Posts written by James Kennegan

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    Nessun problema anche per me! Io mi concentrerò sul caminetto anche se non so se ci sia un qualche incantesimo utile che potrei usare...
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    Grazie Master! E buona Pasqua 🐣
    Brad McNeal
    Prima di tutto, in che rapporti è con il Cavalier, penso che dobbiamo capire se possiamo fidarci delle informazioni che ci darà...

    Se sa un modo per uscire di lì e se può portarci con lui a Ilvermorny?
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    Post Cinque
    James Kennegan

    Colta da un’ispirazione improvvisa la figlia d’Irlanda si voltò di scatto, roteando su se stessa per voltarsi di quasi centottanta gradi e trovarsi con il busto rivolto in direzione del Ghirigoro. Tra le dita della destra reggeva ancora le chiavi del negozio, tintinnanti nel loro elegante portachiavi, ma non aveva potuto fare a meno di domandarsi, complice la sua memoria da pesce rosso, se avesse o meno aperto il negozio. Incerta, visto che voleva evitare che di prima mattina qualcuno si infilasse nel locale per cercare di svaligiarlo, si mosse con passo svelto in quella direzione, avendo come unico scopro quello di arrivare alla porta del negozio e rispondere alla domanda se la porta fosse aperta o no. Non ricordava se l’apparizione delle monete d’oro l’avesse distratta prima o dopo aver compiuto i tre giri di mandata che erano necessari per aprire la porta del negozio. E se qualche cliente l’avesse trovata aperta e vi fosse entrato, vagando con sguardo disperso sulla quantità invidiabile di libri e manuali che erano presenti negli scaffali che arrivavano quasi a toccare il soffitto? Quest’immagine la fece rabbrividire e accelerare il passo. Arrivata davanti alla porta del locale provò ad aprirla ma la maniglia rimase rigida sotto il peso della sua mano. Era chiuso. Un sospiro di sollievo uscì dalle sue labbra arricciate in una O. Inserì le chiavi e le voltò per tre volte in senso orario, finché non avvertí il leggero click che suggeriva l’apertura della porta. Si appoggiò alla maniglia per spingere la porta ed entrare ma questa rimase bloccata. << Ma cosa diavolo..?>> ebbe appena il tempo di domandare ad alta voce prima che, colta da chissà quale intuizione geniale, volgesse lo sguardo verso il basso e individuasse una moneta d’oro che si era infilata proprio sotto alla porta del negozio. Si abbassò, accucciandosi a terra, cercando di spostare la moneta da sorto lo stipite. Tuttavia sembrava proprio incastrata. Provò a tirare con entrambe le dita delle mani, posandole sulla sommità della moneta come se si fosse trattato di una tavoletta ouija, facendo pressione in quell’ora forzo ma nulla. Così tentò di pinzare le estremità della moneta tra indice e pollice della sinistra e tirare, ma anche in questo caso la moneta non si spostava. Sbuffò sonoramente. << Se mi rovini la porta...- aveva già cominciato a prepararsi a lamentare maledizioni sulla moneta, mentre estraeva la sua bacchetta di ebano e la puntava verso terra -Accio moneta!>> e sotto la pressione della magia l’obolo si sfilò da sotto la porta e saltò nel palmo teso della Kennegan, un sorriso trionfante da ti ho preso stronza dipinto sul volto.
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    Post Quattro
    James Kennegan

    Ferma in mezzo alla strada, lo sguardo di smeraldo teneva ancora catturata l’immagine di Brad McNeal, sempre più piccolo e sbiadito, che si allontanava e si perdeva nella folla. Aveva colto troppo tardi il guanto di sfida che il ragazzo le aveva lanciato e ora se ne era rimasta ferma a contemplare il vuoto. In vero la prima cosa che aveva contemplato non appena il negoziante di Accessori si era allontanato era stato ben altro. Nonostante il cappotto grigio lo avvolgesse nascondendone il fisico, lo sguardo attendo della Kennegan, che era abituata a individuare giocatori anche tra la folla di passanti, non poté fare a meno di focalizzassi su un punto particolare del corpo del Corvonero, un punto dove il tessuto di lana di era teso con maggiore estensione, un punto di apprezzamento per la Serpeverde. Sfacciata, menefreghista di opinioni altrui, indugiò senza ritegno con lo sguardo sul mago che le aveva voltato le spalle. Un sorrisetto malizioso incurvò le sue labbra prima che la consapevolezza del fatto che ci fosse una sfida in atto la colpì come un fulmine a ciel sereno e allora le verdi iridi dovettero mettersi all ricerca di nuovi scintilli d’oro. Sorvolò rapidamente sul profilo delle altre persone scese in strada e si fermò a poca distanza da lei. Un paio di passi e la figlia d’Irlanda si ritrovò con una nuova moneta tra le dita.
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    James Kennegan


    Più di una volta aveva permesso al suo sguardo di smeraldo di sorvolare sul locale e sui suoi addobbi per poterne liberamente cogliere sfumature e sfaccettature. Osservava con una certa preoccupazione gli angeli alati che sfrecciavano da una parte all’altra del locale, versando coriandoli o gocce d’amore nei bicchieri degli avventori. Si domandò se sarebbe stata abbastanza fortunata da poter evitare di scoprire il profumo del suo vero amore, qualcosa di cui raramente aveva voglia di parlare perché infondo al cuore temeva di non aver la possibilità di trovarne uno. La sola cosa più vicina ad esso che aveva avuto era stata con un ragazzo ai tempi di Hogwarts, Stephan, ma lei aveva rovinato tutto con un colpo da maestra e si era rifugiata nel gioco del Quidditch come scusa alle sue azioni. Da allora non aveva più cercato l’amore e ne era stata ben lontana, avvolta in un’invisibile armatura che era in grado di respingere qualunque bolide Cupido le scagliasse contro. Ecco perché era così strano che avesse voluto entrare nella tana del lupo, una sfida personale, che aveva deciso di affrontare in compagnia di Brad . Seduti in uno dei pochi tavoli liberi avevano fatto le loro ordinazioni alla locandiera, Madama Black, che in un battito di cilia fu di nuovo da loro. Ringraziò con un sorriso il Corvonero per essersi offerto di pagare anche per lei e dopo aver visto che nel suo bicchiere erano stati aggiunti solo dei coriandoli un sospiro di sollievo uscì lieve e inascoltato dalle sue labbra appena socchiuse. Era forse il caso di fare un brindisi a qualcosa sì domandò per un breve istante prima che la curiosità di provare il suo drink vincesse sul trovare una risposta affermativa e ne assaggiò un generoso sorso. Era molto buono!
    La conversazione proseguí piacevole anche dopo la breve interruzione per l’arrivo dei cocktail, stava ascoltando una breve descrizione del appartamento che il ragazzo aveva appena trovato in affitto sopra le vie di Diagon Alley quando la locandiera era arrivata con le loro ordinazioni, proseguendo lungo il viale del saggio che il ragazzo le aveva confessato da qualche tempo che stava scrivendo. James, che adorava i libri quasi quanto il Ghirigoro, era stata ben più che contenta di accettare la proposta per pubblicare come suo editore il saggio, per lei quello era un grande lavoro e un onore. Ascoltò con attenzione quello che il mago le disse, cercando di scucire quante più informazioni dalle labbra del Corvonero e di tessere un’idea più precisa del contenuto. << Sono così curiosa di poterlo leggere, premetto che non sono molto ferrata sulla materia, ma controllerò ortografia e grammatica questo sono in grado di farlo...- inizió a commentare con entusiasmo non appena avuto maggiori informazioni dal ragazzo circa il lavoro che stava svolgendo - e poi dobbiamo decidere la pergamena su cui vuoi stamparla, c’è italiana che è di un bianco che sembra marmo di Carrara, ma anche quella inglese non è male, eviterei quella egiziana che è troppo gialla per i miei gusti e oh, dobbiamo poi decidere i caratteri: del corpo, dei capitoli o quello che è e ovviamente del titolo del saggio. E poi dobbiamo scegliere la copertina, rigida, morbida, in pelle o in cellulosa. Ho avviato dei contatti con un conciatore di pelli di drago che può farmene di qualunque tonalità... tipo blu con riflessi verdi o rosse con sfumature d’oro!- si interruppe bevendo un sorso del cocktail, stava divagando, facendosi prendere dal suo animo d’artista che l’aveva subito portata a pensare all’aspetto estetico del saggio sorvolando la parte più difficile e impegnativa che toccava al Corvonero, con studio ricerca e stesura delle sue idee - ma per questo avremo tutto il tempo dopo...>> si affrettò a dire perché non voleva dare al suo autore più preoccupazioni di quante già non ne avesse in merito al suo libro, portando ai suoi occhi altri problemi e altro lavoro che avrebbe dovuto fare prima ancora che avesse portato una bozza a stesura. Fu grata di avere ancora un paio di domande alle quali risponde per deviare l’argomento e riportare l’attenzione su toni più leggeri e meno lavorativi di quanto fatto in precedenza. << Quidditch e Ghirigoro, mi sembra di essere tornata ai tempi di Hogwarts, molto più impegnativo e con molte responsabilità ma è davvero emozionante! Sto guardandomi intorno per scegliere una squadra per il prossimo campionato, ho avuto già diverse offerte e si tratta solo di decidere...e per ora ho te come autore più un altro paio di libri in traduzione: uno dall’Italia e uno dalla Germania.>> mosse la mano in aria in uno svolazzo, come a voler sottolineare che fosse una cosa da nulla, sciocchezze di poco conto. Tornò a bere il suo cocktail, che era stato tempestato di coriandoli tanto che faticava a vederne la superficie, gustando il buon sapore che aveva. Anche quello di Brad doveva avere un sapore ottimo e sorrise alla sua proposta di assaggiarlo. << Oh, non potrei mai! Quell’Amorentia è destinata a te.>> declinò con gentilezza l’invito ad assaggiarlo, non tanto perché era convinta che le gocce versate dal Cupido non avrebbero funzionato se assaggiate da lei, quanto perché era terrorizzata dal contrario. Si era sempre tenuta ben alla larga dall’Amorentia e da tutti i suoi derivati, anche se dubitava che nel bicchiere del Corvonero si trattasse davvero di quella pozione decise di tenersi alla larga.
    Nella sua vita come giocatrice professionista di Quidditch, pure di un certo talento, aveva ricevuto in dono le cose più strane. Alcuni erano sponsor che speravano di associare i loro prodotti al volto dai lineamenti riconoscibili della Kennegan: le erano stati inviati cappelli da cawboy, sciarpe dalle più assurde fantasie, un cappello che ogni volta che qualcuno diceva una complimento applaudiva e ogni volta che James o il giornalista o chiunque altro diceva bolide si metteva a urlare Kennegan fa la pazza se non ti prende con la mazza uno slogan che l’aveva accompagnata per tutto il campionato giocato con i Kenmare Kestrels; aveva ricevuto alcuni snack e prodotti commestibili tra cui insipide e innumerevoli barrette energetiche ma ben presto era stato evidente che la dieta dell’irlandese non corrispondeva al canone tipico del atleta e nessuna pizzeria o pasticceria aveva mai inviato i loro prodotti gratis alla battitrice. Certe volte le era capitato di ricevere lettere e regali non propriamente graditi da alcuni fan che avevano decisamente dei problemi mentali. Qualcuno le aveva mandato delle mutande, persino un paio di reggiseni, alcuni poster risalenti al tempo in cui era stata Capitano di Serpeverde, piccole rappresentazioni di coppe o di scope da corsa. Ma mai, mai, le era stato offerto un appartamento. Una convivenza con la stessa naturalezza che aveva accompagnato la richiesta fatta da Brad McNeal. Sorrise, un sorriso ampio che fece gonfiare gli zigomi della Serpeverde e illuminare lo sguardo facendolo risplendere di smeraldo, perché la proposta che le veniva fatta non poteva che essere piacevole - e ovviamente accettata. Ma si trattava pur sempre di James Kennegan, una a cui piacciono le sfide e le cose semplici non sono affatto nel suo stile, così, rapida e fulminea - riuscendo miracolosamente a non rovesciare nessuno dei due cocktail presenti sul tavolo- si sporse in avanti e stampò un così veloce bacio da non poter nemmeno essere definito un vero e proprio bacio sulla guancia del ragazzo, così vicino al angolo delle sue labbra da essere quasi un mezzo bacio. Baciarsi per davvero avrebbe complicato la convivenza e la Kennegan ne era abbastanza consapevole da non cedere come suo solito a impulsi primordiali. << Ma certo che vengo a stare da te, temo solo che il tuo elfo domestico vorrà chiedere il trasferimento dopo aver capito quanti biscotti mangio per colazione.>> rispose una volta tornata composta al suo posto, come se nulla fosse, giocando con la cannuccia del suo bicchiere e rigirando il liquido che vi era contenuto. << Sei sicuro di voler condividere il tuo appartamento con- un disastro come - me?>> domandò confusa e perplessa realizzando quando quella proposta potesse essere stette da un qualche impulso o dal cocktail troppo ghiacciato e non da un ragionamento formulato con un senso compiuto.

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    Post Tre
    James Kennegan

    Da quando aveva preso in gestione il Ghirigoro gli incontri con il Corvonero erano andati moltiplicarsi. Brad McNeal era il negoziante di Accessori per il Quidditch di Qualità, uno dei negozi del mondo magico che la Kennegan preferiva in assoluto per via della sua grande passione per il Quidditch, ma era stata così immersa nel lavoro richiesto dal negozio per poter farlo partire al meglio delle sue possibilità che aveva avuto ben poco tempo per gli impegni personali. Si era ripromessa più volte, passando davanti al negozio per andare nel suo, di doverci fare visita il prima possibile, quanto meno per fare una sorpresa al suo vicino prima di stanza e ora di negozio, ma non era mai riuscita a concretizzare questa volontà. Anche ora, nel momento in cui vide il giovane mago iniziare la conversazione si era promessa di fargli visita nelle vesti di cliente affezionata, se al negozio o al negoziante era ancora difficile da dirsi, sorridendo allo scambio di battute che ne seguì. << O magari si sono solo persi... come irlandese posso assicurare che abbiamo un ridotto senso dell’orientamento. >> aggiunse ridendo, giocherellando con una ciocca di capelli che era sfuggita alla chioma dorata e che ora danzava ripetutamente davanti ai suoi occhi, pizzicandole il naso. << Si beh okay... forse solo io sono un tale disastro>> aggiunse senza parlare direttamente con il ragazzo che stava già dicendo che aveva raccolto poche monete ma che in breve tempo avrebbe raccolto una vera fortuna. Ancora disorientata dal suo stesso discorso sull’orientamento si era limitata ad annuire e a concordare con quello che era non più che un verso gutturale, un grugnito di approvazione, con lo sguardo di smeraldo intento a cercare un nuovo bagliore e la mente assente. Quasi non si rese conto che Brad si era allontanato alla ricerca di posti con più monete, avvicinandosi già a un gruppo di ragazzine, quando un ispirazione colse la Kennegan. Il suo cervello aveva elaborato a scoppio ritardato le parole espresse dal mago facendole gridare un << È una sfida McNeal?>> per la via principale di Diagon Alley come un venditore di giornali qualunque, ma così forte che, oltre ad aver svegliato i pochi ancora chiusi nei loro letti, aveva sicuramente raggiunto i timpani del Corvonero, ignaro di cosa suscitassero le sfide nell’animo della Serpeverde, che tra le mani reggeva già una moneta in più di quando si erano salutati.
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    Stavo ragionando su quello che ha detto il quadro:

    CITAZIONE
    potrei anche decidere di andarmene a Ilvermorny, lì si che mi apprezzano. Il mio quadro è esposto nell'ufficio del Professor Diggbert, collega pozionista, che mi tiene sempre in considerazione quando si tratta di veleni e antidoti.

    Mi pare di capire che abbia un collegamento diretto con Ilvermorny, nel aula di pozioni.
    Brad potresti dire c’è sei un docente di Ilvermorny anche tu e inventarti un amicizia con il Professor Doggber per convincere il quadro ad aiutarci. E capire se c’è un collegamento per Ilvermorny che potremmo sfruttare per andarcene (come quello tra Testa di Porco e Hogwarts per intenderci).

    La parte verde: la collegherei con le parole del Cavalier nella parte di Hedel. Siamo stati tutti avvelenati, quindi ancora una volta il tizio del quadro potrebbe esservi utile... ma dovremmo prima scoprire anche noi di avere qualcosa che non va...

    CITAZIONE
    E credetemi quest'ufficio ne ha viste parecchie, certo all'epoca era la base delle nostre guardie ah, farabutti della peggior specie, prostitute... tutta la ciminalità americana passava di qui, rilevante o meno, prima che...

    In questa parte dove si lamenta degli auror dice chiaramente che “in questo ufficio passava tutta la criminalità, rilevante o no”: mi viene da pensare che siamo nel (o in uno dei tanti) Ufficio Indagini Rilevanti
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    Benvenuta <3
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    Welcome <3 ti aspetto al Ghirigoro!
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    Aprile 1927


    Max Lynch

    James Kennegan
    Adeline Walker servita
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    Edited by James Kennegan - 5/5/2020, 14:00
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    Ghirigoro

    Registro Vendite Aprile





    Cliente:
    Acquisto: LINK
    Merce Venduta:
    Importo Speso:
    Negoziante/Commesso:

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    Post Due
    James Kennegan

    Diagon Alley quella mattina si era scoperta inaspettatamente irlandese e James Kennegan si era trovata catapultata in una ballata gaelica, nostalgica e malinconica delle praterie verdi. Tra le dita teneva la moneta dei Lepricani, dorata e con un quadrifoglio inciso su entrambi i lati, la cui fattezza irlandese era inconfutabile. Assorta con la mente che vagava per verdi campi si accorse solo in un secondo istante della voce che la stava chiamando. Una voce nota, che lei conosceva, ma alla quale assegnò un volto soltanto quando quest’ultimo le si parò davanti. Brad McNeal era poco distante da lei, con alcune monete che già stringeva tra le dita, sorridente e cordiale come di consueto. << Brad! Ciao! Io sono sempre a caccia d’Irlanda, ma non mi aspettavo di trovarla qui.>> rispose con un sorriso raggiante rivolto in direzione del Corvonero. << Incredible che i Lepricani si siamo spinti fino qui... hai già trovato molto denaro?>> domandò abbassandosi a raccogliere una moneta che si era infilata proprio sotto la suola delle sue scarpe.
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    James Kennegan
    Arrivata davanti alla porta ancora chiusa del Ghirigoro a James Kennegan sembrava che il tempo non fosse passato di un solo istante. Nella mente dell’irlandese si scontravano ancora i bolidi del campo di Quidditch, pensiero costante della bionda, ed ora aveva ripreso ad affollarsi di libri e riviste, portandola indietro di quasi dieci anni, quando era Capitano di Serpeverde e assistente del Ghirigoro. Attualmente non era capitano di nessuna squadra, ma il Quidditch riempiva la sua vita quotidiana in maniera predominante, ma poteva dire con un certo orgoglio di essere Editore del Ghirigoro, un solo passo - fatto di qualche centinaia di galeoni- la divideva dal poterne diventare effettivamente proprietaria. Fremeva all’idea di sfilare da sotto il lungo naso di Marshall Howard la proprietà della più antica libreria di Diagon Alley, quindi di tutta Inghilterra. Con questo pensiero in testa, doveva gonfiare le riserve d’oro presenti nella sua Camera Blindata, infilò la chiave nella serratura e girò in senso orario un paio di mandate, aprendo il locale che l’accolse con il consueto campanello sopra la porta. Sorrise, James Kennegan era molto felice di trovarsi proprio in quel posto, percorrendo leggera come l’aria il tratto di parquet che la separavano dal bancone. Dopo aver sistemato alcune cose - accendere le candele, sostituire i giornali di ieri con i quotidiani del giorno- si appollaiò sul morbido sgabello di pelle che era stata la sua sedia per tutti gli anni da studentessa ad Hogwarts. Era quasi certa che il suo fondoschiena sarebbe stato in grado di trovare la sagoma rimasta lì impressa da allora. Nella quiete del locale la giovane strega si prese un momento per assaporare il profumo di libri e di legno che riempiva l’aria: era di nuovo a casa.

    << Buongiorno e benvenuta al Ghirigoro: io sono James! Come posso esserti utile?>> la sua mente le propose una frase detta migliaia di volte ad altrettante migliaia di clienti, sempre con il sorriso smagliante e affabile che la contraddistingueva. La Kennegan si prese qualche istante per fantasticare sull’identità della cliente, chiedendosi se appartenesse a Hogwarts o se invece arrivare da Ilvermorny. Era una Corvonero? Forse Serpeverde anche lei? Oppure era una guerriera dei Wampus? Conosceva ben poco della cultura americana, tutto quello che aveva appreso era stato dai compagni di squadra da cui aveva colto gli strani nomi delle case statunitensi, ma davvero poco le era dato a sapere su Ilvermorny. Fedele, lei restava convinta che il castello inglese fornisse di gran lunga la migliore istruzione possibile, almeno così era stato nel suo caso. << Perfetto, vado subito a prenderli>> sorrise all ragazza che sembrava essere dotata di quel fascino magnetico in grado di far sorridere chiunque come se si conoscessero da una vita e con una giravolta si mosse con aria sicura nella direzione dove stavano diverse copie di “Erbologia in un’istante”. Il libro aveva una bella copertina argentata su cui erano state applicate delle stoffe verdi che mostravano una pianta in copertina che cresceva e cresceva fino a moltiplicarsi e a far diventare la copia completamente verde. Scelse una copertina che fosse ancora piuttosto argentata, con una pianta rigogliosa ma non ancora ingombrante. La Kennegan stimava che sarebbero dovute passare almeno altre sei settimane prima che la copertina diventasse verde. << Ecco una copia piuttosto giovane, ma crescerà rigogliosa...>> spiegó appoggiando il volume sul bancone di legno che la separava dalla clientela. Si allontanò ancora dalla studentessa per prendere “BANG!” senza considerare tutta la trafila che veniva dopo perché era già bello così come titolo. Il volume di astronomia aveva la copertina viola, con un bagliore che si faceva sempre più intenso fino ad esplodere in una galassia, con pianeti e stelle che roteavano. << BANG fa delle copertine d’effetto, puoi usarla come luce notturna tanto è luminosa... >> commentò ad alta voce posando la copia del libro davanti all ragazza così che potesse constatare che diceva il vero, mentre lei si era già inmersa di nuovo nella caccia al terzo libro le “Forze Oscure” , ripensando al disguido sul cognome che forse era stata una croce per il povero Dante ai tempi scolastici, che era situato proprio alle sue spalle. Era una copertina semplice, blu notte che sembrava quasi nero, sulla quale ogni tanto compariva un bagliore luminoso che la Kennegan immaginava essere una forma di incanto Patronus. Era molto legata a questo tipo d’incantesimo e una serie di ricordi affiorarono sulle sue iridi smeraldine, ma furono ricacciati indietro con un battito di ciglia. << E qui abbiamo Forze Oscure. Allora, ricapitolando: “Erbologia in un’istanteINT +6 costa 10 Galeoni, “BANG: Bagliori Astronomici dalla Nascita alla Galassia INT +4 costa 8 Galeoni,
    Forze Oscure: guida pratica all’autodifesaINT +8 costa 16 Galeoni. Il tuo totale è di 34 Galeoni. Sempre che tu non voglia prendere altro, hai visto nella nostra Vetrina qualche altro titolo interessante?>>
    domandò per assicurarsi che la cliente non desiderasse acquistare qualcos’altro, magari scegliendo qualcosa che poteva essere utile per la scuola, altrimenti avrebbe semplicemente atteso che le venisse pagato l’importo appena dichiarato dalla Kennegan.
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    p4Tw05F Vetrina Aggiornata
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    Post Uno
    James Kennegan

    Uscì dal Paiolo Magico con indosso un elegante mantello color terra bruciata, con intarsi dorati che rifinivano i bordi e si attorcigliavano in ghirigori lungo la sua schiena, andando quasi a congiungersi con la chioma dorata che cadeva scomposta e sbarazzina sulla sue spalle. Gli anni passavano ma la figlia di Salazar restava convinta di dover tenere i capelli estremamente lunghi, nonostante invidiasse i tagli all’avanguardia dove il caschetto la faceva da padrone, lei non aveva mai avuto il coraggio di accorciarli sopra le spalle. Stretta tra i denti, teneva quello che restava della sua ciambella alla glassa viola, ovvero la sua colazione, perché con una mano reggeva le chiavi del Ghirigoro e con la sinistra il caffè ancora bollente che si era fatta mettere in un contenitore d’asporto da Tom, il gentile concierge del turno di notte che era sempre troppo stanco per controbattere alle sue richieste. Addentò un morso dalla ciambella, destreggiandosi in un impresa da giocoliere per non far cadere le chiavi con il fiocco verde del suo negozio, e bevve un sorso del caffè bollente - il caffè americano era un brutto vizio che aveva preso nel tempo trascorso nel nuovo continente e dal quale faceva fatica a staccarsi - rischiando di ustionarsi il palato e la punta della lingua. Troppo distratta dal disastro che era la Kennegan, a stento si rese conto di quanto stava avvenendo tutto intorno. Ma il richiamo d’Iralnda era forte e la cadenza di Dublino nelle parole del proprietario dell’Emporio del Gufo richiamò la sua attenzione. Lo sguardo di smeraldo danzò prima sulla figura del irlandese, come se riconoscersi in quel territorio ostile fosse un po’ come tornare a casa, poi sulla moneta che stringeva tra le dita. Luccicava abbagliata dal sole che in quella mattina occhieggiava su Diagon Alley, ma non scorse alcun simbolo su di essa. Ma davanti a lei, come a disegnare un percorso dorato, avvistò altre monete e le bastó abbassarsi - dopo aver finalmente finito la ciambella- per raccoglierne una per poter osservare il quadrifoglio inciso su entrambe le facce della moneta. Oro. Oro d’Irlanda. Prese la moneta dei Lepricani e la mise nella tasca dei suoi pantaloni, mentre con lo sguardo, come un cercatore sul campo, andava alla ricerca del prossimo bagliore dorato.
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176 replies since 27/12/2015
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