[HALLOWEEN QUEST] Gioca o Muori

Detestava avare a che fare con i secchioni saccenti e pieni di carica so tutto io. Era più forte di lei, immediatamente percepiva un senso di fastidio che le dava prurito alle mani, come se trattenersi dal prendere a schiaffi questi soggetti fosse praticamente impossibile. In quella situazione così particolare, era convinta che si trattasse di un qualche gioco o di una punizione per chiunque avesse abboccato al volantino che invitava palesemente a infrangere le regole, tuttavia apprezzava queste grandi menti pensanti. Il cervello di quella sera si presentò con una fitta criniera afroamericana di boccoli neri, da fare invidia a qualunque ragazza, e con molte domande da porre. Ribellione al meccanismo delle gemme? propose mentre dall’altro lato del cerchio che si era formato introno alle gemme anche Lennox Nott esprimeva la sua idea e per una volta doveva trovarsi d’accordo con lui. Annuì, suo malgrado, e con un sospiro si affrettò a confermare, soltanto quando il ragazzo si fu allontanato, anche l’ipotesi di qualcuno che era poco d’accordo con l’attuale classifica è valida... come erano messe le quattro case prima della distruzione delle clessidre? domandò sperando che qualcuno del gruppo fosse ossessionato dal conteggio delle gemme e simili.

Era cresciuta a pane e arte, i suoi genitori avevano sempre avuto gusti molto eclettici e avevano sempre cercato di trasmettere alla figlia passione e talento. La pittura era indubbiamente la forma di arte che maggiormente la appassionava e dove aveva più talento, ma non aveva tralasciato la musica, sia nel canto che nel suonare uno strumento, e si era cimentata anche in alcune di quelle arti che sono considerate minori. Il suo excursus nella ceramica e nello scalpello era stato breve e intenso, le sue abilità di incidere o di usare un pirografavo erano piuttosto scarse, e l’arte culinaria era troppo vicina alla pozionistica per poter essere apprezzata dalla Loovegood, ma tuttavia ne comprendeva il fascino. Aveva visto sgorgare arte nei luoghi più impensabili, dai muri griffati di periferia agli artisti di strada, nelle forme più assurde di quella arte contemporanea fatta di oggetti anticonformisti e ,anche se apprezzava di più un quadro di Van Gogh, ne apprezzava il fascino. Ma se questa Sfinge era una specie di artista che cercava di attirare l’attenzione del pubblico e della critica con un installazione nella Sala Grande non poteva che condannare il vandalismo e la distruzione mascherati da forma d’arte. Le eleganti ampolle di vetro che toglievano e aggiungevano gemme erano già di perse una forma squisita di arte, distruggerle non poteva che arrecare danno e dispiacere a un anima sensibile come quella della Tassorosso. Provare rabbia non era nel suo carattere, ma ricercare una forma di comprensione per quel gesto era quanto di più meritasse chiunque era artefice di questa devastazione. Una studentessa, aveva dei tratti squisitamente stranieri, mai vista prima e di un’intelligenza acuta aveva iniziato a ragionare sulla questione delle gemme e sul enigma che si nascondeva nelle parole scritte sul muro. Il viola era quello che doveva essere cercato. Annuí con entusiasmo alla sua osservazione su zaffiri e rubini, su rosso e blu.
”È esattamente così! Per fare il viola serve il rosso e il blu.” si avvicinò prendendo due gemme che erano una blu e una rossa e le sovrappose tra di loro per cercare di scoprire se diventasse viola la loro sovrapposizione “Posso avere un po’ di luce per vedere meglio?” domandò guardandosi in giro per richiedere un aiuto. C’era una ragazza dai capelli rossi che aveva un bel fascio di luce che spuntava dalla sua bacchetta e magari poteva rivolgerlo momentaneamente su di loro o qualcuno poteva seguirla ed eseguire un Lumos.

Arielle non toccare questo! Arielle non toccare quello! Arielle lascia stare quest’altro!
Un’infanzia costellata di divieti e limitazioni non avevano fatto altro che plasmare lo spirito ribelle e indomito della Grifondoro, che a ogni ordine dato eseguiva esattamente il contrario. E Arielle non aveva mai smesso di toccare cose, di inseguire cucciolo di cane (o di drago) soltanto per accarezzarlo, o ancora di perdersi nel pedinare perfetti sconosciuti soltanto per il gusto di scoprire dove andavano e di non essere scoperta, il che comportava nelle misure meno lievi una denuncia o il tentativo di qualche lancio di scarpa per scacciarla come un cane rabbioso. Arielle era sempre stata così: un’anticonformista con le sopracciglia molto spesse e le dita sempre dentro qualche presa della corrente. E ovviamente anche in una situazione di potenziale pericolo come quella che stava vivendo, perché era sangue quello?, lei aveva deciso di infilarci un direi dentro. La consistenza era gelatinosa, quasi gommosa. Bowie ebbe la geniale idea, così geniale da essere quasi degna di una Corvonero, di accendere la punta della sua bacchetta con un Lumos Maxima perfettamente castato che le permise di notare, dito e unghia infilati nella sostanza rossa, la presenza di alcuni semi che sembravano di lampone o ribes, o qualche cosa di questo genere. Riconobbe la voce che sembrò rispondere a una lettura dei suoi pensieri, sostenendo che potesse trattarsi di marmellata di fragole, come appartenente a quella ragazza sulla quale aveva impattato accidentalmente nei sotterranei. La Serpeverde. Con le dita ancora nel sangue e marmellata si voltò verso di lei con un sorriso. Hey Hailey! cavolo questo avrebbe compromesso la sua reputazione di perfetta Grifondoro ma non era una priorità al momento. Tornò alla situazione nella quale si trovava, con le mani nella marmellata, per cercare di capirci qualcosa. Più che fragole mi sembrano frutti di bosco... ma temo ci sia ancora del sangue e questo riapre la domanda della nostra Bowie: da dove arriva? tolse le dita dal muro e se le fregò su un angolo di stoffa del vestito. Poco curante o interessata alla moda. Incrociò le braccia sul petto, osservando la scritta che ora aveva le sue impronte digitali impresse in un angolo della prima A. Magari ha sacrificato qualche gufo o un elfo domestico? Creepy.

Mi guardo intorno e mi sembra che siamo tutti venuti qui per partecipare a una festa in maschera. Ma allora dov’è la musica? Dov’è la gente che balla e ride? E che scherza? Dove sono i buffet ricchi di cibo e bevande? Mi guardo intorno e anche se la sala grande è affollata di gente è più desolata che mai. I grandi tavolo su cui siamo solito fare colazione sono spariti, non ci sono docenti che possano aiutarci e siamo un gruppo di studenti che ha infranto il coprifuoco. Verremo punti? Forse è proprio questa situazione assurda la nostra punizione? Qualcosa di esemplare per far stare in riga tutti gli studenti del castello. Mi assale il panico pensando a quanto macchiata sarà la mia reputazione se finisco in una qualche lista nera della scuola. E se dovessero dirlo a mio padre? Mi trattengo dal emettere un singhiozzo di disperazione soltanto perché Eve mi rivolge la parola. Anche lei ha molte domande ma poche risposte.
Hai ragione! Dobbiamo collaborare. faccio eco alle sue parole, convinta di voler aiutare ma senza trovare davvero qualcosa da fare. Mi guardo intorno e vedo già gruppetti formati che si mettono all’opera: qualcuno vicino a me sta esaminando la scritta, vicino alla porta serrata qualcuno cerca di aprirla. Eve sta lanciando un incantesimo Lumos sul gruppetto che sta cercando una soluzione alle gemme in terra. Ma io non riesco a pensare, ho un fischio che mi suona nelle orecchie e annebbia i miei pensieri, così come la paura che mi assale. Non so che fare. Sfodero la bacchetta. Decido di allontanarmi dal gruppo e esplorare la Sala Grande in cerca di qualcosa. Magari un altro indizio.