[ESPERIENZA 11] - Smelly Alley

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  1. James Kennegan
     
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    Smelly Alley
    James Kennegan


    << Rigriel, tesoro, hai mangiato fagioli?>> Doveva ancora abituarsi a quella che era la sua nuova casa a Diagon Alley, Main Street, 23, ma per una vagabonda senza fissa dimora come era sempre stata la Kennegan era solo questione di tempo prima che riuscisse ad adattarsi alla sua nuova casa. L’elemento che più le impediva di sentirsi completamente a proprio agio era la presenza di Brad, suo coinquilino, che in qualche modo la spingeva a essere sempre civettuola e accattivante, un grande sforzo di energie e pensieri per la bionda d’Irlanda che non abbassava mai la guardia per fare colpo sul giovane scrittore. Sua nonna le avrebbe suggerito che dopo il matrimonio una donna poteva anche evitare di essere sexy, lasciando che i peli ricrescessero o permettendosi di fare qualche puzzetta sotto le lenzuola, accalappiato un uomo in casa era fatta, a suo dire. James però rinnegava, o meglio non sentiva di appartenere a quel tipo di persona che cerca di accasarsi nel minor tempo possibile soltanto con lo scopo di avere agio. Il suo carattere forte e indipendente le impediva di pensare a se stessa come una persona da sposare, nemmeno aveva il matrimonio in testa, convivere con un ragazzo era poi qualcosa a cui non aveva mai pensato. Un uomo e un elfo domestico. Aveva avuto entrambe le cose, ma mai contemporaneamente sotto lo stesso tetto. Sedeva in cucina, indossando una maglietta abbastanza lunga da coprirle il sedere a pesca, davanti alla sua tazza di caffè bollente e ai resti della ciotola yogurt e cereali che aveva divorato come colazione. Rigriel ci aveva messo un po’ a capire che lo stomaco della Kennegan si svegliava ogni giorno con una voglia diversa: ieri aveva mangiato croissant ripieni di cioccolato e il giorno prima una ciambella all fragola, la settimana prima ancora aveva fatto colazione solo salata con uova e bacon. Era stato tra un sorso di amara caffeina e l’altro che aveva posto, con quanto più tatto disponesse una persona come lei, la domanda sui fagioli all’elfo domestico. Nell’intera casa aleggiava uno strano odore. Brad McNeal comparve già vestito di tutto punto, sottolineando la poca organizzazione e puntualità della Kennegan, sulla soglia della stanza. << Buongiorno coinquilino!- salutò agitando la mano in alto nell’aria - sai se c’è un topo morto per casa o ehm..- ah parlare di ratti e di morte di prima mattina è quello che chiunque desidera - cos’è questo?>> anche con la tazza di caffè a pochi centimetri dal naso riusciva comunque a percepire la puzza che con il passare del tempo si era fatta più intensa e insistente.

    Ancora nessuna notizia su eventuali creature putrefatte o liquami tossici, ma quando era uscita di casa la situazione era stata molto peggio. Quasi avrebbe giurato che l’aria fosse così pesante da averle appiattito le lunghe onde che si erano arricciare sulle sue spalle, coprendo la deliziosa scollatura quadrata sulla sua schiena. Fu chiaro dalle prime ore di lavoro al Ghirigoro- Max aveva richiesto di essere esentata quel giorno in virtù di un articolo della Gazzetta del Profeta che ragguagliava sulla puzza e sconsigliava di recarsi nel villaggio magico- che nessuno avrebbe visto il grazioso vestito celeste con fiorellini bianchi rosa e gialli che indossava quel giorno la giocatrice di Quidditch. Persino la sua attività dietro al bancone preferita, sbirciare i passanti e i loro strani comportamenti oltre la vetrina, si era ridotta a osservare qualcuno degli altri negozianti passare con sconforto in strada, constatare che fuori era quasi peggio che all’interno e poi fare retromarcia nel proprio negozio. La campanella sopra la porta era rimasta fissa e non aveva annunciato nessun cliente per tutto il giorno. A un certo punto, in un orario non meglio precisato perché la noia e la puzza che costantemente le annebbiava le narici avevano fatto perdere a James la cognizione del tempo, vide la fabbricante di bacchette uscire da Ollivander e in quello che sembrava un evento surreale udì distintamente l’urlo di disperazione della ragazza. D’istinto la figlia d’Irlanda uscì dalla libreria per raggiungere la collega al centro della strada dove già una strega era sopraggiunta. Mentre si avvicinava a passo rapido colse frammenti di una conversazione nella quale si inserì senza troppe cerimonie. << È questa puzza è... insopportabile!>> scosse il capo con rassegnazione, per la prima volta in tutta la giornata realizzando quando fosse abbattuta e resa nervosa da quel odore che impestava ogni angolo, che non aveva dato riposo neanche per un secondo alla sua mente, saturandole il cervello e impedendole di pensare ad altro. Si guardò attorno, osservando come altri stavano avvicinandosi al gruppetto che si stava creando in Main Street, tutti esasperati dalla grande puzza di Diagon Alley, da oggi ribattezzata Smelly Alley.
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