sapeva di doverci prestare più attenzione, ma dannazione, perchè diamine quegli stupidi affari non li costruivano più resistenti? Per uno come lui poi, così fisico diciamo.
    Il Verde Argento strinse ciò che rimaneva della bacchetta nella mano, macchiandola di sangue.
    Un ultima occhiata di puro disprezzo, noia ed esplicito scazzo riverberò nel suo sguardo prima che il braccio muscoloso scattasse quasi automaticamente per lanciarla il più lontano possibile: sarebbe dovuto passare da Ollivander, di nuovo, anche se prima avrebbe dovuto trovare chi diamine aveva avuto la brillante idea di urlare nel bel mezzo di una radura silenziosa e pacifica come quella e disturbare così lui e quasi l'intero bosco.
    Probabilmente qualche suo stupido compagno che non sapeva neanche come mettere un piede di fronte all'altro, inciampando così su qualche radice o persino da solo.
    Senza bacchetta peraltro, non poteva neanche guarire quella ferita da taglio, che appena sentiva in realtà, ma gli dava fastidio il fatto che gli avesse macchiato il jeans scuro che indossava, e la semplice t-shirt bianca cui aveva abbinato.
    -Stupida bacchetta e stupido essere.-
    Si ritrovò a borbottare così rivolto a quello sconosciuto che in meno di 30 secondi era riuscito a rovinargli il pomeriggio.
    Adesso, le possibilità erano due: o qualcosa o qualcuno sarebbe riuscito a risollevargli il morale e la giornata.. o qualcosa o qualcuno, gliel'avrebbe rovinata e peggiorata ulteriormente.
     
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16 replies since 9/6/2020, 14:29   304 views
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