Passeggiate serali

Libera!

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  1. Adeline Walker
     
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    Ghiaccioli
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    -Mi avete fatto preoccupare, siete sicura vada tutto bene?-
    Accidenti, si era preoccupato sul serio.
    Preoccupata lei per la possibile preoccupazione di lui, preoccupazione effettivamente confermata.. risultato? Una preoccupazione al quadrato.
    Un tiepido porpore colorò le guance di Londra, che tuttavia alle parole seguenti del mago, si ritrovò nuovamente a ridacchiare:
    -Ma quale scortesia, ha proprio ragione- si sciolse in un sorriso, come a voler inconsciamente mostrare a quello sconosciuto come si faceva, a sorridere sul serio, mentre lo sguardo bicromo continuava il suo scrupoloso studio del neo conoscente.
    Gentile e socievole sempre, curiosa e analitica come se ogni nuovo incontro divenisse oggetto di studio, anche.
    -E conoscendo il vicinato dovrei darle doppiamente ragione, conosco qualche strega che al più sottile dei sussurri ha già le orecchie alle finestre!-
    Certo, diamo anche l'indirizzo di residenza al primo che passa Ad. Complimenti..
    Ma il pensiero nacque e morì nel giro di pochi decimi di secondo dato che il battito di ciglia seguente, Adeline stava già assaporando tredici nuovissime lettere combinate in maniera del tutto personalizzata da associare allo sconosciuto che le si parava di fronte – ora di fatto, un tantino meno sconosciuto.
    -Callum Mahoney- ripetè quindi sorridente, sfilando la mano destra dal tiepido guanto blu che la stava fasciando e porgendola così al mago.
    -Non ha freddo con solo quel cappotto indosso, signor Mahoney?-
    Chiese ridacchiando, mentre il freddo pungente cui aveva lasciato libero accesso dalla pelle candida lasciata allo scoperto le ricordava, attraverso un brivido con origine nella colonna vertebrale, quanto avesse fatto bene a tenersi così al caldo e sì – come merlino faceva la restante parte della popolazione, magica e non, a sopravvivere a quelle temperature con anche solo uno strato di lana in meno.
    Istintivamente la Medimag si strinse un po' tra le spalle, affondando il naso nell'ampia sciarpa azzurrina: le iridi verde azzurre continuavano a sondare curiose l'uomo lì di fronte, ma il corpicino della strega non poteva che ringraziare quei vari strati di vestiario e.. ricordarle, attraverso una lieve pressione dalle parti della sua coscia destra, che se Abe si imbarazzava enormemente di fronte a sconosciuti, figurarsi poi quando questi notavano che portava un qualsiasi capo.
    -Credevo...Credevo che gli elfi domestici non potessero indossarli.-
    -In effetti ha ragione.- dondolò un poco sui talloni, ponderando la risposta da dare che nel complesso avrebbe dovuto spiegare una situazione se non assurda agli occhi di molti (magari persino ripugnante, imbarazzante e diffamante la stirpe dei “portatori di bacchetta” per alcuni) sicuramente.. quantomeno bizzarra ecco: -Io.. non condivido l'idea diffusa di assoggettare creature magiche al nostro volere.- iniziò quindi, con tono gentile ma chiaro.
    -Ho fatto richiesta al Ministero per un elfo domestico, ma l'idea era più quella di trovare un semplice aiuto e possibilmente.. un amico.-
    Lo sguardo verde azzurro si spostò dal mago all'elfo, mentre una muta richiesta vibrava tra la strega e quest'ultimo.
    -E per fortuna così è stato. Abe mi aiuta moltissimo in casa e con alcune commissioni, dato che ho anche due differenti lavori per cui gli impegni sono molti.. ma ha per questo una paga mensile e un giorno libero a settimana e - soprattutto – di fatto la libertà di fare ciò che più gli aggrada, libertà di espressione.. libertà di andarsene, se lo volesse.-
    Tornò ad osservare il suo interlocutore, ancora più curiosa adesso della sua eventuale reazione.
    Sapeva bene di vivere in un mondo in cui determinati pensieri e prese di posizione potevano sollevare da polemiche polverose a polveroni polemici, ma in ogni caso non era in alcun modo intenzionata a ritrattare la sua posizione, tantomeno su determinati argomenti, ed era pronta ad ogni evenienza.
    In compenso, al solo citare la buia e terrificante “libertà di andarsene” un potente tremolio aveva pervaso il suo elfo che, ben lungi dal non comprendere e accogliere con benevolenza la possibilità che gli veniva offerta, comunque rabbrividiva al solo pensiero.
    Questo principalmente perchè, per contro, la possibilità di andarsene significava anche la conseguente possibilità di ritrovarsi poi alla mercè di chissà quali maghi e streghe, uffici ministeriali alle calcagna, derisione e sdegno dai suoi simili nonché dagli umani, solitudine.. con quella strega aveva trovato sì lavoro, ed un lavoro di cui si sentiva partecipe, ma anche accoglienza, libertà comunque di vario genere e sopra ogni altra cosa calore ed affetto sinceri, nati e cresciuti in maniera reciproca letteralmente sotto lo stesso tetto.
    Un piccolo moto di decisione e orgoglio personale mosse quindi finalmente i lunghi arti della creatura, che con una nuova luce negli occhi si sistemò decisa il suo bel cappello rosso sulla testa. Il suo, perchè se lo era comprato da solo con i suoi soldi, guadagnati grazie al suo lavoro. Ecco.
    -Piacere di conoscerla, signor Mahoney.-
    Si pronunciò quindi finalmente Abe, mettendosi a fianco della sua strega.
    Adeline sorrise, più tra sé e sé che rivolta a qualcuno in particolare.

    -Mahoney.. non è propriamente inglese, o sbaglio?-

    Aaah, Adeline Walker e la possibilità di conoscere nuove persone e fare amicizia: un'accoppiata indissolubile e perfetta, come la sua sciarpa azzurrina ed i suoi guanti blu.
     
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7 replies since 10/1/2021, 19:09   147 views
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