[EVENTO]THE WLAZA - INAUGURAZIONE

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    DEAN LAWRENCE
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    Nemmeno a Natale il The Blind Pig aveva chiuso. Di solita facevano persino incassi da record: le feste attirano sempre gente a gettare i problemi, familiari o di altro genere, sull’alcol. Dean Lawrence era una di quelle persone che non disprezzava il Natale ma che durante la giornata del 25 Dicembre preferiva lavorare. Il motivo risiedeva nella famiglia Lawrence e nella moltitudine di problemi che essa portava, delle discussioni e dei litigi che affioravano inevitabilmente sotto la pressione delle feste e il fatto che si stesse a tavola per ore con fiumi di alcol a inibire le menti dei presenti. Come nessuno si fosse ancora accoltellato o avesse cercato di castare una qualche maledizione senza perdono era quasi un miracolo, soprattuto da quando, da qualche anno a questa parte, avevano cominciato ad allargare il pranzo di famiglia ai Crawford, non propriamente dei santi e non propriamente tranquilli per natura. Ma in quel fine settimana le disposizioni del vecchio Gnarlak erano state chiare: il Blind Pig sarebbe rimasto chiuso. Troppa era stata la copertura mediatica sull’inaugurazione del Wlaza Hotel per poterci competere. Almeno per quella sera la notte di New York sarebbe appartenuta alla concorrenza. Il Lawrence si era così inaspettatamente trovato ad avere una serata libera. Ma erano tutti, almeno i pochi conoscenti con cui intrattenesse dei rapporti, lì. Aveva intrecciato su se stessa le dita, creando nodi insolvibili con la stoffa della cravatta, aveva maledetto se stesso e tutti i suoi avi, aveva scomodato persino Merlino e Morgana, ma nulla era riuscito a fargli legare in maniera decente la cravatta. Ci aveva rinunciato, infilandosi una palla di stoffa blu aggrovigliata nella tasca della giacca del vestito che indossava. In un crac si era trovato in un salone fin troppo sfarzoso che costituiva il salone delle feste del The Wlaza. Nato e cresciuto in un ambiente che tutto sommato era abbastanza sfarzoso, non quanto quello che poi aveva scoperto essere il vero lusso nella casa - villa- dei Crawford, non rimase impressionato dalle decorazioni e dagli addobbi offerti dall’ambiente che era inaugurato quella sera. Ovviamente il The Blind Pig restava una lurida bettola, ma la cosa non lo stupiva, considerando che l’unico altro locale con il quale avrebbe potuto reggere il confronto, magari aggiudicandosi una vittoria, era soltanto il Testa di Porco. Insomma, un modesto pub per alcolisti anonimi e non, senza troppe pretese di essere qualcosa che non era. Forse lavorare come barista al The Wlaza sarebbe stato meglio, con maggiori garanzie e perché no, magari qualche altro vantaggio, ma non gli avrebbe permesso di collezionare l’infinita sfilza di donzelle ubriache che avevano mostrato, più o meno involontariamente, il seno al Lawrence, che non aveva affatto disdegnato, sebbene non fosse solito approfittarsi delle ragazze ubriache. O comunque che fossero piacevolmente brille ma non ancora in coma etilico… la sua mente vagò a qualche mese addietro, a un certo incontro piccante nel magazzino dei liquori con la bellezza orientale Cheyenne. La vista di Hedel lo colpì forte come uno schiaffo, facendolo tornare con i piedi a terra, nel tempo presente del qui ed ora. Hedel era da togliere il fiato. Si prese tutto il tempo per studiarne i dettagli, il vestito che fasciava sinuoso le sue curve da capogiro, il modo in cui il tessuto abbracciava i fianchi della strega, la scollatura generosa che avrebbe causato qualche infarto. "Cameriere… " chiamò allungandosi ad afferrare un bicchiere di champagne, che bevve in un sorso, assolutamente necessario per bagnare le fauci rese secche e asciutte dalla vista della piccola di casa Crawford. Si costrinse a distogliere lo sguardo dalla strega, prima che qualcuno lo scambiasse per un molestatore e ricordandosi che anche Nathaniel era in giro, se lo avesse visto con la bava ala bocca per sua sorella nulla gli avrebbe risparmiato un cazzotto sul naso… non ci teneva a dare spettacolo in una serata tanto elegante quanto quella che si prospettava quel giorno. Prese fiato, tentò di ricomporsi, regolarizzando il respiro e il battito del suo cuore. Si voltò, i suoi occhi furono subito catturati dalla figura di Hedel Crawford, cercò di restare tranquillo, ricacciando in profondità quel batticuore e quei sentimenti che non poteva assolutamente permettersi di indagare, che mai avrebbe approfondito, mentre si avvicinava a lei sfoderando il sorriso più strafottente che gli riuscisse. " Sai, vero, che qui non servono alcol ai minorenni, piccola Crawford?" la canzonò, come il fratello maggiore che non era mai stato, osservando il calice di champagne marchiato dal rosso del suo rossetto, ma andando a far brindare un nuovo calice, recuperato dopo quello che si era scolato in precedenza, con quello della strega. " Tuo fratello?" Domandò, deglutendo un sorso di alcol, troppo poco forte, avrebbe tanto preferito essere al The Blind Pig dove avrebbe potuto trafugare un buon whisky incendiario, seguendo lo sguardo scuro della Serpeverde per capire cosa o chi stesse scrutando in quel momento.
     
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    Ghiaccioli
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    BEATRIX DIAMANTE BLACK
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    Del labbro arricciato in una smorfia di disgusto e noia aveva fatto il suo marchio di fabbrica e insieme con il mascara e il rossetto costituiva il suo trucco di quella serata. Ovviamente i Black non potevano mancare a qualsivoglia evento mondano, soltanto quelli degni di nota per ragioni fin troppo scontate per stare a ripeterle, e quindi eccola lì. La strega più bella di tutta la sala da ballo, anche sulla soglia della maggiore età era consapevole che gli occhi di tutti fossero posati su di lei e sulla sua chioma di platino. In contrasto con il suo cognome nero e con la chioma ribelle e corvino del cugino, al quale si accompagnava a braccetto.
    -Queste feste sono sempre così noiose e lo champagne, per Morgana, ormai è diventato così comune da risultarmi indigesto- disse avvalendosi della sua classica espressione annoiata, mentre a discapito di quanto appena annunciato afferrava il secondo calice di champagne da uno dei vassoi e ne beveva il liquido dorato. Fasciata in un aderentissimo mini-abito bianco sembrava essere quasi un'angelo, ma sotto a quella chioma bionda si celava l'animo di un diavoletto, a guardare bene non era difficile intravedere la forma di due corna affiorare dalla sua testa. Restava comunque il diamante più splendente di tutta la serata.
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    Corvonero
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    RAVENCLAW
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    Disorientata si guarda intorno: c'è troppa gente, ci sono troppe cose nuove. Poi lo percepisce prima ancora che arrivi, una presenza alle sue spalle, subito accompagnata da un "ciao bellissima". Si scioglie vedendolo così elegante nello smoking che indossa. Ciao a te, splendido risponde, azzardandosi a dargli un veloce bacio sulla guancia, non si sono ancora spinti più in là di così e deve essere lui a fare il prossimo passo c'è tanta gente stasera osserva, sempre sorridendo.
     
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    Cheyenne Luna Black
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    Prima il piacere e poi il dovere. No, non era proprio così. Quando si trattava di dovere la Black era molto brava a porlo dinnanzi a ogni cosa, precisa e puntuale nel suo lavoro ( da un lato preparava dolci e dell’altro pozioni curative, la precisione era fondamentale in entrambe le sue professioni) un po’ meno brava a staccare e a svagarsi. Per lei porre prima il dovere e in secondo luogo il piacere non era mai stato un problema, spesso però il suo stacanovismo la faceva diventare una persona poco socievole e sociale, aspetti che non appartenevano al suo carattere. Quando si trattava poi di lasciare i Tre Manici di Scopa per prendere parte a qualche evento, che ovviamente avvenivano per gran parte il sabato sera, la sua propensione al lavoro prendeva il sopravvento e il più delle volte si trovava a rinunciare a prendere parte agli eventi o peggio ancora a disdire all’ultimo minuto perché sapeva che i sensi di colpa per aver lasciato il locale alle sue sorti le avrebbero compromesso il resto della serata. Era vero, la Black faticava a divertirsi, non creava aspettative sulle serate e nella maggior parte dei casi questo le permetteva di scegliere, anche piuttosto facilmente, il lavoro. Quella sera però era diverso, oltreoceano nessuno si sarebbe perso quella festa, una serie di vecchie conoscenze della Black, principalmente ex-compagni di Ilvermorny, le avevano scritto per sapere se ci sarebbe stata all’evento più esclusivo di tutto l’anno. E per qualche strano motivo dettato dall’impulso e da una vena meramente vanitosa aveva già confermato la sua presenza e quando il Sabato era arrivato non aveva potuto paccare, per evitare anche una pessima figura e sensi di colpa all’inverso. Si era agghindata in modo consono, dopo aver lavato via i residui di farina dalle ciocche corvine e aver controllato che non ci fossero tracce di marmellata sotto le unghie, indossando un vestito a balze nere con i contorni dorati che mettesse in risalto le sue curve morbide senza farle apparire troppo attillate dentro la stoffa. Un filo di eye-liner nero per mettere in risalto i grandi occhi d’ambra e si era smaterializzata in un pop. New York era caotica esattamente come la ricordava, da quell’anno e mezzo fa in cui ancora abitava con una no-mag, pagando l’affitto di una stanza quasi quanto ora pagava l’affitto di una villetta ad Hogsmeade (il fatto che non ci fossero babbani a voler comprare casa sicuramente diminuiva l’inflazione), usando con parsimonia la magia. Il rapporto Rappaport aveva reso insostenibile e quasi al limite della legalità questo tipo di convivenza, per sua fortuna si era decisa per un cambio radicale del suo stile di vita ed era andata nella ben più liberale Inghilterra. Mai scelta migliore era stata presa in tutta la sua esistenza.
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    Ministero della Magia
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    ▬NATHANIEL TRISTAN CRAWFORD▬
    SPEZZAINCANTI

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    Abili dita si intrecciavano intorno alla stoffa senza che nemmeno io ci pensassi, persino l’ausilio dello specchio era diventato superfluo per le operazioni che richiedevano di legare il nodo della cravatta, o come in questo caso del farfallino, intorno al colletto della camicia. Intorno alla giornata di mercoledì, mentre mi rivestivo per andare a lavoro dopo un focoso incontro con quella veela nei sobborghi di Manchester, avevo perso il conto del numero di volte in cui il nodo si era stretto attorno al mio collo, proprio sotto al prominente pomo d’Adamo. Avevo cercato di tenerne traccia per un mero conteggio personale, una curiosità, un po’ come quando con il Lawrence cercavamo di tenere il conto dei reggiseni (soltanto attraverso il tessuto della divisa) riuscivamo a slacciare nella strada che portava a Hogsmeade nella domenica pomeriggio di visita al villaggio magico. Era un gioco, ma perdere il conteggio non mi era sembrato tanto male. Finché mi ero trovato di nuovo agghindato in un vestito per andare a una festa, l’ennesima del mondo magico. Questa volta però era qualcosa di grande, un evento davvero imperdibile e non solo per l’inaugurazione del Hotel di New York. No. Quello era un evento marginale.

    C’erano proprio tutti potei constatare osservando la folla magica che si accalcava nel salone principale, forse pensato proprio per questo tipo di eventi o per un matrimonio, in un tripudio di colori sgargianti e improbabili. Fin troppa gente avrebbe potuto darmi fastidio, quanto meno irritarmi, ma non questa sera. La mia mente era proiettata ad altro, era attenta e vigile. C’era qualcosa che dovevo cogliere e non potevo certo lasciarmela sfuggire. Individuai mia sorella nello stesso momento in cui Dean le si affiancò. Le mie due persone insieme, un vero colpo di fortuna. Avanzai con passo sicuro, sfilando un bicchiere da un vassoio con una velocità che lasciava suggerire quanto fossi abituato a compiere un simile gesto, raggiungendoli nel momento in cui il Grifondoro domandava dove fossi.
    - Sono qui, idiota.-
    Risposi prima che potesse farlo mia sorella, con un sorriso mascalzone stampato sul volto.
    - Hedel.-
    Salutai poi mia sorella, questa volta rinvolgendole uno sguardo complice. Lei sapeva, non poteva essere diversamente. Mi sentivo un po’ in colpa, come se stessi tradendo la fiducia del Lawrence, ma non sapevo se fosse pronto a fare qualcosa del genere. Certo, di cose brutte ne aveva viste e sentite accompagnandosi a noi Crawford, ma il male che regnava nella nostra famiglia ancora non aveva corrotto l’animo di Dean che in fin dei conti restava sempre un Grifondoro.
    - Già individuato la tua conquista della serata? Insomma, qui c’è l’imbarazzo della scelta. Non ti biasimerei se puntassi a una cosa a tre, anzi saresti il mio idolo-
    Diversivo.
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    hedel anakin crawford

    Soltanto uno stolto non sarebbe stato in grado di cogliere i segnali del corpo della Crawford. Finto disinteresse, il volto che cambiava immediatamente direzione appena avvertiva che lo Skyfield stava per voltarsi, lingua che andava a più riprese a umettare le labbra della strega, in barba al rossetto che ormai era stato in parte sciacquato via dallo champagne e in parte da questo gesto, orecchie tese a captare eventuali frammenti di conversazione del grande ospite di quella serata. Abbastanza da sapere che non era stato lasciato solo un solo istante, almeno fino a quel momento. Un vero peccato che si facesse circondare da così tante figure dal profilo altrettanto basso, come si dice non è la quantità ma la qualità, eppure l'americano si stava lasciando sfuggire quello che era, in maniera quasi oggettiva, il miglior bocconcino di tutta la serata. Non era meramente una questione fisica, c'era altro, gli animi affini si riconoscono e la traccia scura della malvagità era qualcosa che aveva sempre attirato la Crawford, come avrebbe potuto essere diversamente per qualcuno nato e cresciuto in una famiglia che era sinonimo di male?
    Distese un ghigno serafico alla domanda che le fu rivolta: Dean Lawrence era comparso nel suo campo visivo, con i suoi capelli chiari spettinati sapientemente, lo sguardo vispo e quel sorriso che aveva infranto centinaia di cuori. « Oh, per questo resto fedele cliente del Blind Pig o di qualunque altro bar in cui ci sia tu.» disse scoccandogli un'occhiolino complice. Il grifondoro era stato responsabile di ben più di una sbronza avuta dalla strega quando ancora era minorenne, restava al gioco anche se ormai erano passati i tempi del alcol passato sotto banco dal Lawrence, sfuggendo allo sguardo indagatore del suo reale fratello maggiore. Bevve un lungo sorso di champagne, tornando a cercare con lo sguardo tra la folla Theodore Skyfield. Una nuova domanda raggiunse il suo timpano, ma non dovette rispondere perchè la voce di Nathaniel la colse alle sue spalle. Ascoltò con disinteresse lo scambio di battute che ne seguì, un classico tra di loro, poi salutò con un « Nate.» e ricambiando lo sguardo complice del fratello. Aveva trovato il messaggio della Gazzetta del Profeta. Accennò un breve movimento per annuire con il mento, come se fosse un gesto di poco conto, ma che sapeva sarebbe stato colto dal Serpeverde. C'erano alcuni affari che erano soltanto di famiglia, per quando Dean fosse considerato uno di loro da sempre, c'erano alcuni aspetti che era meglio restassero realmente soltanto tra coloro che avevano stretti legami di sangue. Si misero a parlare di donne, un'occasione perfetta per svignarsela. Sbuffò rumorosamente, roteando gli occhi al cielo rievocando gli stessi atteggiamenti da bambina viziata che aveva sempre assunto non appena i ragazzi iniziavano a fare giochi che la escludevano. « Come siete.» ripetè come se fosse profondamente annoiata da quella conversazione, svuotando in un solo sorso quello che restava del suo calice e cercando un vassoio vuoto sul quale posarlo, ma invano.

    Non potevo farmene nulla di un bicchiere vuoto. Inutile e fastidioso. Mi avvicinai così al Lawrence e gli consegnai il bicchiere vuoto, facendo attenzione a sfiorare le sue mani con le mie, osservando come la sua espressione cambiava. Soltanto una stordita come Hedel non vedeva l'effetto che provocava su di lui. « Vi lascio ai vostri giochi.» soffiai rivolta ad entrambi, quasi come se fossi gelosa o irritata dal maschilismo che potevano trasudare simili conversazioni tra i due maghi. Mi voltai, dando a entrambi le spalle e sapendo che uno di loro sarebbe stato troppo distratto da quanto appena successo, sfilai via nella camminata più sensuale possibile per permettergli di ammirare il mio fondoschiena che se ne andava. Avevo ben altri giochi da fare ora.
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    DEAN LAWRENCE
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    Seguire lo sguardo scuro della Crawford non lo aveva condotto a nessuno di particolare. Non si era premurato di indagare come si sarebbe sentito nello scoprire che la strega stava cercando qualcuno o ammirando un particolare mago, ma forse sarebbe stata una distrazione sufficiente per distoglierlo dalla sensazione di disagio che stava provando in questo momento. L’alcol che scorreva nelle sue vene era troppo poco forte, una gradazione troppo bassa per conferirgli quel leggero stordimento che procurava un certo rilassamento, invece ogni suo nervo era sensibile e il battito del suo cuore nel petto gli rendeva difficile distogliere l’attenzione anche solo per dedicarsi interamente alle parole di Hedel. " E se cambiassi lavoro? Finiresti in rovina." rispose alle parole della ragazza, un punta di delusione per essere considerato solo come un dispenser di alcol era stata ben mascherato dal tono di voce classico da spaccone. Ormai era abituato a dissimulare ogni sentimento con questo suo modo di fare sempre scherzoso e alla mano, era sicuramente più facile che affrontare le implicazioni di sentimenti ben più complessi e che portavano solo problemi. Alcuni più di altri. " Hey scemo." rispose senza scomporsi particolarmente, tirando un cazzotto bonario sulla spalla del migliore amico, del tutto indifferente al fatto che forse in un contesto sociale del genere sarebbe stato meglio adottare un comportamento più di classe ed elegante. Durante lo scambio di convenevoli aveva portato di nuovo il bicchiere alle labbra nella speranza di raggiungere il suo obiettivo di sano stordimento con la quantità di alcol assunto, quando le parole di Nathaniel quasi gli fecero sputare il contenuto in una nuvola vaporizzata sicuramente poco igienica ed elegante. Ingerì in fretta il liquido, quasi si causò un attacco di tosse, mentre cercava in fretta di capire come rispondere e le implicazioni di una simile frase. In presenza di Hedel non si erano mai spinti a parlare di cose di questo tipo, ma forse il fatto che proprio la strega non fosse più un innocente minorenne aveva aperto questa porta. Non gli andava molto bene di parlarne davanti a lei, non che pensava potesse essere gelosa o altro solo… forse non voleva essere visto come il classico puttaniere che immaginavano tutti che fosse. " Bionda e mora?" rispose velocemente mentre la ragazza stava sbuffando e finendo il contenuto del suo bicchiere in un solo sorso. La vide avvicinarsi, troppo, tanto che fu quasi tentato di indietreggiare ma invece la lasciò fare. Sentì il profumo della strega inebriagli le narici mentre il bicchiere vuoto veniva depositato nella sua mano libera. Ah. Era solo un barista, ancora una volta. Deglutì cercando di mascherare la smorfia di tristezza che questa volta era apparsa sulle sue labbra, tendendole in un sorriso forzato. Persino la lieve scarica di piacere che gli causò il contatto con la pelle liscia delle mani di lei servì ad affievolire la cocente delusione di essere trattato come un membro della servitù più che come un… qualcosa. Si congedò con un’espressione annoiata dai loro giochi. Forse lo aveva fatto per ferirlo visto che lui, a dire di Nathaniel, sarebbe finito a letto con altre donne. No, no. Cancellò subito questa ipotesi, era troppo da zerbino per qualcuno come lui, si limitò a cercare di non farsi rovinare la serata. " Penso che punterò a un’americana, l’ultima che mi sono fatto è stata…"

     
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    Theodore Skyfield
    Proprietario de The Wlaza
    Per il bene superiore!


    Fiero dell'affluenza che era sopraggiunta nell'atrio dell'Hotel, il Proprietario Theodore Skyfield si era messo all'ingresso per accogliere quanti più possibili clienti, cercando di scambiare qualche chiacchiera con loro per far sì che tutto potesse sembrare normale. Nella sua testa, dopotutto, quel giorno c'era solo la volontà di un bell'evento, solo successivamente il vero motivo dell'acquisizione del Wlaza sarebbe uscita fuori. Il mondo magico non era pronto e non lo sarebbe stato così facilmente: il processo di evoluzione della specie doveva essere accettato e soltanto il tempo e l'esperienza poteva permetterlo. Grindelwald avrebbe far dovuto vedere, attraverso il suo enorme potere, la bellezza del mondo con i Maghi e le Streghe al comando e non nascosti a dei semplici babbani. Come se l'essere umano fosse rimasto nascosto nelle foreste lasciando alle scimmie il controllo della natura.
    Per fortuna o per sfortuna, all'evento più atteso di New York - così sembrava essere stato denominato dai giornali - si erano presentati vari tipi di Maghi e Streghe, alcuni anche dall'Europa, segno che l'idea di un Hotel magico nella quale essere se stessi piaceva a tutti, anche a quelli che criticavano il pensiero di Gellert. Si riconoscevano Maghi e Streghe meno abbienti, un po' come lo era lui, dal modo di vestire e dal modo di comportarsi: si vedeva che davanti ad un calice non erano a proprio agio. Si riconoscevano, invece, veri e proprio ricchi che ammiravano con attenzione l'arte e le decorazioni del Wlaza, lasciandosi andare anche a commenti da veri esperti del settore. Poi si potevano trovare un paio di cosiddette celebrità, giocatori di Quidditch o importanti scrittori e, infine, la feccia della feccia. Come previsto, erano arrivati anche i Ministeriali perché controllare da vicino era sempre più sicuro che fidarsi e basta. Ma l'intento di Theodore per quella serata era proprio quello: lasciare che il M.A.C.U.S.A. e gli Auror appurassero che l'Hotel fosse perfettamente pulito così da non farsi vedere mai più al suo interno. Sorrise anche a loro, prima di essere avvicinato da un collega con il quale aveva avuto già qualche conversazione in passato. Il marito della Preside di Ilvermorny lavorava sia nella scuola sia proprio al M.A.C.U.S.A. ed era per questo che Theo non riusciva a farselo andare a genio. Non sembrava un cattivo uomo, piuttosto succube del sistema e dei piani alti. Forse aveva paura di esprimere le proprie idee?
    "Buonasera Darren. - lo chiamò per nome, come aveva già fatto durante un turno di lavoro. -Sono contento che le piaccia qui. Ci ho messo un po' per sistemare tutta la burocrazia, ma devo dire che ne è valsa la pena."
    Tutto quello che aveva detto era vero. Nonostante tutto il lavoro svolto per far sì che il Wlaza si ergesse, lo Skyfield era felice di aver finalmente un posto dove far accomodare i suoi senza nessun tipo di controllo. Da che era una zecca della società, quasi un nullafacente, Theo adesso poteva essere considerato un Mago di tutto rispetto: docente, ministeriale e proprietario di un'attività molto esclusiva. Mai avrebbe pensato di poter diventare tutto questo, ma si sa, avere un obiettivo nella vita è importante e lui, per il bene superiore, si era messo in gioco anche per fare lavori del tutto disprezzati.
    "Speriamo mi porti una fortuna nelle tasche, ne avrei davvero bisogno per tutto ciò che ho investito. - si lasciò sfuggire, ridendo sotto i baffi. - Ma per risponderle, non è il posto più economico, ma non è nemmeno così caro come si può pensare e ciò che succede qui al Wlaza, resta la Wlaza."
    Non aveva idea di cosa volesse intendere Lynch con quella frase, che potesse essere uno dei suoi?! Theo non si sbilanciò, perché si trattava pur sempre di un Ministeriale e quella poteva essere anche un'indagine. Una risposta così, invece, poteva far comodo per entrambe le situazioni. E mentre pensava a ciò che Darren gli aveva appena detto, gli occhi del Proprietario dell'Hotel si spostarono su una figura a dir poco bellissima. Theo perse qualche battito, domandandosi anche se fosse normale guardare così una ragazza decisamente più giovane di lui. Lei sapeva. Lei aveva capito. Avevano di certo un conto in sospeso quei due, ma tutte le occasioni erano sbagliate: Club dei Duellanti (dove la Londinese era strepitosa) e adesso lì, ad una inaugurazione davanti a tutta la comunità magica. Che avrebbero pensato di lui se si fosse appartato con una poco più che ragazza? Il suo posto da insegnante sarebbe potuto essere messo in discussione e un pezzo di puzzle che Theodore stava minuziosamente componendo si sarebbe perso per sempre. Così, con un groppo in gola, lo Skyfield alzò il calice verso la sua bella, sapendo di essere la bestia, e la salutò solo silenziosamente, perché altrimenti non poteva fare.
    Fu fortunato però ad essere distratto poco dopo da un volto che riconobbe immediatamente. Brad McNeal, suo predecessore ad Ilvermorny e scrittore di un libro che, a dire la verità, lui stesso aveva considerato accettabile per degli studenti, si presentò con dei bagagli e con la volontà di prenotare una stanza. Theo sorrise, probabilmente il McNeal non aveva idea di chi lui fosse, ma andava bene così.
    "Signor McNeal, benvenuto al Wlaza. Io sono Theodore Skyfield, il proprietario. Mi segua pure, prendo carta e penna e le consegno le chiavi."
    Si presentò solo per rispetto, curioso di vedere anche la reazione della sua controfigura europea. La suite, ovviamente, era stata prenotata in modo alquanto strano, quindi per forza di cose Brad e la sua compagna si sarebbero dovuti sistemare in una Stanza Doppia Extra, una delle migliori che il Wlaza poteva concedere. Skyfield scrisse giusto due cose sul registro e prese le chiavi della camera 191, che lasciò ad un Elfo Domestico, incaricato di prendere i bagagli dei signori e accompagnarli alla loro stanza.
    "Ecco, alloggerete nella stanza 191. Sono solo 8 Galeoni per una notte, prego. - attese il pagamento. - La ringrazio e l'aspetto per godersi l'inaugurazione insieme a noi."
    E anche quello era stato fatto. Non mancava più nulla. Theo passò quindi ancora in rassegna tutti gli ospiti per controllare se tutto fosse regolare. Notò dei genitori che permettevano ai loro figli minorenni di bere alcolici (assurdo!) e degli studenti della sua scuola che invece sembravano aver fatto gruppo per spettegolare su qualcuno, magari proprio su di lui. Tutto, però, si interruppe all'annuncio di qualcuno. Qualcuno sentì, qualcuno no, altri non capirono quindi lasciarono perdere. Lui però aveva colto il messaggio, ci aveva perso un sacco di tempo. Sorrise quindi a tutti e si diresse verso la zona riservata al personale, solo lì poteva avere la sua tranquillità.
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    the wlaza - inaugurazione
    James Kennegan

    << Riiii- un’istante per prendere fiato -iigriel >> cantilenò mentre era sdraiata in modo del tutto scomposto - gambe sulla testa del letto, fondoschiena posato sul cuscino e braccia sollevate sulla testa, per tenere in mano una copia de “Il Settimanale delle Streghe” - sfogliando l’oroscopo speciale di quel weekend. L’elfo domestico, per altro non suo ma ufficialmente di Brad, che comunque lei si sentiva di aver adottato da quando aveva messo piede al numero 23 di Main Street, accorse come se in quella camera ci fosse stato un’incendio. Forse aveva esagerato, poteva anche chiamare con un tono di voce più basso, ma non era compatibile il silenzio con un’esemplare di Kennegan allo stato brado. Si rigirò nel letto, rotolando sopra la rivista e piegandone malamente un angolo, una vera fortuna che non ci tenesse troppo a questo genere di lettura, voltandosi verso la piccola creatura che aspettava con aria interrogativa sullo stipite della sua porta.
    << Rigriel, tesoro, ti prego, dimmi che abbiamo ancora un po’ di quei deliziosi biscotti con il cioccolato che hai preparato per colazione ieri… o forse l’altro ieri. Questa settimana comunque…>> domandò con aria supplicante, come se fosse affamata e soltanto questo particolare alimento potesse corrispondere al ferreo piano alimentare di cui necessitava per sopravvivere. E forse in un certo senso era vero.


    Piccole briciole - con una traccia di cioccolato - furono stampati sulle labbra di Brad McNeal quando questo fece ritorno a casa dopo una lunga giornata di lavoro. Forse per via di questa dolce dose di zucchero, James non poteva immaginare ci fosse altra causa plausibile, il mago aveva grandi progetti per quella serata: un rendez-vous romantico solo per loro che avrebbe avuto come cornice l’inaugurazione più esclusiva di tutta New York. Non dovette ripeterlo una volta in più per osservare l’entusiasmo farsi strada nella strega d’Irlanda che si era subito infilata in camera sua, chiudendo per una volta la porta, per darsi una sistemata. Ceretta, do you know?


    Riemerse dalla camera come una persona nuova. Il troll che reclamava biscotti leggendo l’oroscopo su una rivista di pessimo giornalismo sembrava essere un’ombra lontana, che aveva lasciato posto a una ragazza sexy che aveva tutte le intenzioni di divertirsi con il suo uomo quella notte. Indossava un abito nero vertiginosamente scollato, niente reggiseno, la schiena completamente scoperta e una gonna a balze di vario colore - verde, blu e persino giallo- sbarazzina e stravagante, ma comunque elegante. Ma Brad aveva questa sua strana idea della puntualità, erano sicuramente già in ritardo, quindi la Kennegan si infilò nel braccio teso che le veniva offerta prima che questo potesse smaterializzarsi senza di lei ma anche prima che questo vedesse che bomba sexy era la sua ragazza stasera. Inoltre aveva qualcosa da ridire con l’elfo domestico, una qualcosa che aveva fatto arrabbiare il McNeal. Non si preoccupò di scoprirne i motivi, se fosse una cosa seria, se ci fosse qualche tipo di colpa o altro, ma come sempre l’irlandese colse questa ennesima opportunità per intromettersi riuscendo a dire, mentre veniva trascinata nel vuoto della materializzazione congiunta, strizzandogli l’occhiolino un << Ci penso io a fargliela passare>>


    Suoni e luci riempirono immediatamente l’atmosfera circostante, erano sicuramente lontani dall’intimità del loro appartamento a Diagon Alley, ma doveva ammettere di trovarsi a proprio agio in un simile contesto caotico. Ancora sottobraccio di McNeal, con il suo bagaglio stretto nella mano libera, raggiunsero la reception dove ebbe l’accortezza di lasciar parlare il professore di Hogwarts, anche se avrebbe voluto suggerire di prendere qualche precauzione aggiuntiva come un incantesimo Muffilato, per dirne una. Mise il broncio, da ragazzina capricciosa, quando questo si propose poi di andare a portare i bagagli in camera. << Da solo? Non è meglio se ti accompagno anche io… in camera…>> disse con aria palesemente ammiccante e carica di doppi sensi. Sospirò poi, roteando gli occhi al cielo.<< Mi hai convinto con il cibo e ci sarà sicuramente del buon vino…- disse voltando le spalle al ragazzo per sbirciare oltre il grande atrio verso quello che sembrava essere il fulcro della festa. - Ma non metterci troppo o inizierò da sola>> disse rivoltandosi verso il ragazzo, avvicinandosi come per lasciargli un altro bacio sulle labbra, ma negandoglielo e tirandogli invece una pacca sul culo che risuonò poco elegantemente nella reception. Si allontanò in fretta, prima che potesse trattenerla o anche solo reagire in qualche modo, però raggiunto una distanza di sicurezza ottimale aggiunse un << Puoi farlo anche tu dopo.>> mentre gli dava le spalle e si dirigeva, con la gonna che ondeggiava a ogni suo passo, verso la festa d’inaugurazione del Wlaza.
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