Poor Dreadful Troll

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    Corvonero
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    Scadente. Il voto che il professor Mountbatthen aveva assegnato per il compito che avevo svolto in classe mi aveva lasciata pietrificata per il resto della lezione di Pozioni. Merlino solo sapeva per quale strana forma di stregoneria le pozioni fossero tanto importanti, per Morgana! Ecco verso chi avrei dovuto rivolgere le mie attenzioni e i miei mali pensieri, dei quali sinceramente un po' mi vergognavo, verso la perfida strega che aveva tanto cercato di contrastare il potente mago Merlino. Doveva essere colpa sua se ora io mi trovavo a dover lottare con complesse equazioni fisiche e chimiche, in aggiunta alla variabile magica, che costituivano il 90% delle lezioni di Pozioni. Con la parte teorica, molto risicata a dirla tutta, riuscivo appena a raggiungere un livello di Oltre Ogni Previsione, la mia media più bassa, e per quanto mi impegnassi questo bastava appena a garantirmi la sufficienza nel compensare il disastro della parte pratica. Come per il confezionamento di dolci, l'arte delle pozioni non mi apparteneva. Potevo anche studiare tutto il ricettario, o formulario, ma i miei muffin non si sarebbero mai gonfiati e la mia pozione si sarebbe bruciata. Non ero il tipo di ragazzina debole che non sa accettare un'insufficienza, anzi quando riguardava le pozioni ci ero ormai abituata, ma vedere ricevere una S per un compito teorico, un saggio, che mi aveva preso tutto il pomeriggio a discapito delle altre materie scolastiche mi aveva fatto venire il nervoso. Per tutto il resto della lezione ero stata distratta, assente per meglio dire, senza seguire l'argomento e senza prendere appunti, infondo a chi sarebbe importato se anche a fronte di tanto impegno la mia valutazione rimaneva Scadente. Tanto valeva che saltassi le lezioni, che accettassi un Troll a prescindere e mi sarei evitata dei grandi mal di testa. Ma Pozioni era una materia importante e i M.A.G.O. in questa materia erano pressoché richiesti per qualunque professione volessi applicarmi. Soltanto il suono della campanella mia aveva sottratto alle mie lucubrazioni, risvegliando però un profondo senso di tristezza. Avevo Incantesimi l'ora successiva, ma non mi sentivo in grado di seguire alcuna materia. Anzi, un senso di sconforto parve assalirmi e rischiavo di infrangere una delle mie regole d'oro. Oltre alle varie arriva sempre cinque minuti prima per essere certa che sarai puntuale, al rispetta sempre l'opinione altrui e non rimandare mai a dopo quello che puoi fare ora, sicuramente molto importanti avevo anche una regola che forse era frivola, ma mi era stata insegnata da mia madre sin dai tempi in cui il Richard Griffin, mio padre, ci aveva abbandonate per andare con una sciacquetta di vent'anni più giovane e la regola in questione è: mai piangere in pubblico. Uscita dall'aula di pozioni, nel poco accogliente corridoio sotterraneo, mi ero defilata in fretta e furia dalla massa di persone che confluiva al piano superiore, spostandomi un po' più dentro i sotterranei, per lasciare che la frustrazione provata per quel voto trovasse sfogo in alcune lacrime che avevano iniziato a rigarmi il volto. Odiavo pozioni.

     
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    Serpeverde
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    Credo, anzi ne sono sicuro, che il professore Mountbatthen sia un vero stronzo, uno di quelli per cui il detto chi non sa fare insegna calza alla perfezione e la cui frustrazione per il suo essere così inadatto si trasforma in compiti impossibili e verifiche assurde per il solo gusto di rompere il cazzo a noi studenti. Più di una volta mi sono dovuto trattenere, a stento, dal tirargli un cazzotto su quel naso aquilino che si ritrova e magari aggiustargli i connotati. Che debba trombare di più è un'altra cosa di cui sono sicuro, certo è che poche donne avrebbero il coraggio di avvicinare il volto a quella specie di proboscide che il caro docente si ritrova, anche se le sue doti con le Pozioni, tanto millantate e stressate nelle nostre orecchie a ogni lezione, dovrebbero permettergli di stordire o confondere la sua preda al punto da convincerla. O forse no? Chi non sa fare insegna, appunto. Quel giorno il docente si è divertito a far piovere una pioggia di Troll e Scadente su mezza classe, Grifondoro e Tassorosso in pirmis, qualcuno di noi Serpeverde ha preso anche qualche A e uno di Corvonero, uno che è sulla buona strada, sia come frustrazione che come incapacità per qualunque altra cosa non sia studiare, per essere l'erede di Mountbatthen, che ha addirittura preso un Eccezzionale. Ho visto scene da folli in quella classe, con proteste e gente che si disperava per la media rovinata e qualche cavolata sui M.A.G.O. (ma poi, io, sti G.U.F.O. li ho dati?) e altre cose che non mi interessano e nemmeno mi sforzo di comprendere e finita la lezione me ne sono uscito con Scott, un Lestrange con la puzza sotto il naso, che si è procurato delle sigarette babbane. Adoro i babbani e i loro infiniti modi per cercare di rovinare la loro patetica vita con cose che lo renderanno ancora più patetico e succube. Sfilo il cilindro arancione e bianco da pacchetto che mi è offerto, un sorriso da cafone increspa le mie guance in due fossette. "Questa D va celebrata a dovere" replico allo sguardo perplesso del Lestrange, picchiettando con l'unghia dell'indice la sommità della sigaretta, quella che si accende. "Bigi?" mi chiede come se potesse esserci risposta negativa a questa domanda e per non deluderlo accenno a un si muovendo su e giù la testa. Lo vedo esitare, osservando le persone che oltre le sue spalle si stanno incamminando verso il piano di sopra per chissà quale altra lezione dell'orario scolastico che ho perso al primo giorno e che non ho mai imparato, poi guardando me e la mia sigaretta. "Non ti avevano fatto il culo per le troppe assenze?" ghigno, divertito perchè il coglione di Lestrange ha una madre che lo bacchetta come il suo cagnolino, vuole avere il figlio perfetto che diventerà Caposcuola il prossimo anno e gli rompe il cazzo, mentre io sono il solito cane sciolto che non solo può fare il cazzo che gli pare, ma che pure non si fa beccare. Scott si incazza, si arrabbia al punto che vedo le nocche farsi bianche, ma poi molla il colpo e se ne va, dicendo qualche stronzata che ho già smesso di ascoltare. Dondolo sui talloni qualche istante, per assicurarmi che tutti siano saliti al piano di sopra e che non ci sia più nessuno sulle scale, il Mountbatthen si è già richiuso nel suo ufficio a farsi una sega e a rompere il cazzo con la prossima sfilza di Troll delle verifiche che ha sicuramente sotto mano, e io finalmente posso farmi due tiri. Rigiro la sigaretta tra le dita, un tic nervoso misto a esercizio acrobatico che mi diverte fare ogni volta che ne ho una sottomano, addentrandomi nei sotterranei che come Serpeverde conosco molto bene. proprio lì, dove avrei voluto accendere la mia bionda e godermela contro il muro incontro una bionda decisamente inaspettata. Noto immediatamente che indossa i colori blunero dei Corovnero "Ti sei persa, principessa?" domando, parandomi davanti a lei e scrutandola con attenzione in volto. Merda. Una piagnucolona.
     
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    Tirai un po' su con il naso, trovando un certo conforto nelle lacrime calde che mi rigavano il volto e scendevano lungo le guance, precipitandosi oltre la mandibola e perdendosi nel nero garantito dal buio dei corridoi sotterranei. In lontananza avevo avvertito delle voci, un tono più forte del brusio delle persone che erano sfilate fuori dall'aula e si erano dirette ai piani superiori per le prossime lezioni, ma speravo che nessuno avesse l'ardire di avventurarsi nei sotterranei e che in ogni caso fosse troppo preso da se stesso per accorgersi della mia presenza. Per prevenire ogni possibile situazione, e per evitare di infrangere la regola del mai piangere in pubblico mi ero passata velocemente la manica della divisa, sfregandola su occhi e guance, per cancellare le lacrime, poche ma comunque visibili, che avevano dato sfogo alla mia frustrazione per quella situazioni di pozioni che si perpetuava da quando Mounthbatten era diventato il docente in carica. Fortunatamente sono stata abbastanza previdente, perchè dopo poco sento una voce maschile che mi fa "Ti sei persa principessa?" provocandomi un brivido di preoccupazione nella schiena. Il volto del ragazzo si para davanti ai miei occhi con aria di scherno, forse addirittura disgusto, e prego Morgana che non si notino i miei occhi lucidi. "No." rispondo con voce neutra, cercando di trovare voce che però mi esce roca, dopo essere rimasta in silenzio per tutta l'ora precedente dopo aver preso il mio voto Scadente, ancora mi arrabbio a pensarci, e cerco quindi di rimediare e fare un'impressione migliore "Stavo per andarmene, anzi." rispondo questa volta con voce più limpida, spostandomi dalla vista del ragazzo e voltandogli le spalle.
     
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    Sono lacrime, merda. Non sopporto proprio la gente che piange, soprattutto in pubblico. Forse la principessina si è addentrata nella tana delle serpi nella speranza di avere un po' di privacy, per sfogare le sue frustrazioni represse, per come è vestita tutta composta con la divisa posso già dire che è una santarellina del cazzo, con la cravatta legata così stretta al collo che mi stupisco che riesca a respirare. Mi chiedo che cazzo di problemi possa avere una come lei, ma non penso di sbagliarmi molto ad azzardare che sia legato a qualche stronzata scolastica della quale me ne infischierei. La Corvonero forse ha rovinato la sua media perfetta di Eccellente prendendo un E-? O forse ha guadagnato meno punti di quelli che si aspettava, buh-uh. "No." se non altro non sta piagnucolando o singhiozzando, cazzo, non lo sopporterei. Continuo a giocare con la mia sigaretta, facendole fare giravolte tra una nocca e l'altra, continuando a guardare con una certa aria di scherno la perfettina piagnucolona. "Stavo per andarmene, anzi." sembra cercare di convincere più se stessa che rivolgersi a me. Faccio spallucce, alzandole entrambe e poi rilassandole, con la classica aria di a chi non frega un cazzo. Come in effetti è. Mi volta le spalle. "Ecco brava, levati dal cazzo che questo è il mio posto." rispondo aspro, appoggiandomi in fretta al muro che prima occupava la bionda, schiacciando le spalle e la parte finale della schiena sul puro freddo e accendendo la sigaretta. La punta rossa illumina l'ambiente e dopo un tiro soffio nella sua direzione una nuvola di fumo. "Che poi la principessa si scandalizza se vede uno fumare" la schernisco, per il solo gusto di farlo, non che abbia particolari cose contro la ragazza se non per il fatto che si sia trovata nel posto sbagliato, il mio posto nicotina, e che si sia messa a piagnucolare nei sotterranei non può che essere un incentivo per deriderla. Dopo una bella risata sprezzante, tiro un altra boccata di fumo dalla sigaretta. Aaah.
     
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    La voglia di andarmene, scomparire e fuggire si impossessa di me nel giro di pochi secondi. Sono profondamente imbarazzata che qualcuno, un'estraneo, mi abbia visto piangere, cogliendomi in un momento di grande vulnerabilità e questo mi fa anche un po' incazzare. Volevo solamente stare da sola per qualche minuto, sola e senza nessuno intorno. Questo cameratismo da college che ha Hogwarts mi soffoca: anche nel mio dormitorio non sono mai sola, ci sono sempre altre ragazze intorno e l'unico luogo dove si può piangere in pace, sommessamente e senza singhiozzi, è sotto la doccia. Non sono abituata a non avere una mia privacy, una mia camera dove sbattere in faccia la porta al mondo e chiudermi in un mondo solitario che mi permette di reagire come voglio alle mie delusioni. Si tratta di un'illusione perchè anche a casa non sono mai sola in realtà, le orecchie di mia madre sono tese e pronte a cogliere ogni cedimento psicologico e a intervenire, non mi stupirei se per farlo buttasse giù persino la mia porta. Questa assenza di privacy, della quale non mi ero mai accorta, mi soffoca e mi opprime nel giro di pochi istanti. "Ecco brava, levati dal cazzo che questo è il mio posto." decido subito che lo detesto, il modo aspro con il quel si rivolge a me è del tutto ingiustificato, non fa che ferire il mio animo già fragile. Stringo le mani in un pugno, facendo così tanta pressione che mi fanno male le nocche. "Non ho visto nessun cartello che indicava "proprietà dello stronzo di Serpeverde" Persino io sono stupita di aver usato una parolaccia, mi immagino già mia madre pronta con il sapone di Marsiglia e l'acqua calda per sciacquarmi la bocca. Provo a non farlo notare, mii sono voltata, la faccia contratta in un espressione schifata e deformata dalla rabbia che avvampa dentro di me come un fuoco crescente. "Che poi la principessa si scandalizza se vede uno fumare" continua lui, come se il mio stato non gli interessasse o addirittura lo divertisse. In vita mia non ho incentivato atteggiamenti aggressivi, sono sempre stata contro la violenza sia fisica che verbale, ma farei volentieri un'eccezione per il ragazzo dai capelli mori che sta già fumando. "Eppure l'unico che piagnucola per avere il suo posto per fumare sei tu." non ho più alcuna intenzione di andarmene, per qualche motivo la rabbia che provo mi scalda e mi rende più coraggiosa di quanto sia mai stata, però sento ancora gli occhi che pizzicano per le lacrime non versate e questa situazione mi fa salire ancora di più la voglia di urlare o piangere e spaccar tutto, particolarmente il naso dello stronzo. "E smettila di darmi della principessa." Aggiungo, piazzandomi davanti a lui a braccia conserte, osservandolo che fuma e si annebbia polmoni e cervello. Eccolo, il super uomo del ventesimo secolo.


     
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    In vita mia sono stato chiamato in diversi modi e stronzo non è lontanamente uno dei peggiori. Appoggiato al muro, le spalle rilassate mentre l'umidità dei sotterranei inizia a infiltrarsi come muffa attraverso la trama del tessuto della mia divisa, non posso fare a meno di sorridere. Le labbra sono tese in un ghigno divertito, uno di quelli che se sfoderati in casa Black mi procurerebbe un manrovescio da capogiro, mentre scuoto appena la testa, qualche ricciolo nero mi solletica la fronte. " Non ho abbastanza soldi per un cartello, principessa. Ma puoi mettercelo tu. Oppure ci posso pisciare come un cane, che dici ti aiuterebbe?" Sono sboccato, volutamente. La guardo trovo un ultimo istante, per poi abbassare lo sguardo sulla punta incandescente della sigaretta e spargere la cenere a terra, come a marcare il territorio. Cazzo che sangue al cervello che mi fanno venire le moraliste perfettine del cazzo. Mi viene una bestemmia, dovevo trovarla proprio io? Volevo solo farmi una tirata in santa pace, non trovarmi la santa inquisizione delle vergini a scartavetrarmi le palle. Sono sempre a favore delle vergini e di qualcuno che si occupa dei miei genitali, ma non in questo modo. Porto la sigaretta alle labbra e inspiro, con più violenza di quanto pensassi, incendiando di rosso la cenere in punta, che quasi mi cade sulle scarpe."Eppure l'unico che piagnucola per avere il suo posto per fumare sei tu." Faccio spallucce, soffiandole per tutta risposta in faccia la boccata di fumo che ho appena aspirato. La nuvola di fumo mi ostruisce la visuale della santarellina per qualche secondo di godimento. Quando si dissipa la mia faccia da cazzo è accompagnata dall'immancabile ghigno. "L'unico che piagnucola qui sei tu, principessa. Non hai preso Eccellente oggi? Buh-uh." le faccio il verso, portandomi un pugno chiuso agli occhi e mimando uno che frigna e si dispera. Ha ancora gli occhi lucidi e rompe a me. Certo che la gente sa essere veramente ipocrita. "E smettila di darmi della principessa." Mi viene quasi da ridere, vedendola lì con le braccia conserte, il finto broncio sul viso, sembra proprio mia madre cazzo. Sono piuttosto certo che finirà quasi uguale, sposata in un matrimonio senza amore, con il marito che la tradisce e lei che affoga il fastidio scialacquando il patrimonio di famiglia. " Sua altezza reale, mi perdoni" rido sprezzante, esibendomi in un goffo e ridicolo inchino, piegando il busto in avanti e poi prendendo una boccata di fumo dalla sigaretta, prima di rimettermi in posizione eretta e appoggiarmi di nuovo al muro.
     
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    Tess.


    Non riesco proprio a capire il comportamento del Serpeverde. Che cosa ho fatto di male, se non trovarmi al posto sbagliato nel momento sbagliato? Se, uscita dall'aula di Pozioni avessi anche solo lontanamente immaginato di poter trovare qualcuno in questo vicolo buio e pieno di muffa non mi ci sarei mai avventurata. Ma il senso di frustrazione continuava a montare dentro di me, sentivo anche in questo momento l'argine delle lacrime premere appena dietro le mie sclere arrossate, una diga instabile che poteva cedere da un momento all'altro. Non mi sarei mai più aggirata nei sotterranei che per altro motivo che per andare a lezione, decisi subito. Uscire dalla mia comfort zone non faceva per me, così come non faceva per me essere beccata a piangere e soprattuto essere trattata in tale malo modo da un perfetto sconosciuto.
    "Non ho abbastanza soldi per un cartello, principessa. Ma puoi mettercelo tu. Oppure ci posso pisciare come un cane, che dici ti aiuterebbe?" Sento le lacrime incombere sempre più vicine, costringendomi a trattenerle con maggiore forza che in precedenza, non voglio abbassarmi ancora di più all'umiliazione che sto subendo. Questo ragazzo strafottente se la sta prendendo con me senza un vero motivo, solo per il gusto di dire cattiverie e ferire le persone. Lo so, eppure non riesco a non essere ferita dalle cattiverie che vengono pronunciate. Non capisco cosa c'entri la situazione economica, lui non sa proprio nulla di me. Sospiro, sembra quasi uno sbuffo, mentre stringo ancora i pugni. Non sa nulla di me, non sa che mia madre si sbatte un sacco per cercare di non intaccare le ultime centinaia di galeoni che ci sono rimasti in Gringotts, non sa che ho dovuto acquistare pochi libri nuovi, accontentandomi di versioni scritte e logore di altre materie, che indosso una divisa che mi sta ben più grande di quanto sarebbero le mie vere misure, perchè ho dovuto accettarne una che era stata confezionata per un'altra ragazza? "Fai come credi." rispondo lapidaria, con lo sguardo basso per evitare che le lacrime inizino a sgorgare proprio in quel preciso momento e come se lo sapesse, come se sapesse che sto per vacillare dinanzi a queste lacrime amare il Serpeverde rincara la dose "L'unico che piagnucola qui sei tu, principessa. Non hai preso Eccellente oggi? Buh-uh." Punto i miei occhi chiari in quelli scuri di lui, recuperando un coraggio che non mi appartiene. "Non sai un cazzo di me." rispondo con tono duro, ma la voce si incrina, mi succede sempre quando sono agitata e sto per litigare, capita anche quando discuto con mia madre e le lacrime iniziano a sgorgare come rivoli, sfuggendo alle ciglia che cercano di arginarle invano "Per te conta solo il tuo fumo" avrei voluto aggiungere di merda ma mi blocco, ho già usato troppe parolacce per essere una ragazza che non le dice mai "Non sai proprio nulla dei problemi veri. Resta nella tua ignoranza e spero che ti strozzerai con quella sigaretta, magari un giorno dovrai preoccuparti di un tumore, chissà." piango, urlo, lo guardo attraverso la patina annebbiata delle lacrime che si stanno accumulando nel cristallino, ma non mi importa. Tanto mi prenderà in giro in ogni caso, per qualunque motivo gli possa passare in mente. É una persona così negativa e sprezzante che probabilmente si comporta così con tutti. Decido di odiarlo, mi lascio avvolgere dalla sensazione calda dell'ira. "Sua altezza reale, mi perdoni" la sua risata sprezzante mi riverbera dentro scuotendomi, alimentando ancora di più quell'odio, odio di cui è carico lo sguardo di fuoco che gli rivolgo. "Stronzo" ho solo la forza di dire, mentre lui mi prende ancora in giro con un inchino goffo e sfacciato. Turo su con il naso, rumorosamente, e decido che ne ho abbastanza. Raccolgo quello che resta della mia dignità calpestata, voltandomi, mi passo la manica sulle guance per raccogliere le lacrime che sono scese e mi allontano da lui, con un passo così svelto che sembra che stia sfuggendo da un incubo. Un incubo con un mostro a cui non posso dare nemmeno un nome. Resterò lo Stronzo di Serpeverde.

     
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6 replies since 30/11/2020, 10:57   101 views
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