Per tutta la sera ero rimasta a fissare il fumo rosso firmarsi all’interno della ricordella. Avevo sempre desiderato avere una ricordella, ma erano troppo rare e costose perchè potessi davvero possederne una. Ero davvero molto felice di questa sorpresa, al punto che mi piaceva quasi quanto il boccino ed entrambe stavano appoggiate sul mio comodino. Mi fidavo così tanto dei miei compagni Tassorosso da non temere nemmeno lontanamente un furto di questi due oggetti. Avevo preso un foglio di pergamena intonso e avevo iniziato ad appuntare nomi e qualche idea per i regali, mano a mano che scrivevo speravo di vedere il fumo sparire. Ero arrivata infondo alla mia lista la la Ricordalizia continuava a mostrare un fumo denso e rosso: stavo dimenticando qualcuno di importante. Andai a letto con questo pensiero e per buona parte della notte pensai a chi potessi aver dimenticato finché non mi addormentai.
Terminate le lezioni di quel giorno, appena dopo pranzo, mi diressi con una mia amica a Hogsmeade. Entrambe eravamo entusiaste del fatto che ci permettessero di andare a Hogsmeade ogni giorno per poter partecipare all’apertura del calendario dell’avvento. Non avevamo molto tempo, giusto quanto bastava per raggiungere il centro del villaggio e prendere il regalo del giorno. Chissà cosa avrei trovato oggi, ero proprio curiosa.

Dopo l’intervento di Pix mi ero aspettata che attorno a me scoppiasse il caos. Avevo sbattuto un paio di volte le palpebre per controllare se in effetti era scoppiata una crisi isterica, ma non accadde nulla. Dal tavolo dei professori che ci sovrastava si alzarono la professoressa di Divinazione e il professore di Antiche Rune. La Barrow ci incoraggiò a muoverci senza panico, a collaborare per finire il prima possibile, mentre Skyfield usava il pugno di ferro sui Serpeverde che scattavano a destra e sinistra. Era divertente vederli per una volta con qualcuno che faceva il gradasso con loro e non viceversa. Tutti stavano collaborando per raccogliere il maggior numero di palline e nessuno sembrava essere preoccupato di un eventuale ritorno di Pix. Cercai di non pensarci e raccolsi altre palline, con le mani piene le rimisi nei cesti per suddividerle secondo casata.

L’indomani giunse ma Jackson doveva finire di fare una relazione di Tassorosso e non avrebbe trovato il tempo per venire a Hogsmeade. Mi incamminai verso il villaggio magico con fiocchi di neve che cadevano tutto intorno, cercando di mascherare la tristezza per questa delusione improvvisa. Non era chissà che cosa in realtà, non dovevo farci affidamento particolarmente, ma non riuscivo a non sentire una punta di amaro in bocca. Ripensai al professor McNeal e alla sua fidanzata, che avevo visto sottobraccio nei due giorni precedenti, a quanto fiserò fortunati ad essersi trovati e avere quel tipo di relazione. Non avrei saputo dire se erano felici o no, ma quando gli avevo visti mi erano sembrati così attratti l’uno dall’altra che avevo dovuto distogliere lo sguardo. Mi avvicinai per prendere il regalo di quel giorno, sperando potesse riportarmi il sorriso cancellato da qualcosa di tanto stupido come un ragazzo.

Avevo un appuntamento. Stentavo ancora a crederci ma era proprio così. Jackson Scott, un Corvonero che mi aveva aiutata più di altri a rimettermi in pari con il programma di Hogwarts e a colmare le lacune, mi aveva chiesto di uscire quel weekend a Hogsmeade. Era successo in biblioteca, in quello che era il nostro solito tavolo di studio anche se ero migliorata parecchio e non avevo davvero bisogno di un tutor mi piaceva avere qualcuno con cui studiare a cui chiedere cose senza sembrare stupida. E quindi basta effettuare due rotazioni antiorarie per concludere la pozione, o erano tre? stavamo rivedendo gli appunti di Pozioni, i miei avevano subito un piccolo incidente e la metà destra del quaderno si leggeva male. Avevo alzato lo sguardo e Scott aveva sorriso guardandomi in modo strano negli occhi. Poi mi aveva chiesto se mi andasse di uscire con lui. Per studiare? avevo stupidamente chiesto trovando molto strano spostarci in un posto diverso dalla biblioteca del castello. Ai tre manici di scopa avevo bevuto una burrobirra e un baffo di schiuma mi si era formato sul labbro, prima che Jackson me lo facesse notare. Avevamo passato lì dentro diverse ore a chiacchierare, era incredibile quante cose si potevano dire a una persona anche se la si vedeva tutti i giorni. Fu un appuntamento carino e non imbarazzante e sulla via del ritorno passammo al calendario dell’avvento a ritirare il premio del girono. Anche a lui piaceva molto come cosa ed era venuto nei giorni precedenti. Proposi di farlo assieme anche l’indomani.

Entusiasta di quello che avevo ricevuto durante il primo giorno di calendario dell’avvento, non ci poteva essere nulla di più adatto del boccino d’oro per una cercatrice come me, ero tornata l’indomani a Hogsmeade approfittando ancora del weekend. La decorazione del boccino era rimasta al castello, appoggiata sul mio comodino. Avevo intenzione di usarlo semplicemente come soprammobile ma sapere che si sarebbe aperto solo al mio tocco mi dava una certa sicurezza. Se mai avessi avuto qualcosa di prezioso da conservare con cura sicuramente lo avrei usato. Stretta nel mantello invernale per proteggermi dal freddo che in quei giorni iniziava a farsi sentire, raggiunsi la piazza di Hogsmeade e il gigantesco calendario dove una piccola folla si stava già ammassando. Nulla attirava più gente di ricevere qualcosa di gratuito.

Sotto la neve Hogsmeade era stupenda. Avevo imparato ad apprezzare le bellezze del villaggio magico già molto tempo prima di vivere a Hogwarts, quando ancora studiavo a Ilvermorny e le visite erano concesse solo sporadicamente. M da quando avevo occasione di visitarlo ogni weekend era diventato decisamente il mio posto preferito. Non immaginavo che potesse migliorare eppure quella domenica mattina mi regalo una sorpresa: un gigantesco calendario dell’avvento. Incuriosita mi avvicinai.

Da quando vivevo a Hogwarts soltanto Pix era stato in grado di terrorizzarmi davvero. Più dei Serpeverde e più dei fantasmi che spuntavano totalmente a caso da ogni porta o parete, il poltergeist era capace di essere di una perfidia che superava quella di ogni altro essere conosciuto. Personalmente non mi aveva mai fatto nulla, ma i racconti agghiaccianti che erano arrivati dalle voci rotte dal pianto di miei compagni di casa erano stati tanto convincenti da farmi cambiare corridoio ogni volta che la risata macabra dell’essere proveniva da una certa direzione. Era una tranquilla mattina in Sala Grande quando mi fini quasi per traverso il thè verde che stavo bevendo vedendo spuntare il volto arcigno di Pix. Mi raggelai sul posto mentre l’essere volava sugli alberi di Natale addobbati e ne faceva scempio. Palline caddero in ogni dove, una anche nella mia tazza. Ma non mi Mossi finché non sparí, veloce come era arrivato, lasciando dietro di se una scia di distruzione e devasto. Fu allora che raccolsi la palla di natale e la riposi con cura al suo posto.

La gelateria doveva essermi apparsa proprio come un miraggio, stremata dal caldo e dalla maratona per i negozi, visto che non avevo riconosciuto chi ci lavorava. Connor O’Riley era uno dei Tassorosso che maggiormente apprezzavo. Sempre allegro e solare, dalla battuta pronta era un volto amichevole nella sala comune di Tosca. Eppure non ci avevo mai scambiato più di qualche parola, i soliti convenevoli, non avevamo mai avuto modo di presentarsi. Ma dovevo forse abbandonare questa idea obsoleta di pretendere che la gente mi si presentasse in forma privata per poter dire che eravamo amici o comunque che lo conoscessi. Conoscevo abbastanza di Connor da poter dire di conoscerlo. Ciao Connor! Non sapevo lavorassi qui, è da poco che ha aperto la Gelateria vero? ricambiai il saluto con un sorriso sinceramente entusiasta. Di colpo la spossatezza accusata prima sembrava essere svanita un po’ come se avere a che fare con qualcuno di famigliare mi avesse ridato energia. Ascoltai i suoi consigli e annuii. No ancora non avevo visto, ma penso mi fiderò di te e ti chiedo una coppetta alla Stracciatella Caramella, grazie!