Enchanted forest

Madeline

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  1. Madeline Mayson
     
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    Ilvermorny - Thunderbird – Age 17
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    N on era mai stata ad Hogsmeade. Diciassettenne, studentessa americana erano le qualifiche, che la definivano e che avrebbero reso improbabile la propria presenza nel villaggio inglese. Una visita non pianificata, dettata unicamente dal desiderio di soddisfare la propria vanità.
    Al punto di terminare il proprio turno di lavoro da Accessori per il Quidditch di Qualità, li aveva visti: rosa, con lenti di colore diverso, abbastanza insoliti da non passare inosservati. Spettrocoli, così li aveva chiamati la giovane clienti, servita alla bottega e la Texana non era stata in grado di resistere. Lì, così lontana da Ilvermorny, solo per comprare quello specifico paio di occhiali, a cui non aveva saputo resistere.
    Trascorsi trenta minuti dal proprio arrivo al villaggio, Maddie dovette riconoscere di essersi persa. Sbuffò sonoramente, scostando le ciocche di capelli dal viso. Inoltre, si trovava in uno spiazzo circolare ed ignorava completamente quale fosse la direzione giusta da prendere.
    Sbatté i piedini a terra, terribilmente scocciata dalla situazione generale. Lo sguardo, fisso sull’orizzonte, le permise di accorgersi a posteriori della tragedia. Un’enorme pozzanghera, lei troppo distratta per notarla, contribuì ad ingigantire l’incubo. Alimentato, al punto tale da essere troppo da sopportare.
    Gli occhi nocciola scesero sulla gambe, sporche di fango. Madeline deglutì vistosamente, prima di scendere più in basso e, lì, infine vide lo scempio. Una gigantesca macchia marrone sui propri stivali preferiti. Un semplice miscuglio di terriccio ed acqua, che, sommati all’evidente difficoltà di orientamento, non le lasciarono altra scelta.
    Le labbra si spalancarono senza troppe cerimonie. La studentessa dì Ilvermorny urlò la propria frustrazione a pieni polmoni, conscia di essere stata sconfitta. Gli occhi le si riempirono di lacrime. Spie vigliacche della rabbia dell’americana. Come era potuto succedere tutto questo? E perché proprio a lei? Avrebbe dovuto chiedere a Rigriel. Farsi accompagnare dall’elfo domestico, per evitare tutte le difficoltà a cui non era abituata.
    Smarrita in se stessa, non si era preoccupata di fare piano. Semplicemente, non aveva creduto che, lì, in quel luogo dimenticato dagli Dei, vicino ad un rudere evidentemente abbandonato, ci potesse essere qualcuno.
    Sussultò, colta alla sprovvista da quell’espressione colorita. Una che, qualora fosse uscita dalla propria bocca, avrebbe attirato la furia della madre latino-americana.
    La testa scattò di lato e le iridi nocciola scrutarono i dintorni alla ricerca di quella fonte. Spalancò le palpebre, piacevolmente sorpresa dalla figura poco distante da lei. Alta al punto che, se si fossero messi vicini, avrebbe torreggiato sul suo misero metro e sessanta.
    Le labbra si stirarono verso l’alto. Un momento di defiance, prima di essere arricciate in quel modo artefatto, per cui si era tanto esercitata di fronte allo specchio. Nonostante la camicetta bianca e la gonna pervinca che indossava, parte della sicurezza si dissolse. Inorridì, resasi conto di non avere il lucida labbra e Ruby, sua compagna di stanza, l’aveva convinta, che fosse indispensabile. Magari, se si fosse voltata, avrebbe potuto pescare quello al gusto ciliegia dalla borsa e sarebbe riuscita ad applicarne un poco. Quante probabilità aveva di riuscirci?
    L’attenzione venne calamitata altrove. Maddie inarcò le sopracciglia, incapace di comprendere, perché gli indumenti di lui fossero sporchi di rosso vivo. Una moda strana, quella inglese e, francamente, non era sicura di apprezzarla. Continuò il lento esame, arrestandosi bruscamente sulla mano di lui.
    ”È...è sangue quello?” squittì, sentendosi improvvisamente mancare. Si avvicinò, tentando di ignorare i morsi, che le attanagliavano lo stomaco. Incauta, ma desiderosa di guardare, aiutare.
    ”Posso...Io, ehm...aiutare?” Le parole le morirono in gola, impedendole di articolare correttamente la volontà di dare una mano allo sconosciuto.
    Bianca come un cencio, tentò di allungare la mano. Era normale che girasse tutto?
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