Ampie vollute di fumo riempivano l'angusto ambiente circolare della sommità della Torre di Divinazione, quell'ultima porzione il cui ingresso, posto sul pavimento al termine di una scala a chioccola, era comunemente indicata come la soffitta. Non avrebbero potuto scegliere un luogo più particolare dove istituire l'aula di Divinazione, ma alla Barrow piaceva trovarsi così in alto che quasi non le pesava doversi fare più di 150 scalini, come aveva sentito lamentarsi una volta uno studente. Non serviva un esperto nella nobile arte della divinazione per predire a quest'ultimo problemi di diabete e obesità, azzardando persino una morte dovuta ad arresto cardiaco.
Alcune bacchette d'incenso, note speziate di cannella si andavano a fondere con il profumo dolce del lillà e del papavero, bruciavano senza sosta riposte ai lati dell'aula, che iniziava ad accogliere i primi studenti che arrivavano.
I banchi non erano altro che dei tavolini bassi, cuscini imbottiti e tappeti erano le sedute degli studenti, che potevano disporsi su gradoni dalla forma circolare al cui centro si ergeva la cattedra, un lungo tavolo da speziale sopra il quale era disposto un tappeto viola e blu e verde e sul quale sedeva, gambe incrociate e piedi scalzi, la docente. Teneva gli occhi chiusi, le braccia rilassate appoggiate sulle ginocchia, palmi rivolti verso l'alto, un respiro calmo e profondo accompagnava il movimento delle sue spalle. Qualcuno avrebbe potuto credere che stesse dormendo, non fosse stata per una lieve reattività ai suoi. Quando la campanella suonò, accompagnata dal rintocco della Torre dell'Orologio, le palpebre della Barrow si sollevarono rivelando occhi vitrei. Guardava un punto non meglio definito dinnanzi a se stessa, eppure non sembrava aver messo a fuoco nessuno nell'aula.
« Benvenuti a Divinazione.» la voce della docente risuonò nell'aula, come richiamata da un lontano territorio, terre antiche e selvagge.
« Sono Aelin Barrow, Madam Aelin, e mi occuperò di insegnarvi questa difficile arte.» un battito di palpebre e l'effetto mistico sembrava essersi attenuato, sebbene tra il fumo che persisteva nell'aria e tutto il resto pareva ancora difficile inquadrare come creatura terrena la strega.
« Non importa quanto studierete la teoria o desideriate essere portati per questa materia. Alcuni di voi potranno solo afferrarne la superficie, senza mai poter davvero dire di averla posseduta. E altri, magari pigri e disinteressati, si troveranno baciati dalla vista .» Mentre parlava il suo sguardo si spostava lungo la platea, scegliendo vittime e predestinati, come se per ognuno di loro la docente fosse a conoscenza del loro futuro, se avevano o meno il dono di prevedere il futuro.
«Qualcuno di voi può farmi una panoramica delle tecniche divinatorie note? Una per studente, una breve descrizione di cosa consiste. Ovviamente ci saranno punti in palio per le qualità delle vostre esposizioni. Non ripetetevi però, ascoltate attentamente gli interventi di chi vi precede.» Sembrava una chiacchierata in un bar, in un riad di Marrakech se la pioggia battente sul vetro dell'aula non avesse permesso a tutti loro di ricordare di trovarsi in Scozia, a Hogwarts.
Avete tempo per rispondere fino al 14/06 alle 23.59 
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