[NATALE 2022] waiting xmas at hogsmeade

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    Quella si prospettava essere una buona giornata, non soltanto perché le vacanze erano sempre più vicine e ormai si respirava un’aria natalizia in ogni angolo del castello, che fosse nella Sala Grande con i suoi imponenti alberi o nella Sala Comune accanto al camino acceso e alle lucine di Natale, ma anche perché avevo preso un bellissimo Accettabile a Trasfigurazione e non avrei potuto esserne più fiera. Ero così contenta che quasi non riuscivo a contenere il sorriso ampio che si era formato sul mio volto. Mi ero diretta subito nel mio dormitorio dove avevo indossato le scarpe “Sempre-In-Piedi" e preso una manciata di "Fiocchi Caldi-Caldi” da tenere in tasca nel caso si fosse rivelato particolarmente freddo. Dopo alcune giornate di nevicate abbondanti era uscito un bel sole splendente ma Thomas Lewis, Corvonero che era il migliore di tutti in Astronomia, sosteneva che questo era dovuto al fatto che le temperature erano particolarmente gelide e si sarebbe formato molto ghiaccio. Con un po’ di fortuna, aveva poi aggiunto con quella sua aria da saputello, si sarebbero ghiacciate anche le acque del Lago Nero, quanto meno in prossimità della riva, permettendoci di improvvisare una pista di pattinaggio. Io non avevo mai pattinato in vita mia, ma ero particolarmente allettata da questa prospettiva. Mi avviai con passo sicuro verso Hogsmeade, il cappellino di lana in testa, per ricevere un nuovo premio dal calendario dell’avvento, nella speranza che rivelasse utile come i precedenti.

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    Ancora sul piede di guerra con Mielandia, che non voleva saperne di restituire allo Zabini i 30 galeoni spesi per l’acquisto del pacco di Gelatine Tutti iGusti +1 se non con una compensazione in equivalente di caramelle, era tornato accompagnato da una nuvola fumante di rabbia sopra la testa. E continuava a nevicare. Non riusciva proprio a capire come fosse possibile che al mondo esistessero persone in grado di apprezzare la neve, trovarla divertente e addirittura gioire quando nevicava. Innanzitutto faceva un freddo assurdo quando nevicava e poi dopo il primo quarto d’ora di bellezza iniziavano i guai. Neve da spalare, neve dentro le scarpe, neve sul collo. Neve ovunque. Non ne poteva più. Era da quando il mese di dicembre era arrivato che non era passato un solo giorno senza che nevicasse. Il Quidditch era stato sospeso per le condizioni meteorologiche avverse, mentre la rabbia dello Zabini continuava a crescere emettendo i gorgogli di una teiera prossima all’ebollizione: era soltanto questione di tempo prima che iniziasse a fischiare e fumare dalle orecchie. Forse avrebbe fatto bene ad accettare la compensazione del negozio di dolciumi e buttarsi sulle Api Frizzole, almeno avrebbe d’albero fischiato come un treno. Cavendish restava un coglione: le Api Frizzole battevano 150 a 0 le Gelatine Tutti i Gusti +1.
    Come se le noie non venissero mai da sole, ma sempre a coppie come i testicoli, quel giorno si era imbattuto in un agiato Gastmus Barnaby. Di per se l’immagine sarebbe stata anche comica con il grassone sudaticcio e paonazzo per lo sforzo, ma quel giorno proprio non voleva avere fastidi. Il Serpeverde si stava lamentando del Troll che aveva preso a Pozioni e di come il compito per cui aveva pagato Cas non gli fosse mai arrivato e voleva essere risarcito. E dopo aver già buttato via trenta galeoni non esisteva proprio che restituisse al ciccione anche i soldi che già aveva speso. ” Il tuo cazzo di compito ti ha aspettato con il culo al gelo per mezz’ora. Fatti regalare un orologio e non mi scocciare.” aveva risposto con una calma glaciale, prima di tirare una spallata decisa alla massa di grasso che era quel ragazzo e andarsene. Doveva sfogarsi o avrebbe tirato un pungo a qualcosa e non gli sembrava il caso di spaccarsi le nocche contro una statua di marmo. Iniziò a camminare, sperando che il movimento a passo veloce lo facesse sbollire e stancare. Nonostante la neve continuò a camminare, camminò finché non arrivò a Hogsmeade dove prese un altro premio al calendario dell’avvento prima di continuare a camminare verso il castello domandosi se sarebbe stato lecito usare la testa di Barnaby come sostituto di un bolide per allenarsi e sfogare la rabbia. Era piuttosto certo che se anche un solo fiocco si fosse posato addosso a lui sarebbe evaporato, tanto si sentivo caldo di nervosismo represso.

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    waiting xmas at Hogsmeade
    James Kennegan


    Qual era l’esatta funzione di uno spazzacamino?
    Era questa la domanda che si stava ponendo il nostro esemplare di James Kennegan, al bancone del Ghirigoro, invece che fare i conti che le avrebbero permesso di chiudere il registro di cassa di quella giornata. La sua spalla era guarita completamente, ogni scusa per restare a casa era purtroppo finita e avrebbe dovuto incolpare la sua pigrizia se anche in quel banale martedì non fosse andata a lavoro, cosa che non avrebbe mai ammesso. Nemmeno sotto la micidiale tortura del solletico alla quale veniva sottoposta quasi settimanalmente dal malefico McNeal, incredibile come possono cambiare le persone quando le conosci nel privato. Aveva dato un po’ di tregua a Max che aveva lavorato in doppio turno per coprirla in quei giorni e era rimasta incastrata al Ghirigoro per tutta la giornata. Con il Natale alle porte non c’era stato un solo attimo di tregua al Ghirigoro. La cassa traboccava di galeoni e ne aveva trovai anche un paio nella carta che usava per incartare i pacchetti dei regali quando qualcuno glielo chiedeva ed aveva sinceramente perso il conto di quante copie avesse venduto di “'Elf on the Shelf: storia di un elfo domestico adottato dai babbani.” il libro rivelazione di quelle vacanze. Insomma era una negoziante indaffarata, in bilico tra libri da rimpiazzare e clienti da servire, che era stata entusiasta come suo solito di accogliere qualcuno in negozio. Abel era un goblin, anche se aveva qualche parentela umana di cui non ricordava più il buffo retroscena, che si occupava di caminetti. Aveva riempito la Kennegan di domande: se avesse un caminetto o una stufa, se controllasse la canna fumaria e se sapesse accendere nel migliore dei modi un fuoco alimentato a legna. Un sacco di domande che avevano confuso la Kennegan ben più dei conti della sua cassa e dell’Aritmanzia. Ma soprattutto: qual era l’esatta funzione di uno spazzacamino? Perché era questo che faceva - o vendeva, non aveva ben capito cosa esattamente fosse - Abel: lo spazzacamino. A quanto pareva il rischio di incendi era estremamente elevato nelle case dei maghi perché non si faceva attenzione a questo. E in effetti poteva proprio essere questo il motivo per cui quando aveva provato a fare i biscotti la cucina si era riempita di fumo. Doveva scoprire se loro avevano uno spazzacamino nascosto in qualche armadio della casa.

    << Ma noi, magari in cantina, abbiamo uno spazzacamino?>> domandò con incuranza di quello che stava dicendo mentre si accompagnava sottobraccio al McNeal per le vie di Hogsmeade. Era il loro appuntamento fisso che consisteva in un giro per le vie innevate e piene di spirito natalizio, fermata al grande Calendario dell’Avvento e cena ai Tre Manici di Scopa.

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    Era tutto il giorno che Brad McNeal sbadigliava, non perché fosse stanco, quella notte - stranamente - era riuscito a dormire in modo continuo, probabilmente nemmeno per noia, dato che era stato impegnato tutto il giorno a svolgere il suo lavoro che continuava ad emozionarlo come un bambino nonostante ormai lo facesse da anni. Era arrivato alla conclusione che qualcuno lo aveva provato a drogare con qualche pozione soporifera. Sin da quando aveva messo piede in Sala Grande a inizio giornata, infatti, si era sentito osservato da qualcuno. Non aveva voluto farsi notare e non era stato eclatante nei suoi movimenti, ma da seduto al grande tavolo degli insegnanti, il Professore di Difesa Contro le Arti Oscure aveva continuato a lanciare occhiate tra i ragazzi che stavano facendo colazione, cercando il colpevole. Aveva trovato lo sguardo di un solo studente, che però poi si era rivelato essere più interessato al cornetto che stava divorando lo scozzese piuttosto che al docente in persona. Anche durante la lezione del terzo anno, Brad aveva avuto una strana sensazione. Si era scusato due o tre volte con i ragazzi perché aveva dato loro la schiena, per non far vedere che stava sbadigliando appunto. Nessuno sembrava poter fare una cosa del genere a lui, conosceva tutti quanti da tanto tempo e poteva dire che quasi si fidava di loro. Perché poi rischiare l'espulsione? Solo per addormentare il docente e saltare quindi la lezione? Un po' stupida come mossa, no?! McNeal non era affatto convinto. Aveva chiesto a uno dei quattro contadini rappresentati in uno dei quadri del settimo piano a cui era più affezionato di controllare il via vai di persone dall'aula e dal suo ufficio in sua assenza. Al termine della giornata, anche quella mossa fu un buco nell'acqua. Il mistero cominciava a spaventare il Negoziante di Accessori che, tornato a casa, cercò subito di calmarsi per evitare di preoccupare la Kennegan e il suo elfo, Rigriel. Rimase taciturno per tutta sera. L'avevano forse stregato? Ripensò a ciò che aveva fatto il giorno prima: poteva essere semplice stanchezza accumulata, magari mista alle temperature rigide esterne? Brad, per il momento si convinse di sì, ma di certo la sensazione di essere osservato non era rimasta in sospeso. Certo, a casa era passata, ma tutto il giorno a scuola l'aveva provata eccome! Doveva escogitare un modo per controllare tutti i movimenti vicino a lui, doveva quasi avere degli occhi posti sulla nuca, doveva essere il supervisore di se stesso perché in quel momento si fidava solo dei due coinquilini. Saltò in aria dallo spavento per la domanda posta all'improvviso mentre i due camminavano per Hogsmeade tranquillamente. Spazzacamino. La parola non gli era nuova, ma non aveva assolutamente idea di dove l'avesse sentita prima.
    "No, non credo che abbiamo una di quelle cose."
    Rispose senza essere sicuro di cosa si trattasse ma, dato che non lo sapeva, sicuramente non ce l'avevano in casa. Lui dopotutto controllava e ordinava qualsiasi cosa. Ritornò a pensare al suo dramma, consapevole che così non poteva continuare. Sbadigliava ancora, anche quella sera. Aveva minimizzato con James e Rigriel dicendo che era molto stanco per via della giornata impegnativa, ma era una bugia. La verità è che lui, Professore di Difesa Contro le Arti Oscure di Hogwarts doveva risolvere uno dei misteri più grandi della sua vita. L'indomani, di certo, sarebbe andato in aula di Pozioni per recuperare un Antidoto. Passare da un sonnifero ad un veleno poteva essere veramente questioni di attimi... O forse era solo lui troppo paranoico. Sperava che il regalo del giorno potesse tirargli su il morale, almeno, altrimenti per lo spavento non sarebbe mai riuscito a chiudere occhio quella notte.

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    EVENTO DI NATALE 2022
    waiting xmas at hogsmeade



    Mielandia era senza ombra di dubbio uno dei locali più caratteristici di tutta Hogsmeade: potevi trovare le caramelle più dolci e il cioccolato più pregiato, oltre che vari dolciumi incantati come le Api Frizzole e le disgustose Gelatine Tutti i Gusti +1. Anche quest'anno il negozio di dolciari più famoso di tutto il Regno Unito aveva provveduto a sfornare leccornie unicamente per il periodo di Natale e cogliendo l'occasione del Calendario dell'Avvento aveva fatto in modo di essere presente.
    Fu nel giorno più lungo di tutto l'anno, il tredici di dicembre, che agli astanti fu consegnata una confezione con 5 "Sugary Singing" i bastoncini di zucchero tipici del Natale, che canteranno canzoni natalizie fino a che non saranno stati completamente mangiati.


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    Adoravo i dolci e i dolciumi, ma erano sempre stati un lusso che non avevamo mai potuto permetterci come famiglia. Le caramelle, per quanto gustose e piene di zucchero, erano un costo troppo elevato da sostenere e per di più i miei genitori mi avevano terrorizzato a suon carie e con la minaccia del temibile dentiqualcosa. Mi ero semplicemente abituata a questa idea… finché non avevo iniziato a frequentare Hogwarts. Nell’immenso banchetto che offrivano c’era un’ampia selezione di torte, crostate, biscotti e pudding a perdita d’occhio, tentazioni alle quali non ero stata in grado di resistere. Inoltre erano gratis, non spendevo un solo galeone per questi dolci, ancora il tabù di spendere da Mielandia resisteva saldamente. Dovevo gestire la mia camera blindata, l’esiguo gruzzolo di galeoni che i miei genitori erano riusciti, tanto faticosamente e per cui ero profondamente grata, a mettere da parte e che cercavo di intaccare il meno possibile per spese non direttamente collegate alla scuola. Il Ghirigoro otteneva la maggior parte dei miei fondi, anche se grazie al prestito studentesco le spese non erano così esose da minacciare la mia stabilità economica. Ricevere i bastoncini “Sugary Singing” era stato per me un regalo eccezionale: mai sarei stata in grado di assaggiarli altrimenti.
    Li costudivo con cura, avevo assaggiato il primo, giusto un morso e poi lo avevo nascosto sotto alla pila di maglioni del mio baule perché aveva iniziato a cantare e non ero riuscita più a fermarlo. Tra le labbra custodivo ancora il sapore dolce e appiccicoso che mi aveva lasciato, mentre raggiungevo Hogsmeade per ricevere il regalo di quel giorno. Speravo tanto in un buono da spendere da Mielandia…

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    Mia cara JaneSusuanAndromedaCorinne Barrow,
    Volevo solo dirti quanto ho apprezzato il nostro incontro di ieri a Diagon Alley. Detesto quella città, ma il villaggio è sempre carino.
    Quella smorfiosa di mia figlia mi ha portato via le caramelle, bambini, riesci a crederlo?
    Salutami George.

    Zia May


    Il suono acuto del gufo che planava alla sua scrivania, come facessero a trovarla nella soffitta dell’Aula di Divinazione era sempre affascinante per la strega, la ridestò dalla correzione di alcuni compiti sull’opportuna interpretazione delle foglie di the: la differente scrittura degli studenti minacciava di farle venire il mal di testa a ogni parola su cui doveva spremersi per riuscire a decifrarne il contenuto. Se avesse voluto insegnare antiche rune sarebbe andata dritta da Skyfield per un consulto. Sollevò lo sguardo esasperato verso l’esemplare di gufo bruno che si era posato all’estremità della sua scrivania. Dopo essersi assicurata di non rischiare di essere beccata offrendo un biscottino al pennuto, afferrò la lettera e lesse il contenuto, rivalutando in maniera decisamente positiva il lavoro degli studenti. Una serie di frasi sconclusionate e senza senso era stata scritta dalla calligrafia disordinata e appuntita di Zia May, che ricordava molto poco del giorno precedente. Tralasciando il fatto che non aveva nemmeno imbroccato il nome corretto e che erano andate a Hogsmeade e non a Diagon Alley, restava un grande quesito a cui rispondere: chi era George?
    « Sei forse tu George?» domandò al volatile che sembrava più intento nella pulizia del suo piumaggio che non ad ascoltare la voce della Barrow e dopo un suono stridulo volò via, senza che avesse avuto tempo di rispondere. Alcune ore più tardi, terminati i suoi obblighi come insegnante aveva scosso il capo e scritto una riposta veloce e sommaria, da consegnare a uno dei gufi di Hogsmeade quando sarebbe tornata nel villaggio magico per trascorrere il pomeriggio nella sua abitazione, dopo essere passata ancora una volta al calendario dell’avvento.

    Cara Zia May,
    Sono molto contenta che sia stato un bel pomeriggio, anche io condivido il tuo stesso pensiero.
    Saluterò George.

    Un abbraccio,
    Aelin Barrow

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    Quella mattina, dopo una profonda notte di sonno, Brad si sentiva più riposato che mai. Quasi non aveva nemmeno sentito la sveglia tanto che dormiva profondamente, strano per uno dal sonno leggero come lui. Era vivo, non era stato avvelenato e, soprattutto, sembrava che non ci fossero più sbadigli. Si era messo davanti allo specchio mentre si vestiva per andare a scuola e aveva cominciato a parlare, spiegando al suo riflesso qualcosa sulle maledizioni senza perdono, argomento della lezione del giorno per il quinto anno. Aveva continuato a far muovere la lingua per una ventina di minuti buoni e degli sbadigli nemmeno l'ombra, neanche uno nonostante si fosse appena svegliato. Brad era più sveglio che mai!
    La giornata a Hogwarts andò come previsto, tutto nella normalità, ad eccezione del pranzo, sempre in Sala Grande, quando McNeal aveva ancora avuto la sensazione di essere osservato da qualcuno. Quel giorno se n'era fregato e aveva cercato lo sguardo di qualcuno, anche se non sapeva minimamente cosa o chi guardare. Anche la visita all'aula di pozioni ebbe i suoi frutti. Dopo una breve ricerca il Professore di Difesa Contro le Arti Oscure aveva scoperto che, probabilmente, gli era stata somministrata una sorta di Distillato Soporifero fallato o comunque preparato male. Per fortuna non aveva avuto effetti collaterali clamorosi, se non sbadigli e una bellissima notte di sonno, ma nulla di grave e incurabile. Da capire, ora, era chi avesse voluto drogare il Docente e come avesse fatto a somministrargli la posizione senza che lui se ne accorgesse. Il mistero s'infittiva giorno dopo giorno.

    Tornò a casa dopo la lunghissima giornata di lavoro, sempre con il pensiero in testa di essere stato drogato. Non disse ancora nulla a James, ci teneva a far stare tranquilla almeno lei. Le avrebbe detto tutto una volta risolto il caso da Detective McNeal. Durante l'uscita per Hogsmeade, Brad non riuscì più a trattenersi e provò a fare una domanda alla ex Serpeverde.
    "Oggi sono stato in aula di pozioni, sai? - cominciò a prenderla alla larga. - I ragazzi stavano preparando un distillato Soporifero. Geniale! Non mi ricordo di averlo mai preparato io, tu?"
    Chiese poi. Ovviamente lui l'aveva preparato, da teoria, ma si era limitato alla lezione quando era studente. Ciò che voleva realmente sapere era se i Serpeverde erano soliti fare scherzi con quel tipo di pozioni.
    Comunque, erano arrivati finalmente nella solita piazza dove, anche quel giorno, avrebbero preso il regalo del giorno.

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    Cassian Zabini si era piazzato da una buona mezz’ora nella poltrona che stava proprio davanti al caminetto della Sala Comune di Serpeverde e non sembrava avere alcuna intenzione di schiodarsi di lì. Aveva addirittura spostato il pesante mobile in modo che fosse ancora più vicino al fuoco e per transitare nell’esiguo corridoio che era rimasto a dividerlo dalle fiamme i suoi compagni avrebbero dovuto scavalcarlo. Non esisteva proprio che si spostasse e guardava con aria di sfida chiunque provasse ad avvicinarsi con strani intenti: se fosse stato un babbano sarebbe stato uno di quei soggetti che sulla metropolitana restano con il culo incollato al loro sedile e non si spostano nemmeno per vecchietti con il bastone e donne incinte. Ogni tanto un brivido riusciva ancora a infilarsi su per la sua schiena, scuotendolo dal torpore. Fuori si gelava. Roba da ghiacciarsi la punta del naso non appena si usciva dal castello. E lui ci era uscito eccome dal castello. E per uno dei motivi più stupidi al mondo, che lo collocavano dritto dritto nella schiera degli stupidi. Non avrebbe mai più trovato da ridire a Gastmus, parola di Salazar. Si pentì immediatamente del mezzo fioretto fatto, forse non era così stupido. Ma ci si avvicinava molto visto che aveva sfidato le intemperie e rischiato un mezzo congelamento solo per andare a Hogsmeade e dal suo maledetto calendario dell’avvento. Non c’era modo di aderire a questo evento per posta? Se anche si fossero congelate le ali del suo gufo non gli sarebbe importato più di tanto.
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    James Kennegan


    Ci fosse stato un drago sputafuoco sulla sommità della Gringotts - per quanto potesse sembrare impossibile- James Kennegan probabilmente non se ne sarebbe accorta, troppo assorta nel suo mondo per realizzare questo elemento di dissonanza con il solito, orami familiare, paesaggio di Diagon Alley. Sua nonna era solita dirle che aveva la testa che era troppo abituata a volare alta sopra le torrette dello stadio da Quidditch per accorgersi delle cose terrene. Poteva anche essere una sbadata, ma certe cose, quando riguardavano le persone a cui teneva, le notava eccome. Brad McNeal era strano, e non uno strano carino e dolce, ma del tipo inquietante. Era particolarmente silenzioso, sebbene fosse solitamente lei quella che faceva rumore in casa, era davvero particolarmente taciturno. Aveva fatto qualcosa di sbagliato? Con lo sguardo aveva cercato quello di Rigriel, non avevano più intentato esperimenti culinari e la casa era a posto, ma aveva trovato la stessa confusione che regnava nel suo. Quando erano andati a Hogsmeade aveva provato a intavolare una discussione su questi spazzacamini, ma era stata subito chiusa con una frase lapidaria del docente di Difesa Contro le Arti Oscure.

    Si era rigirata nel letto tutta notte, le iridi di smeraldo nel buio della loro camera avevano cercato il profilo del compagno per cercare segni di turbamento. Non ne aveva trovati ma per buona parte di quello che restava prima del sorgere del sole era rimasta con gli occhi sbarrati a fissare il soffitto. Un senso di oppressione le premeva sul cuore, facendo fatica a trattenere le lacrime: eccoci, si era stufato dei suoi eccessi e delle sue sbadataggini. Erano arrivati i primi raggi del sole e la Kennegan era sgusciata velocemente dal letto, infilandosi in bagno. Aveva armeggiato con cose che non le competevano correttori e fondotinta e altri trucchi che aveva accumulato nel corso degli anni - regali di parenti e di qualche sponsor, ma che non aveva mai realmente usato - nel tentativo di cancellare i profondi segni violacei sotto gli occhi. Aveva origliato McNeal farsi un discorso allo specchio, ma non aveva capito riguardo a cosa: aveva soltanto sentito dire che era un qualcosa senza perdono e questo aveva fatto allontanare dalla porta la bionda come se fosse stata scottata. Non aveva toccato nulla della deliziosa colazione a base di pancake preparata dall’elfo domestico, a cui aveva rivolto un triste sorriso. Ormai era convinta che non le sarebbe stato concesso di restare al numero ventitré di Main Street per molti altri giorni. Si era buttata nel lavoro con tanta concentrazione per scacciare i suoi brutti pensieri che aveva finito per fare anche le cose che aveva sempre rimandato. Il Ghirigoro aveva un magazzino perfettamente ordinato, un retrobottega tirato a lucido, il registro di cassa aveva i conti tirati insieme allo zellino e persino le tempere vecchie e secche erano state rimosse.
    Tornò a casa con mille e più pensieri, ragionando su cosa potesse essere successo a Brad McNeal. Forse si era invaghito di qualche mora collega a Hogwarts? O era quella Christelle che forniva le saggine dei manici di scopa? Non poteva credere che fosse possibile un tradimento ma tutto quel parlare del non aver perdono quando lei non era in camera. Eppure era troppo strano, successo in maniera troppo repentina. Ci arrivò quando sentì la serratura girare, annunciando il ritorno del mago. La Stamberga Strillante. Eccolo l’evento scatenante che aveva cambiato in maniera così drastica l’umore del McNeal: quello non era Brad McNeal! Aveva letto - sempre di giorno, in una fascia che considerava protetta per evitare incubi di qualsiasi sorta- che i fantasmi possono impossessarsi delle persone, fargli avere comportamenti strani… Lo osservò di sottecchi per tutta la sera, erano andati a Hogsmeade come sempre a ritirare il regalo di quel giorno, cercando segni di cedimento, ulteriori prove della possessione.
    << Distillato Soporifero?- ripetè ragionandoci su. Era ovvio che lo avesse preparato durante qualche lezione di pozioni, lei era molto brava nelle parti pratiche un po’ meno con conti ed equazioni teoriche, quindi era sicura che lo avesse preparato e anche con una buona percentuale di successo ma non poteva dare a meno di chiedersi dei il fantasma Brad non meditasse di farla addormentare - Oh, sono piuttosto sicura di sì! Penso sia al terzo, forse quarto anno… e comunque ci sono molti antidoti che lo contrastano, in realtà è meno efficace di quello che sembra>> aveva aggiunto con aria di chi preparava pozioni tutti i giorni, ma non ne aveva assolutamente alcun ricordo. A stento ricorda in cosa consisteva il premio del calendario dell’avvento di due giorni fa e sapeva di aver mangiato pizza a pranzo perché non ne aveva ancora avuto voglia quella sera, figurarsi se si ricordava cose dei tempi della scuola. Ma sospettava che la sua vita fosse in pericolo, doveva mettere in guardia l’Elfo Domestico, avrebbe controllato al Ghirigoro qualche libro che potesse aiutarla sull’argomento e magari avrebbe chiesto a Max. E doveva contattare qualcuno che si occupasse di acchippare i fantasmi.
    Tananana na na naaaaaaa, tananananana! Tananana nanaaaa!


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    EVENTO DI NATALE 2022
    waiting xmas at hogsmeade



    Mancavano esattamente dieci giorni alla Vigilia di Natale, ormai i giorni che separavano alla conclusione del Calendario dell'Avvento erano sempre meno di prima, e nel villaggio di Hogsmeade l'euforia che dava il periodo delle feste iniziava a sentirsi particoalrmente.
    Del tutto controcorrente, o forse proprio a causa di questo, quel giorno fu distribuito un buono da 3 galeoni e 10 falci da spendere alla Gelateria Florean. Perché un buon gelato si poteva gustare in qualsiasi occasione, anche a Natale!


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    La situazione neve stava iniziando a sfuggire di mano: quella mattina non era arrivato il pane fresco per l’impossibilità di raggiungere il castello e correva voce che anche la professoressa di Incantesimi non fosse riuscita a raggiungere Hogwarts per via della neve. Davanti al grande portone d’ingresso si era riunito un gruppo di persone, riconobbi qualche professore e alcuni prefetti, che era impegnato a discutere animatamente su come ovviare al problema della forte nevicata. Avevo provato a sbirciare fuori dalla finestra e non avevo trovato condizioni climatiche in miglioramento: fitti fiocchi di neve cadevano a perdita di vista, che si arrestava bruscamente sul bagliore bianco che sembrava aver immerso l’intera tenuta del castello in un incantesimo. Per quanto apprezzassi particolarmente lo spirito natalizio mi sembrava decisamente eccessivo. In disparte rimasi ad osservare la discussione, era stupido ma volevo davvero andare anche oggi a Hogsmeade, sebbene le condizioni non sarebbero state tanto migliori. Il professore di Volo aveva suggerito di spostarsi fino al confine dove non era possibile smaterializzarsi con le scope, ma quando aveva compiuto un volo di prova aveva dovuto abortire l’operazione perché la tormenta era troppo intensa e spingeva in ogni direzione il manico di scopa. Sembrava non esserci alternativa, aveva detto con una vena di sadico compiacimento Byron il custode, se non usare le pale e iniziare a … spalare. Tutti i giocatori maschili delle squadre di Quidditch furono convocati, insieme con coloro che avevano un fisico prestante, a spazzare la neve per liberare il viale principale e creare una strada fino ai cancelli d’ingresso.

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    Zia May non aveva più risposto alla lettera che le aveva mandato, probabilmente si era dimenticata completamente del pomeriggio che avevano passato insieme e aveva preso la sua lettere di risposta come l’ennesimo tentativo di truffa. Ultimamente c’erano diversi mal intenzionati che contattavano la gente con proposte di abbonamento da sottoscrivere per pochi galeoni: non arrivava mai nulla a casa ma puntualmente i galeoni venivano scaricati. Era stato di pochi giorni fa l’articolo sulla Gazzetta del Profeta che metteva in guardia su questo fenomeno che raggiungeva sempre il suo apice durante il periodo delle festività. Doveva essere terribile essere nelle condizioni della vecchia May che non sarebbe stata in grado di dire in che giorno della settimana si trovava e in quale anno stava vivendo, il solo pensiero le metteva i brividi.
    Brividi che le scossero le spalle e la schiena, questa volta causati da una folata di aria fredda che si era insinuata sotto al suo mantello di una deliziosa tonalità di lavanda, mentre si recava al villaggio magico per fare alcune commissioni. Non aveva lezione prima delle dieci del mattino quindi sarebbe stata tra le prime a ritirare il regalo del giorno, non lo avrebbe spoilerato ai suoi alunni visto che in molti uscivano nel pomeriggio per partecipare anche loro a questa iniziativa, poi avrebbe preso un abbondante tazza di cappuccino e magari un croissant ai Tre Manici di Scopa, prima di smaterializzarsi e tornare al castello.
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    La risposta che gli aveva dato James aveva fatto riflettere non poco il giovane non più di tanto mago. La ragazza aveva sottolineato la facilità di cura e la poca efficacia della pozione come se avesse già capito che Brad era stato drogato. L'aveva capito e voleva tranquillizzarlo. Che donna intelligente che era. Tuttavia, McNeal non se l'era sentita di confermare alla strega ciò che era successo, forse si sentiva troppo stupido per essersi fatto fregare. Lui era il Professore di Difesa Contro le Arti Oscure, per Merlino, ed era stato così sciocco da assumere una pozione che, se fosse stata letale, l'avrebbe steso senza che nemmeno lui se ne potesse rendere conto. Era amareggiato, deluso da se stesso, anche in colpa dato che, tragico com'era, aveva subito pensato che non sarebbe riuscito nemmeno a scrivere una lettera d'addio a James e Rigriel. Brad si era, però, tranquillizzato davvero. Sia lui, sia la Kennegan erano arrivati alla conclusione che l'efficacia di quella pozione non era stata espressa al suo pieno potenziale, tanto è vero che lui aveva solo sbadigliato quel fatidico giorno, senza addormentarsi nel bel mezzo della lezione o della cena in Sala Grande. Forse ne aveva assunta in una piccola dose? Le domande che tempestavano la sua mente in quei giorni erano infinite e a praticamente tutte lo Scozzese non sapeva dare una risposta.
    Quel giorno, ad Hogwarts, la sensazione di essere osservato non si era presentata, né a colazione, né a lezione, né al pomeriggio durante i momenti di studio in Sala Comune. Mai. Il colpevole si era rassegnato o magari stava preparando una nuova pozione da somministrare illegalmente al Docente. Brad era stato a colloquio poi con i quattro contadini del quadro fuori dall'aula per ricostruire il via vai di persone con la quale aveva interagito quella settimana. Essere CapoCasa e Professore non aiutava, perché un sacco di studenti lo fermavano per qualsiasi domanda relativa alle lezioni o alle attività da svolgere. Insomma, un buco nell'acqua. Era ritornato nel suo ufficio per cercare qualcosa, senza successo. Solo una volta seduto, dopo essersi dondolato due o tre volte sulla sedia, McNeal ebbe un'illuminazione. Si toccò la tasca della giacca, sperando di non aver buttato ancora nulla e... Sì! Eccola lì. In mano, ora, lo Scozzese stringeva la carta che aveva avvolto in precedenza un cioccolatino. Era l'unica cosa strana che aveva potuto mangiare e che gli aveva potuto dare sintomi di sonnolenza. Purtroppo però nessuno gli aveva dato personalmente quel cioccolatino e... La cosa era ancora più imbarazzante. Era stato così stupido da raccogliere un cioccolatino e poi mangiarlo? Sì, risposta affermativa. E, forse, gli occhi addosso che aveva avuto tutto il giorno erano di quella persona che si era accorta del problema ed era preoccupata di aver avvelenato il CapoCasa di Corvonero? Il mistero s'infittiva, ma una cosa era certa: Brad era molto più tranquillo adesso. Poteva tornare a mangiare tranquillamente tutti i piatti cucinati dagli Elfi delle cucine senza avere ansie di nessun tipo. La ricostruzione del caso era il prossimo step per consegnare il colpevole al Preside. Il colpevole aveva preparato una scatola di cioccolatini per la vittima. In ogni cioccolatino c'era una piccola quantità di Distillato Soporifero così che, dopo averne mangiati un po' di seguito, la vittima potesse effettivamente addormentarsi. Tuttavia il piano non era andato secondo i piani, dato che almeno un cioccolatino era stato perso nel corridoio principale del Settimo Piano, dove Brad l'aveva trovato su una delle panchine lignee attaccata alle pareti. Restava da capire se tutti gli altri fossero stati consegnati già alla vittima oppure no. Doveva indagare senza farsi scoprire adesso. Era comune regalare cioccolatini a qualcuno per Natale, quindi sarebbe stato complicato, ma doveva riuscirci per il bene della vittima e per orgoglio personale: non poteva essere fregato da un ragazzino.

    Tornato a casa, quella sera, Brad sembrava davvero più sereno. Ancora non se la sentiva di dire nulla alla Kennegan e forse mai l'avrebbe fatto. Sarebbe sembrato uno sfigato disattento, cosa che lui non poteva assolutamente permettersi. La sua testa era ancora piena di domande, concentrata più che mai sulla risoluzione del mistero del cioccolatino, quindi anche quella sera non era stato particolarmente loquace con la compagna e con il suo elfo, ma sembrò essere contento non appena James e lui si decisero ad uscire per andare ad Hogsmeade, al loro solito appuntamento. Inizialmente anche il villaggio alle porte di Hogwarts lo metteva in soggezione. Se qualcuno lo voleva morto perché non ucciderlo ad Hogsmeade, dove era più vulnerabile?! Prese per mano la sua dolce metà e insieme si incamminarono verso la piazza dove anche quella sera avrebbero preso il regalo del giorno, un regalo che sicuramente McNeal avrebbe apprezzato più di quelli dei due giorni precedenti che quasi nemmeno aveva guardato, tanta la preoccupazione che provava.
    "Tre Manici o torniamo subito a casa?"
    Chiese poi, per provare a farsi perdonare anche un po' dagli ultimi giorni dov'era stato sicuramente non il miglior compagno con cui vivere.

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    waiting xmas at Hogsmeade
    James Kennegan


    << I fantasmi di Hogwarts sono sempre… socievoli, vero? A parte il Barone, che è un po’ scorbutico ma se gli porti della menta lo calmerai…Dicevo, sono fantasmi educati, no?>>
    Ghirigoro. Ore le quattordici circa.
    Avrebbe dovuto essere a casa da mezz’ora almeno: il suo turno era finito e Max, che non era mai stata in ritardo per più di dieci minuti, era stata puntualissima per sostituirla. Ma la Kennegan in quei giorni era agitata, lo era da quando si era accorta che Brad McNeal era strano, freddo e distante. Forse si era stufato di lei e poteva anche essere perché era consapevole che la convivenza con James non era una cosa semplice - solo nell’ultima settimana aveva dato via a un principio d’incendio, lo aveva svegliato di notte per un incubo e quotidianamente lo costringeva ad accompagnarla al Calendario dell’Avvento di Hogsmeade, pur sapendo di stare con un vero e proprio Grinch che probabilmente non avrebbe nemmeno addobbato casa o, peggio, nemmeno fatto l’albero di Natale - ma non riusciva proprio a capacitarsi che una cosa tanto grave potesse venire alla luce di colpo e che per giunta venisse sfrattata di casa proprio sotto Natale. A Gennaio avrebbe potuto accettarlo, ma non con il Natale vicino. L’irlandese viveva con la sciocca convinzione che nulla di male potesse accadere nel mese di Dicembre, come se le cattive notizie fossero obbligate a fermarsi, ad essere necessariamente posticipate per non intralciare lo spirito delle feste. Deliberatamente aveva aspettato che arrivasse la studentessa, voleva informazioni fresche sui fantasmi: ci aveva pensato su tutta la notte e non vedeva altra soluzione logica che non fosse quella di credere che il docente fosse stato posseduto. Poteva essere accaduto ad Hogwarts, da qui la domanda sui fantasmi che aveva rivolto alla commessa, ma era più probabile che fosse capitato quando erano stati nella Stamberga Strillante. Non si era accorta di nulla, non aveva percepito freddo o strane scariche elettriche sulla pelle, non aveva sentito odore di zolfo o cose del genere - tutte informazioni che aveva ricavato da alcuni volumi sui fantasmi, anche se arrivavano da un libro poco apprezzato dalla critica come “Winchester: storie dalla famiglia di Ghostbusters più famose del Kansas.” - però poteva essere troppo distratta dalla sua euforia di trovarsi in un luogo considerato proibito e notoriamente infestato.

    Aveva fatto avanti e indietro per il salotto di casa così tante volte che si stupida di non aver lasciato un solco sul parquet di legno. I pensieri frullavano come vortici temporaleschi nella mente della Kennegan, non le davano tregua e faticava a restare ferma. Aveva esposto la sua teoria a Rigriel, pregandolo di non dire nulla a Brad: non voleva avere un fantasma arrabbiato per casa. L’elfo domestico era stato concorde nel trovare sospetti alcuni comportamenti del padrone, ma non sembrava essere troppo convinto circa la possessione. Non aveva confessato quale fosse nel profondo del suo cuore la cosa che temeva di più: la loro relazione, mai definita da un’etichetta precisa, era giunta al capolinea e lei stava per diventare una senzatetto. Nel periodo di Natale, per giunta!
    Si ricompose quando l’uomo tornò a casa, agitata ma cercando di assumere un comportamento che potesse sembrare quantomeno normale, avrebbe aspettato che fossero a Hogsmeade - lontano da casa e vicino alla Stamberga dover avrebbe fatto ritornare il fantasma che stava provando a rubare il suo Brad - per affrontarlo, dopo aver ritirato il regalo del giorno ed essersi allontanati dal centro della piazza.
    << Facciamo una passeggiata>> Avrebbe proposto con tono vago alla domanda del McNeal. Non voleva corre rischi di reazioni avverse, sotto al pesante mantello invernale riusciva a percepire l’esatta posizione della sua bacchetta magica, pronta a servirsene se le fosse stato necessario.

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