[ESPERIENZA 11] - Smelly Alley

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    [Esperienza 11]


    Smelly Alley

    fato 1

    Persisteva ormai dalla sera precedente, il forte e disgustoso puzzo che infettava tutte le vie di Diagon Alley, spargendosi come un morbo invisibile che era pressochè impossibile evitare: si infiltrava sotto agli spifferi delle finestre, sotto i battenti delle porte, si attaccava ai vestiti e rendeva saturi gli ambienti. Quando gli abitanti della cittadina magica avevano riaperto gli occhi la mattina, sperando che si fosse trattato di un brutto incubo, dovettero ricredersi al buongiorno che l'odore diede a tutti quanti. Qualcuno nella High Street, dove sembrava che l'odore ristagnasse con maggiore persistenza, aveva giurato di essere stato addirittura svegliato dal mal odore. La voce della grande puzza che infestava Diagon Alley si era diffusa in tutto il resto del paese, grazie all'edizione della domenica della Gazzetta del Profeta, che oltre all'usuale cruciverba impossibile aveva dedicato una pagina abbondante a descrivere come monnezza al sole, carcassa putrida, e altre singolari similitudini l'ara che si andava respirando nel villaggio magico. Era bastato questo a rendere deserte le vie della cittadina, che solitamente si riempivano e affollavano di amanti dello shopping, mandando completamente in crisi l'economia locale. Per tutta la mattina, si erano visti comparire con lievi scoppi dipendenti del ministero, il tempo di saggiare l'aria ed erano già scomparsi. Al pomeriggio della domenica la situazione era ancora immutata, se non si considerava il sensibile peggioramento di nervi dei cittadini. Hedel Anakin Crawford, notoriamente non la persona più allegra del mondo anche in condizioni normali, non faceva eccezione. Dalle vetrine del suo Ollivander sbirciava con aria irritata le strade deserte, nauseata dall'aria che respirava sin dalla mattina e arrabbiata per la mancanza di incassi in un giorno solitamente proficuo come quello. Si precipitò in strada, sbattendo la porta della bottega di bacchette alle spalle « Qualcuno faccia qualcosa!» urlò esasperata, in quella che sembrava una strana richiesta di aiuto, ma dopo quasi ventiquattro ore immersa nella puzza era chiaro che se non si fossero unite le forze per cercare l'origine del odore non si sarebbe arrivato da nessuna parte.
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    Cheyenne Luna Black
    domatore - 23 y.o. - caotico buono

    Aveva imparato a sue spese che al San Mungo, soprattutto in un turno di notte, non esisteva un turno tranquillo o semplice. Ingenuamente, la nuova Medimag dell'ospedale magico si era segnata pe run turno extra di notte per poter guadagnare qualche galeone in più e potersi finalmente permettere il grazioso cottage a pochi passi dalla locanda dei Tre Manici di Scopa dive trasferirsi definitivamente. Non era certa di poter sopportare ancora a lungo la presenza della sua coinquilina no-maj con la quale divideva un appartamento a New York, diventata ormai lontana e scomoda dopo che era riuscita a rilevare come negoziante il Pub dei Hogsmeade, o di poter ancora dormire a lungo sul divano dei Tre Manici di Scopa. Guadagnava bene e gli affari le andavano bene, ma nonostante questo non riusciva mai a mettere abbastanza galeoni da parte parte da potersi permettere la caparra. Da qualche settimana a questa parte aveva cercato quindi di aumentare i suoi turni e di aumentare le sue entrate. Il turno di notte... doveva essere tranquillo. Ma una serie di pazienti intossicati, con nausea e capogiro, riempirono in poco tempo il primo reparto. Arrivavano tutti da Diagon alley e tutti quanti raccontavano di questo odore persistente e nauseabondo che aveva causato malori, anche se di lieve entità, sufficientemente persistenti da spingerli a recarsi al San Mungo in cerca di un rimedio. Nessuno sembrava saper individuare la causa di questo mal odore e quando il suo turno finì con il sopraggiungere delle prime luci dell'alba c'erano ancora pazienti che arrivavano dopo essersi sentiti male al risveglio.

    Quando si svegliò nel pomeriggio sul divano della locanda, nonostante il rumore dei clienti al piano di sotto era riuscita a dormire profondamente, trovò una copia della Gazzetta del Profeta, doveva essere stato Twiggy a tenerla da parte, che riportava la notizia della grande puzza di Diagon Alley e che sconsigliava di recarsi nel villaggio magico finchè non si fosse sistemata la questione puzza.

    Ma lei non aveva mai ascoltato in vita sua consigli a riguardo e con uno schiocco si materializzò nella via centrale di Diagon Alley. L'odore la colpì in pieno volto con una sferzata violenta e decisa, nonostante l'accurata descrizione della giornalista che aveva scritto l'articolo, le parole non facevano capire quanto forte e nauseante fosse la puzza nella quale gli abitanti del villaggio fossero costretti a vivere. Pensare che qualcuno avesse addirittura dovuto dormire con questo odore era qualcosa che metteva i brividi, se non fosse stata troppo impegnata a non vomitare sulle sue scarpe nuove. Non aveva mai visto high Street così deserta, forse solo nel cuore della notte, era qualcosa che faceva pensare. Se le difficoltà economiche dei negozianti potevano essere un danno, era certa che la mancanza di clienti e altre persone in quel posto fosse la miglior cosa dal punto di vista medico. Fece qualche passo sulla strada deserta, cercando di capire se ci fossero cambiamenti nell'intensità della puzza, ma l'odore aveva ormai saturato le sue narici e non le sembrava possibile che al modo potesse esistere un odore differente da quello respirato in quel momento. A poca distanza da lei, dal negozio di Ollivander, uscì una ragazza che urlò in mezzo alla strada tutta la sua frustrazione. « Signora. Sta bene?» domandò subito preoccupata di prestare assistenza medica se fosse stato necessario. « Posso aiutarla in qualche modo?» chiese, avvicinandosi ancora questa volta decisa a scoprire l'origine di questo odore. Era una situazione insostenibile.
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    Smelly Alley
    James Kennegan


    << Rigriel, tesoro, hai mangiato fagioli?>> Doveva ancora abituarsi a quella che era la sua nuova casa a Diagon Alley, Main Street, 23, ma per una vagabonda senza fissa dimora come era sempre stata la Kennegan era solo questione di tempo prima che riuscisse ad adattarsi alla sua nuova casa. L’elemento che più le impediva di sentirsi completamente a proprio agio era la presenza di Brad, suo coinquilino, che in qualche modo la spingeva a essere sempre civettuola e accattivante, un grande sforzo di energie e pensieri per la bionda d’Irlanda che non abbassava mai la guardia per fare colpo sul giovane scrittore. Sua nonna le avrebbe suggerito che dopo il matrimonio una donna poteva anche evitare di essere sexy, lasciando che i peli ricrescessero o permettendosi di fare qualche puzzetta sotto le lenzuola, accalappiato un uomo in casa era fatta, a suo dire. James però rinnegava, o meglio non sentiva di appartenere a quel tipo di persona che cerca di accasarsi nel minor tempo possibile soltanto con lo scopo di avere agio. Il suo carattere forte e indipendente le impediva di pensare a se stessa come una persona da sposare, nemmeno aveva il matrimonio in testa, convivere con un ragazzo era poi qualcosa a cui non aveva mai pensato. Un uomo e un elfo domestico. Aveva avuto entrambe le cose, ma mai contemporaneamente sotto lo stesso tetto. Sedeva in cucina, indossando una maglietta abbastanza lunga da coprirle il sedere a pesca, davanti alla sua tazza di caffè bollente e ai resti della ciotola yogurt e cereali che aveva divorato come colazione. Rigriel ci aveva messo un po’ a capire che lo stomaco della Kennegan si svegliava ogni giorno con una voglia diversa: ieri aveva mangiato croissant ripieni di cioccolato e il giorno prima una ciambella all fragola, la settimana prima ancora aveva fatto colazione solo salata con uova e bacon. Era stato tra un sorso di amara caffeina e l’altro che aveva posto, con quanto più tatto disponesse una persona come lei, la domanda sui fagioli all’elfo domestico. Nell’intera casa aleggiava uno strano odore. Brad McNeal comparve già vestito di tutto punto, sottolineando la poca organizzazione e puntualità della Kennegan, sulla soglia della stanza. << Buongiorno coinquilino!- salutò agitando la mano in alto nell’aria - sai se c’è un topo morto per casa o ehm..- ah parlare di ratti e di morte di prima mattina è quello che chiunque desidera - cos’è questo?>> anche con la tazza di caffè a pochi centimetri dal naso riusciva comunque a percepire la puzza che con il passare del tempo si era fatta più intensa e insistente.

    Ancora nessuna notizia su eventuali creature putrefatte o liquami tossici, ma quando era uscita di casa la situazione era stata molto peggio. Quasi avrebbe giurato che l’aria fosse così pesante da averle appiattito le lunghe onde che si erano arricciare sulle sue spalle, coprendo la deliziosa scollatura quadrata sulla sua schiena. Fu chiaro dalle prime ore di lavoro al Ghirigoro- Max aveva richiesto di essere esentata quel giorno in virtù di un articolo della Gazzetta del Profeta che ragguagliava sulla puzza e sconsigliava di recarsi nel villaggio magico- che nessuno avrebbe visto il grazioso vestito celeste con fiorellini bianchi rosa e gialli che indossava quel giorno la giocatrice di Quidditch. Persino la sua attività dietro al bancone preferita, sbirciare i passanti e i loro strani comportamenti oltre la vetrina, si era ridotta a osservare qualcuno degli altri negozianti passare con sconforto in strada, constatare che fuori era quasi peggio che all’interno e poi fare retromarcia nel proprio negozio. La campanella sopra la porta era rimasta fissa e non aveva annunciato nessun cliente per tutto il giorno. A un certo punto, in un orario non meglio precisato perché la noia e la puzza che costantemente le annebbiava le narici avevano fatto perdere a James la cognizione del tempo, vide la fabbricante di bacchette uscire da Ollivander e in quello che sembrava un evento surreale udì distintamente l’urlo di disperazione della ragazza. D’istinto la figlia d’Irlanda uscì dalla libreria per raggiungere la collega al centro della strada dove già una strega era sopraggiunta. Mentre si avvicinava a passo rapido colse frammenti di una conversazione nella quale si inserì senza troppe cerimonie. << È questa puzza è... insopportabile!>> scosse il capo con rassegnazione, per la prima volta in tutta la giornata realizzando quando fosse abbattuta e resa nervosa da quel odore che impestava ogni angolo, che non aveva dato riposo neanche per un secondo alla sua mente, saturandole il cervello e impedendole di pensare ad altro. Si guardò attorno, osservando come altri stavano avvicinandosi al gruppetto che si stava creando in Main Street, tutti esasperati dalla grande puzza di Diagon Alley, da oggi ribattezzata Smelly Alley.
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    ▬Brad McNeal▬
    SPEZZAINCANTI

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    Solo pochi giorni erano passati da quando James era diventata a tutti gli effetti la coinquilina di Brad McNeal al numero 23 di Diagon Alley, ma già i primi problemi sembravano sorgere. Non che fosse qualcosa relativo al carattere della ragazza che, seppur più sbadata e ritardataria di lui, era una piacevole presenza da avere in casa. Anche Rigriel, nonostante fosse sempre imbarazzato, si stava trovando bene e cercava di riservare più attenzioni alla giocatrice delle Harpies per farla sentire davvero coccolata e ben voluta. L'Elfo sapeva bene quanto ci tenesse Brad a lei e quanto volesse farle sentire la differenza tra l'appartamento dove l'aveva invitata a stare e una sudicia camera del Paiolo Magico. Tuttavia, nella via più popolata da Maghi e Streghe della comunità magica inglese, da qualche ora cominciava a sentirsi uno strano odore che non voleva più andarsene. Sia al negozio, sia ora in casa cominciava a sentirsi sempre con più insistenza ed era diventato davvero fastidioso e insopportabile. Mangiare con quell'odore ormai era impossibile.
    Nervoso, Brad si era alzato dal letto presto, per andare in negozio come ogni mattina. Si era preparato piuttosto in fretta, invidiando la calma della Kennegan che si prendeva tutto il tempo del mondo per alzarsi, fare colazione e prepararsi. Lui era preciso, puntuale e ordinato, lei un bellissimo disastro in movimento: quasi l'opposto a vederli dall'esterno. Vestito e pronto, uscì dal bagno della camera da letto ed entrò in salotto, notando James seduta a fare colazione e Rigriel intento a giustificarsi per quell'odore sgradevole.
    "Rigriel è desolato, signorina. Non ha mangiato nulla di diverso dal solito ed è schifato allo stesso modo. Rigriel non riesce più a sentire l'odore dei suoi biscotti: è tremendo!"
    L'Elfo cercò di scusarsi in qualche modo, forse un po' troppo scurrile data l'occhiataccia che Brad aveva lanciato verso il domestico. Comunque, McNeal fece finta di niente, sedendosi accanto alla Kennegan per informarla del piano della giornata e degli impegni. Inutile dire che la camicia indossata dalla ex Serpeverde lo distraeva - e non poco - e lo si poteva notare dalla difficoltà del discorso che aveva cercato di intavolare senza successo, per poi lasciar perdere ed augurare alla ragazza una buona giornata, con la promessa implicita di rivedersi la sera di nuovo, in quella che ormai era casa loro.

    Perse tempo tutta la mattina, in negozio, perché nessun cliente o, comunque, pochissimi si erano fatti vivi anche solo passando dalla vetrina e fermandosi un attimo ad ammirare i gioiellini del Quidditch. Niente di niente. L'unica cosa che aveva fatto Brad era stata leggere il giornale, la Gazzetta del Profeta, e perdersi nell'articolo che parlava di quell'odore acre a Diagon Alley. Tutta la comunità magica doveva aver letto quell'articolo, data la poca affluenza di Maghi e Streghe che si era vista quella mattina e chi non l'aveva letto aveva fatto immediatamente retromarcia non appena messo piede nella via principale. Il giornalista autore, però, non sembrava averci capito molto a riguardo perché, come tutti, non aveva dato una motivazione valide del motivo di quel disgusto. Anche alcuni ministeriali si erano presentati, con svariate materializzazioni, senza però star più di qualche secondo, sparendo subito dopo senza nemmeno castare un qualsiasi incantesimo contenitivo. Se fosse durato ancora a lungo, McNeal avrebbe chiuso il negozio e si sarebbe lamentato con qualcuno. Era da tempo che voleva entrare al Ministero e, quel giorno, poteva essere la volta buona per scatenare un putiferio. Ci si avvicinava agli anni '30 e soffrire ancora così era davvero ridicolo, da Medioevo! Nervoso e sbuffante, Brad chiuse il giornale, sentendo dalla strada delle parole ben udibili non essendoci il caos che di solito governava sovrano. Una di quelle voci, tra l'altro, era proprio della sua coinquilina che non mancava occasione per mettersi al centro dell'attenzione con un bel po' di baldoria. Prima o poi qualcuno l'avrebbe legata, magari lui, chissà in quale contesto. Scacciando velocemente l'idea perversa, anche il Professore di Hogwarts uscì in strada, chiudendo il negozio dietro di lui per sicurezza. Si avvicinò a James, alla Fabbricante di Bacchette e alla Proprietaria dei Tre Manici di Scopa, probabilmente di passaggio - che sfortuna! - a Diagon Alley.
    "E vogliamo parlare dei Ministeriali? - cominciò Brad da distanza, mentre si avvicinava passo dopo passo. - Sono passati in quanti? Una decina? E nemmeno uno che abbia fatto qualcosa! Belle le parole del Ministro, ma quando deve intervenire resta sempre a guardare!"
    Arrabbiato e nervoso, McNeal non si trattenne dal giudicare negativamente l'aspetto politico magico inglese del periodo. La gestione Grindelwald e adesso questo menefreghismo facevano davvero cadere le braccia all'uomo che, davvero sconvolto da quell'odore insopportabile, aveva sbottato e lasciato libertà totale ai pensieri di uscire dalla sua bocca. Dovevano fare qualcosa loro, lì riuniti, e se non avessero voluto, avrebbe fatto lui da solo. James non poteva vivere in quello schifo!

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  5. Lexa Jones
     
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    Domatore
    NON MODIFICARE

    Lexa Jones

    Insegnante-Negoziante-Recluta Auror
    Fin da ragazzina la Jones si era sempre dimostrata una testa calda, incline a perdere la pazienza per un nonnulla, ritrovandosi così in situazioni spiacevoli, divenendo causa di frustrazione di coloro che non riuscivano a sopportare il suo modo di fare pragmatico e sprezzante.
    Aveva dunque deciso di non farsi travolgere dal disturbo, tedioso e crescente del cattivo odore che dalla sera prima sembrava stagnasse nelle vie di Diagon Alley, convingendo se stessa che si trattasse di una situazione temporanea.
    Il giorno seguente però, quando di primo mattino raggiunse il Serraglio Stregato, si rese conto di quanto il karma volesse mettere alla prova questa sua immotivata pazienza e bontà d'animo.
    Respirò a fatica per le ore seguenti, cercando sollievo nei momenti dedicati alla pulizia delle gabbie, ma persino l'odore delle feci degli animali, era nulla in confronto a ciò che le sue narici stavano sopportando. Come se non bastasse, quasi rispecchiassero il suo stato d'animo, le civette, i gatti, i rospi e le altre creature del locale, cominciarono ad averne abbastanza di quella puzza nauseante, scuotendo le gabbie, bubolando, miagolando a gran voce, insomma cercarono di mostrare il loro disappunto in ogni modo e la strega ormai esasperata, non potè che effettuare un Incantesimo Silenziatore su tutte le creature, conscia del fatto che avrebbe dovuto ricordare a se stessa di annullarlo, prima che un cliente le riportasse indietro una rana non gracidante.
    Quasi all'istante, delle urla provenirono dalla strada e la Recluta non potè che cogliere in quelle parole un messaggio divino ed un invito ad intromettersi in quella situazione ormai irritante.
    Lasciò il locale, bloccando l'accesso con un colpo di bacchetta e raggiunse il gruppetto di persone che si era riunito alla fonte di tanta esasperazione; lì fuori il fetore sembrava più forte, quasi ci fosse una comitiva di Troll in visita per Main Street.
    -"Kennegan, bellissima giornata per una gita all'aria aperta, eh?"
    Tra i presenti riconobbe l'ex compagna di scuola ed il proprio collega ad Hogwarts, unendosi alla loro disapprovazione e a quella dei visi sconosciuti.
    -"Siamo tutti concordi sul fatto che la situazione ormai è insostenibile, credo dovremmo cavarcela da soli e iniziare a capire da dove arrivi, invece di dare sfogo a queste lagne! Volontari?"
    Ogni buon proposito, sulla pazienza e la buona educazione, andò in malora in pochi secondi, ma si sentì leggermente meglio e in pace con se stessa, cosa che le sarebbe tornata utile.



    Uccidi i tuoi demoni quando sei sveglia e non ti tormenteranno quando dormi!
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    Ghiaccioli
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    Aveva affondato il naso in quella che era la sua quinta – o sesta forse – tazza di tè nero della giornata, una delle sue miscele preferite con pepe nero, vaniglia e cannella.
    Abe canticchiava sereno in cucina, tra una torta alle mele appena sfornata e pentole e mestoli che gli volteggiavano attorno alle grandi orecchie da pipistrello.

    Mandato giù l'ultimo sorso e poggiata la tazza ancora tiepida sulla scrivania, l'ennesima smorfia aveva tuttavia distorto i lineamenti fini del viso di Adeline Walker: aveva cercato di occupare mente e mani tutto il giorno, distraendosi con il lavoro - aveva compilato e concluso svariati casi cartacei sia per il San Mungo che per il Ministero - aveva poi aiutato Abe con la casa, aveva sperimentato nuove ricette in cucina, era uscita per qualche commissione ed era rientrata.. aveva persino fatto un po' di ginnastica.
    Ma niente.
    Quell'odore stagnante, di natura imprecisata ma irrimediabilmente fastidioso, nauseante ad un certo punto, l'aveva accompagnata costantemente in ciascun dei suoi passi, e in ogni suo più piccolo gesto – sempre più nervoso e febbrile, di ora in ora.
    Accidenti aveva oramai accumulato svariate esperienze sul campo tra il suo lavoro al Ministero e quello al San Mungo.. ma niente, niente sino a quel momento l'aveva talmente infastidita come quell'acido e putrescente odore che permeava ogni cosa attorno a lei, le si attaccava ai vestiti leggeri, si infiltrava tra le lenzuola pulite, si aggrappava alle tende in lino.. e Adeline, davvero iniziava a non poterne più.
    Ad un certo punto, stufa di storcere talmente tante volte il naso da aver timore di procurarsi qualche assurdo crampo (?!) aveva provato a svolgere su di sé l'incanto Testabolla:
    ma niente, ancora, dato che quell'odore di putrefazione era stato semplicemente racchiuso dall'incanto attorno alla sua testa, peggiorando così se possibile, ancor più la situazione.
    Uno dei suoi ultimi disperati tentativi l'aveva vista trasformarsi in quel piccolo volatile le cui misure e dinamiche le erano ormai divenute familiari: era uscita dalla finestra, raggiungendo quote non da poco, ma niente. ANCORA.
    Si era lasciata trasportare un poco dalle correnti, ma arresasi all'innegabile e puzzolente realtà, era infine tornata mesta nel suo appartamentino, rivolgendo uno sguardo disperato ad Abe che, ben lontano dalla sottile irritazione sottopelle della strega, come arma rivolta a quell'assurda situazione aveva scelto i fornelli e.. beh, due enormi fazzoletti in cotone, al profumo di lavanda, infilati su per le narici.
    Il che spiegava in effetti anche l'umore persino allegro della creatura che, respirando semplicemente dalla bocca, aveva vissuto una giornata come tante altre divertendosi persino tra prelibatezze di ogni sorta sfornate l'una dopo l'altra.

    -Abe.. io esco. Di nuovo.-
    Si era allontanata dalla sua scrivania con uno stridio della sedia contro il pavimento, borbottando tra sé e sè.
    Quel non riuscire a far niente di realmente pensato a causa di quell'olezzo nauseabondo la stava mano a mano irritando ancora di più, tanto da farle prudere la punta delle dita.
    Si era voltata così in fretta, facendo aprire involontariamente a raggio l'ampia gonna del leggero vestitino bianco che la avvolgeva, lasciandole scoperte le spalle. Aveva raccolto la sua bacchetta dal letto dove era stata gettata di malagrazia qualche ora prima, dopo il fallimentare tentativo del Testabolla, ed infine era uscita senza più dire una parola con una cadenza nei passi che suonava tanto come :

    Qui, o si risolve la situazione, o è la volta buona in cui questo passerotto si arrabbia sul serio...Arrr.”.


    Aveva spalancato il portone spingendolo con ambo le braccia, aveva assicurato il proprio catalizzatore nella custodia legata alla coscia sinistra..poi, con quella tempestosa aria da Non-ne-posso-davvero-più-preferisco-affrontare-tre-draghi-contemporaneamente-ma-questo-proprio-no- BASTA-ACCIDENTI aveva alzato lo sguardo bicromo lungo un High Street semi deserta.
    Semi, perchè in effetti.. aveva strizzato un poco gli occhioni adornati dalle lunghe ciglia, per mettere a fuoco, incredibilmente, un piccolo magico gruppetto di cui in effetti conosceva ogni singolo membro.
    Era infastidita, quasi irritata questo era vero.. ma una piccola ombra di sorriso non potè non nascere sulle labbra della londinese.
    La Medimag così affrettò il passo, avvicinandosi al piccolo gruppetto di maghi e streghe appena in tempo per catturare le ultime parole di Lexa Jones, la Negoziante già incontrata un paio di volte..
    In automatico, la mancina volò a sistemarsi una ciocca dorata dietro l'orecchio.
    -Io mi offro volontaria!-
    Esordì quindi, le iridi verde azzurre che adesso passavano da una figura all'altra mentre, ancora di un umore non dei migliori – sicuramente per i suoi standard – quantomeno riusciva però a rivolgere a ciascuno un flebile ma sincero sorriso.
    -Vi supplico, non resisterei un'ora di più con questo odore a permeare l'aria. Non si riesce neanche a ..pensare, Merlino.
    Idee?-
     
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5 replies since 13/7/2020, 15:48   219 views
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